Non penso che la principale responsabilità dello spopolamento della valle sia della popolazione che vi ci vive. Le responsabilità, piuttosto, possono essere ricercate: 1°) nelle leggi statali e regionali promulgate a partire dal 1990 inerenti le "Fusioni dei Comuni" e le "Unioni di Comuni", che sono incomplete e confuse; 2°) nel comportamento della stragrande maggioranza dei giovani di adesso. Abbiamo avuto l’esperienza dei tentativi infruttuosi della mancata fusione tra Arsiero e Tonezza. Se fusione significa, tout court, inglobare Tonezza ad Arsiero, con la conseguenza, tra l’altro, di un maggior onere per gli abitanti del Comune inglobato, che sarebbero costretti a scendere lungo una strada tortuosa per accedere ad alcuni servizî comunali, municipali, scolastici o altro, oppure significa rinunciare ad avere un Sindaco proprio per subire quello del Comune inglobante, ben si comprende il risultato referendario riguardante la fusione progettata. La legge dovrebbe definire queste situazioni, cioè tutelare il più possibile gli interessi delle popolazioni dei Comuni soccombenti. Riguardo ai giovani che lasciano i nostri paesi per andare ad abitare in pianura, che non si sposano e preferiscono convivere, che rinunciano ad avere figli, beh, sarebbe preferibile che pensassero un po’ meno a sè stessi e un po’ di più agli altri, ai loro genitori e alla Comunità.
Xavutu, Carry, ... xe tuta na question de busi! Gh'è quelo blueto, là in sima ala scala, chel ciucia fa un buci e staltro che nol tra pì parvia che se ga d'aver rota la machineta o noi xe pi boni a dopararla secondo i santi crismi.
I giovani, i giovani.... quali giovani? Magari i quarantenni che non sono riusciti a trovare? I figli che non si fanno più, che si cercano ma non arrivano? Bisogna stare attenti a etichettare. le cause sono altrove a cominciare dal '68
Da tempi memorabili, l'umanità si sposta da un luogo all'altro della terra, per i più svariati motivi. A volte dettati da necessità materiali,altre per tendenze all'epoca di riferimeto. Il calo preponderante dei residenti nelle vallate dell'alto vicentino, ma anche a livello nazionale ed Europeo, è inconfutabile. Con il calo demografico stagnante non c'è ricambio generazionale, e i pochi govani rimasti si incasano in pianura, vuoi per vicinanza al lavoro, vuoi per maggiori possibilità di svago e aggregazione.I piccoli Comuni a questo punto dovrebbero aggregarsi, ma attenzione a come gestire realtà diverse tra loro. Dei Comuni citati dall'articolista, ciascuno ha una sua storia, legata alle tradizioni e al territorio, pur avendo una discendenza pressochè univoca. Comunque, a parte qualche forma di egoistico campanilismo, le paure vere per le piccole comunità, specialmente montane, è che l'isolamento penalizzi i sevizi elementari ancora in loco. Allora potrebbero aggregarsi Comuni maggiormente collegati sia da infrastrutture che centri abitativi: vedi ad es. Arsiero con Velo d'astico, opppure Cogollo con Piovene ecc. I Comuni montani andrebbero tutelati con più risorse per il mantenimento del territorio. Non dimentichiamo la saggezza degli Avi che curavano prati e boschi a rispetto della natura, e non solo come bene primario. Oggi c'è un degrado generalizzato, figuriamoci se viene meno l'entusiasmo dei pochi rimasti.
Ci voleva coraggio a scrivere un articolo come questo, e io sono grata a Copiello di averlo fatto! La separazione sia essa di persone o di comuni porterà alla morte di questi luoghi. E probabilmente la loro morte sarà la salvezza di tanta bellezza. In fondo il genere umano non è mica indispensabile!
Andaloche tusi, ... desso i tira in balo anca i prete. Ben vero chei se ga spartie la vale, ma i lo ga fato mile ani fa, no algiri. Tenti che desso a xe tuta colpa de Berengario.
Non penso che la principale responsabilità dello spopolamento della valle sia della popolazione che vi ci vive.
