Consiglio di investire un quarto d'ora del nostro tempo nella visione del video seguente dello storico e divulgatore Alessandro Barbero, pubblicato in tempi non sospetti, ovvero il 27 aprile del 2020. Due anni fa a nessuno sarebbe passato, neanche per l'anticamera del cervello, che potesse scoppiare una guerra entro i confini della cosiddetta Vecchia Europa.
I toni di Barbero sono quelli pacati e didascalici del divulgatore, cui interessa essere compreso, invece che condizionare l'opinione dello spettatore. Non così invece i numerosi talk-show di cui sono infarciti i palinsesti attuali, dove improvvisati tuttologi discettano di guerra e strategia con toni e sicumera che il vero studioso mai si sognerebbe di adottare. Così come prima pontificavano di pandemie e immunologia da salotto.
Palinsesti alimentati dal battibecco costante e inconcludente, che pare tanto piaccia allo spettatore comune e soprattutto ai mezzi di comunicazione, che ce lo propinano in ogni occasione. A questi non par vero, infatti, di riuscire a intrattenere gli spettatori minimizzando i costi di produzione dei programmi, salvo lo stipendio annuale ai tuttologi buoni per ogni stagione e argomento, e ai conduttori specialisti nell'istigazione e nella manipolazione. Due anni di Covid e adesso la guerra... Una manna inattesa: intrattenimento garantito a costo zero! 24h7.
Ovvio che in questi contesti la ragionevolezza sia bandita; non avrebbero nessuna attrattiva, infatti, ragionamenti meditati e oggettivi fatti da persone competenti, o almeno informate sui fatti. Sarebbero d'una noia mortale, da far venire il callo da telecomando.
Pare che l'Italia abbia il più alto tasso di complottismo d'Europa, ossia di adesione acritica alle teorie più improbabili e strampalate; in verità questo non stupisce, date le premesse.
L'alternativa ci sarebbe, si chiama buon senso.
Ma chi lo insegna più, il buon senso?
Infatti Gianni, non si insegna più, né a scuola e men che meno in famiglia. Buonanotte coscri, un abbraccio
RispondiEliminaInfatti Gianni, non si insegna più né a scuola, né, men che meno, in famiglia. Buonanotte coscri, un abbraccio
RispondiEliminaCondivido tutto quello che dice Barbero, grande divulgatore, tranne che Hitler non volesse la guerra.
RispondiEliminaÈ come dire che uno che vive di rapine non vuole andare in galera... ovvio! Ma prima o poi ti beccano...
Non sono però del tutto d'accordo con le critiche all'informazione, che spesso è superficiale e la cosa che mi da più fastidio è che raramente lasciano fare dei monoloqui che durano più di qualche minuto a persone esperte senza fermarli, per dare spazio a sterili dibattiti più adatti alla tv...
Ma non è sempre così e c'è scelta, bene o male libera, anche di ascoltare i filo russi con cui sono quasi sempre in disaccordo... o i giornalisti di “la verità” in cui mai titolo fu più falso... non per niente sono apertamente sulla stessa linea di pensiero di trump..
Certo Gioska, ci sta il tuo parallelo col ladro che deve mettere in conto l'eventualità di finire in galera, ma è proprio su questa "eventualità" che si esprime la sua azione. Se infatti fosse "sicuro" di andarci, probabilmente non ruberebbe. Hitler venne lasciato fare, e la guerra, ad un certo punto, divenne inevitabile, ma forse non espressamente ricercata, almeno non l'estensione a livello mondiale con UK e USA. Quando s'innesca un meccanismo di questo genere sono tante e tali le implicazioni che diventa quasi impossibile capirne i presupposti. Il nazismo aveva comunque la rapina e la guerra nel suo DNA, non essendo un sistema economico in grado di reggersi sull'ordinaria economia di mercato, per cui una politica di aggressione e appropriazione era funzionale alla sua stessa esistenza.
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