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Visualizzazione dei post da gennaio, 2021

La pagina della domenica

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In quel tempo, a Cafàrnao Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: Egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea. La gente si stupiva del suo insegnamento, come quando nel deserto del sempre uguale ci si imbatte nell'inaudito. Si stupiva, e l'ascolto si faceva disarmato. E il motivo: perché insegnava con...

MIX - di tutto un po'...

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Un giorno una persona salì sulla montagna dove si rifugiava una donna eremita che meditava, e le chiese: – “Cosa fai in tanta solitudine?” Al che lei rispose: – “Ho un sacco di lavoro da fare.” – “E come fai ad avere così tanto lavoro? …non vedo niente qui…” – “Devo allenare due falchi e due aquile, tranquillizzare due conigli, disciplinare un serpente, motivare un asino e domare un leone.” – “E dove sono? …non li vedo…” – “Li ho dentro.” – “I falchi si lanciano su tutto quello che mi viene presentato, buono o cattivo, devo allenarli a lanciarsi su cose buone. Sono i miei occhi.” – “Le due aquile con i loro artigli feriscono e distruggono, devo insegnare loro a non fare del male. Sono le mie mani.” – “I conigli vogliono andare dove vogliono, scappano dall’affrontare situazioni difficili, devo insegnare loro a stare tranquilli anche se c’è sofferenza o ostacoli. Sono i miei piedi.” – “L’asino è sempre stanco, è testardo, molto spesso non vuole portare il suo peso. È il mio corpo.” – “Il...

La fontana grande a Pedescala

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Istantanea di fine '800 della FONTANA GRANDE di Pedescala, da notare l'elegante e lineare manufatto in marmo rosso di Asiago che in quel tempo gettava a un solo zampillo ed era con postura perpendicolare all'attuale, sicuramente per poter abbeverare più armenti in quel periodo molto più numerosi e vitali. Sulla destra spunta il Capitello detto dei "Moji" dei quali si intravede il portone del casato, o dei "Tati" con la loro "palazza" sul davanti dello stesso. Fu eretto dai superstiti del tragico morbo colera che investì tutto il Veneto, il 25 agosto 1855 per grazia ricevuta "al Donator Supremo" (la fontana ebbe anche un suo importantissimo ruolo in quest'evento ma questa è un'altra storia). All'inizio della "strada Vecia" ora via Asiago si nota l'elegante portone d'entrata della casa dei "nobili Menegatti" di Pedescala (ora abitazioni di altri proprietari) "Tituni, Tonai, Puncini, Mariani...

MIX: di tutto un po'...

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Qualche anno fa ho avuto modo di fare la navigazione sul Lago di Garda e, giunta nei pressi di Limone, queste limonaie dismesse han attirato la mia attenzione. Non riuscivo proprio a comprendere cosa mai fossero... mi vergognavo un po' a dover chiedere, ma poi son stata costretta... di mio non riuscivo a comprendere. Credo che nel periodo del loro massimo splendore siano state veramente un'attrattiva da ammirare! UNA STORICA LIMONAIA in TERRA VENETA! L'antica serra dei Limoni si trova a Torri del Benaco, in provincia di Verona, ed è un ineguagliabile pezzo di patrimonio storico ed architettonico del Lago di Garda. Nel centro storico del paese, circondato da mura e torri medievali, sorge circondato da un panorama mozzafiato, il Castello degli Scaligeri e al suo interno troverete il prezioso giardino di Limoni che risale ben al 1760. LE LIMONAIE SUL LAGO DI GARDA sono magnifiche ARCHITETTURE DI ALTRI TEMPI! Si dice che gli agrumi siano arrivati sulle sponde del lago di Gar...

El cimbro sconto gazòget bor in oarn: Chìtele

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Qui ci occuperemo delle parole del nostro dialetto che derivano verosimilmente dal Cimbro. Sono vocaboli dell'antica lingua rimasti nella nostra parlata corrente e che sono sopravvissuti divenendone parte.  A volte adattandosi foneticamente, altre assumendo addirittura un significato diverso per allegoria. La parola di oggi è: Chìtele Gonnellino, e per estensione vestiario leggero e striminzito. Non ho trovato corrispondenze per questo vocabolo, ma richiama un po' il kilt scozzese, che a sua volta è voce di derivazione scandinava.  Frase: Soncamì che te te giassi, con quel chìtele live. / É chiaro che hai freddo con quel vestitino lì.  

Ricordi di fantasia, angolo di Pedescala, gioco della tombola (di Laura Marangoni)

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SNOOPY

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Tanto per dire - Mariano Castello - granfati

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MIX - di tutto un po'...

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Saper ignorare è una forma di sagg ezza. Volendo essere più esatti, è saggio distinguere tra le cose di cui vale la pena occuparsi e quelle che è meglio lasciar perdere. Ignorare selettivamente è un bene, ci consente di concentrarci sulle cose davvero importanti, ci protegge e agevola la salute mentale; però sono necessari degli accorgimenti. Per trarne vantaggio iniziamo con l’ignorare selettivamente alcune cose: - Le offese. Non meritano la vostra attenzione. Se una persona apre bocca per dire qualcosa non significa che abbia ragione. Non sprecate un secondo dietro alle offese. - Le provocazioni. Collocatele nel giusto contesto e capirete che sono solo un disperato tentativo per farvi agire. Pensate ai poveri tori, si agita un panno rosso per farli caricare e consentire al torero di esibirsi. Se la bestia non cercasse di incornare quel panno, lo spettacolo finirebbe prima ancora di iniziare (come del resto le sue sofferenze). - Le distrazioni. Distolgono l’attenzione da ciò che è dav...

