Francia, Parlamento approva legge che vieta ai supermercati di gettare cibo: devono darlo in beneficenza. E in Italia quando?
La Francia dice basta allo spreco alimentare. E lo fa con una
legge, votata all’unanimità dall’Assemblea di Parigi, che vieta ai
grandi supermercati - superiori ai 400 metri quadri - di rendere
inutilizzabili i prodotti rimasti invenduti. D’ora in avanti avranno
invece l’obbligo di regalarli alle associazioni benefiche, ridurli in
concime o a riutilizzarli per l’allevamento. Chi sgarra rischia multe
fino a 75 mila euro e due anni di carcere. «È scandaloso vedere cibi
ancora commestibili cosparsi di candeggina», ha spiegato il deputato
socialista Guillaume Garot, ex ministro dell’Agricoltura e promotore
della legge.
20-30 chili di cibo buttato l’anno per persona
Secondo alcuni calcoli, ogni cittadino francese butta nel bidone
della spazzatura 20-30 chili di prodotti alimentari all’anno. Uno spreco
che costa al Paese circa 20 miliardi di euro. La nuova legge, che
prevede tra l’altro anche una campagna contro lo spreco alimentare in
scuole aziende, fa parte di una serie di misure che puntano a dimezzare
gli sprechi alimentari nel Paese entro il 2025.
Le critiche alla legge
Le aziende della grande distribuzione hanno criticato la nuova legge.
«I grandi supermercati sono responsabili solo del 5% degli sprechi
alimentari ma sono gli unici a dovere seguire questi obblighi», ha detto
Jacques Creyssel, portavoce della Federazione del Commercio e della
Distribuzione. «Molti di questi punti vendita - circa 4.500 - hanno già
convenzioni con associazioni caritative».
In Italia gli sprechi valgono mezzo punto di Pil
«In Italia lo spreco alimentare domestico ovvero il cibo ancora buono
che finisce nei rifiuti, vale oltre 8 miliardi, circa mezzo punto di
Pil», ha detto Andrea Segré, docente di Politica agraria internazionale
all'Università di Bologna e fondatore di «Last Minute Market».
«Dall’altra parte l’Istat conta ormai più di 10 milioni di italiani che
vivono e si alimentano in condizioni di povertà». (Federica Seneghini - Corriere della Sera)
by Odette
Non sono le famiglie a buttare i cibi avanzati, ma , soprattutto, i ristoranti e i centri commerciali. Per i negozi, sarebbe sufficiente, magari dalle 19 in poi, vendere i prodotti che vanno consumati nella giornata, a un prezzo simbolico. Mentre alcuni ristoranti, hanno preso l'iniziativa di chiedere, se desideriamo asportare alcuni cibi avanzati. Perché buttare mezza pizza, è commestibile anche il giorno dopo. Dobbiamo noi cambiare mentalità.
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