lunedì 10 dicembre 2018

Il "sobrio" Natale cimbro



Al di là dell’aspetto strettamente religioso, come possiamo immaginare, tutto l’apparato che oggi circonda il periodo natalizio in pratica non esisteva presso i nostri avi. 
Anche l’attesa dei bambini per i doni era rivolta ad altri personaggi e altre date: Santa Lùssia per l’area veronese e la Befana (o Strìa) un po’ per tutti.
La nascita del Redentore era una ricorrenza di grande coinvolgimento spirituale, colma di magia, ma non esistevano alberi di Natale, addobbi, candele (usanze che nascono in Germania ed Inghilterra, e si diffondono in epoca vittoriana). 
Anche il presepe era in pochissime case, tra i più abbienti. Spesso probabilmente le dimore, le stalle e le famiglie cimbre, con le greggi onnipresenti, avrebbero potuto ben rappresentare una sorta di pittoresco “presepe vivente”.
Qui accenniamo alla forza vitale rigeneratrice attribuita alla ricorrenza del Natale, che risulta evidente anche in un particolare quale la tradizione di seminare gli ortaggi nel giorno della settimana in cui cade il Natale nell’anno in corso, riferita da Bruno Schweizer per Luserna negli anni Trenta del Novecento.
- comunità dei cimbri - 

4 commenti:

  1. Per quelli che quella scrittura non sanno decifrare:
    "Haben Sie die Carte meiner Tochter Marina bekommen?"
    "Ha ricevuto la cartolina di mia figlia Marina?"

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  2. Da notare che la Chiesa di Luserna era girata di 180° gradi rispeto a quella attuale. La facciata principale era quindi rivolta verso la Val d'Astico.

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    1. Cioè verso Brancafora, di cui dipendeva nei secoli precedenti.

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  3. Pico Panda Paco Serse10 dicembre 2018 alle ore 22:29

    Grazie Enrico!

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