(FB Castana)
lunedì 30 gennaio 2017
domenica 29 gennaio 2017
giovedì 26 gennaio 2017
Non sono più tra noi
Lucinda Pettinà in Bertoldi di anni 90 da Scalzeri di Pedemonte
Angelo Bertoldi di anni 92 da Scalzeri di Pedemonte
(moglie e marito deceduti a pochi giorni di distanza)
Luca Pollini di anni 49 da Seghe di Velo d'Astico
(cuoco da parecchi anni alla Casa di Riposo di San Pietro)
martedì 24 gennaio 2017
Sant'Anna di Valdieri
Un nostro lettore, da anni costretto lontano dal Paese, entusiasta per la prossima apertura del bar "da Lisa", m'invia questo articolo per incoraggiare Lisa e tutti i Giovani a provare a rimanere in Paese, con un po' di speranza e tanto coraggio...
Clara
gestisce il negozio, Claudia il bar, Monica il B&B, Cinzia il campeggio, Teresa la locanda,
Marcella la Casaregina e sua sorella
Michela la Casalpina.
Queste giovani donne sono l’«anello forte»
di Sant’Anna di Valdieri, minuscola frazione a 970 metri,
nel Parco
Alpi Marittime.
Hanno fatto una
scelta di vita: «Quella dei piccoli numeri» che però grazie alla
loro imprenditorialità in questi anni sono cresciuti portando nella
borgata turisti da Olanda, Inghilterra, dalla vicina Francia e anche
dalla Russia. «Al centro abbiamo messo il nostro amore per la
montagna vista nella sua sacralità, senza stravolgere antichi
equilibri. Muovendoci in punta di piedi».
Le strutture erano
lì da anni. Alcune ancora in buono stato, altre un po’ meno.
Serrande abbassate, persiane chiuse trasmettevano tristezza e
abbandono. Sono bastati alcuni interventi per riportarle in funzione
e dare vita alla comunità: 12 gli abitanti stanziali. Claudia
Giordano, Cinzia Re, Monica Brao e Clara Lovera sono originarie della
vallata mentre Teresa Lattarulo, Marcella e Michela Formento sono le
«forestiere» perché arrivano dalla pianura. Alcune di loro hanno
lasciato il posto sicuro per una scelta di vita lontano dai grandi
flussi.
«Il grosso del
lavoro è concentrato in estate. Quello che manca è avere una
stagione più dilatata, con iniziative che richiamino gente come
accade per la Festa della segale, in agosto» spiegano. Grazie a
queste giovani donne e a Cinzia Chiambretto che ha investito nella
locanda, dandola poi in gestione a Teresa, Sant’Anna è tornata
alle sue origini turistiche.
Già nell’Ottocento
Vittorio Emanuele II fece costruire una palazzina (ancora ben
conservata) destinata a diventare il quartiere generale estivo dei
Savoia fino agli anni ’30. Dalla patrona alla regina Elena, dalle
signore, che sono il motore della Festa della segale, alle sette
imprenditrici, la figura femminile ha avuto e ha un ruolo di grande
importanza per Sant’Anna e nel Museo della segale si può visitare
la mostra in loro omaggio: «Donne di corte e donne di montagna».
Ci sono migliaia di piccoli Comuni
che hanno gli stessi problemi del nostro.
Si dice "Mal comune mezzo gaudio"...
ed è consolante e forse incoraggiante
sapere che anche altrove
si organizzano festicciole come da noi.
A Valdieri (900 abitanti in provincia di Cuneo)
sembra d'essere a San Piero o Pedescala o Forni.
lunedì 23 gennaio 2017
Valdastico Nord-Iniziano i carotaggi geologici per l’autostrada
Sono già iniziate a Cogollo del Cengio le indagini
geologiche finalizzate alla realizzazione del progetto preliminare per
il proseguimento della Valdastico Nord.
Le zone nelle quali si stanno effettuando i carotaggi sono piazzetta
Casale nei pressi della piccola oasi ecologica e due punti lungo il
tracciato della pista ciclabile tra località Schiri e Ponte della Pria,
tutte aree stradali di proprietà demaniale.
L’autorizzazione alle indagini era stata richiesta il 3 gennaio dalla
ditta Technital Spa, appartenente al consorzio Raetia di Verona,
incaricato dalla società autostrada Brescia Verona Vicenza Padova Spa di
elaborare il progetto definitivo della A31 Nord. La richiesta è poi
stata approvata dalla giunta di Piergildo Capovilla martedì scorso.
