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Visualizzazione dei post da febbraio, 2021

I regna!

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【Gianni Spagnolo © 21II6】 Il mondo de stiàni, si sa,  contemplava l’esistenza di tutta una serie di strane ed ineffabili presenze che si sono poi prontamente dileguate all’affacciarsi della modernità.  Forse, tipi come il salvanélo, grande esperto nell’ingropare le coe dj muli in stala, poteva aggiornarsi a incatjiare i fili dei telefonini in carica notturna. Le anguane potevano sfruttare la moda di ubriacarsi d’acqua, sguazzandoci come la molecola di sodio della pubblicità.  L’orco era già stato sdoganato da Schrek e gli bastava magari depilarsi un po’, anche nei posti al posterno e parlare politicamente corretto per perpetuarsi nei tempi nuovi. Ma non l’hanno fatto: hanno capito subito che non era più aria e che la razionalità avrebbe fato tabaco de tuto. Questo per stare alle figure un po’ strambe e facete di quel mondo; mondo che però annoverava anche presenze ben più serie e tenebrose, che incutevano timore e rispetto alla sola evocazione. Erano spiriti, spiriti inch...

La pagina della domenica

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In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l'amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.  Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorg...

SNOOPY

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In gual note, .. mejo scrivare!

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【Gianni Spagnolo © 21II4】 Tarè che la riva in gual note!… Diceva mio padre prevedendo la neve, guardando verso il cielo lattiginoso e annusando l’aria che si faceva frizzantina. Ogni tanto lui se ne usciva con qualche arcaismo che m’incuriosiva, specie se non l’avevo mai sentito prima. Cosa significava quell’ in gual , o ingual, o qualcosa dal suono analogo? O meglio, il senso lo capivo, voleva dire evidentemente: verso, all’approssimarsi di qualcosa, prima di; ma da dove veniva quell’espressione? Era talvolta sulla bocca dei  vecchi, anche di mia nonna, tipo: vardé tusi d'essar casa in gual note . Che era un invito ad andar casa prima che facesse buio. Biòn essar in sima ala Singéla in gual dì! Era la raccomandazione di partire presto per andare in montagna e giovarsi di tutte le ore di luce. Espressioni così non le ho mai più sentite fuori dal paese. Nei dialetti veneti non ho trovato riscontri, perciò è probabile sia un localismo. Neanche nel Cimbro pare ci siano riferimenti, ...

SNOOPY

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Non sono più tra noi

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  EUGENIO FONTANA (pota) Classe 1936 S. Pietro/New York

Tiracamìnti

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【Gianni Spagnolo © 21I23】 Le bretelle sono nate verso la metà del Millesettecento, con lo scopo di sostenere i pantaloni.  All’epoca si portavano nascoste dal gilet, per questo sono rare le raffigurazioni pittoriche di questo accessorio. Il loro primo vero testimonial fu Benjamin Franklin, celebre scienziato e padre fondatore degli Stati Uniti, che fu anche ambasciatore in Francia. In questa circostanza si presentò a corte con un paio di originali pantaloni sostenuti da due fasce di stoffa: le bretelle.  La curiosità, e la novità che suscitarono nell'elitè nobiliare francese, furono il trampolino di lancio per la loro diffusione. Le prime bretelle erano fatte da due strisce in stoffa o in pelle leggera che si incrociavano nel dorso e che venivano agganciate al pantalone con uno strano sistema a molla con ganasce d’ottone, che ne permetteva una limitata elasticità. Con l’introduzione del caucciù le bretelle si evolsero, diventando elastiche e confortevoli. Nel corso della Grand...

Foto del 1972 - il 50esimo della classe del 1922

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  01 - Don Francesco Zago 02 - Assunta Pesavento 03 - Maddalena Pretto 04 - Celso Alessi 05 - Mario Costa 06 - Battista Pertile 07 - Rita Righele 08 - Clelia Spagnolo 09 - Luigia Stefani 10 - Luigia Cerato 11 - Emilia Fontana 12 - Caterina Spagnolo 13 - Mario Lucca 14 - Giovanni Lorenzi 15 - Fulvia Lorenzi 16 - Elio Lucca 17 - Francesco Toldo 18 - Giovanni Toldo (foto da Gianna Lucca)

