venerdì 30 settembre 2022

Chi prende il caffè con me?



Il suono dell'uragano IAN - 😡😡😡

la più dura da infiascare... non lamentiamoci valà...

La cuccia di snoopy la troverebbero in Texas! Si salverebbe solo Woodstock perchè sa volare e il gatto dei vicini perchè sa arrampicare! Per Snoopy e Tobia la vedrei dura...😊



Ieri era San Michele e ho letto un proverbio che non conoscevo:
Se l'Angelo Michele se bagna le ale... piovarà fin da Nadàle...
Così, dopo la calura, sarà el mojo l'argomento de discussiòn... 😊
Prevedo un autunno ricco di motivi di discussione... uno pì, uno manco...😖



(tipica scenetta familiare...
la mia ad esempio😊😊😊)

Contra' Lucca a San Pietro

 


In queste foto di Michele Toldo una Contra' Lucca da una prospettiva nuova😉

Prevenzione



 

Vicenza canyoning - torrentismo sulle prealpi vicentine

Ci sarà l'occasione di vedere qualche video documentario sulle Gole della provincia di Vicenza e se lo desiderate anche di acquistare il libro

 

giovedì 29 settembre 2022

Espressionisti locali

 






Abituati come siamo alle recenti espressioni artistiche che hanno interessato il nostro paesello, ci siamo dimenticati degli espressionisti locali.😊

Giganteschi murales, colorate icone e riproduzioni in bianco e nero di vecchie fotografie, stanno popolando sempre più i nostri muri, rivitalizzando un po' l'immagine del paese, mantenendosi tuttavia nell'ambito del revival e del buon gusto.

C'è tuttavia un posto, sospeso fra il sacro e il profano, dove diverse generazioni di giovanotti locali hanno espresso le loro emozioni, lasciandone traccia sul portone che immette nel sotto chiesa dall'Arco dei Cimbri.

Nonostante la tematica ricorrente sia il frutto delle tempeste ormonali adolescenziali, si possono ricavare varie impressioni sulla temperie dei nostri giovani più tribolati. 
Le scritte nuove hanno coperto quelle vecchie rendendole illeggibili e il pennarello indelebile e il colore spray surclassano con facilità quelle vergate un tempo maldestramente con gesso o carbone. Ne esce un quadro dove è prevalente la testimonianza più recente, ma tuttavia compare qua e là qualche riferimento più datato.

Per oltre mezzo secolo questo posto sconto e defilato ha attirato frequentazioni un po' borderline, che si sono sentite in dovere di esprimere il loro lato artistico, ribelle o represso su quella grigia porta di ferro.

Così, leggendo qualche dedica, si può ripercorrere un po' di anni e personaggi locali; qualcuno forse riconoscerà la propria firma e tornerà a quei giovanili tumulti dell'anima e del corpo.


Le STRAUBEN

Si sa che, per non annoiare, ogni tanto bisogna cambiare... e allora avanti con "le strauben" che se anche l'impasto è somigliante alla più ruspante "fritola calda", fa decisamente più "chic"😋
La prima volta che le ebbi ad assaggiare ed apprezzare fu qualche anno fa ai mercatini di Natale di Rango e Tenno, per me i migliori in assoluto!

Le potrete assaporare in contra' Forme Cerati sabato 1 ottobre durante la festa d'autunno!


Le strauben sono frittelle dolci tipiche tirolesi; hanno forma di chiocciola e sono composte da un impasto di farina, uova, latte, zucchero, burro e un aromatico bicchierino di grappa.

Le strauben (il termine tedesco straub significa tortuoso come la forma che il dolce assume durante la frittura) vengono di solito preparate nelle feste di piazza o durante le sagre di paese e vengono chiamate anche stràboli, stràuli, o fortàie.

Dopo la frittura, che originariamente avveniva nel grasso, le strauben vengono cosparse di abbondante zucchero a velo e generalmente accompagnate con della marmellata di mirtilli rossi, ma anche con panna montata o frutta cotta.

