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Visualizzazione dei post da aprile, 2013

30 aprile 1945 --- sensazioni

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Fumo che sale al cielo, fumo grigio di case bruciate… Odore di corpi bruciati, occhi pieni di immagini scabrose… sangue mescolato alla terra battuta della piazza… Persone che si incontrano e si chiedono: “Situ vivo? E la to faméja?” Sguardi persi nel vuoto,  persone come impazzite dal dolore alla ricerca di un piccolo segno  di riconoscimento dei propri cari... Urla   disperate e pianti di mamme,  spose, figlie e sorelle, urla che riempiono l’aria che sa di morte… e dopo tanti giorni  ancora quell’odore di carne bruciata  che si sentiva tutto intorno… Poi il rito della sepoltura:  64 bare allineate con all’interno poveri resti,  a volte nemmeno sicuri … tutti vestiti di nero, tutti a lutto, per sempre... Incomprensibile furia umana, inconcepibile strage di vittime innocenti, impensabile il dolore dei sopravvissuti... Queste sono alcune delle s...

La Centenaria di Pedescala

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Un traguardo … non da tutti … 102 anni E’ un avvenimento eccezionale arrivare a 100 anni, ma lo è ancor di più quando la qualità della vita è ancora buona: quantità e qualità sono difficili da trovare assieme. A volte, quando le persone anziane hanno problemi, il protrarsi degli anni, nonostante l’amore che li circonda, diventa una continua agonia per la persona stessa, ma anche per la famiglia che gli sta vicino.  Luigia Gerosa di Pedescala, che il 3 aprile 2013 ha compiuto 102 anni, è una donna che vive ancora nella sua casa e, nonostante il bagaglio di anni, è presente e lucida. Attorniata dall’affetto dei suoi famigliari (ha avuto 5 figli, ora sono rimasti in 4), ma più di tutto grazie alla vicinanza del figlio più giovane   con la moglie e i due figli, si è sempre sentita al sicuro, curata, accudita, quindi mai da sola. Tutto questo le ha dato la tranquillità per   vivere serenamente le sue giornate.  Luigia ha sempre avut...

I "baldi Giovani" di San Pietro

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Rosa Fontana di anni 95 ( Rosina gala )  ed Emilio Toldo ( pierassa ) di 93 ,  sono le Persone più anziane che sono nate e che tuttora vivono a San Pietro. Emilio è orgoglioso di "battere" il M° Carlo per 6 mesi... mentre Rosa "batte" la Maria Elisabetta Fontana (Maria di tutuì) per 8 mesi... Arrivare a questa veneranda età in condizioni "discrete" è una grande fortuna. Congratulazioni ed Auguri  di... buon proseguimento...  verso il traguardo dei 100... Fontana Rosa classe 1918 Emilio Toldo classe 1920

Indovinello

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Chi indovina dove siamo?

La canzone del riscatto

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PREMESSA  Nel settembre dell’anno 1940 le due Frazioni di San Pietro e Pedescala, furono staccate dal comune di Rotzo e assieme agli ex comuni di Forni e di Casotto, andarono a costituire un nuovo comune cui fu assegnato il nome di Valdastico. La delimitazione territoriale del nuovo comune si formò quindi dalla riunione del censuario dell’ex Comune di Forni, dall’ex Comune di Casotto (ricompreso tra la Val Grassa e la Val Torra) e da una parte del comune di Rotzo (ricompreso dalla Val Torra fino alla Val dei Cavalli) che le due Frazioni di San Pietro e Pedescala si erano portate in dote. Con questa nuova delimitazione gli abitanti delle due frazioni si ritrovarono nel nuovo comune con tutte le loro proprietà private. Rimaneva da stabilire cosa fare dell’esteso territorio montano, compreso le malghe, costituito dal Vecchio Patrimonio locato nel censuario del comune di Rotzo e il nuovo Patrimonio (acquisito nell’anno 1927) localizzato in Comu...

Nemo a funghi

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“ Dei némo a ze sonà le quatro ”... Immancabile ogni volta dovevo svegliare il Socio, per fortuna era veloce a vestirsi e senza un minimo di colazione filava giù per le scale come un razzo. Il paese era addormentato e una sottile brezza  stemperava la calura di fine estate, la fontana della piazza ci salutava con il suo allegro gorgoglìo, fatto il pieno alle borracce, via di buon passo verso la Singéla .  La scuola iniziava il primo ottobre e settembre era il mese dedicato alla ri cerca di funghi: rossi, satéle, brise, fìnferli erano i nostri più cari amici, i posti sempre quelli, da cima Singéla fino a Camprosà sopra strada, al ritorno sotto strada o per il monte Cucco di Posellaro; qualche volta ci perdevamo, ma non in modo tragico, anzi ci ridevamo sopra.  Una volta dopo aver vagato per ore senza sapere dove eravamo, sbucammo in una strada bianca, dovevamo decidere se andare a destra o a sinistra; una Ape car proveniva verso d...