SNOOPY

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El carrarmato

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【Gianni Spagnolo © 21II5】 Con l’esperienza maturata sul campo mi sa che avrei dovuto servire nei Carristi, invece di perdermi via come assaltatore degli Alpini. Già, perché m'ero applicato fin da bocia alla progettazione di cararmati sempre più progrediti e veloci. Capitava in quelle interminabili giornate autunnali dalla pioggia incessante, quando mia madre o mia nonna si dedicavano a tricotare o a repessare. Allora si apriva quello scrigno magico che era la casseta dei feri di ogni brava massaia: la scatola cucito. Già la struttura di quella scatola di legno di faggio dai grandi manici, con i cassetti incernierati fra loro che scivolavano disciplinatamente ai lati durante l’apertura, era tale da attirare l’attenzione del Leonardo in erba che ero. Poi quello che c’era dentro: gucie, gucini, botùni de tute le fate, pesséte, portagucie, pontapeti, rochei, .. e po l’ovo da calsa, l’uncineto, ecc.  No, non avevo la vocazione dello stilista, per carità, ma solo la periodica necessità d...

Il Capitello dei Cerati

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Oggi è il primo giorno dell’anno, festività di Maria Madre di Dio. Ci pare quindi doveroso iniziare questa rassegna dei capitelli di San Pietro partendo dal primo che accoglie in visitatore che arriva da nord, inerpicandosi per la Pontara. Il capitello è detto anche “ della strada ”, oltre che per la collocazione, anche   in virtù della sua funzione di protezione della circolazione. Si ricorda infatti che una sera di maggio1958 un giovane ciclista di Arsiero fu coinvolto in un grave incidente proprio in quel luogo. Questa sua funzione venne ribadita anche il giorno dell’inaugurazione con la benedizione delle poche automobili di allora da parte del parroco Don Emilio Garbin. Il sacello venne ideato e costruito nel 1960 da Bortolo Cerato ( Bortoléto Saràto ), su sollecitazione degli abitanti della contrada, orfani di capitello da quando venne abbattuto quello più antico di cui si ha memoria e che era probabilmente collocato sul tracciato della Pontara Vecia , c...

Inaugurazione Capitello Cerati

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  foto da Gianna Lucca 

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Valli thormentate

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【Gianni Spagnolo © 21II8】 Quel giovedì dell’anno del Signore MCCIV, nell'ultimo giorno del mese di settembre, convenuti solennemente al Pra' della Varda di Cogollo, i rappresentanti delle comunità dell'antica Corte di Valle e dell’Altopiano stabilirono pacificamente i confini dei loro territori elencandoli uno ad uno lungo i limiti orografici naturali.  Descrizione dei confini della Corte dell'Altopiano - 30/09/1204 Una ventina d'anni prima, la Pace di Costanza aveva sancito di fatto la fine del feudalesimo e la nascita dei primi liberi comuni ed è appunto in questo contesto che i nostri paesi sulla sinistra orografica dell'Astico si appropriano delle loro nuove prerogative. Pur sotto l’egida dei loro Signori, ossia i Ponzi di Breganze e i fratelli Andrea e Guidone Ruberti dal Castelletto. É praticamente la data di nascita dei Sette Comuni, dei quali Castelletto fu l'embrione.  Il documento è arcinoto, per cui non mi dilungo, soffermandomi solo su un passo c...

La pagina della domenica

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In quel tempo, subito lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». La prima domenica di Quaresima presenta sempre il testo evangelico delle tentazioni di Gesù. Quest’anno ci viene proposta la versione di tale episodio nella redazione estremamente concisa del vangelo secondo Marco (Mc 1,12-13) seguita dalla pericope che dice l’inizio della predicazione di Gesù (Mc 1,14-15) e che tralasciamo perché già perché commentata nella III domenica dell’Ordinario. La pagina evangelica inizia in modo inatteso e brusco: “E subito lo Spirito scaccia Gesù verso il deserto”. L’immediatezza dice che Gesù non si è preparato a questa andata nel deserto, che la cosa giunge improvvisa. E il verbo il cui...

