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Visualizzazione dei post da maggio, 2023

Filosofia, cultura e...

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Ciò che avviene, non avviene tanto perché alcuni vogliono che avvenga, quanto perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia fare, lascia promulgare le leggi che poi solo la rivolta farà abrogare, lascia salire al potere gli uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza, poche mani non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa ; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo? Odio gli indifferenti anche per q...

Olga Bernar e il suo secolo di vita

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Ogni individuo, durante il suo percorso di vita, scrive su pagine bianche la sua storia. Che sia lunga o corta, ogni storia contiene qualcosa di unico e speciale: parla di vita vissuta, di gioie e dolori, di emozioni e fatiche. Ogni storia è preziosa, ogni pagina scritta è un frammento tra tante vite, eppure quel frammento è come una pietra preziosa.  Sabato 13 maggio 2023, a Pedescala, Olga Bernar ha festeggiato un compleanno bello tondo: 100 anni di vita!     Le campane hanno suonato a festa e tante persone sono andate a farle visita per portarle gli auguri; anche il Sindaco, il Parroco, un rappresentante della Pro Loco e dell’Amministrazione Separata di Pedescala, l’hanno salutata e omaggiata con delle composizioni floreali.  Credo che per Olga sia stata una giornata veramente “piena” com’è giusto che sia quando si festeggia il centenario, ma più di tutto credo sia stata grata di essere arrivata a questo giorno in maniera quasi autonoma. Il giorno successivo, dom...

Se è vero...

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Lettera di Nietzsche ai filosofi d’oggi Cari pensatori e filosofi d’oggi... Mi rivolgo a voi con una profonda preoccupazione per lo stato attuale del mondo e per il vostro ruolo nella società. Sono Friedrich Nietzsche, un filosofo che visse in un'epoca diversa, ma le cui parole, so, ancora echeggiano nella vostra era. Mi addolora, cari pensatori, di vedervi abdicare alla vostra missione, il vostro pensiero ha perso vitalità e la sua originaria forza.  Il vostro pensare non è più libero, ma si è trasformato nell’abominevole eco del pensiero dominante o, peggio, del pensiero attraverso il quale un manipolo di potenti aspira a dominare il mondo.   Siete diventati subdoli e vigliacchi, rinchiusi in anguste gabbie concettuali che vi impediscono di sfidare il potere e di mettere in discussione le verità convenzionali. Non osate più, non vedete più la luce che alimenta questo meraviglioso universo e avete strappato il cordone ombelicale che collegava il vostro pensare al cuore. In pa...

I consigli di Elettra

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- Pancia in eccesso ? - Dire: "sei un uomo di pancia" nel secolo scorso era  un complimento. Oggi non più.  Avere la pancia non è più sinonimo di salute, di potere, di agiatezza. Avere pancia è sinonimo di poca salute. Ma quand'è che abbiamo pancia e dobbiamo preoccuparci di diminuirla? Ecco 2 parametri alla portata di tutti per controllare il proprio stato di 'pancia'. 1 - rapporto vita - fianchi. Misurare la vita e dividere il valore per i fianchi.  Il diametro della pancia  dovrebbe essere entro i 95 cm per gli uomini, 80 cm per le donne. Il rapporto tra i 2 numeri se è sopra 1 è considerato alto rischio per gli uomini, 0.5 per le donne. 2 - rapporto vita altezza. Dividere l'altezza per le dimensioni della vita. Il risultato deve essere inferiore a 0.5. Circa meno della metà dell'altezza. Avere pancia significa avere molto grasso addominale che 'vive' di vita propria e produce molecole infiammatorie. Cercare di rientrare nelle misure corrette mi...

Domani a Thiene

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La morte

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Noi cristiani facciamo fatica a concepirla, per la semplice ragione che non abbiamo interiorizzato il modello greco: che l’uomo è mortale.   In Grecia avevano due parole per dire uomo, all’epoca di Omero usavano la parola brotos, che vuol dire: colui che è destinato a morire ; e all’epoca di Platone thnetos: il mortale.  I greci la morte la prendono sul serio, i cristiani invece non ci credono alla morte perché pensano che dopo questa vita ce ne sia un’altra, per cui da qui derivano le figure della speranza, della consolazione, che si traducono in: “sopporto tutti i dolori della vita tanto poi ce n'è un’altra” e ciò porta all’accettazione incondizionata della sofferenza. Se noi entriamo nelle chiese e guardiamo l’iconografia che caratterizza i vari altari, vediamo solo scene di dolore, di sofferenza, di crocifissioni, di cuori infranti. Ma è anche vero che le grandi domande sull'esistenza nascono in presenza del dolore, della malattia, della morte e difficilmente in presenza d...

Prenotazione prelievi

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Avvisi funebri (FC)

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(Giannino da Casotto- marito della Maria Fontana - Pici)  

Filosofia, cultura e...

