sabato 30 giugno 2012

Galleria immagini - davanti l'Asilo

1952 davanti l'Asilo - si riconoscono qua e là: M° Carlo Pesavento - Giuseppe Lorenzi - Pio Sartori - Angelina Sartori...Gianni Lucca - Dr. Ernesto Stefani - Adolfo Stefani - Antonio Toldo - Loreto Toldo - e poi?...

venerdì 29 giugno 2012

giovedì 21 giugno 2012

Case d'estate




“Come occhi stanchi, chiusi nel riposo,
finestre, porte e balconi stanno…
La luce del sole non entra, 
non illumina, non riscalda…
Mute e silenziose le case,
mura fredde, 
stanze senza vita,
attendono il passare del tempo,
 quel tempo scandito dal mutare delle stagioni,
dai giorni assolati d’estate o da quelli rigidi dell’inverno.
Solo il vento, la pioggia, la neve e il sole,
accarezzando i muri e le imposte,
fanno sentire meno pesante la solitudine…
Ma ecco, d’un tratto torna la vita…
le finestre si aprono al sole, l’aria attraversa le stanze, 
mentre le voci, i sapori, i colori, i profumi riempiono tutto.
Via la polvere, si vestono i letti, si preparano le tavole,
si accendono i fuochi e la casa abbandonata, riprende la vita!
E gioiosa ascolta il vociare di bimbi, segue i sogni degli innamorati,
accarezza i volti degli adulti, si sofferma sulle candide teste degli anziani..
Quella casa, piena d’antichi ricordi, carica di una vita passata,
lasciata sola e triste per tanto tempo, rivive e  si lascia avvolgere
da questo breve periodo di luce. E’ lì che nel silenzio fa udire voci lontane,
è nel cigolio dei balconi che fa ascoltare rumori dimenticati,
è nelle foto e negli oggetti che regala un tuffo nel passato.
Mura antiche, mura nuove…paesi o contrà sperdute…
quanto sanno far capire se solo fossimo capaci di ascoltare!”

     E’ così che immagino succeda nelle molte case delle nostre valli 
che vivono solo per qualche periodo estivo. 
Non importa che sia per pochi giorni o per lunghi periodi, 
quando si vedono le case con porte e  balconi chiusi, 
si prova un sentimento di tristezza e malinconia,
si rivedono volti che non ci sono più, si sentono voci lontane…,
ma quando le finestre vengono aperte, le porte spalancate, 
quando si percepisce che la vita è tornata fra quelle mura, 
il cuore gioisce e la tristezza , per un po’, resterà un ricordo.
     L’estate passata, complice la crisi, 
ha visto un maggior numero di case disabitate tornare alla luce
e questo per paesi e contrà, è stato un modo piacevole
di rivedere vecchi amici e paesani che vivono altrove. 
Le nostre povere valli offrono cose semplici:
pace, tranquillità, fresco, aria buona , camminate fra i sentieri,
pomeriggi lungo i torrenti, sagre paesane, momenti di condivisione; 
non è tanto, ma se si vuole qualcos’altro, 
si possono raggiungere zone più conosciute in poco tempo. 
E... quando le ferie sono finite….

“La malinconia invade l’anima, il cuore è triste,
 ma si sapeva che questo momento doveva arrivare…
Chiuse le imposte, riposti gli oggetti, pronte le valige…
Quando ci si volta a guardare, si ripercorrono momenti felici
passati fra quelle vecchie mura…
La vecchia casa resta lì, muta e silenziosa…
e mentre una folata di vento fa cadere dagli alberi le prime foglie,
par quasi che una voce lontana sussurri un saluto…
Vi aspetto ancora, non abbandonatemi...
arrivederci...”

Così io sento che succede 
e mi auguro che anche i proprietari di queste case,
abbiano la capacità di ascoltare il richiamo silenzioso, che ogni casa, con la sua storia, sa esprimere
e possano tornare ancora ogni estate.....