Lastebasse 1931 - Chiesa di San Marco Evangelista Diocesi di Padova

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  Eretta nell’area dell’attuale piazza del paese, distrutta durante la prima guerra mondiale ,  la chiesa fu sostituita da una nuova costruzione realizzata all’altura sovrastante la piazza in stile romanico con tre altari e campanile. I lavori iniziarono nel 1925, la chiesa venne inaugurata nel 1926, e fu poi consacrata il 28 settembre 1946.  Tra le opere degne di nota sono presenti: la tela del presbiterio, con  San Marco che predica ad Alessandria d'Egitto  di Giovanni Dandolo (1926)  e lo sportello del tabernacolo, realizzato nel 1954  nella bottega di Gino Legnaghi ; la vetrata dell'abside, con  San Francesco d'Assisi , è stata realizzata nel 1984  da artisti triestini. Inviata da Anna Maria Leoni

Foto di gruppo di un matrimonio del lontano 1933

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Leoni Leone, mio nonno classe 1878, il secondo da sinistra, e tutti i parenti invitati al matrimonio della figlia Cesira con Egidio Colpi; Lastebasse 1933. Il mio papà Antonietto è il biondino davanti alla sua mamma, Maria; poi ci sono gli altri fratelli del mio papà: Ampelio, Elio, Nello, Dirce, Alberto, Armando ed altri invitati di cui mio padre non ricorda il nome. Annamaria Leoni Segrate

Meravigliosa cascata in contra' Sella

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El cimbro sconto gazòget bor in oarn: Tanbarare

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Qui ci occuperemo delle parole del nostro dialetto che derivano verosimilmente dal Cimbro. Sono vocaboli dell'antica lingua rimasti nella nostra parlata corrente e che sono sopravvissuti divenendone parte.  A volte adattandosi foneticamente, altre assumendo addirittura un significato diverso per allegoria. La parola di oggi è: Tanbarare Armeggiare, cimentarsi in qualche attività di cui chi osserva ignora l’arte e talvolta anche l'autore del tanbaramento non ha le idee chiare in merito. Tipico atteggiamento di un bambino che si cimenta in qualcosa senza esperienza. In veneto può significare anche genericamente: piovere.  Nel Cimbro abbiamo: Tambararan , che vuol dire fare rumore, baccano. Potrebbe tuttavia essere un prestito romanzo, magari da: tamburo, tamburellare. Frase:  Xa situ drio a tanbarare?   / Cosa stai facendo?  

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Santa Bibiana, quaranta dì e ‘na settimana: com’è andata?

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  In un post di oltre due mesi fa ci eravamo soffermati sul famoso proverbio e sulla previsione meteorologica in esso contenuta. Come sappiamo sia a Santa Bibiana (2 dicembre) che a Santa Barbara (4 dicembre) il tempo è stato brutto con pioggia e neve, per cui stando alla narrazione il tempo si sarebbe mantenuto tale per i successivi 47 giorni. Anche senza analizzare in modo scientifico i dati, ognuno sarà concorde nel ritenere questo inverno molto simile a quelli di un tempo, agli inverni “de nà volta”, o come noi li figuriamo nel nostro immaginario. In effetti è nevicato molto, a più riprese e finanche in pianura, dopo anni di assenza; il tutto accompagnato da un clima costantemente freddo, che ha mantenuto a lungo lo strato nevoso. È stato un inverno che potremmo definire classico se rapportato alla normalità di un tempo, o anomalo se paragonato agli inverni tiepidi e senza neve degli ultimi anni. Al fine di acquisire maggiori elementi di giudizio e senza entrare in valutazioni ...

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Non sono più tra noi nr. 4 - 02/21 - Giovanni Fontana -

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Storia del mulino di Pedescala

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  Viveva al mulino la famiglia Spagnolo. Capo famiglia era Gio Maria che aveva sposato una certa Speranza. In questo mulino si macinava frumento e granoturco per il paese e anche per i paesi limitrofi, specialmente quelli dell’Altopiano. Era gente molto caritatevole e ogni volta che le persone scendevano da Conca giù dal sentiero del Raparo della “Val dele legne” con dei muli per macinare il loro grano, li rifocillavano dando loro da mangiare. Avevano tre figli maschi e quattro figlie femmine. Dal sentiero del Raparo scendevano anche i contrabbandieri con il tabacco che proveniva dalla Valsugana. Durante la prima guerra  mondiale il mulino fu usato anche come ospedale da campo. Ma durante il conflitto fu danneggiato, Pietro però, con i soldi della ricostruzione, riuscì a farlo rimettere a nuovo e lo fornì anche di una piccola centralina elettrica. Nel 1923 venne fatta una grande festa per il restauro, ma in seguito il mulino non fu più usato. Il mulino di Pedescala, fantasia d...