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Visualizzazione dei post da maggio, 2018

Splendida Upupa nel boschetto di Alago

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Dal Brennero alla Puglia: un pellegrinaggio in 91 tappe che toccherà l’Alto Vicentino

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Sarà presentato venerdì sera alle 21 al Teatro OO.PP. di via San Francesco a Thiene il neonato ‘Itinerario dell’Unione’, un pellegrinaggio a piedi che quest’estate per la prima volta unirà il Brennero alla Puglia toccando 7 regioni, passando per Thiene e l’Alto Vicentino. Un progetto di alta spiritualità patrocinato dall’Associazione europea delle vie francigene che vuole fare del cammino una espressione di vita cristiana raggruppando i partecipanti in un itinerario comune, un percorso di quasi 2 mila chilometri e 91 tappe con partenza il 2 luglio dal Brennero (BZ) e arrivo il 30 settembre a Santa Maria di Leuca (LC). Del pellegrinaggio sarà parte integrante anche il ‘Cammino delle Apparizioni’, (percorso di 100 chilometri dal Santuario di Monte Berico a Vicenza al santuario della Madonna di Pinè a Trento), itinerario tutto di casa nostra promosso in particolare dal sindaco di Valdastico Claudio Guglielmi, presidente dell’associazione ‘...

I video di Gino Sartori - VAL SILLA' - FORTE CORBIN

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Nel primo tratto di questo sentiero saliamo per l'antica strada medioevale della Val d'Astico posta sulla riva sinistra del fiume, che porta alla torre alta (o torre scaligera). Fino ad incrociare il sentiero gestito dal CAI di Dueville(639), che sale verso l'altopiano di Asiago; Questo sentiero era utilizzato per lo sfruttamento dei pascoli e della legna della Val Sillà, valle composta da una parte ripida che scende verso Barcarola ricca di faggio e carpine e da una conca tra i boschi dell'altopiano di Asiago ricca di faggi e peccete. Questa via fu molto importante fino all'inizio della Grande Guerra per i valligiani di Cogollo e contrade per salire al Cengio.    FORTE CORBIN Situato nella zona occidentale dell’Altopiano di Asiago, in prossimità del Monte Cengio e del paese di Treschè Conca, il Forte di Punta Corbin fu uno dei forti italiani che costituivano la linea difensiva sulle Prealpi vicentine. Costruito a partire dal 1906 su uno spe...

Il lupo fotografato a Forte Cherle da Roberto Piccinini

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La Pìtima

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Almeno una volta nella vita ci saremo sentiti dire  “ No sta far la pìtima! ” , oppure “ A go na pìtima intorno !” Ma cosa significa esattamente? L’origine del termine pare sia legata ad una figura tipica del panorama sociale delle Repubbliche Marinare di Venezia e di Genova. Si trattava di una persona pagata per seguire pedissequamente chi aveva  un debito  moroso. Il pedinamento costante era accompagnato da gemiti, urla, lamenti e schiamazzi per attirare l'attenzione pubblica. La pìtima (o pittima, in italiano) infatti era solita lamentarsi e urlare senza sosta seguendo il malcapitato debitore.  Grazie a questa pressione e alla pubblica umiliazione  che ne derivava, il debitore si trovava dunque c ostretto a saldare i suoi conti . La pìtima era facilmente riconoscibile perché vestiva vistosamente di rosso e questo faceva sì che tutti sapessero del debito, aumentando l’imbarazzo del pedinato. Questo colorato molestatore aveva dunque un r...