                                                                                  Lucia Marangoni

mercoledì 20 giugno 2012

Giardino terapeutico


All’ Istituzione “Cav.  Paolo Sartori”   
di Valdastico, 
inaugurato il giardino terapeutico



A poco a poco, l’Istituzione “Cav. Paolo Sartori”, di Valdastico, si sta arricchendo  di importanti tasselli che fanno di questa struttura, una delle migliori della zona, sia come spazi, sia per il panorama che gli ospiti della Casa Di Riposo “Casa Nostra”, possono godere durante il loro soggiorno.  Dopo il Centro Diurno “Dr.Ernesto Stefani”, i lavori sono continuati con il progetto di costruire un luogo dove gli ospiti tutti, ma specialmente quelli con maggiori problemi di demenza senile, possano trovare una ripetitività, una stimolazione sensoriale, un luogo dove anche lo sguardo trovi ristoro. L’area verde, la voliera che sarà presto riempita con pappagalli, i percorsi protetti con corrimano e pavimenti  gommati, le panchine, gli alberi, i fiori, l’orto pensile, possono soddisfare le esigenze e l’autonomia dei pazienti. Un angolo dove riposare, chiacchierare, ascoltare, un luogo dove rimanere all’aperto in compagnia delle famiglie, dei visitatori, ma soprattutto un posto speciale dove animatori e operatori, possono svolgere il loro lavoro in un ambiente più stimolante.

Nel pomeriggio del 19 agosto 2011, si è svolta l’inaugurazione di questo nuovo spazio, con la presenza e l’intervento del Presedente dell’Istituzione , Roberta Serafini insieme ai membri del Consiglio d’Amministrazione, Piergiorgio Lorenzi e Florio Sartori;  il Sindaco Alberto Toldo e il Direttore dei Servizi Sociali Ulss n. 4, Alberto Leoni.  Tutti hanno avuto parole positive riguardo a questo giardino che assieme alla casa di Riposo e al Centro Diurno, sono parte di un progetto per migliorare la vita e il soggiorno di tanti anziani che hanno bisogno che questi complessi rispondano più possibile alle loro esigenze.   Dopo la preghiera e la benedizione da parte del Parroco di San Pietro ,Don Ruggero Ferrazzi, si è proceduto al taglio del nastro da parte di un’ospite; il tutto è continuato con un rinfresco e un momento di comunione. In programma per il futuro c’è l’ampliamento del giardino con la possibilità di un percorso raggiungibile dall’esterno e, cosa di importanza maggiore, l’aggiunta di posti letto della Casa di Riposo.  Progetti di questo genere sono molto importanti per dare assistenza, aiuto, competenza e serenità agli anziani non autosufficienti quindi un grazie va a coloro che operano in questo settore; una cosa da evidenziare che è una risorsa preziosa, sono i numerosi volontari che regalano il loro tempo facendo compagnia e intrattenendo gli ospiti. Per chi ha tempo e voglia di impegnarsi nei limiti della propria disponibilità, la casa di riposo Casa Nostra, accoglie molto volentieri chiunque  abbia voglia di dare un po’ di sé alle persone che attendono con gioia l’arrivo di qualche viso nuovo nella vita di tutti i giorni….

