domenica 31 agosto 2014

Forme Cerati: il pranzo della Contra'






 

















Quest'anno il cattivo tempo si è impegnato per impedirci di fare la tradizonale "cena in Contra'", ma noi abbiamo perseverato e siamo riusciti comunque nell'intento. Domenica 17 agosto infatti ci siamo trovati tutti al parco giochi delle Forme per stare a tavola insieme trascorrendo una giornata all'insegna della buona compagnia. La giornata era stupenda, la gente serena, il menù ricco e variegato, perciò cosa volere di più dalla vita? Ah... per completare, alla sera ci siamo ritrovati per un buon piatto di minestrone preparato da Giorgio. Abbiamo tanto lavorato, ma ne è valsa la pena, perchè le soddisfazioni avute ci han ripagato alla grande!
P.S.: un doveroso ringraziamento va a Nada che, nonostante la famiglia numerosa, è sempre in prima fila per organizzare.
Milly




In Belàsio...

è risaputo essere "terra promessa"...
ma qua Guerìn me pare che el gà un fià esagerà...
no se sa se par la tera o par l'amore che el ghe dédica,
fato stà che nel'orto el gà fato un bròcolo de du chili e medo...
podarà vegnérghene crisi... lù de fame nol morarà mai!


Al via la rivoluzione dei pronto soccorso. Zaia: 'Primi d'Italia'

I cittadini veneti che avessero necessità dell’assistenza in pronto soccorso troveranno una novità che si sperimenta per la prima volta in Italia: un’organizzazione profondamente modificata rispetto al passato che prevede tra l’altro la presenza in sala d’attesa di uno “steward” professionale adeguatamente formato per fornire tutta l’assistenza necessaria ad un paziente o ai famigliari in attesa: informazioni sulla situazione del momento della struttura, sui presumibile tempi d’attesa, sui motivi della stessa, sulle condizioni della persona che si trova in trattamento.

Il tutto abbinato ad una serie di migliorie ambientali, come il collegamento wi-fi, prese per la ricarica di apparecchi elettronici, distributori d’acqua, monitor dove appare la situazione del singolo paziente in attesa e, in alcuni casi, anche poltrone più comode e posizionate in modo che tutti possano visionare agevolmente i monitor di sala.

E’ questa, in sintesi, quella che il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia ha definito la “rivoluzione degli angeli” presentando, oggi a Venezia, i nuovi servizi che prenderanno avvio nei pronto soccorso del Veneto a partire da lunedì 1 settembre. Con Zaia erano presenti l’Assessore alla Sanità Luca Coletto, il Direttore Generale della Sanità veneta Domenico Mantoan, il Responsabile del Suem 118 Paolo Rosi e quello della formazione degli operatori Daniele Frezza.

Gli “angeli” già formati sono 380 (tutti operatori sanitari già inseriti nel sistema); a loro si aggiungeranno 60 giovani neolaureati nelle discipline sanitarie che stanno concludendo la formazione ad ognuno dei quali andrà una borsa di studio di 15.000 euro l’anno; ed un numero imprecisato, ma sicuramente elevato di volontari, vista l’accoglienza che l’iniziativa ha avuto nel settore.

L’intera operazione è costata circa 2 milioni di euro.

“Siamo i primi d’Italia – ha detto Zaia – a sperimentare un nuovo approccio all’attività dei pronto soccorso, che vogliamo rendere ancora più efficiente e vicina anche agli aspetti umani delle persone in attesa, che stanno vivendo un momento comunque difficile, a prescindere dalla gravità della patologia e che potranno trovare motivo di tranquillità nel ricevere assistenza e tutte le informazioni di cui necessitano. Non solo, ma spiegare in maniera semplice e diretta i motivi di un’attesa o il livello della propria patologia, contribuirà a rispondere alla richiesta più pressante che ricevo quotidianamente tramite lettere e mail della gente: più informazioni, più contatto con i sanitari (non possiamo certo chiedere ai medici di uscire dagli ambulatori dove stanno curando), spiegazioni sulle attese, che spesso hanno motivazioni ben precise, ma che vengono comunque percepite come un’inefficienza. Mano a mano che verificheremo il funzionamento del tutto – ha aggiunto Zaia – ovviamente valuteremo se fare degli aggiustamenti migliorativi. Siamo i migliori a curare – ha incalzato – ma vogliamo crescere anche sul fronte dell’umanizzazione del rapporto con i nostri malati. Per questo parlo con convinzione di rivoluzione degli angeli, perché di una rivoluzione si tratta, non solo sul piano organizzativo ma anche su quello concettuale di una grande macchina come quella sanitaria prioritariamente rivolta alla persona che soffre”.

