martedì 31 luglio 2018

Centri estivi Valdastico

Mi perdonerete se inserisco foto alla rinfusa, sono veramente tante ed è per questo che in fondo vi ho inserito il link per accedere alla pagina FB dei CENTRI ESTIVI VALDASTICO per chi già non l'avesse visitata. Merita di consultarla perchè penso che TUTTI quelli che si son adoperati come Volontari per far trascorrere queste giornate, meritino

UN GRANDISSIMO 
SCROSCIANTE APPLAUSO 

La fantasia e la creatività hanno superato il limite consentito ;-)

BRAVI 
BRAVI 
BRAVISSIMI!!!

Il mago SPINàRO e la strega GRAMéGNA... direi da considerarli ciliegina sulla torta ;-)










 




El Cimbro sconto

Ubicazione
Qui ci occuperemo delle parole del nostro dialetto che derivano verosimilmente dal Cimbro. Sono vocaboli dell'antica lingua rimasti nella nostra parlata corrente e che sono sopravvissuti divenendone parte. A volte adattandosi foneticamente, altre assumendo addirittura un significato diverso per allegoria.

La parola di oggi è:

  • Gnégnara, Gnàgnara
  • Indica un malessere indistinto e debilitante con febbriciattola. 
Deriva dalla voce originale Gnégnara. Forse legata a Gnégna, zia. 

- Aggettivi: Ingnagnarà (Febbricitante)
- Frase: A go na gnàgnara intorno! (Ho un leggero malessere)
È sinonimo di: Febréta.

lunedì 30 luglio 2018

Il Sentiero europeo E5

E che l'avventura abbia inizio!...

BONATO FABIO
LORENZI NICOLO'
LUCCA RICCARDO
SBERZE MASSIMO

in cammino...



Il sentiero europeo E5 è un sentiero europeo  che da pointe du Raz, nella costa dell'Atlantico in Bretagna (F) attraversa le Alpi passando per Svizzera, Germania, Austria e raggiunge l'Italia terminando, secondo progetto, a Venezia. 
Il percorso totale sarebbe di 3200 km, ma attualmente il tratto Verona-Venezia non è definito, per cui al momento termina presso l'Arena di Verona, per un totale di circa 3.050 km.
La parte più comunemente percorsa è quella che dal lago di Costanza raggiunge Verona: un percorso di 600 km per il quale sono mediamente necessari per un buon camminatore circa 30 giorni di cammino. Tale tratto fu definito da Hans Schmidt di Sonthofen e realizzato interconnettendo sentieri esistenti dalla Federazione Europea Escursionisti che lo inaugurò il 2 luglio 1972.
Nonostante il sentiero attraversi anche zone rocciose con alte cime, non è necessaria alcuna esperienza di scalata. 
Lungo il percorso vi sono diverse possibilità di riparo e pernottamento tipicamente in rifugi alpini




Il tratto italiano del sentiero

  1. Passo del Rombo-> San Leonardo in Passiria
  2. San Leonardo in Passiria -> Rifugio Punta Cervina
  3. Rifugio Punta Cervina -> San Genesio Atesino
  4. San Genesio -> Bolzano
  5. Bolzano -> Nova Ponente
  6. Nova Ponente -> Cembra
  7. Cembra -> Palù del Fersina
  8. Palù del Fersina -> Vetriolo Terme
  9. Vetriolo Terme -> Levico Terme
  10. Levico Terme -> Carbonare presso Folgaria
  11. Albergo Forte Cherle in loc. Forte Cherle - San Sebastiano (Folgaria)
  12. Carbonare -> Rifugio Vincenzo Lancia (Pasubio)
  13. Rifugio Vincenzo Lancia (Pasubio) -> Rifugio Achille Papa
  14. Rifugio Achille Papa (Pasubio) -> Strada degli Eroi -> Pian delle Fugazze
  15. Pian delle Fugazze -> Rifugio Antonio Giuriolo (Passo di Campogrosso)
  16. Rifugio Campogrosso -> Giazza
  17. Giazza -> Verona (val borago)
  18. Verona-> Vicenza
  19. Vicenza-> Venezia
  20. (fonte Wikipedia)

El Cimbro sconto

Qui ci occuperemo delle parole del nostro dialetto che derivano verosimilmente dal Cimbro. Sono vocaboli dell'antica lingua rimasti nella nostra parlata corrente e che sono sopravvissuti divenendone parte. A volte adattandosi foneticamente, altre assumendo addirittura un significato diverso per allegoria.