INGREDIENTI PER L'IMPASTO DI CIRCA 8 STRAUBEN
Uova 3
Latte intero 250 ml
Grappa 25 ml
Sale grosso 1 pizzico
Zucchero 50 g
Burro 25 g
Farina 00 200 g
INGREDIENTI PER FRIGGERE
Olio di semi di arachide q.b.
INGREDIENTI PER COSPARGERE
Zucchero a velo q.b.
Confettura di mirtilli rossi per strauben 1 cucchiaio

Versate il latte in una ciotola capiente 1, quindi aggiungete la farina setacciata e il sale 2, mescolando con una frusta per amalgamare gli ingredienti. Aggiungete al composto il burro fuso 3, il bicchierino di grappa 4 (circa 25 ml) e i 3 tuorli 5 (tenete gli albumi da parte),  continuando a mescolare.

Montate gli albumi a neve e, continuando a sbattere, aggiungete lo zucchero; versate gli albumi montati a neve nel composto di farina e uova 6 e amalgamateli delicatamente con una spatola o mestolo di legno, in modo da incorporare aria e non smontarli.

Mettete dell’abbondante olio (o dello strutto se preferite) in un padella del diametro di cm 25  7 che porrete sul fuoco; l’olio deve essere ben caldo ma non tropo bollente (non deve superare i 170°), in modo che la pastella possa dorarsi ma non scurirsi immediatamente (a tale scopo immergete un piccolo quantitativo di impasto nell’olio per testare il giusto grado di calore). Prendete un imbuto, tappate il foro con un cartoncino 8 o con il dito indice e quindi versate al suo interno un mestolo circa di pastella 9.

Posizionatevi sopra la padella e togliete il dito (o il cartoncino) dall'imbuto per fare fuoriuscire la pastella  10 che dovrete far colare nella padella in senso circolare 11 cominciando dall’esterno e continuando verso il centro (12-13-14).

Non appena il dolce avrà assunto un colore dorato, afferratelo con due schiumarole e giratelo per dorare l’altro lato.

A doratura avvenuta, sempre con l’aiuto delle schiumarole, togliete la strauben dall’olio, fatela sgocciolare e ponetela a perdere l’olio in eccesso su di più fogli di carta assorbente da cucina. Trasferite la strauben su di un piatto da portata, cospargetela con dello zucchero a velo e ponete al centro del dolce un cucchiaio di  marmellata di mirtilli rossi e/o panna montata. Servite immediatamente.

CONSIGLIO

Volendo, potete realizzare la pastella delle strauben con 100 ml di birra e 150 ml di latte (al posto di 270 ml di solo latte).

DNA DOC😊



 

Forme d'autunno


 

mercoledì 28 settembre 2022

Chi prende il caffè con me?

 


L'UVA APPESA

Una volta quasi tutto quello che era regime alimentare veniva dalle scorte di campagna e una delle tradizioni più antiche era quella di conservare l'uva per l'inverno: molti ricorderanno i bei grappoli di uva "mericàna" appesi alle travi, sorvegliati attentamente ogni giorno dal Nonno che toglieva eventuali acini ammuffiti...

Era una gioia, passata la vendemmia, avere ancora uva da mangiare per qualche tempo ancora, anche se era un fià pì siàpa...😊

Ve li ricordate i giorni della vendemmia? E i profumi?






Concerto autunnale



La natura ha riunito 

una grande orchestra  

e  accordato gli strumenti  

per presentare il concerto autunnale 

in una melodiosa sinfonia di colori 

ai nostri occhi e ai nostri sensi.


*§*§*§


Suonano il violino 

le tremolanti foglie,

color giallo oro appese ai  rami, 

del candido tronco della betulla.

Sostiene il violino 

il contrabbasso  

dispiegando  le larghe foglie 

gialle ocra del noce.

Sospirano e soffiano nel flauto 

le piccole foglioline gialle 

in ordinate file sui rami dell’acacia,

che sembrano come note 

su partiture musicali.

Pomposamente soffia nel trombone 

anche il maestoso ippocastano 

con  pendenti larghe foglie, 

giallo bruno.

Folleggiano le note del piffero  

su lunghe dita di una mano  

che spuntano da terra del nocciolo 

in larghe foglie gialle 

e a lui gareggia in alto, 

il tozzo tronco a lunghe dita 

del gelso a gialle foglie.

Arpeggia dolcemente 

con un verdino pallido il tiglio

le foglie ormai già pronte al rosso scuro.

Il faggio invece con il sassofono borbotta  

un arrugginito rosso scuro delle sue foglie.

