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Visualizzazione dei post da giugno, 2019

La pagina della domenica

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LA RIFLESSIONE Racconta la leggenda, che un serpente inseguiva una lucciola per divorarla. Il piccolo insetto faceva l'impossibile per fuggire dal serpente. Per giorni fu una persecuzione intensa. Dopo un po' di tempo, la lucciola stanca ed esausta si fermò e disse al serpente: Posso farti tre domande? Il serpente le rispose: - "Non sono abituato a rispondere a nessuno però siccome ti devo mangiare, puoi chiedere!" - - "Domanda numero 1: appartengo alla tua catena alimentare?" - chiese la lucciola. "- No!" - rispose il serpente. - "Domanda numero 2: Ti ho fatto qualcosa di male?" - disse la lucciola - "No, assolutamente!" - Tornò a rispondere il serpente. - "Domanda numero 3: E allora.... perché vuoi mangiarmi?" - "Perché non sopporto vederti brillare!" Morale: In varie occasioni può capitare di incontrare persone che ti criticano, condannano, etichettano, sebbene tu non...

La piccola Veronika e un viaggio inaspettato

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Silenziosa e muta se ne stava la vecchia casa, solo il rumore del vento tra i logori infissi faceva sentire la sua voce, i raggi del sole accarezzavano le mura stanche e la pioggia bagnandola, le portava sollievo. Aveva visto giorni migliori quella casa, tempi dove la luce entrava dalle finestre aperte, dove il vociare di bimbi riempiva le stanze, o i ricordi degli anziani si mescolavano alla polvere del tempo.  Fino al giorno in cui, dopo anni di vita, tutto si era fatto silenzioso e triste: i balconi chiusi, le porte sbarrate, nessun segno di vita, in qualsiasi stagione.  Quando la signora Iva abitava alcune stanze di quella casa, il giardino era tutto fiorito e sui davanzali delle cadenti finestre, i vasi di fiori la rallegravano e le portavano gioia: con il tempo, aveva dovuto abbandonare quella dimora perché la sua salute non le permetteva più di stare da sola.  Ora anche il giardino sembrava abbandonato come la casa, eppure le siepi e le ortensie ...

Olimpiadi invernali 2026 - metropolitane, itineranti, climalteranti... senza neve

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È deprimente vedere l’euforia della partitocrazia e dei media per la decisione del Cio di assegnare a Milano-Cortina le Olimpiadi Invernali 2026.  La candidatura e l’esultanza per la scelta di Milano-Cortina è “apoteosi” e “metafora” allo stesso tempo della nostra “superficialità”, del nostro “surfare social-mediatico” sopra le notizie, mentre si stanno decretando nuovi colpi mortali all’equilibrio ambientale dei nostri territori, del nostro paesaggio geografico e umano.  In questa vicenda la “neve” che si scioglie nell’Antartide o che non viene, o tarda a venire sulle nostre montagne, elemento “base” dei giochi olimpici invernali, diventa, specie la sua “incerta presenza” nel periodo desiderato, “simbolo” della nostra “superficialità”, della nostra “ingiustificata ignoranza” su quello che sta accadendo in Italia e nel Pianeta.  Ma nell’epoca dell’Antropocene l’uomo continua a pensare che può fare di tutto senza conseguenze.  La temp...

Le Calli ciosòte

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A Chioggia tante chiese, tanti ponti, ma anche tante calli che un tempo sono state fulcro della vita popolare cittadina.  Nelle Calli si faceva di tutto: si giocava, si chiacchierava, si lavorava, si vendeva e tanto altro ancora.  Inoltre ognuna aveva la sua caratteristica, spesso legata agli umori prevalenti degli abitanti.  Alcune erano famose per le baruffe ciosòte, altre per il lavoro delle donne nel riparare le reti da pesca e così via... Ogni calle risultava un piccolo universo con i suoi momenti di gioia o di dolore.  Adesso vi si trovano osterie, trattorie e negozi con le loro vetrine. Franca Rocchetti

Il radicchio di Treviso

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Secondo alcuni studiosi, la coltivazione del radicchio iniziò da metà del XVI secolo anche se non vi è alcuna traccia nei testi di divulgazione agronomica pubblicati nel'700 a Venezia.  Le prime notizie del radicchio si hanno nella seconda metà dell'800: un libretto dedicato alle operazioni necessarie per la cura dell'orto durante i vari mesi dell'anno. La consacrazione vera e propria del radicchio rosso come pregiato ortaggio invernale simbolo di Treviso e protagonista delle tavole avviene per opera di Giuseppe Benzi, un agronomo di origine lombarda trasferitosi nel 1876 a Treviso come insegnante e che, divenuto responsabile dell'Associazione Agraria Trevigiana, darà vita, nel dicembre del 1900, alla prima mostre dedicate alla «rossa cicoria». Non è mai stata ben chiara l'origine della tecnica dell'imbianchimento (fondamentale per questo ortaggio) e a riguardo vi sono due teorie. La prima e più probabile, riguarda Francesco Van den Bo...