Altri carotaggi sono già stati effettuati nella frazione di Casotto di Pedemonte.
Marta Boriero-altovicentinonline
giovedì 19 gennaio 2017
Valdastico, nuova ciclabile di 20 km fino al Trentino
In attesa dell’autostrada, o superstrada, o quel che sarà, ci pensa il FONDO COMUNI CONFINANTI a collegare una volta per tutte la valle dell’Astico al Trentino.
L’ente che si occupa di distribuire i fondi destinati alle aree lombarde e venete che confinano alle province autonome del Trentino Alto-Adige ha infatti stanziato oltre tre milioni di euro per collegare Cogollo del Cengio – e l’adiacente Arsiero – all’alta valle del torrente Astico e quindi all’area trentina.
Non è l’unico intervento finanziato dal fondo, dato che tra gli
stanziamenti figurano anche quelli ben più cospicui (nel complesso, 30
milioni) per l'anello ciclabile delle Dolomiti e per la ciclovia dell'Argordino (o Bribano-Arabba)
La nuova infrastruttura ciclabile partirà da Pedescala, dove termina il suggestivo percorso lungo delle pozze di Contra' Pria ad Arsiero, e si inerpicherà nell’alta valle dell’Astico lungo quella che era la Via Imperiale, il tratturo che collegava lungo quest’impervia valle la Serenissima con il Sacro Romano Impero.
Oggi ai piani alti si ragiona di costruire un’autostrada, almeno in territorio veneto, con due sbocchi rispettivamente nella Valsugana e in Valdadige
a sud di Trento. In attesa che la valle venga sventrata da opere di
tutt’altra caratura, su un altro fronte ci si prepara più modestamente a
collegare, ciclabilmente, l’alta piana vicentina con Folgaria e Longarone. Il dislivello oltre il confine regionale è di quelli che possono spaventare il ciclista occasionale, ma la valle dell’Astico è essa stessa uno spettacolo da percorrere, per cui non preoccupatevi se non riuscirete ad arrivare fino in cima. Il viaggio, come si dice, è più bello della destinazione.
mercoledì 18 gennaio 2017
martedì 17 gennaio 2017
Visto il periodo...
ripropongo la foto della "rotonda" in cima la pontara,
l'alfa di Ugo,
la strada ancora da allargare...
dovremmo essere nel 1978?
Una volta i Coscritti a 20 anni
erano soliti imbrattare i muri
per ricordare l'ambito traguardo...
lunedì 16 gennaio 2017
Cava Molino
Ma anche no!!
Abbiamo
casualmente scoperto, visionando l’albo pretorio on line del comune
di Pedemonte, che la ditta SIPEG ha chiesto una proroga per la parte
est (vicino alle case) della cava Molino.
La cosa era
doverosa, visto che la concessione scadeva il 31/12/2016 e da lì
devono passare i mezzi che asportano il materiale dalla Salvezza
(così è chiamata la messa in sicurezza del tratto a monte della
strada che collega Casotto Basso con Casotto Alto).
Quello che
ci ha stupiti, in realtà, è la durata richiesta, ovvero 10
anni.
Per il
progetto “La Salvezza”, presentato l’ultima volta il
14/03/2014, i tempi riferiti erano stati ben inferiori: nella
presentazione si parlava di una durata di circa 4 anni, dal 2016 al
2020.
Molti anni
prima (15-20 anni fa) si ipotizzava addirittura 2 soli anni,
aumentabili a 4 nel caso si lavorasse solamente nei sei mesi “freddi”
per limitare il disagio.
Noi crediamo
di aver diritto ad un po’ di pace in questo paese che negli ultimi
decenni ha vissuto come in un’area industriale, con rumori e
polveri quotidiani.
E’ chiaro
che la Salvezza comporterà ancora più pesanti disagi per la
popolazione, vista la vicinanza delle case e pertanto pretendiamo che
venga data priorità a questo intervento asportando il materiale nel
più breve tempo possibile, perlomeno entro i termini previsti di 4
anni.
Una
concessione di 10 anni va nel senso opposto e ci chiediamo il perché
di una richiesta di proroga cosi lunga.
Pertanto,
con il documento sul retro di questo foglio, che invieremo in Regione
sottoscritto dalle firme di chi lo condividerà, chiediamo che
vengano rispettati i termini previsti (2020).