La parola di oggi è:

  • Slàparo 
  • Indica chi parla, mangia e si comporta in modo difforme dalle buone regole. 
  • A volte era anche usato con i ragazzini che non stavano agli ordini. A San Pietro divenne un dispregiativo usato nei confronti degli abitanti di Rotzo.
Deriva dal verbo Slapparn (Ted. mod.: Schlabbern) che significa lappare, bere o mangiare rumorosamente schioccando la lingua. Per estensione è andato a identificare chi parla in modo poco chiaro o incomprensibile, come fu appunto degli ultimi parlati cimbro.

- Aggettivi:  (/)
- Frase: (/)
È sinonimo di: Paciolare

domenica 29 luglio 2018

La pagina della domenica




LA RIFLESSIONE





LA POESIA


Cadono pezzi di me
a mia insaputa,
mi ritrovo spoglia
come un armadio vuoto
senza sapere come riempirlo.
Eppure c'è tanta roba
che aspetta di essere valutata,
che spera di essere indossata
come la più bella delle sensazioni,
solo che
non mi piacciono per niente.
Mi guardo indietro
per capire cosa mi sto perdendo,
ma le sensazioni
non hanno occhi,
vivono di essenze impalpabili
e percepirle
può essere tremendo.

Francesca Stassi



LA FRASE

Una vera Amicizia inizia con ciò che ci accomuna 
e prosegue con il rispetto per ciò che ci differenzia.


LA FILASTROCCA

Sono tante le bocche e le orecchie in cui passa,
diventa più grande, si gonfia, s'ingrassa...
chi aggiunge un pezzetto, chi male ha capito e chi, 
un po' cattivo...
la storia ha condito.
La chiacchiera piace a tutti i curiosi,
a chi è un po' maligno, a quelli invidiosi.
Di certo non piace a chi è preso di mira, 
ma attenti alla prossima...
E' una giostra che gira...

I viaggi della cicogna


Di questi tempi, 
nascite e matrimoni, 
iniziano ad essere sempre più rari...
E quando succede 
è doveroso gioirne doppiamente 
e condividere.
A Valpegara è arrivata 
VIOLA SARTORI!!!  
Una piccola luce, 
una piccola speranza!!!
AUGURI 
e CONGRATULAZIONI A TUTTI

e a VIOLA 
un futuro radioso!!!

Viaggio insolito



Quello che il nostro compaesano Fernando Spagnolo mi ha permesso di fare, è un viaggio nella memoria. 
Mi aveva chiesto se potevo andare a prenderlo a Camporosà per riportarlo a San Pietro. 
Voleva far conoscere la Singéla ai suoi nipoti provenienti dal Belgio. 
Le facce erano stanche, ma contente. 
Quando sono arrivato Mirco aveva già pronta la pasta con i funghi e perciò ci siamo seduti tutti assieme a mangiare, assaporando un’atmosfera da tempi passati. 
Non ci siamo fatti mancare un abbondante pezzo di formaggio d’Alpeggio, inconfondibile per il caratteristico colore giallo e dalla presenza di tante piccole occhiature. 
Nel viaggio di ritorno Fernando mi ha raccontato molti aneddoti sulla Singéla, ha raccontato dei Cavallari, di mio Padre, delle sue avventure di spazzino della Singèla, un fiume di ricordi, difficile per la nostra generazione e per quelle future, capire quanto questa mulattiera abbia rappresentato. 
Grazie Fernando!
Gino Sartori

Tre donne, tre storie



(Ho trovato questo scritto in rete e ho pensato di proporlo)

Sono un po’ “stanchino”, stasera, dopo una giornata a dir poco “faticosa”, ma prima di spegnere la luce vorrei condividere con chi vorrà leggerli questi pensieri, che mi martellano la testa.
Dico subito che non sarò breve, per invitare chi non ha voglia/tempo a passare oltre...
La vita di un sindaco può essere massacrante (vi assicuro che spesso è così), ma anche piena di straordinarie opportunità, di momenti che ti penetrano nello stomaco e sono colpi forti da assorbire (credetemi sulla fiducia anche in questo).
Capisci che sono anche grandi regali, da cui impari tanto, ammesso che riesci a metabolizzarli.

