giovedì 26 gennaio 2017

Non sono più tra noi

Lucinda Pettinà in Bertoldi di anni 90 da Scalzeri di Pedemonte
Angelo Bertoldi di anni 92 da Scalzeri di Pedemonte
(moglie e marito deceduti a pochi giorni di distanza)

Luca Pollini di anni 49 da Seghe di Velo d'Astico
(cuoco da parecchi anni alla Casa di Riposo di San Pietro)

martedì 24 gennaio 2017

Sant'Anna di Valdieri

Un nostro lettore, da anni costretto lontano dal Paese, entusiasta per la prossima apertura del bar "da Lisa", m'invia questo articolo per incoraggiare Lisa e tutti i Giovani a provare a rimanere in Paese, con un po' di speranza e tanto coraggio... 



Clara gestisce il negozio, Claudia il bar, Monica il B&B, Cinzia il campeggio, Teresa la locanda, 

Marcella la Casaregina e sua sorella Michela la Casalpina. 

Queste giovani donne sono l’«anello forte» di Sant’Anna di Valdieri, minuscola frazione a 970 metri, 

nel Parco Alpi Marittime.
  
Hanno fatto una scelta di vita: «Quella dei piccoli numeri» che però grazie alla loro imprenditorialità in questi anni sono cresciuti portando nella borgata turisti da Olanda, Inghilterra, dalla vicina Francia e anche dalla Russia. «Al centro abbiamo messo il nostro amore per la montagna vista nella sua sacralità, senza stravolgere antichi equilibri. Muovendoci in punta di piedi».
Le strutture erano lì da anni. Alcune ancora in buono stato, altre un po’ meno. Serrande abbassate, persiane chiuse trasmettevano tristezza e abbandono. Sono bastati alcuni interventi per riportarle in funzione e dare vita alla comunità: 12 gli abitanti stanziali. Claudia Giordano, Cinzia Re, Monica Brao e Clara Lovera sono originarie della vallata mentre Teresa Lattarulo, Marcella e Michela Formento sono le «forestiere» perché arrivano dalla pianura. Alcune di loro hanno lasciato il posto sicuro per una scelta di vita lontano dai grandi flussi.
«Il grosso del lavoro è concentrato in estate. Quello che manca è avere una stagione più dilatata, con iniziative che richiamino gente come accade per la Festa della segale, in agosto» spiegano. Grazie a queste giovani donne e a Cinzia Chiambretto che ha investito nella locanda, dandola poi in gestione a Teresa, Sant’Anna è tornata alle sue origini turistiche.
Già nell’Ottocento Vittorio Emanuele II fece costruire una palazzina (ancora ben conservata) destinata a diventare il quartiere generale estivo dei Savoia fino agli anni ’30. Dalla patrona alla regina Elena, dalle signore, che sono il motore della Festa della segale, alle sette imprenditrici, la figura femminile ha avuto e ha un ruolo di grande importanza per Sant’Anna e nel Museo della segale si può visitare la mostra in loro omaggio: «Donne di corte e donne di montagna».

Ci sono migliaia di piccoli Comuni 
che hanno gli stessi problemi del nostro.
Si dice "Mal comune mezzo gaudio"... 
ed è consolante e forse incoraggiante
sapere che anche altrove 
si organizzano festicciole come da noi. 
A Valdieri (900 abitanti in provincia di Cuneo) 
sembra d'essere a San Piero o Pedescala o Forni. 



lunedì 23 gennaio 2017

Valdastico Nord-Iniziano i carotaggi geologici per l’autostrada

Sono già iniziate a Cogollo del Cengio le indagini geologiche finalizzate alla realizzazione del progetto preliminare per il proseguimento della Valdastico Nord.

Le zone nelle quali si stanno effettuando i carotaggi sono piazzetta Casale nei pressi della piccola oasi ecologica e due punti lungo il tracciato della pista ciclabile tra località Schiri e Ponte della Pria, tutte aree stradali di proprietà demaniale.

L’autorizzazione alle indagini era stata richiesta il 3 gennaio dalla ditta Technital Spa, appartenente al consorzio Raetia di Verona, incaricato dalla società autostrada Brescia Verona Vicenza Padova Spa di elaborare il progetto definitivo della A31 Nord. La richiesta è poi stata approvata dalla giunta di Piergildo Capovilla martedì scorso.

