giovedì 25 aprile 2013

Gioco - le carte

Le OSTARIE de Pedescala


Nel secolo  scorso tante le “Ostarie” che  hanno fatto parte della storia del paese; ricordiamo quelle che per lungo tempo  lo hanno animato.

“AL CICLAMINO”   da“Providi”
“AL MONUMENTO”  dala Giovanéla (Ivone)
“AL GRILLO D’ORO” da Grijo
“AL BELVEDERE” dala Madalena “Barbina”
“AL CERVO”  da Tati

Ognuna di queste osterie aveva una sua particolarità, se da Tati si poteva guardare la televisione (cosa eccezionale!) e giocare a calcetto balilla,  Grijo e Providi  erano fornite di “corte delle bocce” che erano molto frequentate specialmente al sabato e alla domenica; le due che rimanevano, dala Giovanéla e dala Barbina il gioco più in voga era quello delle carte anche se, in tutte le osterie, le magiche carte giravano senza sosta fra i tavoli. Ma, il posto dove più ci si trovava per questo gioco, era senza dubbio dalla Madalena “Barbina” al Belvedere, dove si radunava il maggior numero di uomini, anche dai paesi vicini.

“ Nebbia bassa… sapore intenso di fumo, odore  di vino, pugni sui tavoli, imprecazioni e urli che si sentivano anche dalla strada….
Il gioco delle carte nell’osteria, era come un vortice che prendeva completamente i giocatori. La paròna andava avanti e indietro, tra i tavoli portando i quarti di vino e alla fine di ogni partita, il perdente pagava…
Attorno ai tavoli, qualche bocia che stava a guardare per cercare di capire mosse e segreti di quel gioco che tanti appassionava…
All’ora di cena, le mogli, stanche di aspettare, apparivano sulla soglia e cercavano di far opera di convincimento verso i propri uomini… convincerli a mollare tutto non era affatto facile! Briscola, chi fa più, chi fa meno, foraccio…
Le partite si susseguivano una dopo l’altra, si perdeva la misura del tempo… ancora una e poi un’altra… è l’ultima poi si va a casa…
Quante parole dette per dire!
Quando i tavoli, uno dopo l’altro si liberavano e l’osteria si svuotava, la calma tornava tra le mura intrise di fumo e nell’aria carica di quel sapore ormai perduto…
Ma la sera successiva, sarebbe stata un’altra serata dove le magiche carte avrebbero dato la speranza di vincere, avrebbero imprigionato tra le loro spire  i giocatori che con qualche lira in tasca avrebbero ancora una volta cercato di avere la buona sorte, in compagnia di un gioco che ad ogni partita è sempre diverso… le carte girano e non si sa mai dove si posa la fortuna....
Un’altrà particolarità di Pedescala era il gioco del “§inquilio”; nelle contrà o nelle piazze, gruppetti di donne si radunavano per giocare e passavano così i pomeriggi in compagnia…


Lucia Marangoni




4 commenti:

  1. IL VENTO DELLA VALLE25 aprile 2013 alle ore 12:08

    Con un articolo breve ma intenso, hai saputo descrive in modo magico l'atmosfera
    delle osteria durante il gioco delle carte. Ricordo anch'io l'odore acre del fumo di sigarette, di sigari e pipa, misto all'aspro gusto del vino, al sudore che impregnava i vestiti (sempre gli stessi), agli odori delle fritture e ai vapori che venivano dalle pentole della cucina.... Eravamo tutti intossicati. Che importa! Quella era la vita. Adesso di osterie non ce ne sono più, e si passa il tempo in poltrona a guardare la televisione e maledire il governo e i politici.

    IL VENTO DELLA VALLE

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  2. brava cugina cara! le ricordo tutte quelle osterie, ma soprattutto Tati perchè ci sono stata molte volte..era pure "scuola di cucina" per le tagliatelle con sfoglia tirata a mano! nella mia terra, Valpegara, ce n'erano due, quella della Pierina nella piazzetta, e Chicari, dove potevi acquistare anche gli essenziali generi alimentari con tanto di libretto dove si "notava" per saldare poi appena possibile; nonno Fortunato, la sera, si avvolgeva nel suo tabarro nero e, calcato il vecchio cappello sformato, andava lì a bersi il goccio propiziatorio per un buon sonno!

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  3. Brava Lucia,mi sembra che qualcuno una volta,avesse chiesto di descrivere l'ambiente e la vita
    delle osterie di una tempo-che fu-. Tu con brevi accenni ci sei riuscita!!! Certo che uno del giorno d'oggi ha molte difficoltà a comprendere. Mi ricordo che a Sanpiero vi erano dodici osterie di cui cinque possedevano la corte delle bocce. Ed era altrettanto,o forse, ancor piu'
    appassionante assistere ad una partita di bocce,sopratutto se a giocare erano personaggi come
    Trapuio ed altri simili che non posso fare i nomi,un po' avvinazzati!!!! Mi ricordo che ,alle volte,alle tre o alle quattro del lunedi' mattina, sentivo dalla finestra della mia camera ,le ingiurie,le bestemmie e le bocce che battevano contro i "scorsi"provenienti dalla corte delle bocce de Valente menegosto

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    1. Bene! Sicuramente far "sentire" a chi non ha vissuto è un pò difficile, ma per risvegliare i ricordi, a volte bastano poche parole, una descrizione e ... si apre il cassetto della memoria e ne escono a torrenti rumori, sapori, odori di un tempo passato che, ahimè, non tornerà più! Lucia

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