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Visualizzazione dei post da ottobre, 2020

Tabù de algìri e de ancò

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【Gianni Spagnolo © 20X14】 Il nostro mondo ci sembra ormai libero dai condizionamenti e dai tabù che hanno caratterizzato il passato. Viviamo in una società che lascia spazio ad ogni comportamento ed emozione, normalizzando, frullando, omogeneizzando e fors'anche banalizzando un po' tutto. Per accorgerci infine che l’uomo*, ha gli stessi aneliti e paure di sempre e che questi non sono esorcizzabili dal parlare politicamente corretto, dall’evitare ogni genere di contrapposizione o dal considerare tutto al medesimo livello sociale, culturale, etico o morale. Io a ppartengo, almeno anagraficamente, alla generazione del cosiddetti baby-boomer, proprio quelli che hanno rottamato il vecchio e aperto al nuovo; i campioni del “vietato vietare”. Forse la prima generazione, nella lunga storia dell’umanità, che ha dato luogo a un così drastico e repentino mutamento culturale e sociale; qualche riflessione posso dunque farla.  I tabù sono delle barriere psicologiche che servono l’ordinament...

Potpourri

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  Quando la casa dei Nonni si chiude... (da: la vita delle donne-web)   Penso che uno dei momenti più tristi della nostra vita sia quando la porta di casa dei Nonni si chiude per sempre. Quando chiudiamo la casa dei Nonni finiamo anche i pomeriggi felici con zii, cugini, nipoti, genitori, fratelli. Non c'è bisogno di uscire di casa, stare a casa dei Nonni è ciò di cui ogni famiglia ha bisogno per essere felice. Le riunioni di Natale, annaffiate con l'odore dei manicaretti preparati dalla nonna, ogni volta pensiamo: "... e se questa fosse l'ultima volta"? È difficile accettare che tutto questo abbia una scadenza, che un giorno tutto sarà coperto di polvere e la risata sarà un lontano ricordo di tempi forse migliori. L'anno passa mentre aspetti questi momenti, senza rendertene conto, passiamo dall'essere bambini che aprono regali, all'essere adulti seduti allo stesso tavolo, giocando a pranzo, e all'aperitivo per cena, perché il tempo...

Che dite... proviamo per qualche attimo ad alleggerire lo stato d'animo di questi giorni pesantini?

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Forte Campo Luserna dal drone di Flores Munari

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Le città murate hanno un fascino particolare e anche nel nostro Veneto abbondano. Qui vediamo un pezzo di cinta muraria che, vanitosa si specchia nel canale sottostante complice la luna piena

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  (foto di Guido Lorenzi)

MONTANELLO [4] Strada della Cuccà e Croce del Toraro

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【Gianni Spagnolo © 20X19】 Con l’avanzare dell’autunno, anche Montanello deve adattarsi al mutato clima e proporre itinerari più prossimi ed a quote meno elevate. Ecco che allora può essere interessante esplorare la parte dell’altopiano di Tonezza opposta a quella che s’affaccia sulla nostra valle. Qui troviamo un ambiente per certi versi ancora selvaggio e poco conosciuto, dove pareti rocciose e sentieri dimenticati, valli profonde e boschi popolati di camosci si accompagnano alle ancora evidenti testimonianze della Grande Guerra.  Ci sono diversi sentieri che vi salgono partendo dalla sottostante Val del Tovo o dalla conca di Laghi, ma ci si può più agevolmente portare in quota con la vettura risalendo la strada comunale della Val di Rio Freddo fino a Malga Zolle di Fuori (1.157 mslm). La carrareccia d’accesso è sterrata nell’ultimo tratto e richiede un po' d'attenzione per il fondo sconnesso. Risale per boschi e contrade un tempo assai popolate, ma ora pressoché disabitate; a...

Potpourri

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  Stasera vorrei chiederti scusa. Per tutte le volte in cui ho pensato di conoscerti e ho sparato sentenze su di te e sulla tua vita. Per tutte le volte in cui ho creduto di sapere cosa fosse più giusto per te. Per tutte le volte in cui ho detto che stavi sbagliando, che non era così che dovevi comportarti. Come se io sapessi cos’è giusto e cosa no. Come se io avessi davvero questo diritto. Scusami. Per tutte le volte in cui nel mio cuore c’era invidia e per non guardare me ho trovato il modo migliore per distruggere te. Per tutte le battute con gli amici, per le frasi superficiali dette a mezz’aria. Quelle che dici sperando che nessuno stia ascoltando davvero. Ma che dici comunque. Per pigrizia, per noia, per insoddisfazione.    Scusami. Scusami, per non aver pensato che a te, invece, avrebbero fatto male. Scusami, per aver fatto finta di niente, per essermi raccontata che erano solo parole. Le parole sanno fare molto male, e lo so. Perciò scusami, se...

