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Visualizzazione dei post da novembre, 2019

Pì belo quelo de San Piero o quelo de San Piero? ;-)))

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(foto di Sandra)

Programma definitivo per il giorno 5 dicembre

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    (inviatoci da Giuseppe Mattielli)

Vaia

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La Ghiandaia - foto di Ivan Mòsele

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Concerto di Santa Cecilia: un pomeriggio pieno di emozioni

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Domenica pomeriggio, 24 novembre 2019, nonostante il tempo inclemente, la chiesa dei S.S. Martino e Giorgio a Velo D’Astico si è riempita di persone che hanno accolto l’invito fatto dal Coro di Sant’Ubaldo di Lago di Velo che organizza questo concerto da sei anni, in omaggio a santa Cecilia patrona della musica. Un invito che ha come scopo lo scambio fra cori, il conoscere e aiutare associazioni che operano nel territorio: il tutto contornato da musica e canti. Il programma si è svolto in tre parti: la prima riservata al coro ospitante che ha allietato i presenti con vari canti, con la direzione di Federica Bonetti, mentre alla tastiera Elisa Savio e al flauto traverso Mattia De Rizzo hanno riscaldato il cuore dei presenti. La seconda parte ha dato ampio spazio all’AISM, Associazione Italiana Sclerosi Multipla. È stato un momento importante, dove la presidente dell’associazione di Vicenza con sede a Rosà, Sonia Franzina, ha spiegato ampliamente l’impegno dell’Associazione che dà soste...

Il presepe di Scurelle

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L’albero di Natale, dono delle comunità di Rotzo, Pedescala e San Pietro, al Santo Padre, quest’anno farà buona compagnia al presepe, donato invece dalla comunità di Scurelle , nella Valsugana trentina. Questa valle delimita a nord e ad est l’Altipiano dei 7 Comuni, dal lato opposto rispetto alla Valle dell’Astico, che ne segna il confine sud ed ovest. Il paese di Scurelle è posto ai piedi dell’Altipiano: è ben visibile dalla cima dell’Ortigara e fa parte dei ridenti paesi del fondovalle, assieme agli abitati di Borgo e Castelnuovo. Da lassù, siamo ad un tiro di schioppo, o poco più. Un tempo ci divideva un confine di stato, peraltro regolarmente varcato dai contrabbandieri con i loro carichi di merce, soprattutto tabacco e sale; oggi ci unisce un dono speciale da offrire ad una persona speciale. Con noi ci sarà anche la comunità di Parè di Conegliano che ha invece offerto il presepe di sala Nervi. È bello essere in tanti perché si dimezza il lavoro e si raddoppia la gi...

Sr. Lina Zanetti originaria di Velo d'Astico, ma residente a Roma, c'invia queste foto dell'abete in allestimento. Anche lei sarà presente con noi il 5.

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 Mi sento coccolato e al centro dell'attenzione...

L'Abate Dal Pozzo scrive al nipote...

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                                                                              【 Gianni Spagnolo © 191120 】 Scartabellare documenti di qualche secolo addietro è una faccenda piuttosto impegnativa. Sovente la  scrittura è poco chiara, con molte abbreviazioni, priva di interspazi e con righe sovrapposte. Talvolta capita invece d'imbattersi in qualche piacevole eccezione con scritti che sono esemplari per chiarezza espositiva, proprietà di linguaggio e gestione dello spazio.  Come questa lettera autografa che l'Abate Agostino Dal Pozzo Prunner , scrive il 30 gennaio del 1792 all'amatissimo nipote. La data da Bassano, dov'era allora precettore dei figli del conte Tiberio Roberti, in quel palazzo cittadino che ora ospita convenientemente una bella libreria e che dette allog...

E a proposito di caliera...

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Sento la caliera un po’ mia, capisco e mi dispiace per Giampaolo perché ci ha messo tanto sudore e fatica nel costruirla, e mi addoloro per tutti quelli che hanno collaborato ad abbellire quest’angolo di Paese.  Ho spostato più volte il contenitore dell’umido ponendolo leggermente fuori vista, però poi è sempre stato riposizionato vicino alla caliera, un vero peccato perché la caliera indica che in quel posto ci stava il "Casèlo" e questo fa parte della nostra storia, una storia piena di tante tribolazioni e fatiche, ma pur sempre la nostra storia, per questo ci sarebbe bisogno di più rispetto. Ho avuto il privilegio un mese fa, di accompagnare Jim Sartori nipote del Cav. Paolo Sartori, il fondatore della Casa di Riposo, attraverso il nostro Paese.  Attualmente la sua azienda è diventata una delle più grandi aziende produttrici di formaggio degli Stati Uniti https://www.sartoricheese.com/ home.html .  Con orgoglio mi sono fermato a fare una foto con lui...