                                                                               Lucia Marangoni


domenica 17 giugno 2012

Saggezza - discutere ... capirsi




Un giorno un Maestro  indiano 
fece la seguente domanda ai suoi discepoli:
“perchè le persone gridano quando sono arrabbiate?”
“gridano perché perdono la calma” rispose uno di loro.
“e perché gridare se la persona sta al tuo fianco?” 
disse nuovamente il Maestro.
“bene, gridiamo perché desideriamo che l’altra persona ci ascolti” replicò un altro discepolo.
E il Maestro tornò a domandare: “Allora non è possibile parlargli a voce bassa?”.
Varie altre risposte furono date, 
ma nessuna convinse il Maestro.
Allora egli esclamò:
“sapete perché si grida contro un’altra persona quando si è arrabbiati?”
Il fatto è che quando due persone sono arrabbiate i loro cuori si allontanano molto e per coprire questa distanza bisogna gridare per potersi ascoltare. Quanto più arrabbiati sono, tanto più forte dovranno gridare per sentirsi l’un con l’altro.
D’altra parte che succede quando due persone sono innamorate? Loro non gridano, parlano soavemente. 
E perché? Perché i loro cuori sono molto vicini: 
La distanza fra loro è piccola.
A volte sono talmente vicini i loro cuori che nemmeno parlano…, ma sussurrano… 
E quando l’Amore è più  intenso non è nemmeno necessario sussurrare…
basta guardarsi. I loro cuori s’intendono. 
E’ questo che accade quando due persone si amano.
Infine il Maestro concluse dicendo:
Quando voi discuterete non lasciate che i vostri cuori si allontanino, non dite parole che li possano distanziare di più, perché arriverà un giorno in cui la distanza sarà talmente tanta che non incontreranno mai più 
la strada per tornare… 

GANDHI


sabato 16 giugno 2012

Marco Zordan


Un semplice ragazzo  di paese con in testa: 
la …musica!






Spesso  accade che, persone che vivono nei nostri piccoli paesi  e che hanno doti particolari, siano poco conosciute e apprezzate per le loro capacità. A volte andiamo a cercare quello che ci piace lontano da noi e non ci accorgiamo che lo abbiamo a portata di mano…  Penso che ci siano, anche nelle nostre comunità, veri artisti che, con tanta semplicità, sanno tirare fuori doti nascoste, potenzialità importanti, veri e propri  “doni”.
Io per prima sto scoprendo giorno per giorno, quanto di bello e veramente meritevole, esista nei nostri piccoli paesi. Ho incontrato un giovane artista e nonostante sia riuscita ad avere sue notizie tramite e-mail, ho voluto di proposito conoscerlo di persona per “sentire” quello che sarebbe riuscito a trasmettermi. Marco Zordan, si presenta a chi non lo conosce con una semplicità e una sensibilità a volte difficili da trovare: due occhi limpidi e gioiosi, la voce tranquilla e dolce, tanti sogni che con semplici parole, fa volare come farfalle colorate ,un ragazzo non “gasato” come di solito succede a chi ha un po’ di successo. “L’umiltà appartiene alle persone grandi”  e Marco fa di quest’umiltà la sua arma vincente che lo aiuta a  impegnarsi per raggiungere i traguardi di tante sue passioni. Da ragazzo, ha avuto per caso, la possibilità di avvicinarsi per pura curiosità, alla musica : la chitarra gli ha sempre dato ciò in cui sperava. L’approccio con la musica gli ha fatto capire che era una cosa per lui importante e ha iniziato un percorso che a oggi, lo ha portato a riscuotere consensi gratificazioni. I suoi testi sempre ispirati a una “musa”, parlano del  quotidiano, di rapporti umani, di vita da vivere e la musica riesce ad infondere carica ed energia. Testi e musica sono sue creazioni e ci tiene a fare questo perché, come dice lui, c’è talmente tanto di imitato, di scopiazzato, di uguale, che scrivere nuova musica e testi diversi può rivelarsi davvero innovativo. La sua grande gioia è sempre quando apre i concerti di nomi famosi: non è cosa da tutti essere chiamati a far da apertura e da spalla per manifestazioni con band di un certo livello! Marco è un cantautore che ha già tenuto molti live in varie parti della nostra provincia  e fuori, propone musica Indie e pop acustico cantautoriale  (voce e chitarra). Da un po’ di tempo i suoi concerti si sono arricchiti con Giulia, che suona la tastiera e Pamela con viola e violino. E’ promotore nel Vicentino di una serie di concerti casalinghi, (nelle case di chi lo ospita) e concerti estivi in mezzo ai prati,o di supporto a cantautori conosciuti in regione e non solo e varie presenze in emittenti radiofoniche. Musica registrata in casa, autoprodotta e autodistribuita, brani che non hanno niente a che vedere con certa musica che ci viene proposta….note che fluttuando nell’aria sanno far nascere emozioni e sensazioni che toccano il cuore. Con grande soddisfazione, a breve si avvererà un suo sogno: entrare in uno studio per incidere il suo album “ufficiale” e poi il suo grande desiderio è continuare a suonare, suonare per sentirsi veramente appagato. Ma la cosa che Marco  apprezza di più di questa sua passione è il rapporto con altri cantautori, la condivisione di esperienze, gli scambi che danno modo di “crescere” e di relazionarsi con gli altri. Oltre alla musica , Marco recita nella Compagnia teatrale di Velo D’Astico che è il suo paese, lavora nel sociale come animatore per ragazzi e anziani ed è un ragazzo veramente solare e pieno di energia positiva. Credo sia doveroso far conoscere questi giovani proiettati con speranza verso il futuro, farli conoscere e apprezzare per quello che a loro modo, riescono a tirare fuori con grinta dimostrando la volontà di arrivare. E’ questo che auguro a Marco: di rimanere sempre com’è adesso , semplice e limpido; che il successo gli dia le soddisfazioni che merita ma che non modifichi la sua personalità e, più di tutto ,che suoni sempre con gioia e che la musica riesca sempre a farlo volare in alto!
                                                                                    Lucia Marangoni