I viaggi della cicogna

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In Contra' Forme Cerati è arrivata MATILDE PROTTO  per la gioia di Mamma Samantha Lorenzi e Papà Omar  e anche delle Nonne Marie Jeanne e Leonella.

In gita col Prete

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  【Gianni Spagnolo © 20X17】 La gita col prete era una delle poche occasioni, al di là dell’emigrazione, che permetteva di mettere il naso senza ambasce fuori dal paesello. Si faceva in giornata verso le solite mete: alla Madonna di Pinè, a quella di Monte Berico, al santuario della Corona, al Santo di Padova e a qualche variante sul tema. Era prevalentemente partecipata da donne, raramente da uomini; un po’ perché gli uomini erano occupati o dispersi, di più perché erano considerate robe da fémene, riservate alla cerchia delle Pie Donne, cuéle tacà ale còtole del prete. Io non ci ho mai partecipato; noi mòcoli avevamo riservate delle escursioni molto più interessanti e di nostro gradimento, cioè quelle in montagna stipati nella seicento di don Francesco.  Allora bisognava presenziare d'ufficio ale Funsìon, cioè ai Vespri; ogni domenica pomeriggio, anche in quelle estive in cui il sole prorompeva dal rosone lusingandoci a scorrazzare all'aperto.  Non vedevamo l’ora ch...

Potpourri

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  A quelli che si siedono nell’ultima fila per non essere osservati. A chi quando gli fai un sorriso in ascensore abbassa lo sguardo e arrossisce. A chi rimane digiuno ai buffet. A quelli che non dicono niente quando qualcuno taglia la coda e passa avanti. A quelli che si scusano anche quando non dovrebbero. A chi è educato anche a costo di sembrare scemo. A chi ha un’intelligenza arguta e sa riconoscere quando è il momento di non arrivare primo.  A tutti quelli che nella vita si sono persi un’occasione importante, perché un prepotente gliel’ha portata via. A chi ha la risposta giusta e non alza la mano. A quelli che ancora credono alla lealtà, a costo di essere sconfitti. E niente... Io vi vedo. E siete proprio belli. Roberto Pellico web

25 ottobre 2013...altri tempi :-(((

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La pagina della domenica

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In quel tempo i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: « Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima   e con tutta la tua mente . Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello:  Amerai il tuo prossimo come te stesso . Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».   *§*  Oggi, ci ricorda la Chiesa un riassunto del nostro “atteggiamento di vita” («Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti»: Mt 22,40). San Matteo e San Marco lo mettono sulle labbra di Gesù Cristo; San Luca su quelle di un fariseo. Sempre in forma di dialogo. Probabilmente avranno rivolto al Signore domande simili. Gesù risponde con le parole con cui comincia lo “Shemà”: preghiera composta da due citazioni del ...

Potpourri

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  Il remissivo è colui che rinuncia alla lotta per debolezza, per paura, per rassegnazione. Il mite, no: rifiuta la distruttiva gara della vita per un senso di fastidio, per la vanità dei fini cui tende questa gara, per un senso profondo di distacco dai beni che accendono la cupidigia dei più, per mancanza di quella passione che, secondo Hobbes, era una delle ragioni della guerra di tutti contro tutti, la vanità o la vanagloria, che spinge gli uomini a voler primeggiare; infine, per una totale assenza della puntigliosità o dell’impuntatura che perpetua le liti anche per un nonnulla, in una successione di ripicchi e ritorsioni, del «tu l’hai fatta a me, io la faccio a te», dello spirito di faida o di vendetta che conduce inevitabilmente al trionfo dell’uno sull’altro o alla morte di tutti e due. Norberto Bobbio, "Elogio della mitezza e altri scritti morali".

Curiosità di ogni genere

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Ripatransone, il vicolo più stretto d'Italia e il suo patrimonio artistico Dicono che quando il cielo è terso lo sguardo riesca a spingersi fino all'altra sponda dell'Adriatico e si scorgano le Alpi Dinariche. La bellissima giornata che ci ha accompagnato nella visita di Ripatransone - a 500 metri di altitudine e una decina di chilometri dal mare - non ci ha permesso di andare così oltre, ma la visuale che si gode dal belvedere all'ultima curva prima dell'ingresso in paese è stato ugualmente grandioso, spaziando dalla caratteristica forma del monte Ascensione e dai Sibillini al massiccio del Gran Sasso e della Laga. Con queste premesse, inserito in un splendido paesaggio di Calanchi ed in posizione così panoramica, Ripatransone non poteva deludere. E non lo ha fatto, candidandosi con merito tra i più bei borghi che abbiamo visto.  Ci sono tanti motivi per i quali questa cittadina di origine medioevale merita di essere visitata. Non ultimo il suo ce...

