martedì 13 febbraio 2018

Carnevale di anni fa...



Bastava veramente poco: ci si metteva d’accordo al mattino a scuola, poi si chiedeva il permesso alla mamma, si cercava qualcosa negli armadi, si andava dalla “Caterina” che vendeva un po’ di tutto e si comprava una maschera di cartoncino con l’elastico che passava attorno alla testa.

Una vecchia vestaglia, un paio di pantaloni di fustagno, un grembiule: cose di tutti i giorni che servivano a entrare in un personaggio e andare in maschera per tutte le case del paese, cercando di non farsi riconoscere e prendere qualcosa. Qualche biscotto, caramella, crostoli, frittelle, qualche 10 lire… che poi erano equamente divisi e se qualcuno che voleva essere il “caporione” non spartiva in modo giusto, scattava la lite!

Qualcuno usciva perché non voleva farsi conoscere, tutti ci accoglievano con gioia, era una vera festa per tutti; le porte erano aperte, si bussava e si entrava sorprendendo chi sperava in una tranquilla serata, si beveva quello che veniva offerto e senza mai parlare si usciva... soltanto se uno veniva riconosciuto poteva parlare, ma poi inevitabilmente, il resto della compagnia era facile da indovinare!

Da bambina sono andata in maschera un po’ timorosa, poi da adulta sono tornata molte volte senza essere riconosciuta, da sola o in compagnia e mi sono sempre divertita! Quando i miei figli erano piccoli, insieme con altre famiglie, andavamo a mangiare la pizza vestiti in maschera per cercare di tenere viva questa tradizione; a sfilate o feste nei paesi vicini, oppure se succedeva che non si poteva andare per qualche motivo, ci siamo sempre vestiti e facevamo festa in casa.

Certo è che a tutti non piace mascherarsi e bisogna rispettare ogni opinione, ma io quando mi preparo entro nel personaggio e cerco di immedesimarmi in ciò che rappresento (come quando faccio la befana), così in modo semplice mi diverto e faccio divertire!

Facevo queste considerazioni pensando che ai nostri giorni è impossibile di sera andare in maschera per le case: nessuno aprirebbe e a ragione! Con tutto quello che capita, si deve fare attenzione a chi apriamo la porta di giorno, di sera è impensabile! Ora si attendono le sfilate, o qualche festa per mascherarsi, ma anche il modo è cambiato: i negozi offrono una vasta gamma di abiti confezionati per piccoli e grandi, con personaggi dei cartoni animati, idoli dei bimbi. Ai tempi in cui ero alle elementari, si andava a scuola mascherati semplicemente; per anni ho portato il vestito da Fatina cucito dalla sarta del paese, la signora Clorinda, poi quando mi era diventato piccolo, mi arrangiavo con quello che trovavo: una gonna estiva di mia mamma, uno strofinaccio con i frutti a mo’ di fazzoletto, il cestino dei gomitoli con qualche mela …ed ecco una contadinella !

Guardavo con invidia alcuni compagni di scuola che avevano i papà all’estero, sfoggiavano vestiti di luoghi lontani ed erano ammirati da tutti…Dopo sposata sono andata in maschera con amici e poi ho sempre cucito io gli abiti per tutta la mia famiglia, o improvvisando tirando fuori cose vecchie. Mi sembra che ora manchi la fantasia e siano poche le persone adulte che si vestono in maschera insieme ai figli…ma come ho già detto, rispetto ogni idea!

Il Carnevale è ormai quasi finito... nemmeno l’odore di crostoli o frittelle si sente più tanto frequente per le vie, sembra quasi che i bagordi del carnevale di un tempo siano cosa di tutti i giorni e quindi non vengono vissuti allo stesso modo: abbiamo mille occasioni per fare festa!

Con queste semplici riflessioni ho voluto ricordare tempi lontani, con la speranza che qualcosa di questa tradizione rimanga sempre!

Lucia Marangoni

1 commento:

  1. Grazie Lucia hai risvegliato dei ricordi ormai sopiti da molto tempo. Hai ragione una volta ci si divertiva con molto meno ma se parli con i giovani ti dicono "altri tempi".

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