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I giovani non possono permettersi di studiare e pagarsi l’affitto? Sono degli smidollati.  «Piagnucolano», sostiene un giornalista, «perché fare il pendolare impedisce loro di uscire a bere con gli amici!» Ecco, caro giornalista, lei non ha mai avuto evidentemente il problema di pagarsi un affitto e di far «quadrare i conti a fine mese», perché se sapesse cosa significa per uno studente che non proviene da una famiglia agiata pagare novecento euro al mese per permettersi di studiare, non avrebbe detto parole tanto superficiali e fuorvianti. E se vedesse con i suoi occhi questi bugigattoli che spacciano per «case», converrebbe con me che dai tempi di Dostoevskij non è cambiato nulla.  Ma davvero lei crede che questi ragazzi protestano perché poi non possono uscire la sera con gli amici? Vadano a lavorare, viene detto loro! I giovani non vogliono fare sacrifici, è questo il messaggio che volete far passare! E sa una cosa?  Io ne ho abbastanza! Non esito a dirlo. Avete il co...

A Forme Cerati la fantasia é di casa...😌

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Fiera della natura e del tempo libero ad Asiago

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Funivia Pedemonte/Luserna

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Snoopy: il Jolly del Blog

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  Al lago di Fimon... piccoli cigni crescono...😊 foto di Franca Rocchetti la gratacasòla Già il nome dialettale credo sia a circuito ristretto. Non so se già ad Arsiero inizino a chiamarla "grattugia"😉 Gira ancora nelle vostre cucine? Temo di no. Oramai da annoverare fra i cimeli, soppiantata a gran carica da tempo dalle varie buste de formaio già gratà😊 che bisogna dire comode assai... Gratàre el formàio per le massaie non era una cosa piacevolissima. Solitamente si delegava qualche altro componente la famiglia😑e aggiungo anche che se ne usava di meno. Trovarlo già grattugiato istiga ad un uso più abbondante ( mì per esempio tendarìa a far malta 😖)

Gli scariolanti

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  Gli "scariolanti", solo con pala e carriola, hanno prosciugato e risanato le paludi di diverse zone italiane, scavando canali per far confluire le acque stagnanti e riempiendo di terra gli avvallamenti. Un lavoro massacrante che ha guadagnato enormi estensioni di terra all'agricoltura. Gli ultimi, in Emilia Romagna lavorarono negli anni ’40 nei territori del Reno e del canale di Burana. Venivano arruolati ad ogni inizio settimana: alla mezzanotte della domenica suonava un corno, chi voleva avere il lavoro doveva mettersi in cammino verso gli argini, dove avveniva l’arruolamento. I ritardatari erano respinti. La carriola era un mezzo indispensabile per il lavoro. Ogni scariolante ne aveva una, di sua proprietà, preziosa quasi come le sue braccia. Partiva da casa alla mattina con la carriola al traino, legata alla bicicletta. Qualcuno la portava rovesciata in testa, con la parte posteriore appoggiata alla schiena, e pedalava così. (la campagna appena ieri)

I Nomadi ad Arsiero

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Cantautori ad Arsiero

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30 aprile 2023: prima, durante e dopo

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Come ogni anno, le celebrazioni del 30 aprile, diventano un modo per ripensare, ricordare, fare memoria, pregare. Giovedì 27 aprile, alcuni ragazzi di Pedescala hanno consegnato a ogni famiglia un cero accompagnato da una poesia, con la preghiera che fosse acceso e posizionato su una finestra, la sera del giorno dopo alle ore 21.00.   Venerdì 28, davanti al Monumento a Pedescala, è stato acceso un fuoco su un braciere che è stato alimentato per alcune ore, mentre dalle 21.00 alle 22.00 le luci pubbliche sono state spente.  In Chiesa, accompagnati dal suono dell’organo e della nyckelharpa (viola d’amore a chiavi), suonati da Marco Monaldi ed Enrico De Rosso, sono state lette poesie di vari autori che raccontavano di guerra, ma anche di pace: è stato un momento che ha aiutato a meditare e prepararsi per la giornata del 30 aprile.  La mattina della domenica è stata come sempre dedicata alle celebrazioni liturgiche nelle Chiese di Forni e di Pedescala, mentre nei monumen...

L'angolo della Poesia

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Piove da giorni, inutile ripetersi, ma si finisce per farlo  come se il mondo fosse circoscritto  a pochi passi, a qualche stanza e le pareti avessero esaurito  ogni straccio  di ricordo.  Le finestre danno su enormi pozzanghere  dove annaspano  ridicoli desideri senza speranza. Sembrano argentati gli alberi  carichi di pioggia  e gli uccellini, stamattina,  hanno cantato lo stesso,  il vento, piegando tutto al suo volere, non fa una piega  e la domenica si fa largo  tra la colazione e il pranzo. Ore come gocce sui vetri, il tempo che scivola via... Francesca Stassi