Trasferta romana per i Vivai Dalle Rive 🎄

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Ieri abbiamo avuto l'onore di trasportare per il Consorzio degli usi civici di Rotzo - Pedescala e S. Pietro degli abeti in zolla a Città del Vaticano. Verranno addobbati in occasione di Natale in alcune zone della città e nelle stanze di Papa Francesco. (fonte: Vivai Dalle Rive)

I video di Gino Sartori - altopiano di Asiago: Monte Zebio

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Itinerario: Croce di S. Antonio - Mina di Scalambron - M. Zebio - Pastorile - Malga Zebio - Bivacco dell'Angelo - Puntara del Lom - Croce di S. Antonio Tempo di percorrenza: 3.30h Il percorso non presenta difficoltà ed è interessante per le testimonianze storiche della prima guerra mondiale. Tra essi sono ancora ben visibili camminamenti, trincee e gallerie ripristinati ultimamente. Nota è la triste vicenda della Mina di Scalambron, a testimonianza della quale fu eretta una lapide commemorativa. Itinerario ricco di vegetazione e di fauna che offre anche una bellissima veduta sulla conca centrale dell'Altopiano. Presenta interesse anche geologico per gli esempi di modellamento carsico come il Buso del Colombo. Interessanti sono le trincee che sono state recentemente ripulite e ripristinate nei pressi del Rifugio Stalder e sulla Crocetta di Zebio.

Una delle ancor poche "querce" di San Piero che tranquillamente è andato ad ispezionare la situazione al Gorgo dopo le abbondanti piogge... e mì... che gnanca quando ca gavèvo un quarto dei so anni me fidavo a nare... :-(((

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Lidio Lucca (postìn) classe 1928  accompagnato da Francesca Toldo che mi invia le foto

La caliera nel parcheggio dell'ex Casèlo di San Pietro

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Giampaolo Alessi, (costruttore della stessa) m'invia questa foto con la preghiera di segnalare l'odierno "degrado", con questa didascalia: Se un visitatore del nostro Paese desiderasse fare una fotografia  ricordo della caliera, come minimo direbbe:  "Ma qui il buon senso e l'educazione è assente da tanto tempo!"... In effetti, aggiungo io, l'accostamento del bidone dell'umido non è certo il massimo e nemmeno la bicicletta al riparo dalla pioggia... per non parlare che la caliera è usata molto spesso anche come cestino per l'immondizia (carte, bottiglie, lattine e quant'altro...)

Anna Rossi ha fotografato il campanile di Pedescala da un'insolita prospettiva

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Come spegnere le Fake News

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【 Gianni Spagnolo © 191125 】 Apparentemente siamo tutti contro la diffusione delle fake-news, cioè quelle notizie confezionate con informazioni inventate, ingannevoli o distorte, diffuse col deliberato intento di disinformare specie attraverso i cosiddetti social media . Ma a volte le propaghiamo anche noi passivamente per gioco o per noia, per apparire informati, o magari soltanto per apparire, senza pensarci su. Spesso dietro non c'è neppure un disegno intelligente, seppur malato, ma solo smania di senzionalismo e inutilità. Eppure non ci vuol poi molto a contrastarle: sarebbe sufficiente adottare la tecnica dell'umile fiammifero della foto. Fare un passetto indietro, non accodarsi alla massa, non reagire d'impeto per paura d'esser tagliati fuori o di uscire dalla fila.  Basterebbe semplicemente applicare i famosi tre cancelli dell'analisi critica:  1)  È vero?  Sei certo che quello che ti dicono sia conforme alla verità? 2)  È ...

