Non mi ero mai accorta
prima, non ci avevo fatto caso, ma un bel giorno mi sono resa conto
che…
La vita che mi girava
intorno era tanta ogni giorno: rumori di passi, tanti passi, grida e
discorsi, porte che sbattevano, l’orologio che segnava le ore, il
suono della campanella, sospiro di studenti e professori e aule, aule
piene di adolescenti che si impegnavano a comprendere, per crescere.
Sì, ora avete capito,
sono la scuola Secondaria di primo grado di Valdastico, che è
attigua alla scuola Primaria, quindi capite la confusione che regna
nei cambi d’ora o nei momenti d’intervallo!
Io amo i ragazzi e i
bambini, i professori, le maestre i bidelli e qualsiasi persona che,
entrando dalla porta, possa portare testimonianze di vita o
conoscenze varie. Io sono attiva e sempre pronta, da settembre a
giugno; ogni giorno attendo che le aule si riempiano di giovani vite
e così mi sento felice. Li vedo ogni anno quelli che iniziano la
prima classe... Timidi, in disparte, agitati… io so che è normale
e che tra un po’ di tempo prenderanno coraggio e allora sentirò i
richiami dei prof anche con loro!
Le vacanze che durante
l’anno scolastico mi portano un po’ di respiro sono, come sempre,
programmate già dall’inizio dell’anno, quindi io conosco bene i
periodi: Natale, carnevale, Pasqua. In quei giorni mi gusto il
silenzio che regna sovrano tra le mie mura, in tutte le aule, nella
palestra, ma so che passeranno pochi giorni e poi riaccoglierò i
miei ragazzi tra le braccia, certa che con me, grazie agli
insegnanti, imparano, comprendono, crescono e spero che tutti
diventino dei “bravi ragazzi”.
Tutto normale per una
scuola, direte voi, sì, fino alle vacanze di carnevale che non sono
state le solite, quest’anno 2020. Le mie porte non si sono più
aperte, i passi non si sono più sentiti, il vociare tra i corridoi
era scomparso, niente campanella, niente ricreazioni in cortile,
niente di niente, silenzio irreale! Sacche da ginnastica e cartelline
varie, libri sotto i banchi erano rimasti lì, certi di essere usati
al più presto, ma…
Ho poi saputo che i ragazzi e i bambini
frequentavano le lezioni da casa, a causa di un virus che obbligava
tutti a non uscire… da non credere! Mi sono sentita sola,
abbandonata e anche triste… allora io non avevo più ragione di
esistere? No, assolutamente no! Si potranno fare le lezioni e i
programmi previsti, collegandosi on-line, ma vuoi mettere il
ritrovarsi insieme, chiacchierare con gli amici, raccontarsi,
confidarsi, ridere, scherzare durante le pause, mentre in classe ci
si confronta, ci si aiuta, si apprendono nozioni e notizie, si impara
a stare insieme con ragazzi che non si conoscono, con i professori
con cui si fa un percorso di vita… Non ci credo che sia la stessa
cosa, proprio no!
Ho atteso, giorno dopo giorno, con la speranza di
vederli riapparire invece… Ancora e sempre silenzio assoluto, rotto
solo dal ticchettio dell’orologio a muro, per me quasi spettrale.
Giorni che si sono susseguiti nella calma diventando mesi di
solitudine, un lungo tempo che non era quello delle vacanze estive.
Mentre rimuginavo su tutto questo problema, pensavo ai maschi che di
sicuro erano cresciuti, mentre le femmine si saranno fatte più
signorine, più carine… ah! Se mi mancavano! E i Prof? Sento tanto
la loro assenza, mi piace ascoltare le loro chiacchiere in sala
professori, conoscere le loro vite raccontate in pochi minuti al
cambio dell’ora, mentre si danno consigli per qualche ragazzo… E
poi, seguirli mentre spiegano le loro materie nelle aule, con
ragazzini vivaci che a volte fanno perdere il filo del discorso… Mi
mancano anche i bidelli, angeli custodi della scuola, che mi tengono
pulita, che sono amici degli studenti e dei professori, soccorritori
in caso di bisogno, persone importanti per tutti.
Un giorno di giugno,
solitario come sempre, un rumore di chiavi nella serratura, mi ha
fatto destare dal mio torpore: finalmente qualcuno!
Avrei voluto gridare per
la felicità, ma sono stata a osservare: gli insegnanti erano venuti
a prendere il loro materiale, lasciato lì senza pensare che non
avrebbero potuto usarlo... toccavano i cassetti, i libri sugli
scaffali, i registri e tutto quello che era rimasto lì ad aspettare,
quasi con rispetto, con la sensazione di toccare qualcosa di
importante, in silenzio…
In quel silenzio ho
sentito i loro pensieri: toccare quelle cose che erano abitudinarie,
li ha fatti commuovere, perché si erano resi conto di quanto
fossero speciali. Anche a loro mancava tanto la scuola, questa è la
loro missione, quello per cui si sono preparati, è un pezzo
importante della loro vita… Una mancanza per loro, per me, per i
bidelli, per i ragazzi… Sì, ne sono certa, nonostante molti non
amano frequentare il mio edificio, sono sicura che ci sia stato un
vuoto grande, un enorme buco, un libro con tante pagine bianche che
sarebbero state scritte insieme: dipinte con i colori dell’amicizia,
con allegria, ma anche con difficoltà, con giorni più o meno
buoni, ma non da soli, sempre insieme, perché la più grande
mancanza è stata l’assenza dei rapporti con i propri coetanei.
Per tutte le scuole, di ogni grado e categoria, questo lungo periodo
di vuoto, ha tolto tanto e credo che sarà difficile colmarlo, ma ce
la metteremo tutta, parola mia!
Ora sono tornata ad
essere silenziosa e solitaria, ma questo per me è un periodo
normale: è estate, tempo di vacanze! Ora spero tanto che, nonostante
tutte le difficoltà che ci saranno, a settembre tutto ricominci e
che la giostra della vita torni a girare fra le mie mura, nelle aule,
nel cortile davanti a me e allora sì che tornerò a essere felice,
anzi, tutti torneremo ad essere felici e ad apprezzare di più le
scuole che abbiamo nel nostro territorio e il ruolo dei maestri,
insegnanti, professori, bidelli...
Arrivederci a settembre,
io vi aspetto!
LA SCUOLA DI VALDASTICO
Ho
scritto questi pensieri, mettendomi nei panni della nostra scuola,
per ricordare un periodo difficile, nella speranza di un futuro
migliore.