Con il trombone l’acero rosso 

non ha mai smesso di provare, 

ma lo sostiene adesso 

anche la tromba del fratello argenteo 

con le sue foglie ormai cambiate, in rosso vivo.

Si intromette anche la cornetta 

del pruno porporino 

con le sue foglie piccole 

colore rosso vino.

Un timpano verde edera 

mescola le sue note 

abbarbicate ad un tiglio 

con gialle e rosse brune foglie.

Percuote il tamburo 

con le sue pendenti 

mazze arancioni  

il cacàro 

ormai spoglio di tutte le sue foglie. 

Si intrufolano le note dell’ocarina  

fra i pendenti rami del salice 

che non vuole cambiare 

il verde pallido delle sue foglie.

Con orgoglio 

pini, larici, mughi e ginepri 

soffiano ottavini gonfiando i loro aghi,

di un verde in mille sfumature ardite, 

unendosi in una bella sinfonia maestosa. 

Le vive note, 

i flauti aprono al giallo e rosso 

delle larghe foglie della vite,

ormai spogliata dei suoi 

gustosi grappoli d’uva

bianchi e neri.

Francesco 




Capitello della strada nuova a San Pietro

Ho rubato questa foto a Gianna Nicolussi

 

martedì 27 settembre 2022

La mascherina: un’avventura indimenticabile


In questi due anni e più di pandemia, la mascherina è stata un “accessorio” dapprima introvabile, poi di mille colori e forme, di ogni qualità, per poi arrivare alla ffp2, ritenuta la più efficace come protezione. Quest’ultima si deve mettere ancora oggi, sui pulmini scolastici, sugli autobus di linea e in tutte quelle occasioni, dove si ritiene di proteggersi e proteggere gli altri, in modo più sicuro. Quando si parla di mascherine, a me torna immediatamente alla mente un fatto che mi è accaduto e che ora vi racconto.

Era una mattina del maggio 2021, avevo l’appuntamento a Schio per la seconda dose di vaccino e insieme a mio marito, mi accingevo a partire. Noi, d’abitudine, arriviamo sempre dieci minuti prima dell’orario convenuto, qualsiasi sia l’impegno che abbiamo, quindi siamo partiti con largo anticipo. Tranquillamente discorrendo siamo arrivati nei pressi di Schio quando un lampo mi balena per la mente: ho preso la carta compilata con cui bisognava presentarsi? Mi volto a guardare sul sedile posteriore, niente… lo dico a mio marito che, imprecando me ne dice di tutti i colori, aggiungendo che faccio le cose con la testa altrove… e ha ragione! Essendo tardi per ritornare a casa, decido di andare comunque e chiedere se avrebbero potuto farmi il vaccino o se dovevo ritornare a casa a prendere il modulo. Scendo al volo dall’auto mentre mio marito parcheggia e attende una mia risposta. All’entrata trovo un volontario che mi dice di proseguire, all’interno chiedo a un altro che mi risponde di andare sopra a chiedere; salgo le scale e spiego a due volontari che  a loro volta chiamano un terzo perché sia lui a darmi una risposta. Dopo qualche battuta spiritosa, mi dice di mettermi in fila perché nel computer c’è tutto e così faccio; la ragazza mi dà il biglietto e comincio ad avanzare nella fila con ritrovata calma… Arrivata davanti alla scrivania, mi piego in avanti per spiegare all’infermiera, vergognandomi e scusandomi per la mia disattenzione; lei mi rassicura e inizia a preparare il modulo. In quel preciso istante, mi piego ancora di più in avanti e vorrei farmi piccola, piccola... sottovoce dico all’infermiera che mi sono accorta in quel momento di essere senza… mascherina! Faccio per prenderla dalla borsa dove ne tengo di scorta, ma mi accorgo che ho preso uno zainetto e non ho trasferito tutte le cose che conteneva la borsa. Non so più che fare, mi vengono i sudori, resto immobile chiedendo se l’infermiera ne avesse una da darmi e lei, non avendola, interpella il militare che gira chiamando i numeri e gli chiede di portarmi una mascherina. Lui arriva e mi intima di stare seduta e di non muovermi, così prendo posto mentre il soldato ritorna con la mascherina in mano e, tenendola in alto, grida forte “Dov’è quella signora che è senza mascherina?” Mi sento la moltitudine di persone che mi punta gli occhi addosso, prendo la mascherina e la indosso asciugandomi il sudore dalla fronte, con un sospiro di sollievo. Ma non è finita! Dalla sua scrivania si alza un medico e grida contro di me e contro tutti quelli che vedendomi, non si sono accorti della mancanza; io resto immobile e prego Dio che non mi capiti quel medico quando dovrò presentarmi per le consuete domande. Tremante, riesco a compilare il modulo e quando è il mio turno, mi sento sollevata perché vado da un altro medico, ma nella mente è un turbinio di pensieri. Allora ricapitolando: sono scesa in fretta dall’auto e non ho preso la mascherina, ho cambiato borsa, ma più di tutto, sette persone mi hanno guardato e non si sono accorte… sette, non una! In quei momenti mi sono sentita peggio di una ladro o di una delinquente, tanta era la tensione che sentivo aleggiare intorno a me; se avessi potuto, mi sarei nascosta in un “corgnòlo”, tanta è stata la mia vergogna. In quel periodo era obbligatorio avere i dispositivi di sicurezza, tanto più in un luogo frequentato da moltissime persone. Penso che quest’avventura mi resterà nella mente e raccontandola, sorriderò pensando a quello che mi è capitato solo per una semplice mascherina chirurgica, ma che in quel momento era di grande importanza, era quasi vitale. 

