Nel settembre dell’anno 1940 le due Frazioni di San Pietro e Pedescala, furono staccate dal comune di Rotzo e assieme agli ex comuni di Forni e di Casotto, andarono a costituire un nuovo comune cui fu assegnato il nome di Valdastico.
La
delimitazione territoriale del nuovo comune si formò quindi dalla
riunione del censuario dell’ex Comune di Forni, dall’ex Comune di
Casotto (ricompreso tra la Val Grassa e la Val Torra) e da una parte del
comune di Rotzo (ricompreso dalla Val Torra fino alla Val dei Cavalli)
che le due Frazioni di San Pietro e Pedescala si erano portate in dote.
Con
questa nuova delimitazione gli abitanti delle due frazioni si
ritrovarono nel nuovo comune con tutte le loro proprietà private.
Rimaneva
da stabilire cosa fare dell’esteso territorio montano, compreso le
malghe, costituito dal Vecchio Patrimonio locato nel censuario del
comune di Rotzo e il nuovo Patrimonio (acquisito nell’anno 1927)
localizzato in Comune di Asiago.
Iniziarono
da subito gli incontri e le discussioni, anche parecchio animate , tra la comunità
di San Pietro e Pedescala da una parte e il Comune di Rotzo dall’altra,
volta a definire la gestione di queste proprietà.
L’argomento
era alquanto delicato poiché l’uso e le rendite di tale Patrimonio
costituiva la fonte primaria per la sussistenza delle famiglie nelle
rispettive comunità.
All’alba
dell’anno 1948, si stavano prendendo delle importanti decisioni che
potevano influire e perpetuare nel tempo sistemi di gestione non graditi
da tutte le parti in causa.
All’esterno
dei Palazzi dove si discuteva del futuro assetto di queste montagne, la
popolazione insorse chiedendo a gran voce di essere partecipe nelle
decisioni che implicavano la loro sopravvivenza anche nel loro nuovo
Comune.
In
questa situazione storica oggi pubblichiamo
“La canzone del Riscatto” che l’esimio ufficiale postale di San Pietro, scrisse e fece appendere nei luoghi pubblici a difesa dei diritti conclamati.
“La canzone del Riscatto” che l’esimio ufficiale postale di San Pietro, scrisse e fece appendere nei luoghi pubblici a difesa dei diritti conclamati.
P.S.
Non trovando l’accordo, in seguito le parti Comune di Valdastico e
Comune di Rotzo, si ritrovarono in Tribunale e dopo vari gradi di Giudizio,
la causa terminò nell’anno 1967 con la tuttora vigente “Sentenza
Terracina”.
Giorgio Slaviero
LA CANZONE DEL RISCATTO
Su Fratelli, su Compagni
su, insorgiamo affratellati
ci dan forza gli Antenati
a difendere il nostro suol
Sono nostre le montagne
le montagne degli Avi
su insorgiamo, su da bravi
per il diritto e per l'onor
Pel diritto calpestato
non siam vili, non ignavi
la fierezza degli Avi
ci sostiene e vincerà
Colla forza del diritto
il diritto sacrosanto
su leviamo il nosto canto
affrontiamo la viltà
Se il diritto, se le leggi
son derise, a noi ragione
colla forza e coll’unione
il diritto ci darà
Su Fratelli, su compagni
nella forza rinsaldati
I nostri Avi son tornati
Per difesa dell’onor
Su coraggio, su Fratelli
che nel giorno del riscatto
per noi torna il nuovo fatto
il trionfo dell’onor
Valdastico, 21 maggio 1948
Toldo Pietro (Piero Posta)
Mi sembra molto adatta ai tempi attuali sia a livello nazionale che per le problematiche dell'orrenda autostrada Valdastico Nord!!! Forza cantatela tutti a squarciagola così che l'eco la diffonda per tutta la Valle. Floriana
RispondiEliminaHai ragione Floriana la canzone del riscatto è attualissima.
RispondiEliminaGrazie a Giorgio per avercela fatta scoprire
Strano, non mi ricordo proprio nulla di questa canzone né per quale avvenimento cosi'
RispondiEliminaimportante fosse stata compilata.Conoscevo molto bene Piero posta e conoscevo pure la sua
verve poetica.Ma mi domando perché non l'avrebbe scritta l'anno prima,per incitare i suoi
compaesani ad andare a Rotzo a fermare l'asta del giugno 1947 !!!!!
A Domanda di Lino Baise:
RispondiEliminaCorrisponde alla tua impressione, " La Canzone del Riscatto" di cui trattasi è stata scritta da Piero Posta nel maggio del 1848, per stimmatizare la salita dei Valligiani verso il Municipio di Rotzo, intentata a impedire lo svolgersi dell'asta pubblica di legname programmata per il giorno 25 maggio 1948, dalle ore 5,00 alle ore 11,30 antimeridiane, le note corrisposero all'aria della "montanara" che tutti sapevano.Dalla non avvenuta del pubblico incanto scaturì poi ( La longa Litte) che portò all'accordo della Senteza Terracina.
Bravo Mario,ottima spiegazione,sono d'accordo!!!!
RispondiEliminaPer curiosità, la sentenza TERRACINA sentenziò che........
RispondiEliminaChi risponde nel merito ?
Bravo Claudio,..bella domanda su una questione che si trascina dal 1300 tra San Pietro e Rotzo circa i diritti sulle montagne. La sedò il Lodo Piovene nel 1578, ma si ripropose dirimente nel 1941 con la costituzione del comune di Valdastico. Pensa che tutto si gioca sull'affascinante rovello se i diritti feudali riguardassero la proprietà fondiaria o la mera giurisdizione: capirai come ci siano andati a nozze, nei secoli e a spese delle nostre ricche comunità, generazioni di consulenti, azzeccagarbugli e giuristi di chiara fama; fra sentenze, ricorsi, ricorsi sui ricorsi ecc.
EliminaLa cosa positiva di questa frenesia legale, è che è stata riassunta in essa tutta la storia nota delle nostre comunità lungo un millennio e ne rappresenta pertanto una fonte documentata e autorevole, nonché l'attestazione palese di quanto siamo testoni!
Facciamo un cosa: farò prossimamente un Post in cui pubblicherò gli atti per intero, così chiunque voglia farsi la sua opinione avrà materia da divertirsi.
(chi fa uso del Tavor,.. può già versarlo nel lavandino).
Perfetto.....pubblica la documentazione storica, ma non scordarti quella post 1941 e soprattutto dalla Sentenza TERRACINA in poi.
RispondiEliminaForse con l'informazione ( che non è stata fornita ai più )qualcuno, ma spero tanti riusciranno a capire che dalla sentenza Terracina in poi, gli azzeccagarbugli, TANTI, TROPPI...hanno trovato prolifica fonte di denaro da spillarci raccontando le frottole a loro più congeniali, e noi scemi ad ascoltarli, a credere ai GARBUGLI da loro costruiti e studiati.
VEDIAMO SE ESCE UN PO' DI VERITA' questa volta, senza interpretazioni di parte o di comodo.
La lingua italiana non si interpreta a contrade ,....... è univoca,....insegna !
Dimenticavo......Tavor ?
RispondiEliminaMa va là con tutte le rogne che abbiamo in Valle ... Autostrada, Cava, milioni di euro non presi e non richiesti, Paese che si svuota, invecchiamento generazionale irreversibile ( guardati i dati del censimento : IMPIETOSI )
Non basta un litro di bromuro a testa