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Visualizzazione dei post da maggio, 2012

Mese di maggio dedicato alla Madonna

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“La Mama béla” Me ricordo ancora, co gèro putéla che i me insegnava a pregar la “Mama béla” che i fiùri nei prà, me diséva me Nona, i se ciamàva “ocìti dela Madona”.                        Nele cese e nei capitéi, gò imparà a vardarla,                    fermandome un àtimo par saludàrla,                    con nà preghiera e un pensiero,                   par mì, i me cari e par el mondo intiéro. La veste ciàra, o color del cielo, un  viso bélo, de drìo al so velo, le man giunte, con el rosario, tuto l’insieme, straordinario!          ...

Non lamentarti

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Non incolpare nessuno,  non lamentarti mai di nessuno,  di niente, perché tu hai fatto quello che volevi nella vita. Accetta la difficoltà di costruire te stesso ed il valore di cominciare a correggerti. Il trionfo del vero uomo  proviene dalle ceneri dei suoi errori. Non lamentarti mai  della tua solitudine o della tua sorte, affrontala con valore ed accettala. In un modo o nell’altro  è il risultato delle tue azioni E la prova che tu sempre devi vincere. Non amareggiarti del tuo fallimento  né attribuirlo agli altri. Accettati adesso  o continuerai a giustificarti come un bimbo. Ricordati  che qualsiasi momento è buono per cominciare e che nessuno è così terribile per cedere. Non dimenticare  che la causa del tuo presente è il tuo passato, come la causa del tuo futuro sarà il tuo presente. I tuoi problemi, senza alimentarli, moriranno. Impara a nascere dal dolore  e ad essere pi...

El Fioréto

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Il mese di Maggio, dedicato dalla Chiesa alla Madonna, era celebrato con pratiche di devozione e piccoli sacrifici chiamati " Fioretti " da compiere in suo omaggio; era infatti usuale l'invito a  "farghe un fioréto ala Madòna"... Fioréto  era anche il rito che si teneva in chiesa ogni sera al quale tutti erano chiamati. La Chiesa era sempre piena, c'erano certamente più abitanti in Paese, ma la pratica religiosa era molto più sentita di adesso. Mi ricordo che fra noi ragazze il:  tégneme el posto  era una classica frase e sta a dimostrare la massiccia partecipazione. Si recitava il rosario seguito dalle Litanie alla Vergine Maria, la benedizione del Prete e il canto corale di un inno alla Madonna. Le note di mira il tuo popolo o bella Signora si diffondevano all'aperto e non di rado succedeva di risentire questo o altri canti religiosi intonati in alternanza a canti popolari per le strade, nei campi, nei cortili. (se invece sentiamo...

Cose moderne

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      “Su fógo Maria ca brusémo anca la miseria! Butémo su un copertòn vecio del camio ca fémo prima e manco fadìga!”. Tita parlava reggendo in equilibrio un vecchio copertone del camion che da anni era buttato da parte nell’orto. Si intravedevano le tele e qualche lumaca si era attaccata nella cavità interna, protetta dal sole e dall’umidità. Il fuoco vigoroso in un angolo della cantina riempiva di calore e di fumo la piccola stanza interrata e lambiva il soffitto a volto di quarei. La finestrella in alto, a livello del piano terra, era diventata il camino e anche la rampa di scale era invasa dall’acre cortina di fumo. Le fiasche con il vino erano allineate sul pavimento e la stanga di salami e di sopresse pendeva attaccata a due ganci dal soffitto. Tita, aiutato dalla moglie, fece rugolare in fretta il grosso pneumatico giù per le scale trattenendo il respiro e in fretta lo gettarono tra le fiamme che lo avvolsero rapidamente con un crepitio sord...

Papà Wilma e Lucia

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L'uomo a dx è il Papà della Wilma e della Cia polacc a: sembra una donna , ma in realtà è il grembiule da "casolìn". E' assieme ad un "viaggiatore" come si chiamava una volta l'attuale rappresentante. Siamo in cima la pontar a e si intravedono sia la tabella Valdastico che un pezzettino di fontana

la gaméla

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Non sapevo che la nostra "gaméla" derivasse dal francese...quant o avrebbe anche lei da raccontare...