giovedì 14 giugno 2012

Poesia - le tue mani


(al mio Papà)


Le tue mani,
Padre,
ruvide, dure,
le tue mani,
Padre,
forti, così sicure.


Mi hanno accompagnato nella mia primavera,
mi hanno incoraggiato nei momenti di sera.
Se mi prendevi per mano, mi sentivo sicura,
come roccia sull’altopiano,
come pace sulla pianura…


Gli anni son passati,
le tue mani segnate dai lavori più svariati,
dall’inverno, dall’estate…


Quanto han fatto le tue mani,
o Padre mio,
nei pensieri mi rimani…
quando pregavi Dio…


E quanto ancora possono fare,
finché Lui vorrà..
In ogni gesto so ritrovare il tuo Amore
la tua semplicità… 

Lucia Marangoni

mercoledì 13 giugno 2012

Sant'Antonio da Padova


13 giugno 
S. ANTONIO DA PADOVA

inansitùto...
 CARI AUGURI 
A TUTI I
TONI E LE TOGNE







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Mio Papà mi ha sempre raccontato che in occasione del 13 giugno, festa di Sant’Antonio da Padova, vigeva nel nostro Paese l’usanza, tanti anni fa, di recarsi con un pentolino a prendere in montagna la puìna perché in questo giorno veniva distribuita gratis. Si ricorda che andava con suo Nonno quando era un bociàssa, dunque stiamo parlando all’incirca del 1930-35…

Gianni Spagnolo












Affrontare la Singéla per un pignatélo de puìna liquida da mangiare poi con la polenta…la dice ben lunga…

Vorrei chiedere: Qualcuno sa qualcosa di più su quest’antica usanza?

martedì 12 giugno 2012

Poesia - a me Nòno


           


Saro i oci e ... te vedo
sul to scagno te sì sentà,
sento el profumo, quasi no ghè credo
de la to pipa, pena inpisà.

        Che contenta ca gero, de la to conpagnia,
        de sentire la to voce, le cansòn,
        de la to storia, mai finia
        tendendo le vache, col bastòn...

Sentà su i to denoci
mi te scoltavo, imagà ...
a spalancavo forte i ... oci,
gavevo in pressa imparà!

         Filastroche, canson de un cavalo
         che trotava, vanti e indrìo,
         sule to gambe, setu che belo ...
         mi a sbecàvo ... iò-iò-iò !