Altri carotaggi sono già stati effettuati nella frazione di Casotto di Pedemonte.

Marta Boriero-altovicentinonline
Del Comitato NoValdasticoNord non c'era l'ombra... 
Fa male dirlo ma è giusto dirlo! 
C'erano tre cittadini, un po' cani sciolti, 
eppur presenti per amore 
della partecipazione e della Valle dell'Astico
Irma Lovato Serena

giovedì 19 gennaio 2017

Valdastico, nuova ciclabile di 20 km fino al Trentino

In attesa dell’autostrada, o superstrada, o quel che sarà, ci pensa il FONDO COMUNI CONFINANTI a collegare una volta per tutte la valle dell’Astico al Trentino.
L’ente che si occupa di distribuire i fondi destinati alle aree lombarde e venete che confinano alle province autonome del Trentino Alto-Adige ha infatti stanziato oltre tre milioni di euro per collegare Cogollo del Cengio – e l’adiacente Arsiero – all’alta valle del torrente Astico e quindi all’area trentina.
Non è l’unico intervento finanziato dal fondo, dato che tra gli stanziamenti figurano anche quelli ben più cospicui (nel complesso, 30 milioni) per l'anello ciclabile delle Dolomiti e per la ciclovia dell'Argordino (o Bribano-Arabba)

DSC_0366
La nuova infrastruttura ciclabile partirà da Pedescala, dove termina il suggestivo percorso lungo delle pozze di Contra' Pria ad Arsiero, e si inerpicherà nell’alta valle dell’Astico lungo quella che era la Via Imperiale, il tratturo che collegava lungo quest’impervia valle la Serenissima con il Sacro Romano Impero.
Oggi ai piani alti si ragiona di costruire un’autostrada, almeno in territorio veneto, con due sbocchi rispettivamente nella Valsugana e in Valdadige a sud di Trento. In attesa che la valle venga sventrata da opere di tutt’altra caratura, su un altro fronte ci si prepara più modestamente a collegare, ciclabilmente, l’alta piana vicentina con Folgaria e Longarone. Il dislivello oltre il confine regionale è di quelli che possono spaventare il ciclista occasionale, ma la valle dell’Astico è essa stessa uno spettacolo da percorrere, per cui non preoccupatevi se non riuscirete ad arrivare fino in cima. Il viaggio, come si dice, è più bello della destinazione.

astico tempo

Pur essendo appesa in alto...mi appare chiaro che la casetta per gli uccellini è ancora troppo in basso

Irma Lovato

martedì 17 gennaio 2017

Visto il periodo...

ripropongo la foto della "rotonda" in cima la pontara, 
l'alfa di Ugo, 
la strada ancora da allargare...
dovremmo essere nel 1978? 
Una volta i Coscritti a 20 anni 
erano soliti imbrattare i muri 
per ricordare l'ambito traguardo...


lunedì 16 gennaio 2017

Cava Molino


La cava Molino per altri 10 anni??
Ma anche no!!

Abbiamo casualmente scoperto, visionando l’albo pretorio on line del comune di Pedemonte, che la ditta SIPEG ha chiesto una proroga per la parte est (vicino alle case) della cava Molino.
La cosa era doverosa, visto che la concessione scadeva il 31/12/2016 e da lì devono passare i mezzi che asportano il materiale dalla Salvezza (così è chiamata la messa in sicurezza del tratto a monte della strada che collega Casotto Basso con Casotto Alto).

Quello che ci ha stupiti, in realtà, è la durata richiesta, ovvero 10 anni.
Per il progetto “La Salvezza”, presentato l’ultima volta il 14/03/2014, i tempi riferiti erano stati ben inferiori: nella presentazione si parlava di una durata di circa 4 anni, dal 2016 al 2020.
Molti anni prima (15-20 anni fa) si ipotizzava addirittura 2 soli anni, aumentabili a 4 nel caso si lavorasse solamente nei sei mesi “freddi” per limitare il disagio.