Gioco - le carte

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Le OSTARIE de Pedescala Nel secolo   scorso tante le “Ostarie” che   hanno fatto parte della storia del paese; ricordiamo quelle che per lungo tempo   lo hanno animato. “AL CICLAMINO”    da“Providi” “AL MONUMENTO”   dala Giovanéla (Ivone) “AL GRILLO D’ORO” da Grijo “AL BELVEDERE” dala Madalena “Barbina” “AL CERVO”   da Tati Ognuna di queste osterie aveva una sua particolarità, se da Tati si poteva guardare la televisione (cosa eccezionale!) e giocare a calcetto balilla,   Grijo e Providi   erano fornite di “corte delle bocce” che erano molto frequentate specialmente al sabato e alla domenica; le due che rimanevano, dala Giovanéla e dala Barbina il gioco più in voga era quello delle carte anche se, in tutte le osterie, le magiche carte giravano senza sosta fra i tavoli. Ma, il posto dove più ci si trovava per questo gioco, era senza dubbio dalla Madalena “Barbina” al Belvedere, dove si radunava il maggior numero di uo...

Appuntamenti a Pedescala

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Il vecchio lampione

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La fila di lampioni lungo la strada di periferia si faceva sempre più…lenta e la distanza tra un lampione ed il successivo si allungava mano a mano che quella strada si inoltrava tra i campi, dove l’erba era di quel verde che solo dopo le piogge di primavera è così lucente. Ed eccolo l’ultimo lampione, proprio appena oltrepassato un incrocio: solo, di un colore che strideva tra le nuvole fiorite della stagione più attesa, grigio come un cielo triste di nubi non trafitte dal sole ma neppure gonfie di pioggia, grigio come stanze di case abbandonate da voci e grida di bimbi….grigio e solo! Anche la luce della sua lampada era talmente fioca che pareva dovesse spegnersi da un momento all’altro; forse, nell’arrivare a lui, esauriva la sua forza e poi, tanto, a chi mai poteva interessare quella luce? Tutti transitavano velocemente lungo quella strada, anche se sterrata, e quasi tutti in automobile, e si sa bene che i fanali, nel buio della notte, illuminano ben più di un lampione ...

El deputato

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Co l'era in fàbrica el mancava spesso, e quando el ghe zera, l'era sempre al cesso. Par lu, laorare zera 'na soferensa el le gà provà tute pur de stare sensa: Par cojonarlo del so passato i lo ciamava el deputato. Par qualche tempo l'è stà anca in presòn e lì el gà studià la so situassiòn: "Se me meto in lista e me fasso votare, gavarìa finìo de tribolare." Vardè, se votè chel bruto mona, ghin sarà uno de manco a Schio, ma uno de pì a Roma. Augusto Bertoldi par rìdare e par pensàre... parole sensa pretese... grassie a chi le lese. Gò scrito ste cassàde par far do sganassàde, le lesémo in compagnia par schersàre in alegrìa. Mai e pò mai gavarìa pensà  che un'anima bona le gavarìa publicà...

L'oro, la bomba e il bosco proibito

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Dove c’erano cantieri di lavoro con ruspe e varie macchine, ogni tanto c’eravamo anche noi.  Il tam tam correva veloce e nel dopo scuola guardare il rullo o la macchina asfaltatrice intenta a sbuffare catrame diventava un passatempo, anche istruttivo.  Quella primavera il nostro obbiettivo era la strada dei Costa, un cantiere di allargamento e asfaltatura era partito da poco e diversi operai locali si prodigavano a costruire il muro che dalla val dell’Orco scende verso il paese.  Pietro Lucca ha posto questa targa nel punto dove c'era la galleria Notammo subito che il muro avrebbe chiuso per sempre la galleria, fatta per cercare l’oro e dispiaciuti del fatto, per l’ultima volta ci avventurammo in quel budello buio.  Si noti sul muro la targa La galleria non era molto lunga, trenta metri di roccia umida e argillosa ci separava dal fondo,  che stranamente sembrava ricoperto d’oro. L’effetto ottico era dovuto dall...