giovedì 30 giugno 2022

Il sapore delle sagre dei piccoli paesi: Pedescala

Dopo due anni di chiusure, ricominciare non è semplice, in qualsiasi campo. 

Il direttivo della Pro Loco di Pedescala si è impegnato per rimettere in moto quel meccanismo che aveva bisogno di una spinta per ripartire. 

Le piccole sagre paesane sono mancate: il ritrovarsi, il buon cibo e la musica, sono ingredienti essenziali per trascorrere qualche ora in compagnia; due anni che sono passati per tutti, che hanno cambiato tante cose, ma che hanno ritrovato tanti volontari, pronti a dare il loro contributo. 

Organizzare, montare i capannoni e tutto il necessario, disporre la zona della cucina in modo adeguato, pulire, preparare, cucinare, prendere gli ordini, distribuire cibo e bevande e una volta finita la sagra, riprendere in mano tutto, ripulire, riordinare e smontare, è stato senza dubbio un grande lavoro. 

Per fare tutto questo c’è bisogno di tanta gente, anche di forze nuove, di collaborazione e di lavoro, di persone su cui contare, insomma di tanta buona volontà e dedizione. 

La Pro Loco tutta, con i volontari che hanno donato il loro tempo perché tutto andasse bene, ringrazia le tante persone che nella serata di venerdì e sabato e in tutta la giornata di domenica, hanno riempito la zona del parco attorno alla canonica, dimostrando quanto fosse gradito questo ritorno. 

Nell’organizzare c’è stato un pensiero per ogni fascia d’età: intrattenimento per i giovani, per gli adulti e per i bambini. 

Domenica pomeriggio la fata Lilly ha divertito e lasciato a bocca aperta tanti piccoli spettatori, che hanno assistito al suo spettacolo con attenzione e si sono divertiti con le bolle che la fatina ha sparso ovunque. Avere attenzione per tutti, proporre piatti diversi per ogni gusto, riuscire a gestire la cucina e il gazebo per la distribuzione del bere con ricambi e turni, è senza dubbio il modo migliore per lavorare insieme, nella costante ricerca del gusto genuino delle piccole sagre dei nostri paesi. 

Un grazie a tutti, indistintamente, a chi ha donato tutto il tempo di cui c’era bisogno e anche a chi si è impegnato per quello che poteva: in tutti si fa tutto!  

Grazie ancora e arrivederci alla prossima, augurando che ogni festa proposta nella nostra valle, possa avere un esito positivo per tutti!


Lucia Marangoni - damari









Pedescala - Sagra di S. Antonio 17/18/19 giugno 2022



El giro delle Contra'


 

Estate Velese





 

Soggiorno termale


 

mercoledì 29 giugno 2022

Chi prende il caffè con me?

 


BUONA FESTA 
DI SAN PIERO 
A TUTTI!


Gli abiti della festa

Erano belli gli abiti degli anni '60: gonne larghe, ampie, con la cintura in vita, cuciti in casa o fatti fare dalla sarta di fiducia (Sàntola Lisetta😊) copiandoli dai giornali di moda, e indossati soltanto nei giorni di festa.
E anche al giorno della Sagra di S. Pietro di un tempo... facevamo onore indossando il nostro vestito più bello!



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Neanche negli anni ruggenti dell’espansione edilizia avevamo assistito ad un simile proliferare di … nuove costruzioni! Questa è la quinta casetta ad essere posizionata ed è stata collocata nel parco giochi vicino alla ex Colonia di Castelletto. Ognuna di esse ha la propria storia, prima di essere salvate da una fine ingloriosa, recuperate a nuova vita, sistemate, dipinte e diventare quello che attualmente sono. Si tratta di mobili non propriamente recenti, di legno vero e non ricoperto, che hanno avuto un ruolo importante nelle famiglie di provenienza, dov’erano utilizzati per custodire alimenti o per riporvi oggetti o manufatti di casa. Non si tratta più di cose ma di entità vive: essendo a tutti gli effetti componenti essenziali all’interno delle nostre famiglie, hanno udito invocazioni di madri e imprecazioni di padri, le storie degli avi, le preghiere, i sospiri, i sussurri amorosi, i consigli dei vecchi, tanto sacrosanti quanto, allora come ora, inascoltati. Se solo le casette potessero raccontare! potrebbero scrivere decine di libri e diventare piccole biblioteche ... ed è proprio questo il loro nuovo ruolo, raccogliere libri e offrirli a chi li voglia leggere, continuando nel compito che hanno sempre avuto: custodire le cose preziose della vita.
(Biblioteca civica di Rotzo)