Noi crediamo di aver diritto ad un po’ di pace in questo paese che negli ultimi decenni ha vissuto come in un’area industriale, con rumori e polveri quotidiani.
E’ chiaro che la Salvezza comporterà ancora più pesanti disagi per la popolazione, vista la vicinanza delle case e pertanto pretendiamo che venga data priorità a questo intervento asportando il materiale nel più breve tempo possibile, perlomeno entro i termini previsti di 4 anni.
Una concessione di 10 anni va nel senso opposto e ci chiediamo il perché di una richiesta di proroga cosi lunga.

Pertanto, con il documento sul retro di questo foglio, che invieremo in Regione sottoscritto dalle firme di chi lo condividerà, chiediamo che vengano rispettati i termini previsti (2020).

Oggi o nei prossimi giorni passeremo a raccogliere le firme a supporto del documento allegato sul retro.

Anche la Regola si sta muovendo in tal senso ed invierà osservazioni al riguardo.

Il Sindaco ci ha poi detto che appoggia anche lui le nostre idee ed invierà altre osservazioni.
Auspichiamo che quest’azione congiunta sia reale e porti l’Ente Regionale preposto ad accogliere quanto da noi richiesto.

Saluti a tutti.

Giuseppe, Rinaldo, Michele, Vito e Mara.




 
Copia documento che verrà inviato in regione. Leggere prima dall’altra parte.
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Pedemonte, lì 15/01/2016 Spett. Regione Veneto Direz. Difesa suolo ecc... ecc...

Oggetto: osservazioni sulla richiesta di proroga della ditta Sipeg riguardante la cava Molino nel comune di Pedemonte VI, acquisita in Regione il 29/11/2016 prot. 467038.

I sottoscrittori del presente documento esprimono la propria contrarietà alla richiesta di proroga per anni 10 riguardante la parte est della cava Molino, ritenendo tale durata eccessiva.

Tale proroga è stata richiesta per permettere il transito ai mezzi d’opera che stanno provvedendo alla messa in sicurezza della strada che collega Casotto Basso con Casotto Alto, tramite l’asportazione del materiale a monte della strada stessa in modo tale che l’eventuale caduta di massi dalla montagna sovrastante non vada ad interessare la strada e alcune abitazioni.
Tale intervento viene chiamato “La Salvezza”.

Quest’ultimo è in discussione da parecchi anni. Il 14/03/2014 è stato presentato il progetto alla popolazione di Casotto di Pedemonte nella sala della Regola, alla presenza del responsabili di cava Molino che sono i medesimi che effettueranno questo intervento.
In tale data, parlando di tempistiche, ci venne detto che si tratta di circa 400.000 m³ di materiale e che i lavori sarebbero durati 4 anni, ovvero dal 2016 al 2020.

La richiesta di avvio lavori, come si evince dal cartello esposto all’esterno del cantiere, è del 04/04/2016 con una durata di tre anni.
I lavori sono partiti con qualche mese di ritardo, ma a quanto possiamo osservare si stanno svolgendo con regolarità e celerità. E’stata già eseguita la pulitura della roccia della parte sovrastante e si sta iniziando ad asportare il materiale di cumulo dalla parte alta (si vedano le foto allegate). Da quel che ci sembra, le tempistiche enunciate nel 2014 dovrebbero essere pienamente rispettate, considerato il volume ridotto di 400.000 m3 di materiale da asportare.
Alla luce di questo non comprendiamo perché venga invece richiesta una proroga di 10 anni a fronte della durata di lavoro dichiarata pari a 4.
Ricordiamo che la cava Molino e “La Salvezza” sono attigui al paese di Casotto, con case a pochi metri dalla stessa e che il disturbo arrecato, anche in funzione della montagna che amplifica i rumori, è notevole per tutto l’abitato di Casotto.
La cava Molino è attiva da più di 30 anni e, alla luce dello scenario futuro, ci sembra doveroso che per il progetto “La Salvezza” vengano rispettati i tempi preventivati, mettendo in primo piano la vivibilità delle popolazioni che in questo frangente sarebbe ulteriormente penalizzata data l’estrema vicinanza dell’intervento all’abitato.

Abbiamo inoltre di fronte un’altra cava (cava Marogna nel comune di Valdastico) che rimarrà attiva per parecchi anni a venire, con l’ulteriore disturbo che ne consegue.