Gò poco de tì, e me despiase
gavarìa volesto gòdarte de pì,
ma la vita, de spesso, nè dà quel che no piase
cussì mì te penso, in quel posto lassù.

         Xè questo el ricordo, ca porto nel cuore,
         par el resto, xè tuto un poco ...nibià,
         ma l'è un ricordo speciale, el parla de amore ..
         e mi me contento, me basta sto... fià...
                                                                     
Lucia Marangoni


domenica 10 giugno 2012

Galleria immagini - 1975 ingresso di Don Romeo Martello

1975

La giornata dell'ingresso
di Don Romeo Martello

Ci si sta dirigendo per la festa
al "Cinema S. Barbara"...
 Riconosciamo:
Suor Maria Guglielmi
e le piccole Alessandra Toldo e Monica Mosca 


(dal'archivio dei Fradéi Toldo Polàchi)


giovedì 7 giugno 2012

La vecchia anfora



   Ogni giorno un contadino portava l’acqua dalla sorgente al villaggio in due grosse anfore, che legava sulla groppa dell’asino che gli trotterellava accanto.
   Una delle due anfore, vecchia e piena di fessure, durante il viaggio perdeva acqua, l’altra, nuova e perfetta, conservava tutto il contenuto senza perderne una goccia.
   L’anfora vecchia e screpolata si sentiva umiliata ed inutile, tanto più che l’anfora nuova non perdeva occasione di far notare la sua perfezione: “non perdo neppur una stilla d’acqua, io!...Un mattino la vecchia anfora si confidò col padrone: “lo sai, sono cosciente dei miei limiti, sprechi fatica e soldi per colpa mia., quando arriviamo al villaggio io sono mezza vuota, perdona le mie debolezze e ferite”. Il giorno dopo, durante il viaggio, il padrone si rivolse all’anfora screpolata e le disse: “guarda il bordo della strada!” Ma è bellissimo rispose l’anfora è tutto pieno di fiori! Hai visto?
 Tutto questo solo grazie a te, le disse il padrone. Sei tu che ogni giorno innaffi il bordo della strada e, senza saperlo e senza volerlo, tu li innaffi ogni giorno.
   La vecchia anfora non lo disse mai a nessuno, ma quel giorno si sentì morire di gioia…

Siamo tutti pieni di ferite e screpolature, ma anche senza saperlo e senza volerlo, possiamo fare meraviglie con le nostre imperfezioni!