“Già oggi – ha tenuto a rimarcare Coletto – il sistema dei pronto soccorso del Veneto è quello con le medie d’attesa più basse d’Europa, ma possiamo e vogliamo migliorare questa performance, perché le novità riguardano non solo le sale d’attesa ma anche le modalità di accesso alle cure, con l’accesso diretto alle visite specialistiche per pazienti particolarmente fragili come bambini o donne in gravidanza; fast track specialistico con l’invio immediato del paziente al reparto specifico una volta diagnosticata la patologia, accesso immediato al reparto in caso di ricovero senza attese nei corridoi”.

La riforma dell’attività dei Pronto soccorso riguarda anche i tempi di attesa per i diversi codici di gravità. L’obbiettivo tendenziale senza naturalmente lasciare nessuno senza cure, è stato spiegato oggi, è quello di arrivare ad un massimo di 4 ore per i codici bianco (il meno grave) e verde che, assieme, costituiscono circa il 90% degli accessi totali. Si tratta di un’indicazione alla quale le strutture dovranno prestare particolare attenzione perché, ha detto Mantoan, i tempi saranno considerati tra i parametri per l’accreditamento istituzionale sia nel pubblico che nel privato a partire dal primo gennaio 2016.

Nei pronto soccorso del Veneto accedono ogni anno circa 2 milioni di persone, che generano circa 14 milioni di prestazioni.
(fonte Thiene on line)

sabato 30 agosto 2014

“La voce del fiume attraverso i suoni: pomeriggio di melodia in località Pria di Arsiero”

In questo mese d’agosto, dove il sole è stato quasi sempre nascosto e la pioggia ci ha stancato veramente, non abbiamo difficoltà a ricordare le giornate in cui abbiamo potuto stare all’aria aperta senza la minaccia di qualche rovescio. 
Io ricordo veramente con gioia il primo di agosto, con un cielo un po' nuvoloso, ma che ha permesso ai partecipanti della passeggiata panoramica in compagnia di melodiosi strumenti, di godere in pieno qualche ora in modo speciale.




Organizzata dal gestore di Pria Park e da Longin Liliana che ha fatto da guida, il percorso fra sassi, insenature, anfratti è stato pensato in modo particolare: rendere omaggio al torrente Astico con sentimenti di gratitudine regalando melodie e suoni che assieme al rumore dell’acqua creassero un insieme caratteristico. 
Siamo partiti dal chiosco alle 17.30 circa e ascoltando le spiegazioni di Liliana su quello che la zona offre, siamo arrivati con una breve passeggiata al primo punto di ascolto: Katy con il suo tamburo sciamano e la sua voce stupenda, ci ha regalato istanti di relax e meditazione, invitandoci a gettare nel fiume i pensieri e le preoccupazioni così che l’acqua li portasse via; poi alla seconda tappa Elena, Anna e Luciana, con flauti e violino, ci hanno proposto varie melodie e poi abbiamo assistito a un fuori programma: Aline Carraro,
che partecipava alla passeggiata, ci ha deliziato con un brano! Siamo poi arrivati a una piazzetta antica dove nel 1800 c’era un mulino, lì ci attendeva Lorenzo con il suo vibrafono che ci ha fatto ascoltare alcuni motivi particolari; abbiamo continuato la passeggiata e si sentivano le note di una cornamusa: Alessandro con la cornamusa scozzese e una spagnola, ci ha proposto marce militari, concerti, ballate. Poi dopo il ponte, più in basso Antonio, Lino e Lisa con i loro violini, hanno suonato insieme
alcuni motivi e più avanti, nel prato, una cosa vera da brivido: quattro gong pronti per essere suonati. Claudio ci ha spiegato che le vibrazioni del gong bisogna assaporarle per portare via il negativo che c’è in noi. Venti minuti dove la bravura di Claudio ha fatto risuonare tra i sassi e le montagne un suono difficile da spiegare, ma veramente
meraviglioso da ascoltare! Abbiamo poi raggiunto il chiosco, dove Manuel ci ha proposto vari pezzi suonati con la tastiera: un giovane ragazzo veramente bravo!  

