Ogni volta che mi capita di trovarmi davanti a un’opera d’arte, non posso fare a meno di pensare a quante doti e talenti possiede l’essere umano.
Che sia un quadro, una scultura, un ricamo, un lavoro a maglia o con altri materiali, una poesia, una ricetta, una foto e tanto altro, comprendo che ogni cosa fatta con passione e il cuore, è veramente un capolavoro.
E non parlo di chi ha trasformato la sua arte in lavoro, ma dei piccoli, grandi artisti che sono nascosti ai più, ma che sono preziosi e unici.
Credo che ogni persona possieda qualche “dono”: a volte non è “visibile”, altre volte si tiene nascosto per donarlo a pochi intimi, ma ciò che è sicuro è che tutti possediamo qualcosa di prezioso che magari può far felice qualcuno.
Tra le tante varietà di opere che ci circondano, io rimango sempre incantata quando ammiro le sculture di legno, perché immagino l’artista che vede già nel pezzo grezzo, la sua idea che prende forma e credo che questo sia meraviglioso.
Transitando per Via Diaz a Pedescala, i miei occhi si posano sempre su tre sculture poste sopra un’antica scala di pietra e ogni volta, magari grazie a luci diverse del giorno o della sera, riesco a catturare il loro splendore.
L’artista è Massimo Toldo (Pierassa) e le ha dedicate ai suoi tre figli dando a ognuna un diverso significato, una differente lettura.
Il lupo per la primogenita Teresa porta la scritta:- Non abbassare mai lo sguardo-; il ramo con gli animaletti sono per Vittoria, la seconda figlia appassionata di animali; le mani che si afferrano sono per il terzo figlio Leone e indicano la mano del genitore che è sempre lì, pronta ad afferrare e a sostenere.
Credo che questi siano doni speciali fatti a un figlio che raccontano, senza parlare, di amore, di passione e gioia nel lavorare il legno.
Massimo ha la capacità di tirare fuori qualcosa anche da una vecchia trave che andrebbe bruciata: una croce, gli stipiti di una porta, una cornice, un portone e tanto altro, perché oltre alla passione, ha la fortuna di avere tanta fantasia che insieme alla manualità, gli permette di creare pezzi unici e irripetibili.
Questi sono talenti da coltivare e valorizzare: a Massimo auguro di continuare questa sua speciale passione cercando di trasmetterla alle generazioni future, perché sembra quasi sia perduta la capacità di lavorare con le proprie mani.
Non c’è gioia e soddisfazione più grande di creare qualcosa usando le propri capacità, di realizzare veri e propri capolavori che meritano di essere conosciuti e lodati.
A tutte le persone che lavorano con le mani, che hanno una dote particolare, (ce ne sono tante anche nei nostri paesi...) faccio i miei complimenti con l’incitamento a continuare sempre perché ogni volta è come dare un po’ di sé, è mettere un pezzetto dell’essenza del proprio essere che diventa motivo di arricchimento per chi lo sa guardare e ammirare.
Lucia Marangoni (Dàmari)
29 /12/2023