Oggi ho vissuto tre situazioni diverse, ma ho soprattutto incrociato tre donne straordinarie. Che mi resteranno nel cuore e nella testa.
Non credo affatto si conoscano tra loro, ma c’è un filo rosso, (ma d’acciaio però, e capirete perché) che le tiene unite, pur nelle loro storie così diverse.
La prima si chiama Francesca. Avevo letto di lei, ma stamattina l’ho conosciuta di persona alla stazione di Thiene. Poche parole le sue, anche con i giornalisti che la intervistavano.
Quelle giuste. Quelle che servono e che bastano. Occhi scuri, sguardo forte. Una di quelle che capisci subito che è tosta, nonostante sia giovanissima.
Lei vive (credo da sempre, non la conosco granché) su una carrozzina.
Immagino che la sua vita non sia mai stata facile. 

Ad un certo punto si è trovata davanti ad un ennesimo muro (le chiamiamo abitualmente barriere architettoniche) che le avrebbe impedito di poter frequentare l’università a Vicenza, lei che vive a Lugo. Non ha mollato e non si è persa d’animo. Ha fatto la sua battaglia e ha vinto. Stamattina abbiamo festeggiato l’avvio di un servizio che le consentirà di andarci in treno, all’università, superando quel maledetto scalino per salire in carrozza.
È poca cosa, uno scalino. Però succede spesso che noi che stiamo bene neanche ce ne accorgiamo. E lo scalino resta lì. Grande, la Francesca. Non deve essere stato facile. C’è riuscita.
Seconda donna. Stasera al teatro del Centro Giovanile a Santorso ho ascoltato le parole di Claudia, un’altra bella tosta. Raccontava la sua storia, sul palco, mescolandola alle danze hip hop delle sue amiche, sia quelle che accompagnano le sue serate (lo spettacolo si chiama: Ce la farò anche stRavolta) sia quelle che hanno vissuto la sua stessa esperienza. Claudia racconta di un drago nero, che si chiama cancro, che ha affrontato e combattuto. Con un’energia positiva che ti fa sentire tanto, ma tanto piccolo e inadeguato al confronto... 

Grande, la Claudia. Parole vere. Penetranti. E tanta tanta voglia di vivere. Quella che vedi nei film stucchevoli, e sai che è finta. Qui invece è tutta vera. Non ci sono dubbi. Ti entra dappertutto. 
Grazie, Claudia.
Meriterebbero molto più spazio, e parole giuste, che io sicuramente non so trovare.
Ma vi devo raccontare di una terza donna, forse ancora più forte delle prime due.
La chiamerò Giovanna, che non è il suo vero nome. Perché non sono sicuro che vorrebbe si parlasse di lei.
L’ho conosciuta nel tardo pomeriggio, sempre a Santorso, bussando alla sua porta di casa, ed entrandoci più che intimidito.
Ci vive davvero da una vita lì dentro (e qui le parole andrebbero soppesate fino in fondo, perché fanno male, a ben pensarci). Lì dentro, in quella casa, ha assistito e curato suo padre, per ben 26 anni, dopo che era diventato un disabile con tante necessità, ma anche sua madre, malata pure lei. E poi, come se la vita non le avesse riservato già abbastanza, suo marito, che da diversi anni si trova in una condizione ancora peggiore di suo padre.
Impossibile, può pensare qualcuno. Tutto vero: garantisco io. Su questo terreno non permetterei a nessuno di montare fandonie. Figuriamoci a me stesso...
Giovanna se le è caricate addosso, queste tre tragedie. E lo ha fatto mollando e rinunciando a tutto. Compreso il lavoro. Compreso, temo, se stessa.
Io ci ho lavorato, per trent’anni, con le persone con disabilità e le loro famiglie. E di storie dolorose ne ho viste e conosciute parecchie, ma il volto di Giovanna stasera mi raccontava qualcosa che non avevo ancora mai visto. Qualcosa che toglie il fiato, che ha rischiato di portarmi a domande pericolose per la mia fede e per la mia salute mentale.
E invece Giovanna non ha detto una sola parola di lamento, nel raccontarmi la sua storia straziata e continuava a sorridere accarezzando con una tenerezza infinita quel corpo di uomo devastato dalla malattia rannicchiato nel letto. E la guardavo, con quel suo volto scavato, e ad ogni secondo che passava mi sentivo sempre più una merda infinita, con i miei piccoli grandi problemi esistenziali, in cui spesso mi perdo, rispetto ai suoi, così veri, irrisolti ed irrisolvibili.
E mi è sembrata una luce, Giovanna, a cui guardare, in questi giorni così bui...