In questa terza edizione della passeggiata panoramica musicale eravamo circa in settanta giunti da varie zone, tutti attenti e desiderosi di assaporare in pieno ogni cosa, tutti grati agli artisti che si sono esibiti (ognuno di loro ha ricevuto applausi scroscianti), contenti che il tempo sia stato clemente così da permettere che la manifestazione potesse svolgersi. Dalle 17.30, orario di partenza, la previsione era di un'ora e mezza circa, invece alle 20.00 non era ancora terminato tutto. (E’ per questo motivo che sono arrivata tardi alla presentazione del libro di Andrea). 

La serata è proseguita con cena vegetariana e con un concerto con la magia dell’unione di strumenti melodiosi per finire veramente in bellezza. Bisogna ringraziare Liliana Longin che, essendo cresciuta a Scalini, ama la Pria, il torrente, la magia, la musica e ha contattato amici artisti che sono arrivati per suonare solo per il piacere di farlo, senza chiedere nulla. 
Un ringraziamento va anche a chi gestisce il chiosco e che si cura di tenere pulita tutta l’area e aiuta anche a
organizzare questi particolari eventi. Ci siamo fatti coccolare dallo spirito del fiume, abbiamo nutrito la nostra anima di vibrazioni musicali, abbiamo assaporato la natura intorno, abbiamo applaudito con vero entusiasmo e gioia, siamo stati in compagnia: tutto questo è stato per me un regalo inaspettato! Avevo per caso visto il volantino e sono andata con una mia amica di Thiene senza aspettarmi grandi cose, ma ho ricevuto tanto e di certo mi ricorderò di quest’esperienza e se avrà un seguito, la consiglierò a tutti.
Vi assicuro che per giorni ho avuto in mente le melodie che ho ascoltato e le ho conservate nel cuore!

                                                                                              Lucia Marangoni


Cimitero austro-ungarico di Tonezza del Cimone


Nella piccola località di Crosati, vicino a Contrà Campana (frazione del Comune di Tonezza del Cimone è visitabile un cimitero austro-ungarico che raccoglie le salme di oltre mille Kaiserjäger austriaci caduti dal 1916 in poi. Precedentemente i caduti vennero 

tumulati in altri due cimiteri della zona, a Contrà Grotta e Campana, ma venne deciso di costruirne un terzo in questa zona perché considerata più sicura e riparata dai bombardamenti dell'artiglieria italiana.


Nel 2006, dopo un lavoro di restauro da parte dell'Associazione del Fante di Vicenza, il cimitero è stato riaperto e ribattezzato "Monumento alla concordia e alla pace".
Nell'ampio spazio verde recintato da un basso muro sono state poste cento croci di legno in memoria dei caduti mentre, al termine del viale interno, è stato ricollocato l'originale crocefisso in calcestruzzo. All'entrata, due grandi massi ricordano i due ufficiali dell'esercito asburgico qui sepolti.

Sono andata domenica scorsa a fare una visita: silenzio, rispetto, un pensiero e una preghiera per tutti i soldati lì sepolti.
 Aggiungo una mia poesia che avevo scritto visitando un altro cimitero di guerra.
A ricordo dei soldati ,con un pensiero particolare per le guerre che ancor oggi, sconvolgono tanti popoli.
                                                                    Lucia

                          “ERBA  CHE CRESSE”


Crose de legno, qualche iscrissiòn,
tute compagne, no ghe xè distinsiòn,
erba che cresse, basà dal sole
la piova e la neve, no dise parole…

La mente se ferma… - Quanti soldà!
Xòvani  e veci,  qua i xè restà…
sti pori tusi, mandà a far la guera
storia che resta, su questa tera…

El vento carèssa, quei tochi de legno
che varda el cielo…  forte quel segno…
segno de morte,  de vita finìa…
in vale rintocca,  un’Ave Maria…

El cuore se impiena, ormai xè sera,
pian pian el dise la so preghiera…
“Riposè par sempre, tuti i soldà
lontàn dale guere, sui monti e nei prà!”