Oggi
o nei prossimi giorni passeremo a raccogliere le firme a supporto del
documento allegato sul retro.
Anche la
Regola si sta muovendo in tal senso ed invierà osservazioni al
riguardo.
Il Sindaco
ci ha poi detto che appoggia anche lui le nostre idee ed invierà
altre osservazioni.
Auspichiamo
che quest’azione congiunta sia reale e porti l’Ente Regionale
preposto ad accogliere quanto da noi richiesto.
Saluti a
tutti.
Giuseppe,
Rinaldo, Michele, Vito e Mara.
Copia
documento che verrà inviato in regione. Leggere prima dall’altra
parte.
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Pedemonte, lì 15/01/2016
Spett. Regione Veneto Direz. Difesa suolo ecc...
ecc...
Oggetto: osservazioni sulla richiesta di proroga della ditta Sipeg
riguardante la cava Molino nel comune di Pedemonte VI, acquisita in
Regione il 29/11/2016 prot. 467038.
I sottoscrittori del
presente documento esprimono la propria contrarietà alla richiesta
di proroga per anni 10 riguardante la parte est della cava Molino,
ritenendo tale durata eccessiva.
Tale proroga è stata
richiesta per permettere il transito ai mezzi d’opera che stanno
provvedendo alla messa in sicurezza della strada che collega Casotto
Basso con Casotto Alto, tramite l’asportazione del materiale a
monte della strada stessa in modo tale che l’eventuale caduta di
massi dalla montagna sovrastante non vada ad interessare la strada e
alcune abitazioni.
Tale intervento viene
chiamato “La Salvezza”.
Quest’ultimo è in
discussione da parecchi anni. Il 14/03/2014 è stato presentato il
progetto alla popolazione di Casotto di Pedemonte nella sala della
Regola, alla presenza del responsabili di cava Molino che sono i
medesimi che effettueranno questo intervento.
In tale data, parlando di
tempistiche, ci venne detto che si tratta di circa 400.000 m³ di
materiale e che i lavori sarebbero durati 4 anni, ovvero dal 2016 al
2020.
La richiesta di avvio
lavori, come si evince dal cartello esposto all’esterno del
cantiere, è del 04/04/2016 con una durata di tre anni.
I lavori sono partiti con
qualche mese di ritardo, ma a quanto possiamo osservare si stanno
svolgendo con regolarità e celerità. E’stata già eseguita la
pulitura della roccia della parte sovrastante e si sta iniziando ad
asportare il materiale di cumulo dalla parte alta (si vedano le foto
allegate). Da quel che ci sembra, le tempistiche enunciate nel 2014
dovrebbero essere pienamente rispettate, considerato il volume
ridotto di 400.000 m3 di materiale da asportare.
Alla luce di questo non
comprendiamo perché venga invece richiesta una proroga di 10 anni a
fronte della durata di lavoro dichiarata pari a 4.
Ricordiamo che la cava
Molino e “La Salvezza” sono attigui al paese di Casotto, con case
a pochi metri dalla stessa e che il disturbo arrecato, anche in
funzione della montagna che amplifica i rumori, è notevole per tutto
l’abitato di Casotto.
La cava Molino è
attiva da più di 30 anni e, alla luce dello scenario futuro, ci
sembra doveroso che per il progetto “La Salvezza” vengano
rispettati i tempi preventivati, mettendo in primo piano la
vivibilità delle popolazioni che in questo frangente sarebbe
ulteriormente penalizzata data l’estrema vicinanza dell’intervento
all’abitato.
Abbiamo inoltre di fronte
un’altra cava (cava Marogna nel comune di Valdastico) che rimarrà
attiva per parecchi anni a venire, con l’ulteriore disturbo che ne
consegue.
Alla luce di queste
considerazioni, chiediamo che la ditta Sipeg si impegni a realizzare
il progetto “La Salvezza” nei termini previsti adeguando la
stessa tempistica anche per la cava Molino.
Non ci sembra corretto né
giustificato partire fin da subito con tempistiche di realizzazione
cosi lunghe che non tengano in nessuna considerazione quanto detto
alla popolazione di Casotto durante la presentazione del progetto.
Riteniamo che una
valutazione realistica delle tempistiche possa rappresentare uno
stimolo per la ditta al rispetto delle scadenze che altrimenti
sarebbero probabilmente disattese in quanto una proroga cosi lunga
potrà portare a delle lungaggini e trascinamenti nel ripristino de
“La Salvezza”.