RispondiEliminaLe responsabilità, piuttosto, possono essere ricercate: 1°) nelle leggi statali e regionali promulgate a partire dal 1990 inerenti le "Fusioni dei Comuni" e le "Unioni di Comuni", che sono incomplete e confuse; 2°) nel comportamento della stragrande maggioranza dei giovani di adesso.
Abbiamo avuto l’esperienza dei tentativi infruttuosi della mancata fusione tra Arsiero e Tonezza.
Se fusione significa, tout court, inglobare Tonezza ad Arsiero, con la conseguenza, tra l’altro, di un maggior onere per gli abitanti del Comune inglobato, che sarebbero costretti a scendere lungo una strada tortuosa per accedere ad alcuni servizî comunali, municipali, scolastici o altro, oppure significa rinunciare ad avere un Sindaco proprio per subire quello del Comune inglobante, ben si comprende il risultato referendario riguardante la fusione progettata.
La legge dovrebbe definire queste situazioni, cioè tutelare il più possibile gli interessi delle popolazioni dei Comuni soccombenti.
Riguardo ai giovani che lasciano i nostri paesi per andare ad abitare in pianura, che non si sposano e preferiscono convivere, che rinunciano ad avere figli, beh, sarebbe preferibile che pensassero un po’ meno a sè stessi e un po’ di più agli altri, ai loro genitori e alla Comunità.
Xavutu, Carry, ... xe tuta na question de busi!
EliminaGh'è quelo blueto, là in sima ala scala, chel ciucia fa un buci e staltro che nol tra pì parvia che se ga d'aver rota la machineta o noi xe pi boni a dopararla secondo i santi crismi.
I giovani, i giovani.... quali giovani?
RispondiEliminaMagari i quarantenni che non sono riusciti a trovare?
I figli che non si fanno più, che si cercano ma non arrivano?
Bisogna stare attenti a etichettare.
le cause sono altrove
a cominciare dal '68
Tutti laureati, tutte ragazze copertina, e poi?
Da tempi memorabili, l'umanità si sposta da un luogo all'altro della terra, per i più svariati motivi. A volte dettati da necessità materiali,altre per tendenze all'epoca di riferimeto.
RispondiEliminaIl calo preponderante dei residenti nelle vallate dell'alto vicentino, ma anche a livello nazionale ed Europeo, è inconfutabile.
Con il calo demografico stagnante non c'è ricambio generazionale, e i pochi govani rimasti si incasano in pianura, vuoi per vicinanza al lavoro, vuoi per maggiori possibilità di svago e aggregazione.I piccoli Comuni a questo punto dovrebbero aggregarsi, ma attenzione a come gestire realtà diverse tra loro.
Dei Comuni citati dall'articolista, ciascuno ha una sua storia, legata alle tradizioni e al territorio, pur avendo una discendenza pressochè univoca.
Comunque, a parte qualche forma di egoistico campanilismo, le paure vere per le piccole comunità, specialmente montane, è che l'isolamento penalizzi i sevizi elementari ancora in loco.
Allora potrebbero aggregarsi Comuni maggiormente collegati sia da infrastrutture che centri abitativi: vedi ad es. Arsiero con Velo d'astico, opppure Cogollo con Piovene ecc. I Comuni montani andrebbero tutelati con più risorse per il mantenimento del territorio. Non dimentichiamo la saggezza degli Avi che curavano prati e boschi a rispetto della natura, e non solo come bene primario. Oggi c'è un degrado generalizzato, figuriamoci se viene meno l'entusiasmo dei pochi rimasti.
Ci voleva coraggio a scrivere un articolo come questo, e io sono grata a Copiello di averlo fatto! La separazione sia essa di persone o di comuni porterà alla morte di questi luoghi. E probabilmente la loro morte sarà la salvezza di tanta bellezza. In fondo il genere umano non è mica indispensabile!
RispondiEliminaDissento sulla non indispensabilità del genere umano. Senza di esso, ragione e fine, cosa rimane? La palingenesi dei sassi? Nihilismo ecologico.
EliminaAndaloche tusi, ... desso i tira in balo anca i prete. Ben vero chei se ga spartie la vale, ma i lo ga fato mile ani fa, no algiri. Tenti che desso a xe tuta colpa de Berengario.
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