El filò

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“Il termine ”filò” deriva da “filare”, cioè dal lavoro particolare che le donne andavano a fare d’inverno nelle stalle. Poi col tempo ha finito per segnare gli incontri serali di tante persone nelle stalle, sia di montagna come di pianura, durante la stagione più fredda, per stare al caldo, per passare il tempo, per recitare il rosario, per sentir qualche novità del paese o dei dintorni, per far piccoli lavori a mano, per parlare e per … sparlare.   “Far filò” voleva dire anche quel discorrere del più del meno, tra vicini di casa, tra “contraenti”, cioè abitanti nello stesso gruppo di case, tra gruppetti di persone, tra parenti e amici di sera… per cui “filossàr” aveva questo significato: stare insieme, discorrere, chiacchierare, malignare, calunniare, spettegolare, raccontare, custodire e trasmettere le tradizioni, e … chi più ne ha né più ne metta. Veneto a 360°

Non sono più tra noi - (FC - 10 - § 11/19)

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COLOMBO PRETTO   classe 1951 San Pietro/Puglia (a distanza di soli 9 mesi dal fratello Silvio)

La fogàra

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Oggi le nostre case sono belle, ben isolate, calde, troppo calde forse e ben fornite di ogni conforto. Ma non è sempre stato così. Nei giorni della mia infanzia le case erano più essenziali, meno confortevoli, gli spazi interni erano meno vivibili. Spesso, la sola stanza calda di ogni casa era la cucina, riscaldata dall’immancabile fornèla. Le altre stanze erano riscaldate, all’occasione, da piccole stufe di cotto. Non ci si attardava in bagno, né si viveva in camera. In camera solamente si dormiva e, immagino, si faceva anche l’amore! Però nelle fredde notti d’inverno il letto era caldo, spesso addirittura rovente, perché riscaldato dalla fogàra. Era questa un contenitore di ferro, una sorta di pentola con una manico di legno, sorretta da quattro zampette, che veniva riempito di braci e posto sotto le coperte, nel letto. Verso sera mia madre raccomandava: “Andè a tòre quattro rami che fèmo le bronse per le fogàre”. Così andavamo nella legnaia, in baracca, e prendevam...

Tutto iper, tutto mega..., ma io rimpiango la boteghèta artigianale soto casa...

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La bottega di appena ieri. Nelle botteghe tradizionali di una volta si trovava di tutto: sale, tabacchi, riso, pasta, conserva di pomodoro, baccalà secco, sardèle, sgombro, tonno, aringhe, caramelle, confettini colorati per la ciambella, castagne secche, uova, cannella, noce moscata, spago, quaderni, matite, carta oleata, sapone, filo da cucire e per lavorare ai ferri, bottoni, aghi, petrolio e carburo per l’illuminazione... inoltre aspirine, purghe e pastiglie per il mal di gola. Queste botteghe erano più o meno le stesse in tutti i paesi, avevano un grande bancone con sopra la bilancia a due piatti, dietro il quale stava il padrone o la moglie. I conti si facevano a matita sulla “carta da sùcaro” molto spesso si “segnava”, cioè si scriveva il dovuto su un libretto e si pagava a fine mese o quando si poteva. Nel giro di pochi decenni, tutto si è modernizzato, una dopo l’altra le botteghe sono state sostituite da negozi asettici e specializzati, con nuovi prodott...

L'Amministrazione Comunale dice NO alla violenza sulle Donne!

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La pagina della domenica

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LA RIFLESSIONE Un anziano incontra un giovane che gli chiede: - Si ricorda di me? E il vecchio gli dice di no. Allora il giovane gli dice che è stato il suo studente. E il professore gli chiede: - Ah sì? E che lavoro fai adesso? Il giovane risponde: Beh, faccio l’insegnante. - Oh, che bello come me? gli ha detto il vecchio - Beh, sì. In realtà, sono diventato un insegnante perché mi hai ispirato ad essere come te. L'anziano, curioso, chiede al giovane di raccontargli come mai. E il giovane gli racconta questa storia: - Un giorno, un mio amico, anch'egli studente, è arrivato a scuola con un bellissimo orologio, nuovo e io l’ho rubato. Poco dopo, il mio amico ha notato il furto e subito si è lamentato con il nostro insegnante, che era lei. Allora, lei ha detto alla classe: - L'orologio del vostro compagno è stato rubato durante la lezione di oggi. Chi l'ha rubato, per favore, lo restituisca. Ma io non l'ho restituito perché non volevo farlo. Po...