Carla Spagnolo

domenica 3 giugno 2012

Australia... Italia


Qui Myrtleford – Australia

anzi,
 
Vicenza -

 Italia



   L’Australia, continente in parte misterioso ed inesplorato, ha delle regioni che assomigliano molto alle ridenti vallate delle prealpi italiane, dove il susseguisi delle stagioni dipinge il paesaggio di colori sempre nuovi. Una di queste regioni è il nord-est dello Stato del Victoria. Qui le cittadine di  Myrtleford, Bright e Mount Beauty con una corona di piccoli villaggi, formano l’Alpine Shire, la Contea Alpina, con una amministrazione comunale che abbraccia un territorio grande come una provincia italiana. Sindaco di questo immenso Comune è Antonino Mautone, alla quarta esperienza come primo cittadino. In Italia, prima di emigrare, era carabiniere. In Australia è stato per molti anni coltivatore di tabacco, prima di dedicarsi alla politica locale. La Contea Alpina ha 14 mila abitanti, ed è formata da 38 gruppi di diverse nazionalità, e il 30 per cento della popolazione è di origine italiana.
  La comunità italiana nel comprensorio prealpino è molto numerosa. Già nel lontano 1861 nello Stato del Vicoria vi erano 6.000 italiani. Era l’epoca della scoperta dell’oro e quindi affluirono nella regione mineraria di Ballarat e Bendigo molti avventurieri in cerca di fortuna; ma vi erano anche contadini, boscaioli, manodopera generica per costruire strade e villaggi. Non vennero con il passaporto italiano, avevano dei documenti rilasciati dall’Impero Austro Ungarico, dai Borboni di Napoli e Regno delle Due Sicilie, dal Granducato di Toscana o dallo Stato Pontificio. Ma erano tutti riconosciuti come italiani perchè quella era la terra di origine.  Nel 1885, a soli 24 anni dalla proclamazione dell’Unità d’Italia, veniva pubblicato  “L’Italo – Australiano, Rivista mensile, organo degli italiani sparsi per le terre Oceaniche”. Ne abbiamo trovato una copia presso la Società Storica Italiana di Melbourne: una vera “perla” della stampa italiana all’estero e porta la data del 1° giugno 1885. Si legge nella prima pagina: “Scopo del giornale è promuovere relazioni amichevoli e commerciali tra l’Italia e l’Australia, tenere alto il prestigio degli italiani in modo che l’Italia non abbia ad arrossire d’aver dato loro la vita e l’Australia non abbia a pentirsi d’averli ospitati”.
   Il paese di Myrtleford  conta circa 3.500 abitanti, è un frammento d’Italia all’estero e qui i gruppi regionali sono tutti rappresentati, con prevalenza quelli della Sicilia, Calabria, Veneto, Trentino e Friuli; ma non mancano campani e toscani, abruzzesi ed altri.
   Negli anni ’60 nascono associazioni e circoli come  Vicentini nel Mondo, Trevisani nel Mondo, Trentini nel Mondo, e più di recente il Gruppo Folcloristico Trentino, l’Associazione calabrese , il Gruppo Alpini, il Coro delle Montagne.  “Il nostro Circolo – afferma Sebastiano Revrenna  presidente da 25 anni del Circolo Vicentini - è stato il primo in Australia ad essere registrato presso la sede centrale di Vicenza. Attualmente è formato da circa 100 famiglie e manteniamo vive le tradizioni della nostra terra: il valore della famiglia, le feste religiose, la lingua italiana (e ancor più il dialetto), la cucina, le canzoni”. La tradizione dei “salami di casa” è tramandata anche ai giovani. Si dedica una giornata, in pieno inverno, a tutte le operazioni richieste per gli insaccati, sotto la guida del “mastro” macellaio Renzo Cunico.
   Da quattro anni Myrtleford organizza a maggio La Fiera Festival. E’ un appuntamento con tutto ciò che è “italiano” e attira migliaia di visitatori. Il programma include: rally automobilistico con Ferrari, Maserati, Alfa Romeo, Fiat; ballo in maschera; dimostrazione in piazza di come si fa il vino (con il vecchio metodo di pigiare l’uva con i piedi dentro grandi tini); la corsa dei baristi; concorso di gastronomia denominato “Nonni in Cucina”;  esibizioni di cori, tornei di calcio, gare di bocce ecc.; una vera immersione nell’autentica, semplice, spontanea, vivace Italia di provincia. I vicentini si fanno onore con il loro stand in cui preparano e vendono i cibi della loro tradizione culinaria e crostoli in abbondanza.
   A questo festival farà eco a novembre, nella vicina King Valley, La Dolce Vita Festival dove le aziende vinicole (come Ciccone, Dal Zotto, La Cantina, Pizzini, Politini, Miranda) apriranno le porte ai turisti per assaggi di vino, pranzi e cene, canti e balli.
   Commentando ciò che si leggeva su “L’ Italo – Australiano” del 1885 possiamo dire con orgoglio che l’Italia non avrà mai da arrossire d’aver dato la vita a questi suoi figli lontani e l’Australia non si pentirà mai d’averli ospitati.
 Germano Spagnolo

Pio Sartori militare ed insegnante per 18 anni in Etiopia

Pio Sartori "Toto"










Potenza del nome

[Gianni Spagnolo © 25A20] A ben pensarci, siamo circondati da molte cose che non conosciamo. Per meglio dire, le vediamo, magari anche frequ...