inaugurazione cappellina dell'emigrante

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Patate consà

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Per 4 persone: na siòla dù eti de lardo oto patate    Mitì a lessàre le patate e intanto che le se cusìna mitì el lardo in te na padéla chel se desfe finché no se forma i sòssoli... Butéghe rento la siòla finchè no la devénta maronsìna... Co zé cote le patate tignì da parte un biciére de la so àcua e schisséle col schissapatate. Missié le patate col lardo e la siòla come fusse un puré. Se vien un fià massa suto, dontéghe el bicére del'àcua dele patate ca ghì tegnù prima da na parte. Se sposa ben col radìcio invernale e formàjo stajonà de quel che pìssiga... Bon apetìto... (a cura di Nico Sartori... che cussì le faséa so Nòna Bepa)

La mostarda vicentina

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LA  MOSTARDA VICENTINA      I Romani la chiamavano “mustum ardens”, mosto ardente e la ottenevano pestando semi di senape con aceto e vino nuovo, ma nei secoli la mostarda verrà preparata con le basi più disparate, dal miele al grasso di cappone.    Il Veneto, che è una delle Regioni dove se ne fa ancora largo uso, ha scelto per tradizione il tipo che si ricava dalla mela cotogna, frutto tanto avverso al palato da fresco, quanto profumato di rosa una volta cotto e denso di sapore se portato a marmellata. Il merito di tale specificità sarebbe da attribuire ai mercanti veneziani, che importarono il frutto dal Medio Oriente. La prima citazione scritta della mostarda vicentina, in un ricettario di casa Breganze, risale alla seconda metà dell’ottocento. Famose, come riferisce il Candiago, erano a Vicenza quelle del farmacista Valeri e del pasticcere liquorista Mardini. Dal punto di vista commerciale, tuttavia, la mostarda vicentina è indissolubil...

Inaugurazione chiesa - demolizione della stessa e la posa dei due cippi nella piazza

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1927 - Inaugurazione della Chiesa - La folla attende di entrare I due cippi che segnarono il confine tra l'Italia e l'Austria,  prima del 1915 al ponte di Casotto sulla Val Torra,  vengono collocati con una solenne cerimonia  nella piazza di San Pietro

La fugassa de pan vecio

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El pan séco nol se buta... La Fugàssa de pan vécio Dose par un litro de late intiéro: 2 ciòpe de pan vécio 150 sùcaro 2 uvi 2 pumi 1 pero meda busta de uéta na scorséta de limòn na bustina de vanilina mì no ghe dònto nè lievito, né òio, né farina dopo chel pan se gà mojà fora, missio sù tuto e in te na técia antiaderente la cusìno na ora a 180°. Dopo smorso el forno e la lasso là. Ghe narìa el late de burcio, ma...andò nemo a tòrlo? Ghe narìa i fighi sichi, ma no i me piase. E valtri come la feu?

13 maggio - festa della Mamma

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A tutte le Mamme... Cosa c’è di più grande , immenso e caldo del cuore di una mamma? Niente è paragonabile, nulla gli può assomigliare, in nessun posto si può trovare… Una mamma è un universo d’amore, è una distesa verde che ristora, un mare calmo che tranquillizza, una brezza leggera che accarezza, un raggio di sole che riscalda, una pioggerellina che disseta, un luogo sicuro dove sempre si trova riparo… Una mamma  insegna, guida, comprende, aiuta, consola, condivide. Un cuore di mamma sa contenere tanto amore, da non poterlo misurare, da non saperlo quantificare, e a volte, da non saperlo comprendere fino in fondo… Solo quando una figlia diventa madre,  solo allora, le si apre davanti  un altro modo di vedere, di capire... Ed è allora che, se ti senti finalmente compresa, solo allora puoi veramente sentirti in sintonia e la parola “mamma” acquista la giusta importanza… In questo giorno penso a quanti cuori di mamm...

Vicentini a Melbourne

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Picnic annuale  del Circolo Vicentini  di Melbourne               Il picnic annuale del Circolo Vicentini di Melbourne  quest’anno è stato dedicato ai bambini. All’incontro vi hanno partecipato  circa 380 soci ed amici e  40 bambini, un numero consistente  che non si registrava da anni.       Vi erano molte attrazioni, ha affermato il segretario del Circolo,  Duilio Stocchero, originario di Recoaro ,  come: la rottura delle pignatte,  il palo della cuccagna, la ruota della fortuna.              E’ stata una scampagnata in allegria nel parco del Veneto Club, in una zona conosciuta con il nome di “Baracca”, sulle rive del fiume Yarra.  Tutti insieme, papà e mamme, nonni e nipotini, si sono divertiti un mondo.                I cibi nostrani: polenta e baccalà, co...