giovedì 21 giugno 2012

Case d'estate




“Come occhi stanchi, chiusi nel riposo,
finestre, porte e balconi stanno…
La luce del sole non entra, 
non illumina, non riscalda…
Mute e silenziose le case,
mura fredde, 
stanze senza vita,
attendono il passare del tempo,
 quel tempo scandito dal mutare delle stagioni,
dai giorni assolati d’estate o da quelli rigidi dell’inverno.
Solo il vento, la pioggia, la neve e il sole,
accarezzando i muri e le imposte,
fanno sentire meno pesante la solitudine…
Ma ecco, d’un tratto torna la vita…
le finestre si aprono al sole, l’aria attraversa le stanze, 
mentre le voci, i sapori, i colori, i profumi riempiono tutto.
Via la polvere, si vestono i letti, si preparano le tavole,
si accendono i fuochi e la casa abbandonata, riprende la vita!
E gioiosa ascolta il vociare di bimbi, segue i sogni degli innamorati,
accarezza i volti degli adulti, si sofferma sulle candide teste degli anziani..
Quella casa, piena d’antichi ricordi, carica di una vita passata,
lasciata sola e triste per tanto tempo, rivive e  si lascia avvolgere
da questo breve periodo di luce. E’ lì che nel silenzio fa udire voci lontane,
è nel cigolio dei balconi che fa ascoltare rumori dimenticati,
è nelle foto e negli oggetti che regala un tuffo nel passato.
Mura antiche, mura nuove…paesi o contrà sperdute…
quanto sanno far capire se solo fossimo capaci di ascoltare!”

     E’ così che immagino succeda nelle molte case delle nostre valli 
che vivono solo per qualche periodo estivo. 
Non importa che sia per pochi giorni o per lunghi periodi, 
quando si vedono le case con porte e  balconi chiusi, 
si prova un sentimento di tristezza e malinconia,
si rivedono volti che non ci sono più, si sentono voci lontane…,
ma quando le finestre vengono aperte, le porte spalancate, 
quando si percepisce che la vita è tornata fra quelle mura, 
il cuore gioisce e la tristezza , per un po’, resterà un ricordo.
     L’estate passata, complice la crisi, 
ha visto un maggior numero di case disabitate tornare alla luce
e questo per paesi e contrà, è stato un modo piacevole
di rivedere vecchi amici e paesani che vivono altrove. 
Le nostre povere valli offrono cose semplici:
pace, tranquillità, fresco, aria buona , camminate fra i sentieri,
pomeriggi lungo i torrenti, sagre paesane, momenti di condivisione; 
non è tanto, ma se si vuole qualcos’altro, 
si possono raggiungere zone più conosciute in poco tempo. 
E... quando le ferie sono finite….

“La malinconia invade l’anima, il cuore è triste,
 ma si sapeva che questo momento doveva arrivare…
Chiuse le imposte, riposti gli oggetti, pronte le valige…
Quando ci si volta a guardare, si ripercorrono momenti felici
passati fra quelle vecchie mura…
La vecchia casa resta lì, muta e silenziosa…
e mentre una folata di vento fa cadere dagli alberi le prime foglie,
par quasi che una voce lontana sussurri un saluto…
Vi aspetto ancora, non abbandonatemi...
arrivederci...”

Così io sento che succede 
e mi auguro che anche i proprietari di queste case,
abbiano la capacità di ascoltare il richiamo silenzioso, che ogni casa, con la sua storia, sa esprimere
e possano tornare ancora ogni estate.....

                                                                                  Lucia Marangoni

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