Alla luce di queste considerazioni, chiediamo che la ditta Sipeg si impegni a realizzare il progetto “La Salvezza” nei termini previsti adeguando la stessa tempistica anche per la cava Molino.

Non ci sembra corretto né giustificato partire fin da subito con tempistiche di realizzazione cosi lunghe che non tengano in nessuna considerazione quanto detto alla popolazione di Casotto durante la presentazione del progetto.
Riteniamo che una valutazione realistica delle tempistiche possa rappresentare uno stimolo per la ditta al rispetto delle scadenze che altrimenti sarebbero probabilmente disattese in quanto una proroga cosi lunga potrà portare a delle lungaggini e trascinamenti nel ripristino de “La Salvezza”.

Seguono le firme degli abitanti di Casotto di Pedemonte, a cui si aggiungono le firme degli abitanti di contrà Sella di Valdastico, anch’essi altrettanto penalizzati perché molto vicini alle attività oggetto della presente.

Cordiali saluti.

sabato 14 gennaio 2017

Te dao - di Mariano Castello

 


Un buon Carnevale a tutti Voi!



 Ieri sera a Venezia nevicava
non oso immaginare le emozioni 
che si possono provare 
ad ammirare Venezia con la neve.
Devo sempre andare anche a vederla con l'acqua alta...

venerdì 13 gennaio 2017

Gildo

Francesco Lorenzi mi invia queste due foto del mitico "Gildo" e scrive:

Ho trovato queste due foto del 1969 o 1970 non nitide purtroppo, ma si vede bene una persona che era una presenza costante (in Lara) sempre seduto sulla sedia: GILDO 
Te le spedisco se vuoi far partecipare altri a questo ricordo.
Penso che lo ricorderai anche tu quando alla festa di S.Pietro andava sempre alla lotteria a giocare con i soldi che metteva da parte tutto l'anno con i piccoli lavori di legno che faceva e poi vendeva: Bastoni da passeggio, Statuine del Presepio, Casette del Presepio, Tabacchiere con la corteccia delle Betulle, Archi con frecce in legno, Pugnali in legno, Lippe e altri piccoli oggetti.

ciao Francesco
E io colgo l'occasione di riproporre il post che Gianni aveva a lui dedicato tempo fa.



(Toldo Ermenegildo dei Godi)
(*1919   +1980)

