I fondi avrebbero dovuto finanziare strutture sanitarie per aiutare i piccoli pazienti colpiti dall’inquinamento provocato dall’acciaieria di Taranto. Secondo i dati un minore su quattro, a ridosso dello stabilimento, ha problemi respiratori.
Spariti
dalla manovra i fondi per curare i bambini dell’Ilva. Erano solo 50
milioni i soldi promessi dal governo per finanziare medici, infermieri,
analisi cliniche e attrezzature sanitarie a Taranto destinate ad
affrontare l’emergenza dovuta alle emissioni venefiche dell’acciaieria
più grande d’Europa alimentata a carbone. Dagli ultimi dati
epidemiologici la mortalità è in aumento. E un bambino su quattro dei
quartieri Tamburi e Paolo VI, a ridosso dello stabilimento, viene
ricoverati per patologie respiratorie. C’era la promessa del governo.
Ma, improvvisamente, alle 4 del mattino di giovedì l’emendamento è’
scomparso. Furioso il presidente della commissione bilancio Francesco
Boccia: «Senza alcuna spiegazione, per quella spesa che avevamo
concordato di mettere tra le priorità non c’era più il via libera di
Palazzo Chigi. Ne chiederò conto è non farò sconti a nessuno».
Le promesse e il giallo della norma sparita
Aveva
suscitato entusiasmo il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin,
annunciando a Bari il 12 novembre, l’intenzione del governo di «aiutare
Taranto» per concedere la deroga al blocco delle assunzioni e della
spesa sanitaria. L’accordo con il governo era stato sancito dal
presidente della commissione bilancio, Francesco Boccia, con il
viceministro del l’economia Morandi e il sottosegretario Beretta.
«Eravamo d’accordo che tra le spese più importanti, oltre al centro
meteo di Bologna o alla coppa del mondo di sci, ci fosse questa.
L’impegno era stato sbandierato, soprattutto dal sottosegretario Claudio
De Vincenti, e poi dal ministro Lorenzin. Non c’è’ tarantino che non lo
sapesse», tuona il pugliese Boccia. E racconta lo sconcerto del momento
in cui ha scoperto che quell’emendamento non c’era più. Immediata la
richiesta di chiarimenti alla task force del Mef, nella stanza accanto.
«Avevo preparato io stesso l’emendamento. Non mi è stato detto perché
non era stato inserito. L’unica risposta che ho avuto è che non era
stato autorizzato da Palazzo Chigi». E, alludendo alla posizione critica
del governatore della Puglia, Michele Emiliano, nei confronti della
battaglia referendaria di Matteo Renzi, conclude: «Temo che qualcuno
abbia confuso le vicende politiche con gli interessi di una comunità.
Non si fa».
Che governo! !! Dare la precedenza di spesa al meteo di Bologna e al campionato di sci e non alla salute dei bambini di Taranto, è una vergogna. Se questo non è egoismo, visto che loro e i familiari hanno le cure gratis, come possiamo definirli? Bisogna mandarli a casa alle prossime elezioni! !!!!
RispondiEliminaE c'è chi ancora si fida del Gran Bugiardo?
RispondiEliminaCominciamo col votare NO il 4 dicembre
RispondiEliminaDesso sarà na bufala anca questa????? Chi xe che lo saaaaaa?????
RispondiEliminaSecondo mi, xe vero!
Caspita che ben informati che siete! Se avete un po' di pazienza leggete l'articolo pubblicato oggi da Carla. Potrà far riflettere. ..
RispondiEliminaSolo tu sai riflettere?
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