Seguono le firme degli
abitanti di Casotto di Pedemonte, a cui si aggiungono le firme degli
abitanti di contrà Sella di Valdastico, anch’essi altrettanto
penalizzati perché molto vicini alle attività oggetto della
presente.
Cordiali saluti.
domenica 15 gennaio 2017
sabato 14 gennaio 2017
Un buon Carnevale a tutti Voi!
Ieri sera a Venezia nevicava
non oso immaginare le emozioni
che si possono provare
ad ammirare Venezia con la neve.
Devo sempre andare anche a vederla con l'acqua alta...
venerdì 13 gennaio 2017
Gildo
Francesco Lorenzi mi invia queste due foto del mitico "Gildo" e scrive:
(Toldo Ermenegildo dei Godi)
Ho trovato queste due foto del 1969 o 1970 non nitide purtroppo, ma si vede bene una persona che era una presenza costante (in Lara) sempre seduto sulla sedia: GILDO
Te le spedisco se vuoi far partecipare altri a questo ricordo.
Penso
che lo ricorderai anche tu quando alla festa di S.Pietro andava sempre
alla lotteria a giocare con i soldi che metteva da parte tutto l'anno
con i piccoli lavori di legno che faceva e poi vendeva: Bastoni da
passeggio, Statuine del Presepio, Casette del Presepio, Tabacchiere con
la corteccia delle Betulle, Archi con frecce in legno, Pugnali in legno,
Lippe e altri piccoli oggetti.
ciao Francesco
E io colgo l'occasione di riproporre il post che Gianni aveva a lui dedicato tempo fa.
(Toldo Ermenegildo dei Godi)
(*1919 +1980)
Ermenegildo! Nome de antica tradisión longobarda che pare vója dire “Grande nel sacrificio”. Paréva ‘na tólta de berta, sto nome,… par Gildo. ‘n omo sensa età, tribolà, passà come ‘na saéta nei ricordi de’on bocéta dela piassa.
El vegnéa sù dai ghénghele del’Aréta, davanti ai Tépela, nando de sotegón col palo e portàndose drìo la so careghéta. El traversàva dàsio e de malibión la strada par comodàrse ai l’Ara, davanti la càneva de Tita Cogo o dei Carnavài, a góderse el sole.
Gildo, il Vescovo e Don Francesco |
Ogni tanto el se rabaltàva e alóra i nava a tórlo sù, sperando ca no ghe fusse in volta snebelùni a cójonàrlo. El doparàva el palo anca par cuélo: farghe paura ai bóce che lo tempelàva. No parchè el fusse catìvo de suo, majinàrse!….ma par difénderse dala cativèria nostra! A savére parchè i bóce (e mìa sol che i bóce) i zè tanto ébeti e caìni con chi che zè pì debole e scarognà. Fatostà che’l poro Gildo ghesse da dontàre a la so cróse, anca la tépa dela piassa, mai sàssia de móche.
Cossa che ghe passàsse par la testa a Gildo, mistero!
Sul prinsìpio el me faséa anca paura, parvìa ch’el jera tuto ransinà, el se movéva e’l parlava con gran sforso. Ma co te ghe navi rente, par vardàre cossa ghel ghéva in tel sachetèlo tacà la caréga, te capìvi che’l jera contento che calchedùn che dasse réta.
Zè stà cuélo ch’el tegnéa là…. che la prima volta me ga fato ingiutìre la fifa!
Gildo ghéa ‘n’anima e ‘n talento!
Néla so póra boteghéta: ‘n sóco, ‘n menarìn, ‘n cortélo e poco altro tra le sìcole tutotórno, sóto al pórtego dela Judìta, chele man ingranfìe le cavàva dal legno robe che ai me oci jera pura magìa. Fionde, pugnài, spade, pistole, lance, stciopìti e … balestre. Tuto de legno!
Cuélo el jera bravo a fare Gildo. El le faséa par naltri, …cuìlì che lo cojonàva. Vara tì!
Po’ el ne le vendéa par quatro schei: 20 lire ‘n pugnale, 50 la spada, ma el le regalava anca. Andóve chel ghesse imparà e come che’l fasesse, zé mistero. Fatostà che’l jera bravo e che lóra no jero bon a far compàgno, anca se col corteléto tacàvo a rangiàrme anca mì.
