domenica 4 maggio 2014

La Maria Contessina GE)



La Maria Contessina è stata un punto di riferimento per molti ragazzi e ragazze di San Pietro Valdastico. Si può dire che tutti coloro che sono nati negli anni ‘30 e ’40 hanno frequentato la sua modesta e accogliente casetta, in quel viottolo al lato destro della chiesa (guardando dalla piazza) dove abitavano anche Rocco e l’Assunta, che sfociava sugli orti, e da dove si poteva godere un bel panorama del paese e della valle.
Ogni domenica dopo la “Messa del fanciullo” ci si precipitava, spesso tra spintoni, dalla Maria Contessina. Erano gli anni in cui l’Azione Cattolica era fiorente e la Maria era incaricata di fare le iscrizioni dei “fanciulli cattolici”, suddivisi in Fiamme Bianche, Rosse e Verdi; e poi degli “aspiranti”. Ci dava i distintivi e le tessere. La sua vera passione era quella di insegnare la dottrina cristiana. Ci faceva sedere su panche in legno e ci dava lezioni con un metodo tutto suo personale, abbellito di aneddoti, racconti vivaci e favole.
Nella sua piccola cucina si rideva, si scherzava, si cantava, si giocava. Ogni tanto lei alzava la voce con un tono tra il minaccioso e il bonario. Po rideva anche lei. Aveva una biblioteca di libri che dava in prestito ai ragazzi e anche a persone adulte. I ragazzi leggevano soprattutto il Vittorioso.
Per molti anni ha avuto un incarico di “maestra” all’asilo di Pedescala. Andava e tornava a piedi ogni giorno; e spesso noi ragazzi, a gruppetti di 3 o 4 le facevamo visita, a sorpresa, in segno di affetto.
L’anno 1950 era l’Anno Santo e la Maria Contessina aveva insegnato ai ragazzi a salutare, entrando in casa sua, con le parole “Cristo regni”, che era diventato nella bocca di noi ragazzi, un urlo di gioia, e guai a noi se non si diceva quel saluto. Era una specie di parola d’ordine, di lascia passare. Ci raccomandava di fare i “fioretti” e mettere nel salvadanaio i piccoli risparmi per aiutare le missioni. I suoi ragazzi, anche da grandi non mancavano di farle visita e di portarle qualche piccolo dono, e gli emigranti, ritornando in paese per una vacanza, sentivano l’obbligo di salutare la Contessina.




Ha amato molto la chiesa, faceva pulizie e metteva fiori freschi di stagione sull’altare e davanti alle statue della Madonna e dei Santi. E’ stata un faro di luce e bontà, un esempio di vita cristiana per molti di noi.


Germano Spagnolo

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