martedì 7 agosto 2018

Il buso della rana - Monte di Malo

Il “Buso della Rana”, sito di interesse comunitario, è una grandiosa cavità carsica, un incredibile labirinto di oltre 27 chilometri di gallerie che si trova nel Comune di Monte di Malo, in provincia di Vicenza. Si tratta della più estesa grotta ad unico ingresso presente in Italia formatasi nel corso di alcuni milioni di anni, ad opera dell’erosione lenta, ma inarrestabile dell’acqua.


Il toponimo “Rana” potrebbe far pensare al gracchiante anfibio, ma non è così. Le ricerche dimostrano che “Rana” deriva probabilmente dal termine Medio-Alto-Tedesco “Roan” che significa “Parete rocciosa”, con riferimento all’imponente muraglia che sovrasta l’ingresso.

Le esplorazioni ed i rilevamenti della grotta, ad opera di gruppi speleologici del vicentino, sono avvenute soprattutto negli ultimi decenni portando la parte conosciuta dei cunicoli, dagli iniziali 4 chilometri allo sviluppo attuale.


All’interno della grotta esiste una vastissima gamma di aspetti carsici quali ampie gallerie di crollo, condotte forzate, fessure, diaclasi, laminatoi, marmitte, cascatelle, camini, fusoidi, saloni talvolta grandiosi (oltre 30.000 metri cubi); pertanto la frequentazione deve avvenire soltanto se accompagnati da esperti speleologi, muniti della necessaria attrezzatura.

Il Buso della Rana è una grotta soffiante con una temperatura interna costante intorno ai 13.5 gradi centigradi: nei mesi più caldi questa viene percepita dal visitatore come una brezza fredda ed umida diretta verso l’esterno. Durante l’inverno invece l’imponente ingresso diventa gradevole. Per tale motivo, il ritrovamento di selci nelle zone adiacenti la cavità, dimostrano che il Buso della Rana è stato utilizzato fin dalla preistoria come luogo di abbeverata e approvvigionamento idrico ma non come sito abitabile o riparo permanente.

Dal 2007 è iniziata da parte del Comune di Monte di Malo, finanziato da ingenti fondi statali, un’imponente opera di valorizzazione che prevede il ripristino della ex-cava Maddalena e del piazzale antistante l’ingresso del Buso della Rana, allo scopo di rivalutare, migliorare e rendere ospitale il territorio a comitive turistiche che si recano sul posto per scopi didattici.

Nel mese di Giugno/Luglio di ogni anno si organizza una rassegna di spettacoli, intitolata “Incantamonte”, con musica ad alto contenuto culturale, poesie, proiezioni, che trovano il loro luogo ideale d’esecuzione proprio nel piazzale antistante la grotta, dove l’acustica è perfetta grazie alla presenza di alberi e vegetazione tutt’intorno, dove la temperatura è mite e dove si vive un’atmosfera davvero esclusiva.


Alcune curiosità:


Lo sviluppo del Buso della rana è, come abbiamo già affermato, di circa 27 Km. Il ramo principale è percorribile in poche ore, mentre le gallerie più interne richiedono molto più tempo (anche intere giornate), una buona giuda e la preventiva osservazione delle previsioni meteorologiche (per non restare intrappolati da qualche piena violenta ed improvvisa).

Il Buso della Rana non è una grotta “per tutti”. 
Per entrare bisogna avere una buona esperienza, oppure si deve essere accompagnati da guide o esperti. E’ inoltre necessario avere attrezzatura idonea che, nel caso di visite guidate, viene spesso procurata dalle guide accompagnatrici.

Il sito www.busodellarana.it, realizzato da Sandro Sedran, raccoglie una rilevante quantità di informazioni, fotografie, dati, mappe, ecc… riguardanti il Buso della Rana. Questo può essere considerato il sito Web di riferimento per qualsiasi curioso, esperto o meno, che voglia conoscere i segreti di questa grotta

L’ambiente ipogeo (sotterraneo) richiede massimo rispetto per le strutture carsiche e per le concrezioni calcaree che hanno richiesto un lavoro da parte dell’acqua di centinaia di migliaia di anni. Ogni concrezione (la stalattite è una delle più fragili e vulnerabili) può subire un’alterazione fisico-chimica, talvolta irreversibile, a causa della semplice manipolazione da parte di visitatori. E’ quindi di primaria importanza non toccare mai queste concrezioni, poiché il rischio sarebbe quello di bloccarne la lenta ma continua crescita.
montedimalolive

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