          Ermenegildo! Nome de antica tradisión longobarda che pare vója dire “Grande nel sacrificio”. Paréva ‘na tólta de berta, sto nome,… par Gildo. ‘n omo sensa età, tribolà,  passà come ‘na saéta nei ricordi de’on bocéta dela piassa.
          El vegnéa sù dai ghénghele del’Aréta, davanti ai Tépela, nando de sotegón col palo e portàndose drìo la so careghéta.  El traversàva dàsio e de malibión la strada par comodàrse ai l’Ara, davanti la càneva de Tita Cogo o dei Carnavài, a góderse el sole.
Gildo, il Vescovo e Don Francesco
          Ogni tanto el se rabaltàva e alóra i nava a tórlo sù, sperando ca no ghe fusse in volta snebelùni a cójonàrlo. El doparàva el palo anca par cuélo: farghe paura ai bóce che lo tempelàva. No parchè el fusse catìvo de suo, majinàrse!….ma  par difénderse dala cativèria nostra! A savére parchè i bóce (e mìa sol che i bóce) i zè tanto ébeti e caìni con chi che zè pì debole e scarognà. Fatostà che’l poro Gildo ghesse da dontàre a la so cróse, anca la tépa dela piassa, mai sàssia de móche.
          Cossa che ghe passàsse par la testa a Gildo, mistero!
Sul prinsìpio el me faséa anca paura, parvìa ch’el jera tuto ransinà, el se movéva e’l parlava con gran sforso. Ma co te ghe navi rente, par vardàre cossa ghel ghéva in tel sachetèlo tacà la caréga, te capìvi che’l jera contento che calchedùn che dasse réta.
Zè stà cuélo ch’el tegnéa là…. che la  prima volta me ga fato ingiutìre la fifa!
       Gildo ghéa ‘n’anima e ‘n talento!
       Néla so póra boteghéta: ‘n sóco, ‘n menarìn, ‘n cortélo e poco altro tra le sìcole tutotórno, sóto al pórtego dela Judìta, chele man ingranfìe le cavàva dal legno robe che ai me oci jera pura magìa. Fionde, pugnài, spade, pistole, lance, stciopìti e … balestre. Tuto de legno!
Cuélo el jera bravo a fare Gildo. El le faséa par naltri, …cuìlì che lo cojonàva. Vara tì!
Po’ el ne le vendéa par quatro schei: 20 lire ‘n pugnale, 50 la spada, ma el le regalava anca.           Andóve chel ghesse imparà e come che’l fasesse, zé mistero. Fatostà che’l jera bravo e che lóra no jero bon a far compàgno, anca se col corteléto tacàvo a rangiàrme anca mì.
Farse fare ‘na balestra da Gildo jera bibióso: ócoréva starghe drìo, ténderlo, pregarlo, … biognàva saér spetàre.
       Ma co el me la ga mostrà!
‘n calso de fagàro fa ‘n mauser,  la cunéta par la frécia drita fa ‘n stciopetón, …el griléto. Ah, ..el griléto: fato de égano, drento al buso passante, inbironà con ‘n ciò anca de égano e sagomà a béco d’àcuila par incrucàre el soghéto. Na maravéja!
El castigo jera che Gildo faséa solo l’afusto. L’arco, el soghéto e le frece dovìvimu dontàrli naltri. E li se impetolàvimu. Cuéle balestre no gà mai funsionà! Solo cualche ano pì vanti sarìa rivà a fare ‘n arco de cornolàro co le frece de onbréla da far vergognare Ulisse, ma questa zé  naltra storia.
       Ogni tanto me rabàto ancora col cortélo sul legno, …me piase, … a gò ‘ncora man.
E me torna in mente Gildo…. e quel toséto che fursi jera intrapolà in quel corpo soferénte e che desso el sarà lìbaro, …come che lù libaràva i zugàtuli dal legno, par guadagnàrse la nostra considerassión.

Gianni Spagnolo

Pedemonte. Profughi espulsi. Carotta: ‘Atto inutile, sono destinati alla strada e alla delinquenza. Gestione folle che non ha futuro’

E’ ancora allarme convivenza tra gli oltre 40 richiedenti asilo africani che alloggiano da luglio dello scorso anno nella piccola frazione di Casotto a Pedemonte.

Anche se 6 di loro, responsabili di aver creato tensioni sfociate in episodi di violenza, sono appena stati espulsi con foglio di via dal centro di accoglienza, gestito dalla cooperativa ‘Casa servizi’, rimane alta la tensione e l’insofferenza tra i richiedenti asilo rimasti in una struttura a tre piani di proprietà delle suore elisabettine di Padova. Non solo i migranti si lamentano per il freddo e per l’edificio poco accogliente, ma è anche a rischio la serena coabitazione tra gli ospiti, tutti maschi tra i 20 ed i 30 anni. Spesso di religione diversa e con idee diverse, che provocano scintille al primo confronto.

Mentre gli abitanti di Casotto se ne stanno a guardare con tolleranza questa specie di zona franca dove il vai e vieni dei richiedenti asilo sfugge al controllo dell’amministrazione, ma che fa entrare nelle casse della cooperativa oltre 500 mila euro all’anno, da mesi il sindaco di Pedemonte Roberto Carotta è sul piede di guerra, ma al momento non è ancora riuscito a far breccia nella ‘fortezza’.



‘Abbiamo avviato tutte le richieste di verifica possibili – ha detto Carotta – ed ora aspettiamo dal prefetto il nulla osta per entrare nel centro di accoglienza con i vigili per verificare la reale situazione. Ma è dell’ultima ora la notizia che l’edificio è diventato quello che viene definito un ‘centro di accoglienza speciale governativo’, in poche parole, ancora più intoccabile da parte nostra’.

casotto pedemonte casa profughi luglio 2016In una situazione in cui Stato e prefetto se ne approfittano letteralmente dei sindaci, il cui mandato dovrebbe loro consentire di tutelare la sicurezza dei cittadini, 40 ragazzi africani in parte cattolici e in parte musulmani sono costretti alla convivenza per mesi, macerando tensioni religiose, non riuscendo a comunicare con nessuno del paese se non con un fugace saluto a chi passa di lì, in condizioni igienico sanitarie precarie e, quel che è peggio, senza alcuna prospettiva futura.

