Luconi constava allora di tre case con relative pertinenze. Pare che questo toponimo derivi dalla corruzione del nome del fondatore di questo maso, tal Luca Dalla Via, (Luca->Lucòn->Lucùni) che qui si stabilì probabilmente nel XVIII secolo proveniente da Tonezza.
Oggi la case della contra' sono state tutte variamente rimodernate dai discendenti delle vecchie famiglie, per adibirle a seconde case. Vi abita stabilmente solo la famiglia di Fausto Dalla Via e un'altra proveniente da Padova che qui magari ha trovato ciò che gli autoctoni faticano ad apprezzare. Questo spalto vallivo si apre infatti su un grandioso panorama dell'opposto versante della valle, dove anche San Pietro e i suoi soji acquistano una grandiosità altrimenti difficile da cogliere.
La Grotta constava originariamente di sue soli fabbricati, edificati probabilmente nella medesima epoca dei Luconi da famiglie Fontana parimenti provenienti da Tonezza. Una corte familiare dunque, come abbiamo visto essere l'origine di tutte le contra' della Valle. Anche le case di questa localita' sono state riattate e riservate ad abitazioni di vacanza. Qui ora non risiede stabilmente più nessuno, ma questa remota contra' riprende vita nella bella stagione con il ritorno di alcuni emigranti. Incastonato nella salita c'è un capitello della Madonna, fatto edificare nel 1900 da un emigrante d'America, ma che ora versa purtroppo in precarie condizioni, pur avendo già subito un recente ma maldestro restauro.
Questi grumi di case un tempo ospitavano ciascuna una cinquantina di abitanti e brulicavano di bambini e di vita. I servizi di acquedotto, illuminazione e strade carreggiabili arrivarono però tardi, quando ormai quei bambini avevano già preso irreversibilmente le strade del mondo.
Non so se per il suo isolamento, per l'allegria degli abitanti, per l'avvenenza delle grottine, o per l'insieme di tutto questo, ma mio Padre mi raccontava che alla Grotta si andava volentieri a ballare; era meta ambita dei giovanotti della Valle a cavallo delle due guerre.
Dalle mappe dell'epoca austriaca sembra proprio che questi masi siano appesi a fili che li vincolano alla montagna attraverso percorsi che ora magari ci sfuggono, essendo le creste dei Siroccoli assai infide e impervie e avendo il recente imboschimento modificato l'aspetto del territorio, per tacere della cava.
Le contrade alte di Tonezza, come appunto: Pettinà, Sella e Fontana, sembrano essere proprio i terminali montani più prossimi di un'antica rete di percorsi che probabilmente risalivano l'austera Val di Menore aggirando il Salto. Verosimilmente i primi abitatori furono pastori di là che giunsero a dissodare questi contrafforti in un periodo d'espansione demografica, mantenendo comunque frequenti rapporti con il luogo d'origine, verso cui sempre gravitarono. Forse questi insediamenti in origine erano baiti o casoni usati stagionalmente da famiglie tonezzane, che si evolsero in residenza stabile in seguito al progressivo svegramento di questi contrafforti; una genesi che vedremo comune anche a Valpegara.
Conta' MASO, GROTTA e LUCONI nella mappa fondiaria del 1836/40 |
Conta' MASO, GROTTA e LUCONI nella mappa d'avviso del Catasto Austriaco |
Conta' LUCONI (Monte) di Valdastico - 1836/40 |
Conta' GROTTA (Monte) di Valdastico - 1836/40 |
Gianni Spagnolo
IXXX-VI-MMXVI
Bibliografia, annotazioni, avvertenze e diritti:
- Ringrazio Agostino e Fausto Dalla Via e Antonio Fontana per l'aiuto e le informazioni fornite;
- I documenti catastali qui riportati sono estratti dagli originali conservati presso l'Archivio di Stato di Vicenza - Catasto Austriaco del comune censuario di Forni - Mappa d'Avviso; Mappa I; II e Libri partite e riportano in filigrana il marchio d'origine. Sono concessi ad uso esclusivo di questa pubblicazione con prot. n. 01 del 04/02/2015 dal Mistero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo sez. d'Archivio di Stato di Vicenza.
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