【Gianni Spagnolo © 20IX09】
Inizierò questa rubrica con un’escursione circolare sui Lagorai, una catena montuosa secondaria ma affascinante, che offre ampi panorami e ambienti montani poco frequentati dal turismo di massa. Del resto sono così i Lagorai: discosti, poco visibili, poco considerati, sminuiti dalla vicinanza e dal raffronto con le Dolomiti più belle. Se il delicato calcare delle Pale di San Martino è emerso dagli oceani, il porfido del Lagorai è figlio del fuoco vulcanico; l'uno è chiaro, l'altro scuro, l'uno ridente, l'altro cupo, l'uno attira lo sguardo, l'altro lo schiva confondendosi col colore della terra. Cominciai a praticarli da ragazzo, con mio padre. Ci tornai da militare, con la 66a del btg. Feltre del mitico cap. Giacomin, che in fatto di marce non era secondo a nessuno. Poi tante altre volte ancora.
I Lagorai costituiscono la dorsale della sinistra orografica della Valsugana e fanno da degna corona settentrionale alla Cima d’Asta. A differenza di questa, che è un massiccio granitico, i Lagorai sono di porfido, ma entrambe le rocce sono della medesima origine magmatico-effusiva, incastonante nel mare di calcare che le circonda.
Partiamo dall’inizio, cioè dal loro versante occidentale, che ci è anche più comodo. Arriviamo in auto a Pergine e imbocchiamo la Val dei Mòcheni, valle chiusa che nella sua testata e sx orografica è abitata dai residui parlanti il mòcheno; un dialetto tedesco meridionale dei minatori li stanziatesi nel Medioevo per la coltivazione dei giacimenti di rame, ferro, argento e anche oro. Con l’occasione si può anche visitare la Gruab va Hardimbl, cioè la miniera-museo che si trova sul nostro tragitto di ritorno. Se si è fortunati, soprattutto ad inizio estate, si può assistere alla meravigliosa fioritura dei rododendri che punteggiano i versanti del loro rosa intenso.
Si risale la valle fino al suo termine a Palù del Fersina, dove si parcheggia liberamente sotto il campo sportivo (loc. Paoar) , oppure a pagamento più in su, nei pressi di Maso Frotten [1340m]. Da lì s’imbocca il sentiero 343 che risale l’impluvio del ruscello Laner lungo l’Intertol, attraverso bei boschi di pini e larici, collegando i suggestivi e omonimi baiti. Si raggiunge quindi il Rifugio Sette Selle in circa 1:30h. E' un appoggio della SAT di Pergine, recentemente rinnovato e situato in bella posizione ai margini del bosco, che merita senz'altro una sosta [2014m].
Opzione A): Si percorre quindi a ritroso il sentiero di salita per circa 15 minuti, per poi deviare a sx intercettando il sentiero n. 324 che conduce al Lago di Érdemolo. Il percorso si snoda con saliscendi attraversando la testata della valle e permette di ammirare dei begli scorci sulle Dolomiti del Brenta. in un paio d’ore raggiungiamo il suggestivo laghetto di Érdemolo, piccolo specchio d'acqua a forma di cuore incastonato in una profonda conca glaciale [2024m]. Lì vicino c’è anche l’omonimo rifugio privato, che però è chiuso dal 2012. Un tempo quel laghetto era circondato da nevai anche in primavera-estate e l’acqua ne rimandava i riflessi in tutte le sfumature azzurre del cobalto. L'area si presta ad una sosta ristoratrice e magari anche rinfrescante. Da li si scende lungo il 325 fino alla base di partenza in un'oretta circa. A quota 1700m troviamo a dx la diramazione che porta brevemente alla miniera-museo della Gruab.
- L'itinerario A) è lungo 10 Km, si percorre in circa 4:30h con un dislivello altimetrico di 880 m.
L'escursione si può svolgere ovviamente anche in senso contrario, come pure è possibile salire semplicemente al lago seguendo il sentiero 325 e fare ritorno per il medesimo tragitto dell'andata.
Opzione B): Volendo, alla Gruab ci si può arrivare anche dal Rifugio Sette Selle, evitando di andare al lago, ma scendendo direttamente sul sentiero 343B, che scende a dx dopo circa un quarto d'ora di percorrenza sul 324 verso il lago, con un percorso più breve e meno impegnativo.
- L'itinerario B) è lungo 5,9 Km, si percorre in circa 3:00 h con un dislivello altimetrico di 460 m, quindi alla portata anche di famiglie con bambini.
Buon Giro!
Note:
La miniera dell’Erdemolo (de Gruab va Hardimbl) è visitabile con visita guidata che spiega la vita e il duro lavoro dei minatori-Canopi-Knòppn all’interno di quella miniera, che è stata coltivata tra il 1400 e il 1650. Durante la visita è possibile scoprire le varie tecniche di scavo, gli strumenti utilizzati e i diversi minerali estratti. Si avrà cosi modo di vedere le molteplici venature della roccia, l'incessante sgocciolio dell’acqua e la parte sommersa dell'impianto, rendendolo un viaggio istruttivo nelle viscere della terra, specie per i bambini. La Gruab va Hardimbl può essere vista solo con visite guidate per 5 persone alla volta (misure Covid-19). Alla miniera si accede attraverso l’utilizzo di impermeabili e caschetti messi a disposizione da parte del museo. A partire dalle ore 10 è prevista una visita guidata ogni 45 minuti. Chiusura alle ore 18. I giorni e gli orari di apertura sono variabili a seconda della stagione, quindi è preferibile informarsi preventivamente ai seguenti recapiti:
• Tel. 0461-55005
• https://www.umpalai.it/miniera-dellerdemolo/
Nessun commento:
Posta un commento