Farse fare ‘na balestra da Gildo jera bibióso: ócoréva starghe drìo, ténderlo, pregarlo, … biognàva saér spetàre.
Ma co el me la ga mostrà!
‘n calso de fagàro fa ‘n mauser, la cunéta par la frécia drita fa ‘n stciopetón, …el griléto. Ah, ..el griléto: fato de égano, drento al buso passante, inbironà con ‘n ciò anca de égano e sagomà a béco d’àcuila par incrucàre el soghéto. Na maravéja!
El castigo jera che Gildo faséa solo l’afusto. L’arco, el soghéto e le frece dovìvimu dontàrli naltri. E li se impetolàvimu. Cuéle balestre no gà mai funsionà! Solo cualche ano pì vanti sarìa rivà a fare ‘n arco de cornolàro co le frece de onbréla da far vergognare Ulisse, ma questa zé naltra storia.
Ogni tanto me rabàto ancora col cortélo sul legno, …me piase, … a gò ‘ncora man.
E me torna in mente Gildo…. e quel toséto che fursi jera intrapolà in quel corpo soferénte e che desso el sarà lìbaro, …come che lù libaràva i zugàtuli dal legno, par guadagnàrse la nostra considerassión.
Gianni Spagnolo
Pedemonte. Profughi espulsi. Carotta: ‘Atto inutile, sono destinati alla strada e alla delinquenza. Gestione folle che non ha futuro’
E’ ancora allarme convivenza tra gli oltre 40 richiedenti
asilo africani che alloggiano da luglio dello scorso anno nella piccola
frazione di Casotto a Pedemonte.
Anche se 6 di loro, responsabili di aver creato tensioni sfociate in
episodi di violenza, sono appena stati espulsi con foglio di via dal
centro di accoglienza, gestito dalla cooperativa ‘Casa servizi’, rimane
alta la tensione e l’insofferenza tra i richiedenti asilo rimasti in una
struttura a tre piani di proprietà delle suore elisabettine di Padova.
Non solo i migranti si lamentano per il freddo e per l’edificio poco
accogliente, ma è anche a rischio la serena coabitazione tra gli ospiti,
tutti maschi tra i 20 ed i 30 anni. Spesso di religione diversa e con
idee diverse, che provocano scintille al primo confronto.
Mentre gli abitanti di Casotto se ne stanno a guardare con tolleranza
questa specie di zona franca dove il vai e vieni dei richiedenti asilo
sfugge al controllo dell’amministrazione, ma che fa entrare nelle casse
della cooperativa oltre 500 mila euro all’anno, da mesi il sindaco di
Pedemonte Roberto Carotta è sul piede di guerra, ma al momento non è
ancora riuscito a far breccia nella ‘fortezza’.
‘Abbiamo avviato tutte le richieste di verifica possibili – ha detto
Carotta – ed ora aspettiamo dal prefetto il nulla osta per entrare nel
centro di accoglienza con i vigili per verificare la reale situazione.
Ma è dell’ultima ora la notizia che l’edificio è diventato quello che
viene definito un ‘centro di accoglienza speciale governativo’, in poche
parole, ancora più intoccabile da parte nostra’.
In una situazione in cui Stato e prefetto se ne approfittano
letteralmente dei sindaci, il cui mandato dovrebbe loro consentire di
tutelare la sicurezza dei cittadini, 40 ragazzi africani in parte
cattolici e in parte musulmani sono costretti alla convivenza per mesi,
macerando tensioni religiose, non riuscendo a comunicare con nessuno del
paese se non con un fugace saluto a chi passa di lì, in condizioni
igienico sanitarie precarie e, quel che è peggio, senza alcuna
prospettiva futura.
‘E’ vergognoso come viene gestita l’accoglienza da parte dello Stato –
ha rincarato il primo cittadino – e Casotto è solo un esempio
eclatante. La situazione potrebbe diventare allarmante sia dal punto di
vista della sicurezza che da quello del pericolo di una vera e propria
rivolta, come è accaduto in questi giorni. Non ho nessun documento che
mi certifichi l’agibilità dell’edificio, non esiste nessun impianto
antincendio, mi sono anche rivolto al questore per un intervento
tempestivo. Vivono in 42 in 20 stanze più piccole delle nostre, non so
quanto potrà durare. Per non parlare poi dei 6 profughi mandati via a
forza, che se ne vanno sulla strada, destinati solo alla delinquenza.