Ho raccontato più volte e in varie occasioni quest’avventura, completando la narrazione con  i movimenti del corpo e i toni della voce e vi assicuro, che chi mi ha ascoltato si è divertito molto!

Lucia Marangoni Damari

Pedescala 22 settembre 2022

La transumanza di Bressanvido dall'alto

 


Sempre bella la transumanza...





 

Forte Corbin

 

(segnalato da Lucia)

Chi prende il caffè con me?




Intero pomeriggio 

di "esercizi mnemonici" 

per Mamma...

(promossa)

😊😊😊

Non ho l'evento e nemmeno la data, anche se presumo possa essere intorno agli anni '35/'40 considerando l'età di quelle riconosciute. 

Se qualcuno può aggiungere o correggere, ben volentieri.


LA SIGNORA FRANCA DAL POZZO, NATIVA DI PEDESCALA, MA RESIDENTE A ZANE', TRAMITE LUCIA CI FA PERVENIRE DELLE INTEGRAZIONI DI NOMI - grazie - 

01

02 - Luigia Dal Pozzo

03 - Edda Fontana (sorella di Cirillo gioca) detta cinèlo

04

05

06

07

08

09

10 - Angela Spagnolo (mia zia)

11 - Martina Fontana

12

13

14 - Elena Toldo (mamma Lorenzina)

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17

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19

20

21

22

23

24

25

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27 - Angelina Pretto

28

29

30 - Elsa Lorenzi (capa)

31 - Spagnolo.......

32

33

34 - Mercedes Alessi

35 - Pulcheria Toldo (emigrata Australia) sorella della Maria Toldo

36

37

38

39

40

41 - Adele Marangoni

42

43 - Margherita Marangoni (Rita tati?)

44 - Giovanna Mattielli (Giovanèla)

45 - Maria Cipriani

46 - Lucia Pretto (matiòna)

47 - Giuseppina Toldo (godi)

48 - Clelia Stefani

49

50 - Jole Giacomelli

51 - Bianca Sartori

52 - Ester Toldo (polaca)

53 - Mariuccia Bonifaci

54 - Elda Serafini

55

56 - Rina Giacomelli

57

58 - Caterina Marangoni

59 - Olga Zampieri

60 - Orsolina Giacomelli

61 - Domenica Sartori

62

63

64 - Toldo........(sorella Osvaldo piona)

65

66 - Maria Fontana (mora)

67

68 - Guzzo............

69 - Stefani............

70

71 - Clelia Spagnolo

72 - Perla Lorenzi

73 - Seconda Sella Rosetta bonifaci

74 - Rina Fontana (fùcari)

75 - Maria Toldo (sorella Aldo Toldo)




Potenza del nome

[Gianni Spagnolo © 25A20] A ben pensarci, siamo circondati da molte cose che non conosciamo. Per meglio dire, le vediamo, magari anche frequ...