[Gianni Spagnolo © 22A26]
Le strade maestre di San Pietro, ossia quelle che conducono alla piazza del paese da sud e da nord, sono tuttora dedicate a due Altezze Reali di Casa Savoia. La Via Carlo Alberto e la Via Regina Margherita confluiscono infatti sulla Piazza che, molto originalmente, è intestata a quella Roma, che, oltre che capitale di ben due imperi, lo è tuttora d’Italia.
Vabbé, … il secondo Impero, rispetto al primo, può andare a nascondersi, sia per gloria che per durata, tuttavia meritò anch’esso una fugace dedicazione della stradina che conduceva al Ricreatorio, poi rimossa. I fasti e i nefasti di quell’effimero Imperiuccio durarono poco e le sue tracce e i suoi simboli vennero fatti velocemente sparire dalla circolazione. Anche la dinastia dei Savoia fu giubilata dalla Repubblica e dell’ultimo Re ed Imperatore si perse volentieri l'ossequio. Differentemente dal suo omologo e parente della Destra-Torra, che probabilmente lasciò miglior ricordo.
Carlo Alberto di Savoia (1798-1849), fu il primo Re di Sardegna e il primo esponente del ramo cadetto dei Principi di Carignano che assunse dignità reale subentrando a quello principale rimasto senza eredi. Fu padre di Vittorio Emanuele II, primo Re d’Italia e nonno della regina Margherita (1851-1926), moglie del secondo sovrano italiano. Narrano le cronache paesane che quella graziosa Maestà abbia elargito un’offerta per la costruzione dell’Asilo d’Infanzia, costruito su iniziativa di Don Antonio Fontana nel 1898 e pertanto, già nel 1900 gli venisse dedicata la nuova strada, Fu proprio quell’anno che venne assassinato a Monza il marito, Umberto I, evento che colpì sicuramente l’immaginario collettivo del giovane regno. Intanto la strada si stava affollando di costruzioni sul suo lato a monte, mentre bisognerà attendere la ricostruzione post-bellica per vederne completato il lato di valle.
Ecco allora che le due vie maestre sono dedicate a nonno e nipote, legati a periodi della storia nazionale più lontani e meno controversi. Stupisce perciò la dedicazione dell’attuale Via Regina Margherita alla Regina Elena (1873-1952), com’è indicato nella cartolina postale della foto. La faccenda risale al periodo fascista, in cui la toponomastica paesana venne adattata a celebrare i fasti del neonato Impero. La Regina Elena era la consorte dell’allora Re d’Italia Vittorio Emanuele III, neoassunto alla dignità imperiale dopo la conquista dell’Impero d’Etiopia nel 1936 e perciò si pensò forse bene di aggiornare la dedicazione della strada avvicendando le regine; tanto si giocava in casa e non era irrispettoso far subentrare la regina moglie a quella madre.
La foto risale agli anni Trenta del secolo scorso, che vede completamente edificato il lato a valle della via, con evidente il muretto dell’Asilo e il suo corridoio d’accesso, protetto da una pergola vegetale. Sullo sfondo si staglia il muro candido della casa Fontana Catinòn, mentre la bottega dei Bonifaci, sulla sinistra, innalza l’insegna della Mobiloli, versioni autarchica della più nota Mobiloil. Non è ancora presente la pompa di benzina, che apparì nel dopoguerra in ragione dell’inizio della motorizzazione. Sull’uscio delle case e delle botteghe s’intravede la sagoma dei titolari, com’era d’uso a qual tempo, dove le fotografie erano più raramente solo paesaggistiche, ma prevedevano sempre l’animazione con persone in posa per l’occasione. Anche i bambini sull'angolo dell’Asilo, dove poi venne collocata la fontanella, appartengono sicuramente alle famiglie delle abitazioni adiacenti. Essere ritratti in una fotografia era allora raro e costituiva un evento memorabile, perciò ci sarà stata sicuramente un’accurata preparazione del teatro di posa e anche, aggiungo io, un po’ di competizione per stabilire chi doveva essere immortalato dallo scatto e passare ai posteri, almeno in effige.
Per una datazione precisa delle dedicazioni della viabilità paesana bisognerebbe spulciare negli archivi comunali, dove sarà senz’altro documentato l’avvicendarsi delle attribuzioni. Sempre che siano reperibili i verbali dei consigli comunali, o le delibere podestariali di quegli anni, periodo che sembra essere più oscuro del Pleistocene.
Tornando ai giorni nostri, forse sarebbe ora di fare qualche ulteriore aggiornamento della toponomastica. Sono contrario, in linea di principio, alla cancel culture in voga, ma vedrei di buon grado fare pulizia completa degli obsoleti toponimi sabaudi e risorgimentali e intitolare quelle vie paesane a personaggi o località con maggior attinenza alle cose nostrane. Largo Savoia, Via Carlo Alberto, Via Regina Margherita, Piazza Roma, Via XXIV Maggio (ma come si fa a celebrare un'entrata in guerra???), personalmente le cestinerei volentieri. Anche la Via Martiri del 1848, che, pur ricordando fatti squisitamente nostrani, oltre a far confusione con quella simile di Pedescala, credo che a nessuno rimandi al sacrificio dei due paesani nostrani nel 1848 e pertanto è inutile allo scopo.
Fare modifiche di questo tipo costerebbe poco, basterebbe qualche delibera, tanto ormai la posta non circola quasi più e Google Maps s'adatterebbe in fretta. Più costoso, ma senz'altro più urgente ed utile, sarebbe invece di sistemare qualche via minore del paese, che languono da decenni in stato pietoso. Dopo ver spassà andò che passa el prete, sarìa ora de pensare anca al resto.