                                                               Lucia M.

 Cimitero militare Campana 2011: 
l'Amico Delmo viene insignito della croce nera

Il pensiero di Oriana



venerdì 29 agosto 2014

Pedescala vista dalla ciclabile






































Tante persone la percorrono ogni giorno, 
a piedi o in bicicletta 
godendosi il paesaggio circostante.
Ma come si può notare dalle tracce e solchi  lasciati (ruàre), 

anche moto e quod l'hanno percorsa, 
rovinando il percorso, tanto da rendere impossibile per un bimbo, 
tirarsi fuori dal solco. 
L'ho sperimentato con mio nipote e mi sono detta:" 
Ma la ciclabile dovrebbe essere interdetta ai mezzi motorizzati, o no?"
Un giorno da casa mia ho visto transitare un'auto....

Lucia

El quiss dela Lucia: cossa elo sto fero? Dei che zé fàssile...



Luoghi e percorsi della memoria


                                                                                    
Dalla fine di giugno 1916, dopo una lunga e sanguinosa battaglia, siamo a riposo nella nuova posizione detta “Gibraltarstellung” (posizione Gibilterra) sopra il paese di Pedescala. Tutta la nostra linea, chiamata “Winterstellung  (posizione invernale) è fervente di lavori,  stavolta siamo  sulla difensiva. Noi del decimo battaglione,  59° reggimento di fanteria “Rainer” dopo aver attaccato punta  Corbin al comando del colonnello Victor Kliemann abbiamo ricevuto il cambio per poi ritirarci a nord della val d’Assa. Verso ovest vediamo il paese di Tonezza e più a sud il monte Cimone, sotto di noi la valle del fiume Astico con i villaggi di Barcarola e Forni, dietro di noi le montagne della nostra patria dominate dal gruppo della Vigolana.
Una strada che scende a S. Pietro ci aiuta a ricevere i rifornimenti dall’interno dell’impero, dodici tornanti in terra battuta facilmente percorribili.  Prima del paese si sta costruendo un grande campo militare con ospedale, dormitori, magazzini e perfino un ritrovo per ufficiali chiamato hotel Astico. Qui  a Gibraltar stanno scavando trincee esterne su più ordini, postazioni per arma pesante in caverna su diversi piani, tutti collegati tra loro da camminamenti sotterranei, alla base della roccia caverne per pezzi di artiglieria. Ho visto il progetto e mi sembra di ottima idea, credo che a lavori conclusi i fortunati che avranno l’obbligo di soggiornare a Gibraltar saranno fuori dai pericoli bellici. Il mio reparto probabilmente fra pochi giorni sarà trasferito, finito il riposo si ricomincerà la battaglia, oggi siamo qui, domani… chissà!?...

                                                                                                      
Maggio 1968
                                                                                                                                  Il nostro maestro di scuola era Carlo Pesavento un grande in tutti i sensi;
appassionato di storia locale, non ci faceva mai mancare le gesta dei vari Samoggia, Lussù, Nicolussi ecc. ecc. Già allora i racconti fatti dal maestro mi spingevano a scoprire il territorio, caverne e trincee erano sinonimo di avventura,  trovare un piccolo bossolo di cartuccia mi riempiva di gioia… figuriamoci quel giorno quando ci disse che ci avrebbe portati a visitare una posizione Austriaca ancora quasi intatta.