Francesca, Claudia, Giovanna.
Tre donne. Non credo affatto sia una coincidenza.
Noi uomini dobbiamo solo piegare la testa. E tacere. E imparare.

Ora provo a dormirci sù, se ci riesco. 

 


E domani provo a ricordarmi di loro, che oggi mi hanno insegnato tanto.
Franco Balzi - Sindaco di Santorso

sabato 28 luglio 2018

Tempo di funghi... Amanita falloide




E' considerata il più velenoso tra i funghi che crescono dalle nostre parti (le foto  sono scattate sopra contra' Baise).
E' inodore ed insapore e la sua pericolosità è dovuta al fatto che  può avere una lunga incubazione (anche 18 gg.), distruggendo piano piano le cellule epatiche e causando cirrosi.
Meno pericolosa se ci si accorge di averla da poco ingerita, dato che con una lavanda gastrica si può risolvere l'avvelenamento.
Cresce comunemente nel bosco di latifoglia (es. dietro la chiesetta di Santa Margherita di Rotzo), pertanto su terreno dove crescono anche le mazzetamburo (le "ombréle").
Residui di essa, infatti, si sono trovati sul cappello delle stesse mazzetamburo, che si consiglia sempre di pulire grattandolo con un coltello seghettato (in questi casi l'avvelenaamento è meno problematico poichè si tratta di residui secchi che hanno perso gran parte della loro pericolosità).
Difficilmente si trova nel bosco di aghifoglia, se non al limite, soprattutto se c'è presenza di larici o pini silvestri.
Riccardo Stefani 

(io, da grande intenditrice qual son sempre stata ;-) ... pensavo che la letale fosse quella rossa coi puntini bianchi, ma Riccardo mi smentisce...)

Matrimonio a San Pietro (2018)



OGGI
ALLE ORE 16
NELLA CHIESA PARROCCHIALE 
DI SAN PIETRO 
SI UNIRANNO IN MATRIMONIO 

ELEONORA SARTORI 
MICKAEL FONTANA

ELEONORA SARTORI: addio al nubilato al lago di Garda e pure con Autista personale...



venerdì 27 luglio 2018

Il 27 luglio l'eclissi di luna più lunga del secolo










Uno spettacolo straordinario, quello che andrà in scena nei cieli italiani la notte di venerdì 27 luglio. Il sole, la Terra e la luna si troveranno perfettamente allineati - si ha dunque una eclissi totale di luna, il fenomeno per cui la luna viene oscurata dall'ombra del nostro pianeta.

L'eclissi totale di luna si verifica con una cadenza ciclica (tra 2018 e 2019 ne sono previste tre, poi bisognerà aspettare il 2021) ma quella del 27 luglio ha due particolarità che ci interessano da vicino: sarà visibile dal nostro Paese, isole comprese, e sarà la più lunga del secolo: ben 103 minuti. 

QUANDO SI VEDRÀ L'ECLISSI
La sera del 27 luglio la luna sorgerà poco prima delle 21, già in fase di penombra; la fase di totalità dell'eclissi si verificherà invece tra le 21.30 e le 23.13. Il culmine dell’evento è previsto alle 22.22. Il fenomeno celeste si concluderà con l’uscita del satellite dal cono di penombra terrestre all’1.28. Durante l'eclissi, la luna diventerà rossastra: il fenomeno è dovuto alla rifrazione dei raggi solari che attraversano l'atmosfera terrestre.
Gli astronomi ci segnalano che la serata sarà ancor più suggestiva grazie alla presenza in cielo di ben quattro pianeti visibili a occhio nudo: Venere, Giove, Saturno e Marte.
I primi tre saranno visibili sin dal crepuscolo, rispettivamente tra le stelle del Leone, della Bilancia e del Sagittario. Per Marte bisognerà invece attendere le 21: sorgerà insieme alle stelle del Capricorno, poco al di sotto della Luna in eclissi. In particolare il Pianeta rosso si troverà in opposizione e “molto vicino” alla Terra (57,6 milioni di chilometri), una situazione favorevole all’osservazione.  
Ovviamente, nuvole permettendo...