Carrarmato - di Mariano Castello (granfati)

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4,4 miliardi di africani entro fine secolo: ecco la vera questione che non possiamo più ignorare

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I megatrend sono i cambiamenti in corso da molti anni, destinati a durare ancora a lungo, come la crescita demografica.  Siccome invertirli è impossibile, bisogna prepararsi a gestirli. Ecco come. Così come disponiamo di strumenti per studiare e ricostruire la storia, analogamente esistono strumenti scientificamente solidi per immaginare e studiare il futuro. La ricerca ha infatti sviluppato strumenti affidabili per tracciare i megatrend che caratterizzeranno i prossimi decenni ed elaborare scenari sufficientemente precisi per guidare le decisioni nel presente. Intelligenza collettiva, tattiche militari, strategie resilienti riempiono la cassetta degli attrezzi di una nuova professione: quella del futurista, per la quale, però occorre un talento particolare, ovvero la capacità di nutrire grandi aspirazioni. Pubblichiamo un estratto di Lavorare con il futuro. Idee e strumenti per governare l'incertezz...

Pronti par la barchéta de San Piero?

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San Pietro e Paolo si festeggiano il 29 giugno e come ogni festa che si rispetti ha le sue tradizioni legate alle usanze popolari. Il culto di San Pietro  risale al Medioevo quando i monaci Benedettini lo diffusero in territorio lombardo; nell’ottocento era popolare la leggenda secondo cui « nel giorno di San Pietro debba seguire temporale, perché il diavolo promette alla di lui madre di uscire dall’ inferno per quell’ anniversario », per questo motivo molti pescatori durante questa notte non escono in barca per timore di burrasche e temporali. In altri luoghi invece si pensa che questa notte sia proficua per la pesca, in altri ancora si narra ai ragazzi che le acque del lago siano infide perché la madre di San Pietro pretenderebbe un sacrificio umano, sempre la madre del santo è protagonista di altre leggende che la vedono invece benevola nei confronti dei raccolti perché nei periodi di siccità provvederebbe il 29 giugno a far cadere l...

I video di Gino Sartori: Altopiano di Asiago - Malga Silvagno, Col d'Astiago, Montagna Nuova

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Nuovi percorsi sulla ferrata

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Coscritti del 1933 - archivio f.lli Toldo Polàchi

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 1 - Dino Bonifaci  2 - Armida Lucca  3 - Giovanni Pesavento  4  5  6 - Edda Sartori  7 - Luigi Lucca "postìn"  8 - Giorgio Bonifaci  9 10 - Fioretta Toldo 11 12 - Tiberio Carraro 13 - Giuseppina Sartori minái 14 - Luigia Stefani 15 16 - Francesco Sella 17 - Lucina Serafini 18 - Luigi Toldo "polàco"

Le sgàlmare

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Scarpe d'altri tempi, dette anche sopèi, sono calzature con la tomaia in cuoio (ottenuta dal riutilizzo di vecchi scarponi) e la suola in legno (pioppo, salice, acero, olmo).  Erano le calzature usate dai nostri avi, che non si potevano permettere le scarpe "da ricchi".  La suola, per evitarne una rapida usura, era rinforzata con chiodi corti, dalla testa larga: in gergo, veniva "imbrocchettata". È probabile che il termine derivi dalla corruzione di "dalmata", in quanto simili calzature erano presumibilmente un tempo molto diffuse in Dalmazia. Attualmente, l'uso nel parlato contemporaneo, con sgalmara si intende "scarpaccia" o anche "cialtrone"... Veneto a 360°

Mi spiace, pensavo che il mio caso fosse stato un esempio...

L'acqua di San Giovanni (da segnarsela per l'anno prossimo oramai)

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“ La guazza di San Giovanni guarisce tutti i malanni ”   Post nostalgico di tradizioni antiche, di cose viste fare, di gesti che  piace ripetere. A chi di solito mi chiede: - Ma non crederai mica a queste cose?-   rispondo sempre che non è questione di credere o non credere, visto che quello in cui credo o meno è una questione personalissima, ma semplicemente di ritrovare dentro quei gesti le persone con le quali li ho condivisi. Mi piacciono le tradizioni, le usanze, non solo le mie ma anche quelle di altri popoli e paesi e spesso ritrovo in posti sconosciuti quelle di casa mia. Pensare che un gesto è fatto da anni e anni, che sempre, almeno nel mio caso, è fatto per portare bene, gioia, salute, me lo fa compiere senza poi domandarmi se ha funzionato o meno. Sto già bene nel farlo. Non ha molta importanza che sia legato alla religione, spesso la religione si è appropriata di riti già in uso prima, di frequente legati al v...