‘E’ vergognoso come viene gestita l’accoglienza da parte dello Stato – ha rincarato il primo cittadino – e Casotto è solo un esempio eclatante. La situazione potrebbe diventare allarmante sia dal punto di vista della sicurezza che da quello del pericolo di una vera e propria rivolta, come è accaduto in questi giorni. Non ho nessun documento che mi certifichi l’agibilità dell’edificio, non esiste nessun impianto antincendio, mi sono anche rivolto al questore per un intervento tempestivo. Vivono in 42 in 20 stanze più piccole delle nostre, non so quanto potrà durare. Per non parlare poi dei 6 profughi mandati via a forza, che se ne vanno sulla strada, destinati solo alla delinquenza. Questa è una gestione folle che non ha futuro’.

Marta Boriero-altovicentinonline

Sanità. Si fondono le Ulss e inizia la sforbiciata: “Taglio da 6 milioni alla Ulss Pedemontana”

La Regione taglia i fondi alla Sanità vicentina. 10 milioni di euro in meno, che si traducono in servizi ai cittadini. Numeri importanti, che si dividono in 6 milioni in meno alla Ulss 7 Pedemontana, nata dalla fusione della 4 Alto Vicentino e 3 Bassanese) e quasi 4 milioni in meno alla Ulss unica di Vicenza e Arzignano. Una cifra che la dice lunga sulla riforma sanitaria, che ha preso il via ufficiale il 1 gennaio e a pochi giorni dall’entrata in vigore già fa preoccupare per la ripercussione che potrebbe avere nel territorio.
A lanciare l’allarme è Cristina Guarda, consigliere regionale di minoranza nella lista Alessandra Moretti Presidente, che ha commentato: “A Vicenza rimangono due Ulss, ma nel fondo sanitario la Regione toglie risorse a entrambe. Bel modo di difendere servizi e territorio”.
Un commento che lascia intendere il pensiero di molti rispetto alla Sanità, quel fiore all’occhiello della Regione Veneto che già da tempo ormai scricchiola sotto il peso di tagli, costi dei project financing e innovazioni negli ospedali che non piacciono ai degenti.
“E’ la conferma che la battaglia per avere due Ulss in provincia di Vicenza rispondeva a logiche politiche e non aveva nulla a che fare
con i servizi per i cittadini – ha commentato Cristina Guarda – La Ulss Pedemontana avrà quasi sei milioni in meno, per quella Berica invece il taglio è di 3,7 milioni. Una doppia, pesante, sforbiciata, con le quote capitarie che sono state inoltre assegnate senza l’approvazione della Quinta commissione consiliare. Con tagli così importanti, sarà inevitabile una diminuzione dell’offerta. In questo quadro – ha concluso il consigliere Guarda – stona il milione di euro destinato alla sistemazione di Villa Nievo-Bonin a Montecchio Precalcino, centro di formazione e convegni. E non sono affatto di consolazione le parole di Luca Coletto, assessore alla Sanità, sulla provvisorietà del riparto, perché come accade già da troppo tempo, lo stanziamento definitivo avverrà a fine anno, quando le Ulss avranno già speso le risorse disponibili”.
Anna Bianchini-altovicentinonline

mercoledì 11 gennaio 2017

Tre Africani e un Sella sul Pasubio



Il sole sta sorgendo...


Si parte... e siamo a meno 10... 


i tre Africani...


il Sella: un Mujaheddin nostràn...


no manca gnente...


 sparagnémo anca le torce...


e se va in sù...


tulìvela pure comoda che mi gò da ciàpare el sole...


e le gallerie sono finite...






oramai ghe sémo...


il Portule e i Soij de Campolongo


la zé finìa...


sémo rivà ale màchine...

Potenza del nome

[Gianni Spagnolo © 25A20] A ben pensarci, siamo circondati da molte cose che non conosciamo. Per meglio dire, le vediamo, magari anche frequ...