Baléte

Chi è nato prima della metà degli anni ’60 dello scorso secolo e millennio, ricorda certamente il gioco che imperversò nell’estate del 1971: le micidiali palline Clic-Clac. Appellativo onomatopeico per un divertimento formato da due palline del diametro di quattro centimetri, legate ad a un paio di cordicelle che facevano capo ad un anello di plastica, studiato apposta per essere tenuto fra pollice ed indice. Il geniale gioco consisteva nel far sbattere fra loro le due solide palline in rapidissima successione. Queste rimbalzavano velocemente l’una sull’altra, generando, appunto, un rapido e sonoro clic clac. Rumore a parte, il problema stava nel fatto che era quasi impossibile che nel vortice del movimento non ci finisse il polso o il dorso della mano o, peggio, qualche dito (ma non erano escluse pallinate sulla cervice) del maldestro giocatore, con immaginabili dolori. In sé l’esercizio era anche faticoso, posto che le braccia si indolenzivano subito. Dopo l’euforia iniziale, com...