DOVE VEDERE L'ECLISSI
Naturalmente l'eclissi totale di luna si può vedere dalla finestra di casa così come dalla vetta di una montagna, ma in tutta Italia vengono organizzati numerosissimi eventi per permettere una osservazione migliore, in compagnia di astronomi e con l'utilizzo di telescopi.

Squadre di calcio di un tempo...

 (dall'archivio storico dei f.lli Toldo)


 1 - Nicolino Moro
 2 - Tarcisio Fontana
 3 - Lionello Bonifaci
 4 - Edy Pertile
 5 - Sergio Lucca
 6 - Piergiuseppe Lorenzi
 7 - Ferruccio Stefani
 8 - Alessandro Dalla Via
 9 - Franco Lorenzi
10 - Sesto Bonifaci
11 - Giorgio Toldo
12 - Giorgio Lucca
13 - ?

La squadra di calcio "L'AZZURRA"


Gilberto Lorenzi - L’Arbitro - Corrado Toldo - Amelio Toldo - Ampelio Toldo - Antonio Toldo - Battista Toldo - Renzo Toldo - Franco Lucca - Giuliano Fondasi  - Gastone Poletto - Antonio Lucca - Domenico Toldo - Fabrizio Lorenzi - Giancarlo Fontana Dario Moro - Giorgio Lucca - Lionello Bonifaci - Federico Spagnolo

Squadre di calcio di un tempo...



In piedi: Ferruccio Stefani - Aureliano Bonato - Sergio Lucca - ? - Fabrizio Lorenzi - 
Marco Bonifaci - Roberto Slaviero -  Ivano Munari - Ermanno Lorenzi - Domenico Lorenzi
Accosciati: Domenico Toldo - ?- Antonio Lorenzi - Tarcisio Fontana - Loris Pertile - 
Oscar Nicolussi - Giancarlo Lorenzi - Giorgio Lucca - 





In piedi: Franco Lorenzi - Sesto Bonifaci - Lionello Bonifaci - 
Sandro Dalla Via - Loreto Toldo - Piergiuseppe Lorenzi 
Accosciati: Sergio Lucca - Giorgio Toldo - Nicolino Moro - 
 Tarcisio Fontana - Silvio Eugenio Toldo

 


In piedi: Stefano Bonifaci - Luigi Toldo - Remo Lorenzi - 
Luigi Lucca - Stelvio Spagnolo - Sergio Giacomelli  - 
Gastone Spagnolo - Gianni Pesavento - Antonio Toldo - 
Spagnolo  - Luciano Toldo -
Accosciati: Germano Gianesini - Ermanno Lorenzi - Antonietto Sella - 
Antonio Spagnolo - Gilberto Lorenzi - Tarcisio Spagnolo - 
Giacomelli  - Umberto Giacomelli


giovedì 26 luglio 2018

ANTONIO LORENZI "canéla"




Nel centenario della Grande Guerra i nipoti di Antonio Lorenzi "canéla" hanno desiderato appendere nella casa dove visse, una targa a ricordo.
Ho portato avanti anche il post di tempo fa, dove Gianni ne ricordava il gesto eroico per il quale gli fu conferita la medaglia d'argento.

ANTONIO LORENZI - Medaglia d'Argento al Valor Militare







I nipoti di Antonio Lorenzi mi hanno espresso il desiderio di riproporre il post per ricordare OGGI il loro valoroso zio, nel centenario del suo gesto eroico per il quale fu decorato di medaglia d'argento.


 




Credo che molti paesani ignorino di avere avuto fra i loro concittadini un decorato di Medaglia d'Argento al Valor Militare della prima guerra mondiale. 
Non è cosa ordinaria essere insigniti di questa onorificenza e mi pare che in Valle ve ne siano solo due: 
A Velo (benché nativo di Rovato BS) Mons. Francesco Galloni, mitico cappellano del Btg. Alpini "Monte Suello", fondatore dell'Ordine delle Figlie di Maria Annunciata (Montanina), della Pro Oriente e ispiratore della costruzione della chiesetta di Santa Maria del Pasubio;  
Da noi: Antonio Lorenzi Canèla. 