Questa è una gestione folle che non ha futuro’.
Marta Boriero-altovicentinonline
Sanità. Si fondono le Ulss e inizia la sforbiciata: “Taglio da 6 milioni alla Ulss Pedemontana”
La Regione taglia i fondi alla Sanità vicentina. 10 milioni
di euro in meno, che si traducono in servizi ai cittadini. Numeri
importanti, che si dividono in 6 milioni in meno alla Ulss 7
Pedemontana, nata dalla fusione della 4 Alto Vicentino e 3 Bassanese) e
quasi 4 milioni in meno alla Ulss unica di Vicenza e Arzignano. Una
cifra che la dice lunga sulla riforma sanitaria, che ha preso il via
ufficiale il 1 gennaio e a pochi giorni dall’entrata in vigore già fa
preoccupare per la ripercussione che potrebbe avere nel territorio.
A lanciare l’allarme è Cristina Guarda, consigliere regionale di
minoranza nella lista Alessandra Moretti Presidente, che ha commentato:
“A Vicenza rimangono due Ulss, ma nel fondo sanitario la Regione toglie
risorse a entrambe. Bel modo di difendere servizi e territorio”.
Un commento che lascia intendere il pensiero di molti rispetto alla
Sanità, quel fiore all’occhiello della Regione Veneto che già da tempo
ormai scricchiola sotto il peso di tagli, costi dei project financing e
innovazioni negli ospedali che non piacciono ai degenti.
“E’ la conferma che la battaglia per avere due Ulss in provincia di
Vicenza rispondeva a logiche politiche e non aveva nulla a che fare
con i servizi per i cittadini – ha commentato Cristina Guarda – La Ulss Pedemontana avrà quasi sei milioni in meno, per quella Berica invece il taglio è di 3,7 milioni. Una doppia, pesante, sforbiciata, con le quote capitarie che sono state inoltre assegnate senza l’approvazione della Quinta commissione consiliare. Con tagli così importanti, sarà inevitabile una diminuzione dell’offerta. In questo quadro – ha concluso il consigliere Guarda – stona il milione di euro destinato alla sistemazione di Villa Nievo-Bonin a Montecchio Precalcino, centro di formazione e convegni. E non sono affatto di consolazione le parole di Luca Coletto, assessore alla Sanità, sulla provvisorietà del riparto, perché come accade già da troppo tempo, lo stanziamento definitivo avverrà a fine anno, quando le Ulss avranno già speso le risorse disponibili”.
con i servizi per i cittadini – ha commentato Cristina Guarda – La Ulss Pedemontana avrà quasi sei milioni in meno, per quella Berica invece il taglio è di 3,7 milioni. Una doppia, pesante, sforbiciata, con le quote capitarie che sono state inoltre assegnate senza l’approvazione della Quinta commissione consiliare. Con tagli così importanti, sarà inevitabile una diminuzione dell’offerta. In questo quadro – ha concluso il consigliere Guarda – stona il milione di euro destinato alla sistemazione di Villa Nievo-Bonin a Montecchio Precalcino, centro di formazione e convegni. E non sono affatto di consolazione le parole di Luca Coletto, assessore alla Sanità, sulla provvisorietà del riparto, perché come accade già da troppo tempo, lo stanziamento definitivo avverrà a fine anno, quando le Ulss avranno già speso le risorse disponibili”.
Anna Bianchini-altovicentinonline
giovedì 12 gennaio 2017
Il lago di Fimon ghiacciato... sempre affascinante...
Un inaspettato invito a pranzo di un'Amica dei tempi della scuola,
mi ha fatto apprezzare la bellezza del lago di Fimon d'inverno.
Quanti anni erano passati...
Tenerissimi i temerari abitanti del lago...
mercoledì 11 gennaio 2017
Tre Africani e un Sella sul Pasubio
Il sole sta sorgendo...
Si parte... e siamo a meno 10...
i tre Africani...
il Sella: un Mujaheddin nostràn...
no manca gnente...
sparagnémo anca le torce...
e se va in sù...
tulìvela pure comoda che mi gò da ciàpare el sole...
e le gallerie sono finite...
oramai ghe sémo...
il Portule e i Soij de Campolongo
la zé finìa...
sémo rivà ale màchine...
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Potenza del nome
[Gianni Spagnolo © 25A20] A ben pensarci, siamo circondati da molte cose che non conosciamo. Per meglio dire, le vediamo, magari anche frequ...