La foto curiosa

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Frazione Longhi - foto di Manuela -  Tosate le avevo viste ancora, ma numerate in questo modo mai... Ci catalogano sempre come "pecore"... ci dicono che siamo solo "numeri"... Beh... qui siamo magnificamente descritti...😊😊😊

La bala del cafè

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【Gianni Spagnolo © 20X20】 Fra la batarìa che occupava i nostri granari, credo ognun di noi si ricordi del brustolìn, o bala da cafè, che dir si voglia. La sua strana struttura con le due semisfere chiuse a tenaglia, catalizzava sicuramente la curiosità di chi non l’aveva mai vista in funzione. Era questo un attrezzo di ferro, generalmente arrugginito dalla militanza nel fuoco, con lunghi manici che serviva per abbrustolire i chicchi di caffè sul fuoco del focolare.  Beh, ... in verità non era proprio solo caffè quello che tostava, bensì ogni altro prodotto che potesse, anche molto vagamente, assomigliargli. Al tempo che s’usava il brustolìn, il caffè vero era merce di lusso e perciò s'usava con moderazione additivato con surrogati di vario tipo. Alle volte il caffè, con la sua sferzatina d’energia assicurata dalla caffeina, mancava del tutto. Effettivamente, quel brodino amaro e caldo dovrebbe appunto servire per tenerci svegli, non si spiega altrimenti la necessità di ricorrere a ...

Val d'Astico verticale

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Il libro lo trovate da Alberto della Seconda

L'angolo della poesia

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  Che splendida luce ha il bosco mentre beve i sorsi del mattino e allarga le braccia nel gioioso risveglio. Le foglie arrossate come colte da una improvvisa emozione che non sanno nascondere e bellissime come stelle brillano e tremano sotto il tiepido sole. La terra morbida accoglie i passi, le voci, prima dei grandi silenzi e dei lunghi giorni freddi. Ma oggi il cielo splende e l'aria ha il respiro profondo di chi ama ed è riamato. Francesca Stassi

El baito d'Isaco al Canpéto

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( foto gentilmente concessa da Gianna Lucca ) 【 Gianni Spagnolo © 20X11】 Eccola qua, finalmente, una foto del bàito così com'era ai suoi tempi belli.  Questi ragazzotti, nei loro forse vent'anni, hanno pensato bene d'immortalarsi accanto a quel bàito che fu testimone della loro giovinezza, meta dei loro giochi, dei loro scherzi e di chissà cos'altro.  Era troppo invitante quella rustica capanna a due piani, costruita parte in muro e parte in legno, posta sull'accesso del canpéto di Isacco Nicolussi. L'unico vero pianoro di quelle laite, in sima al Creàro, sula Strada dei Salti, soto le J óe. Erano troppo invitanti le elaborate serrature in legno che Isacco, abile falegname, escogitava per impedirne l'accesso. Raccontavano che dovesse continuamente elaborarne di nuove, rendendole sempre più complicate, in una continua e ìmpari lotta con la bociarìa dela Piassa.  Era un punto d'osservazione eccezionale quel posto, dove la vista dominava il paese e spaziava...

Curiosità

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  Stanno tornando di moda a Firenze le antiche buchette del vino. Utilizzate durante l’epidemia di peste, ora trovano nuovo uso per favorire il distanziamento sociale ai tempi del coronavirus. Le “finestre del vino” o “buchette del vino” risalgono al XVI secolo. Allora furono progettate per servire i clienti senza avvicinarsi direttamente a loro, l’apertura infatti veniva utilizzata per il passaggio delle bevande. Un’antica tradizione che sta riprendendo forza durante la pandemia. Nel XVI secolo i proprietari terrieri dovevano diversificare il loro reddito e per questo furono incoraggiati dalla famiglia fiorentina dei Medici a coltivare la vite e vendere la loro produzione di vino senza passare per intermediari. Intorno all’anno 1532 nacquero in Toscana queste caratteristiche piccole aperture, intagliate a mezza altezza nei muri delle cantine e dei negozi, utili ai commercianti per servire le loro bevande a distanza di sicurezza. Le finestre del vino ebbero un improvviso fervid...

La Madonna delle rose

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Giampaolo Alessi e Adriano Carraro hanno posizionato la Madonna delle Rose sulla seconda cengia della ferrata, appena sopra il ponte Tibetano dei Salvanei. La madonnina è stata donata da una persona  che vuole rimanere anonima, comunque noi tutti la ringraziamo per il suo dolce pensiero. Sperando che la Madonna delle rose sia di aiuto e conforto a chi ne avrà veramente bisogno.