La pagina della domenica

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LA RIFLESSIONE Lettera di un anziano padre al figlio Se un giorno mi vedrai vecchio, se mi sporco quando mangio e non riesco a vestirmi, abbi pazienza con me: ricorda il tempo che ho trascorso ad insegnarti queste cose. Se quando parlo con te ripeto sempre le stesse cose, non mi interrompere. Ascoltami. Quando eri piccolo dovevo raccontarti ogni sera la stessa storia finché non ti addormentavi. Quando non voglio lavarmi, non biasimarmi e non farmi vergognare. Ricordati quando dovevo correrti dietro inventando delle scuse perché non volevi fare il bagno. Quando vedi la mia ignoranza per le nuove tecnologie, dammi il tempo necessario e non guardarmi con quel sorrisetto ironico. Ho speso molta pazienza per insegnarti l'ABC e le prime addizioni. Quando ad un certo punto non riesco a ricordare o perdo il filo del discorso, dammi il tempo necessario per ricordare, ...

Capitello della Torra: simbolo del mese di maggio

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A31

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Na volta in Contrada

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Ma che bella la Contrada, una piccolissima realtà in cui vivere, straordinaria e unica, perché tutte diverse una dall’altra. I gruppi familiari molto spesso davano il nome alla Contrada, ne sono testimoni le bellissime contrade disseminate sugli 8 Comuni altopianesi, come per esempio la Contrada Pozza a Lusiana, Frisoni a Enego, Rodeghiero ad Asiago, Sambugaro a Gallio, Bagnara a Conco, Rebeschini a Roana, Stona a Foza e tante altre, ed anche se uno emigra, resterà sempre la sua contrada, la sua identità, la sua provenienza…" mi son de San Domenego… mi vegno xo dai Costa, dai Ronzani ecc. ecc."  La gente con la quale si è cresciuti, giocato, lavorato, divertito, amato, la Contrada della memoria, quella della vita tribolata, ma vissuta uno a fianco l’altro, “ciacolàre fora dala porta” dove tre donne formavano già un gruppo whatsapp!!! Na volta in Contrada si era tutti uguali, perché si era tutti poveri, ci si accontentava di poco, e proprio dal non pos...

A scuola si studierà la storia dell’emigrazione veneta

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In tutte le scuole di ogni ordine e grado del Veneto si studierà la storia dell’emigrazione veneta: lo prevede il protocollo di intesa tra Regione Veneto, Ufficio scolastico regionale e le sette associazioni venete per l’emigrazione. A partire dal prossimo anno scolastico, a insegnanti e studenti saranno proposti interventi di  approfondimento, incontri con i testimoni e lezioni di storia per comprendere il fenomeno migratorio che ha interessato il Veneto a partire dagli ultimi tre decenni dell’Ottocento fino al secondo Dopoguerra. Le associazioni dei veneti nel mondo (Associazione Veneti nel mondo, Unione dei Triveneti nel mondo, associazione degli emigrati ed ex emigrati in Australia e Americhe, Bellunesi nel mondo, Trevisani nel mondo, Veronesi nel mondo e Vicentini nel mondo) metteranno a disposizione relatori, esperti e materiali per realizzare corsi per insegnanti e moduli di approfondimento p...

Non sono piú fra noi

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Consiglio Comunale

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Ciauscamìnti (R.0)

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Proviamo a lanciare un Post sul tema dell’Antica Lingua, cioè del  CIMBRO , dove si possano lasciare testimonianze, commenti, domande, chiarimenti, parole, racconti, poesie, ecc., con particolare riferimento ai suoi retaggi nell’Alta Valle dell'Astico, ma non esclusivamente. Per rompere il ghiaccio e focalizzare l’argomento, ripropongo un estratto dal mio post " La parlata cimbra nell’Alta Val dell’Astico ” pubblicato il 1° Agosto 2012 e limitato agli aspetti documentali di cui sono a conoscenza; depennato quindi delle mie più soggettive considerazioni allora espresse.  Gianni Spagnolo ../.. A San Pietro si parla ( parlava ) un veneto più duro, spigoloso, aspro e spesso con termini diversi e accenti traslati rispetto a quello dell’area pedemontana.   Esso non ha la morbidezza del Vicentino né la simpatica cantilena del Trentino; anche se fa da ponte territoriale tra i due, mi pare che non li leghi come invece sarebbe naturale aspettarsi.   Si...