SNOOPY

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La madre di tutte le ferrate

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Foto di Michele Toldo 【Gianni Spagnolo © 21I21】 Credevate forse che gli Anelli delle Anguane sia stata la prime ferrata del paese?  Nossignori, grande sbaglio!  La prima ferrata in assoluto è stata quella delle Grape*, che sale la diga sulla Torra, poco a monte del ponte delle Sléche.  Beh,... in verità è alquanto breve e non era stata costruita con finalità ludiche, né era capace di attrarre arrampicatori rodati. Però era bella érta, proprio in piedi! Per bociasse alti niente e di bocca buona, attrezzati solo di sbruffonaggine, cimentarsi su quell’arrampicata era una prova di coraggio che preludeva alla più eroica salita alle Scafa dele Anguane . Vabbé,... effettivamente l’unico vero cimento era infine con sé stessi, cioè se si soffriva o meno di vertigini, dacché chi non ne pativa ci poteva salire con allegra noncuranza. Non io, che allora avevo per davvero paura del vuoto, ma non potevo sottrarmi alla prova per non essere da meno dei più spavaldi. Il problema principa...

MIX - di tutto un po'...

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  (so di averlo già proposto, ma mi piace troppo perchè per me tanto significativo) Un anziano incontra un giovane che gli chiede: - Si ricorda di me? E il vecchio gli dice di no. Allora il giovane gli dice che è stato il suo studente. E il professore gli chiede: - Ah sì? E che lavoro fai adesso? Il giovane risponde: Beh, faccio l’insegnante. - Oh, che bello come me? gli ha detto il vecchio - Beh, sì. In realtà, sono diventato un insegnante perché mi hai ispirato ad essere come te. L'anziano, curioso, chiede al giovane di raccontargli come mai. E il giovane gli racconta questa storia: - Un giorno, un mio amico, anch'egli studente, è arrivato a scuola con un bellissimo orologio, nuovo e io l’ho rubato. Poco dopo, il mio amico ha notato il furto e subito si è lamentato con il nostro insegnante, che era lei. Allora, lei ha detto alla classe: - L'orologio del vostro compagno è stato rubato durante la lezione di oggi. Chi l'ha rubato, per favore, lo restituisca. Ma io non l...

Ciao Mario

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Il Croce è andato avanti incamminandosi sulla bianca strada che conduce in alto... Vogliamo pensare che sia quella che aveva percorso da bambino e che ci racconta in questa sua bella memoria pubblicata quasi quattro anni fa. Passando accanto ai luoghi cari, con passo lieve e cuore sciolto, senza lasciare impronte sulla neve. Rivà al Buso  messà che anca stavolta la Vecia no la se farà catare.    ... da ultimo il baito dei Bertussi. Poi il Cielo.  Quel Cielo che ha accolto coloro che ci hanno preceduto e si sono incamminati per la stessa via. Volti cari con cui riannodare fili spezzati, quei fili della memoria che amava tanto ricordare e scorrere. Ciao Mario.  Gianni e Carla. La Singéla... la prima volta - l'iniziazione - Si deve risalire al Medioevo per capire come nelle nostre povere zone e contrade,  gli abitanti erano obbligati per vivere a coltivare le piccole proprietà di valle. Soprattutto esercitavano i cosiddetti "usi civici" sui terreni boschivi co...

Delmo Stenghele a perpetuam memoria del Papà

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  A PERPETUAM MEMORIA di Stenghele Giovanni Battista "mio padre" che dopo la tragica ritirata della campagna di Russia fu internato per 20 mesi nello "STAMMLAGER XVIII A" nella bassa Austria.

... sempre, Mario...

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E' un ritaglio di foto, un ritaglio piccolo, offuscato, anche dal tempo. E' una foto di sedici anni fa, siamo in pochi ritratti. Conta che ci sei tu. Conta la tua presenza, la tua divisa, la tua bandiera. Certo, Mario, ho dovuto cercare. Ti cercavo insieme al gonfalone, al simbolo più vero di tutte le contraddizioni che sono... Valdastico! Sono stato l'ultimo sindaco ad aver avuto la fortuna di averti al suo fianco. Ero giovane, per te venivo dopo un sacco di anni passati al servizio di Giorgio e (Pier)Giorgio, e solo noi due sappiamo quante volte hai chiamato anche me Giorgio! Eri la memoria di cui ogni sindaco poteva aver bisogno, una miniera di informazioni, la chiave di accesso ad ogni archivio. Non so se sai fino in fondo quanta memoria di Valdastico ti porti via. Se non lo sai tu, lo sa il tuo paese, Mario. A seconda del tuo impegno ti abbiamo visto combattente, cives, emigrante, pensionato. Tra tutti questi compiti rimarrai sempre il Messo Comunale. Quello che conseg...