lunedì 17 dicembre 2018

Vita di un tempo


A Natale tutti sentiamo più vivamente il desiderio del calore della famiglia.
Al giorno d’oggi, uno dei fattori di lacerazione delle famiglie, che si avverte in modo più doloroso nel periodo natalizio, è dato dalle separazioni e dai divorzi.
Ma un tempo, e fino a non molti anni or sono, in tante famiglie con bambini, se uno dei genitori mancava, era perché lavorava lontano (quasi sempre il padre), oppure era morto, facilmente la madre.
I Cimbri – in particolare le donne – erano ferventi devoti a Santa Margherita (Marina di Antiochia), martire del III secolo, patrona delle partorienti. Nelle condizioni di vita ed igieniche di quei nostri poveri antenati, il parto era potenzialmente molto pericoloso, sia per la madre che per il nascituro: debolezza, problemi di posizionamento del feto, infezioni puerperali, imprevisti anche banali, non raramente falciavano la vita delle madri, anche perché le gravidanze si susseguivano frequenti e ravvicinate.
E partorire nella stalla non era così assurdo ed improbabile come può sembrarci oggi. 
Il Presepe “accadeva” nella vita di ogni giorno.
Oggi pubblichiamo la foto di un padre di circa cent’anni fa – un padre giovane, non facciamoci ingannare dalla gravità del suo aspetto – con i figli bambini. Un padre cimbro, davanti alla porta della stalla, circondato dagli attrezzi del vivere quotidiano. Non sappiamo se quest’uomo, appartenente alla famiglia Cacciavillani della val Chiampo, fosse vedovo, o solo accidentalmente non comparisse la madre di famiglia. Ma pensiamo che difficilmente una mamma avrebbe permesso che la bambina fosse fotografata con il grembiulino sporco...
CIMBERnauti

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