Antonio nacque a San Pietro di Rotzo il 26 novembre 1896, da Giacomo e Lucca Maria, terzo di undici figli. (Marianna 1892, Margherita 1894, Antonio 1896, Ettore (Bepi Sélega) 1899, Maria 1901, Caterina (Catìna) 1904, Domenica 1906, Domenico 1908, Domenica (Meneghìna) 1909, Elena 1912, Egidio 1915.
Frequentò in paese le scuole elementari e allo scoppio della guerra venne chiamato alle armi il 25 Novembre 1915. 
Era minatore di professione per cui venne assegnato al 5° Reggimento Genio, da dove, dopo un periodo di addestramento fu inviato in zona di guerra (il 5 marzo 1916) e assegnato alla 25ª Compagnia Genio Minatori.

Durante la guerra fu sul Gruppo del Pasubio e nella primavera del '18, durante la storica fase delle mine austriache e contromine italiane, si meritò la medaglia d’argento al valore militare con la seguente motivazione:

"Con elevato spirito militare, sprezzante del pericolo malgrado l’evidente minaccia di esplosioni di mine nemiche, si offriva volontariamente di prendere parte al caricamento di due contromine dimostrando attività e coraggio esemplari" Monte Pasubio 13-3 1918.
(Bollettino Ufficiale 43 del 20 Giugno 1919, pg. 3006)

Dopo la guerra, nel 1920, emigrò negli Stati Uniti, dove si era già trasferita la sorella Margherita.

Partì da Genova il 13 ottobre con la motonave Giuseppe Verdi per recarsi dalla sorella, nel frattempo sposata con Giovanni Brazzale originario di  Caltrano, a Rockford, Illinois.
Venne raggiunto nel 1929 dalla sorella Elena di soli 16 anni, che si sposerà in seguito con Rudella Francesco di Caltrano.

Visse per tanti anni a Chicago e Detroit, lavorando come minatore e poi muratore, quindi all’inizio degli anni '60 si trasferì a Los Angeles, assieme a tutte le altre famiglie.


Ritornò in Italia definitivamente alla fine degli anni '60 stabilendosi a San Pietro, dapprima in via Regina Margherita, dov'era l’abitazione di famiglia e successivamente, dopo una malattia, presso la sorella Domenica, ai Cerati.
Concluse la sua esistenza terrena il 16 Agosto 1973 all’Ospedale di Schio senza lasciare discendenti. 

Decorare Antonio della Medaglia d'Argento al Valor Militare da vivo, non è stato un ossequio al grado o alle appartenenze; era un soldato semplice e per giunta del Genio, arma un po' emarginata dalla retorica militaresca della prima linea e dell'epoca. È stato un riconoscimento al suo valore di uomo e di soldato; equivalente ad una medaglia d'oro, considerate le circostanze.
Ci piace quindi ricordarlo qui sul Blog grazie alle notizie forniteci dai suoi nipoti Toldo.


Era un uomo buono e generoso, che con i risparmi di una vita di sacrifici aiutò i propri parenti e soprattutto l'opera di sua zia Madre Lorenzina Lucca delle Suore Maestre di S. Dorotea, alla quale era particolarmente legato. 
Questa religiosa nostra paesana, infatti, fondò e diresse un orfanotrofio  a Castellarquato (Piacenza), dove morì nel 1960. Presso quest'opera, in tempi più grami degli attuali, trovarono ospitalità ed aiuto anche diverse ragazze del paese.
Un tempo, spesso solo l'appartenenza agli ordini religiosi, o al clero secolare, consentiva ad alcuni giovani di poter progredire negli studi ed affrancarsi da una vita segnata da stenti ed emigrazione.
In questo ambito ebbero così modo di esprimersi talenti di intelligenza e carità altrimenti negletti, che spesso si distinsero nella loro opera, onorando così anche il proprio paese.
Suor Lorenzina è ricordata con una piccola lapide affissa nella chiesa del nostro cimitero.

Antonio ha vissuto una vita che rappresenta emblematicamente il travagliato ciclo della sua generazione: la giovinezza in un periodo di rinnovate speranze, la guerra devastatrice, l'effimero periodo della ricostruzione e delle speranze deluse, la lunga emigrazione e infine il ritorno all'origine; in quel posto della terra e dell'anima dove  furono educate le sue virtù.

Perché quest'uomo dallo sguardo chiaro e mite, onorò con il suo valore anche la sua terra e la sua gente.
Gianni Spagnolo


(Ringrazio il nipote Giorgio Toldo per le informazioni e la documentazione messa gentilmente a disposizione)

Potenza del nome

[Gianni Spagnolo © 25A20] A ben pensarci, siamo circondati da molte cose che non conosciamo. Per meglio dire, le vediamo, magari anche frequ...