sabato 19 settembre 2020

El frutìn

【Gianni Spagnolo © 20IX14】
Non saprei se sia annoverato fra i presidi di Slow Food o goda di qualche tutela DOC, DOCG, DOP, o cos’altro; probabilmente no, ma forse lo meriterebbe. Anche solo per la quantità di bambini che ha fatto felici. Sta di fatto che questa pallina di zucchero al gusto di frutta ha caratterizzato un’epoca: la nostra. 
Sto parlando del Frutìn, una caramellina dalla consistenza indefinibile che si scioglieva in bocca lasciandoti un piacevole e dolce sentore acidulo.
Credo fosse un'esclusiva locale, dato che la storica pallina al gusto di frutta, era tradizione della famiglia Vicentini di Thiene fin dal 1920 ed è tuttora in commercio. Una caramella semplice, piccola e gustosa, nel classico incarto colorato a forma di farfallina che faceva felici i bambini dei tempi andati. 
Accanto alle mentine, che però piacevano più a loro, i frutini erano la risorsa preferita delle mamme e soprattutto delle nonne per premiare o blandire popi, tati, bociéte e bociàsse.
Erano costituite sostanzialmente di zucchero con qualche aroma di frutta e perciò assai economiche e diffuse. Un frutìn non si negava mai, anzi, di solito te ne davano addirittura una sbranchiéla, accompagnata spesso dall'invito a condividerla con i compagni.
"Némo chiìve, belo, ca te dao on frutìn." Era una frase ricorrente quando s'era compiuta qualche azione meritevole. I gusti erano assortiti nell’ambito della frutta classica, niente di particolarmente esotico, a quanto mi ricordo. Anche se non è che s'avvertisse granché la differenza, se non dal colore della cartina oleata che le avvolgeva e conferiva quella graziosa forma di farfallona panciuta. Erano belle dolci e tanto bastava e si scioglievano in bocca che era una bellezza.
Scartarle era facile anche per i più impediti: bastava svitarla agendo sulle alette laterali. Nel suo piccolo era una cosa semplice e ingegnosa, calibrata proprio sulle esigenze dei più piccoli e golosi. Poi non era appiccicaticcia come le caramelle al miele, che ti davano perché facevano bene alla gola, ma non piacevano a nessuno. Né come le Rossana, che andavano in TV ma erano massa lusso. Era qualcosa di giusto per noi e per le abitudini e la parsimonia d'allora.

2 commenti:

  1. Che ricordi!Leggendo mi è tornato in bocca il gusto particolarissimo dei fruttini!

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  2. Quante brancà robà a me amia. Erano fatte di quella particolare miscela di cimento-saòn che lasciava quella sensazione di avere una biglia in bocca. Complimenti per il blog, sia per i contenuti che per la scrittura, l'ho scoperto da qualche giorno e lo sto scavando in profondo. Pure per me che non sono della valle, è veramente un filo cu§ìo tòrno tanti ricordi, di persone e di luoghi. Saluto.

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