La mia frenesia di andarci mi suggeriva di visitarla il pomeriggio stesso, il problema era che il maestro non ci disse dov’era, in trepidante attesa aspettavo di sapere…
La mattina seguente in classe regnava il silenzio, compito di aritmetica. Mi promisi che se il voto fosse stato più che sufficiente avrei domandato all’insegnante il programma della passeggiata. In ordine alfabetico ci chiamò alla cattedra e pervaso da un po’ di emozione toccò a me. Era risaputo che il maestro Carlo con i giudizi era un po’ ristretto ma… mi andò bene, adesso si trattava di trovare il coraggio di chiedere quella cosa…  Allontanandomi di un passo chiesi: “ signor maestro quando ci porta sulle caverne austriache? “ Il gigante alzò lo sguardo,  i suoi occhi azzurri parevano più grandi e luminosi del solito, mi fissò e sottovoce mi disse: ”preparate zaino, bastone e pila che se sabo zé belo partìmo”.
Chiesi il permesso di dirlo ai miei compagni e dopo un leggero sì di approvazione, quasi urlando, svegliai la classe con l’annuncio della passeggiata. Tutti i maschi della classe furono entusiasti,  forse le femmine un po’ meno,  ma in generale poter saltare un giorno di scuola per fare un ‘escursione fece sorridere tutti. Il pomeriggio dello stesso giorno scesi di buona lena nella legnaia,  tra le frasche per i fagioli trovai il bastone che faceva al mio caso, zaino e pila già erano pronti su una sedia della cucina nella mia casa di  via S. Barbara. Con grande sollievo arrivò la mattina del sabato.  Con anticipo sull’orario mi trovai con dei miei compagni di classe e con passo allegro arrivammo al luogo della partenza. I pensieri erano rivolti alla giornata di avventura, ma non avevamo fatto i conti con la grossa responsabilità del maestro il quale,  una volta sceso dalla sua 850 azzurra, con fare dispiaciuto ci avvisò subito che la gita era rimandata per le condizioni meteo della giornata. Per tutta la settimana il sole baciò el Sojo de Medojorno regalandoci giorni estivi, ci fece dispetto il sabato con tre nuvolette sopra Tonezza.
Il gigante non era certo della situazione meteo e alla fine con visi bastonati ci fece caracollare in classe. Quella mattina passò con la mente dentro le gallerie, le postazioni, le trincee e i camminamenti, ma non restò più il tempo per ripetere l’escursione.
Grandissima fu la mia delusione e ancora oggi ricordando il mio maestro, mi tornano in mente sempre questi momenti. 
Oggi, visitando il sito, mi immagino  quella giornata, il vociare di noi ragazzi, il maestro con i suoi commenti, i fasci di luce delle nostre pile, i gridolini della Mariarosa per aver toccato una ragnatela e noi giovani stambecchi su e giù per le scale dei camminamenti…
Ho letto che in Regione Veneto c’è un progetto per la pulitura e la posa di tabelle con la descrizione storica del posto, sarebbe certamente una buona cosa.
Per chi desidera scoprire Giblaltar, si porti al tornante n° 13 del Piovàn e scenda per circa 100 m, prenda la mulattiera che parte sulla destra e sulla sinistra vede subito le vuote occhiaie delle gallerie.
Ricordatevi una buona torcia elettrica e prudenza nei sotterranei che portano alle postazioni del livello più basso; aggiungo che certi lavori di consolidamento sono stati eseguiti durante il secondo conflitto mondiale dal genio militare tedesco.
Piero Lorenzi

giovedì 28 agosto 2014

Il nuovo sentiero che porta al Forte Campolongo, dal Buso del Siesòn


Un amico mi ha detto di andare a fare un giro per vedere il nuovo sentiero tracciato dal buso del Siesòn a Campolongo che arriva al Forte e così ci sono andata. E' un lavoro della Comunità Montana della Spettabile Reggenza dei 7 Comuni ed è veramente un bel percorso, anche se non è ancora del tutto terminato.
Un sentiero con scalini,(come si può vedere dalle foto) passando sotto spettacolari cenge, attraversando il bosco con la sua magia e i suoi tanti rumori che accompagnano i passi; una passeggiata veramente rilassante attorniati dal verde e dai profumi del sottobosco, fino ad arrivare a congiungersi con il sentiero laterale già esistente, che porta alla strada per il forte Campolongo. Consiglio di fare un giretto, abbiamo tante cose belle vicino a noi che meritano di essere viste. 
Lucia Marangoni

Potenza del nome

[Gianni Spagnolo © 25A20] A ben pensarci, siamo circondati da molte cose che non conosciamo. Per meglio dire, le vediamo, magari anche frequ...