Ogni situazione può diventare benevola: c'è siccità? Bene, così approfittiamo per visitare ed ammirare la grotta!

Il giorno 12 Giugno 2022 l'acqua, non tanta, correva nell'alveo, ma il giorno 17 Giugno 2022 era sparita del tutto, così ho potuto visitare anche la grotta della sorgente vista davanti e dall'interno.

Francesco Lorenzi











Gli orizzonti della Poesia

 


Non posso donarti nulla

amore mio.
Il cuore ha tante ante,
l'anima tante stanze,
ma prevale solo il vuoto
di giorni tutti uguali.

Vorrei sapere
del volo della farfalla
che svolazza nell'orto,
pare un libro aperto
e invece non so nulla.
E non so nulla
di questo tempo
che è mio,
ma pare
non mi appartenga.

Francesca Stassi

martedì 28 giugno 2022

Chi prende il caffè con me?





Il portico della casa di campagna... (io lo adoro!!!)

Nato per motivi di praticità, come luogo sotto cui riporre gli attrezzi agricoli e i raccolti, il portico mantiene il suo fascino e svolge un ruolo importante in ogni stagione.
Oggi è soprattutto luogo per i momenti di riposo, per pranzi all'aperto, ecc... è una caratteristica ancora fondamentale per molte case di campagna.
(da: la campagna appena ieri)








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Questa simpatica fochina mi ha dato un'idea... Mi sa che la imiterò...😊... escogiterò senz'altro qualcosa per impaurire il turista da rimuovere dallo sdraio... ma io sono troppo simpatico😊sarò costretto a portarmi appresso Tobia... brutto com'è... l'esito sarà assicurato😊 Tutto questo ovviamente se qualche buon'anima ci porterà in ferie...😊



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...e fu giorno: un giorno di pace e lavoro,
che l’uomo mieteva il suo grano,
e per tutto nel cielo sonoro
saliva un cantare lontano. ( Giovanni Pascoli )
La mietitura: millenario rito quasi dimenticato.

La falciatura del grano e il raccolto avevano varie fasi e terminavano con la battitura sull'aia, sotto il sole di luglio...
Le moderne tecniche di mietitura hanno ormai cancellato tutta l’atmosfera che coinvolgeva i nostri antenati, che fino ad appena ieri mietevano tra sudore e fatica, tra i canti e le danze tradizionali, e la solidarietà che serviva per portare a termine un così grande lavoro.
(fonte: la campagna appena ieri)








MIX: di tutto un po'...




A volte vorrei una piccola manopola nel cervello, come quelle delle vecchie radio. Girare, girare, girare fino a creare silenzio. Silenzio assoluto. Né voci né suoni, nemmeno il canto degli uccelli, nemmeno la pioggia, nemmeno risate, nemmeno il mare.

Solo silenzio. Perché devo concentrarmi su me stessa per racimolare le energie e la pazienza, per non perdere l'equilibrio che sembra traballare ferocemente, per cercare il mio respiro e regolarne il ritmo.
Sì, respirare a fondo e buttare via tutto, i sentimenti che disturbano, gli stimoli negativi, la rabbia che fa dire parole pesanti, la stanchezza che fa scaturire pensieri che mi tirano giù come zavorre, la severità verso me stessa che non mi permette di guardarmi con dolcezza, di avere compassione per le mie debolezze.
Silenzio per poi dare valore alle parole, solo a quelle giuste, in mezzo a milioni di altre inutili, ai falsi
complimenti
e alle critiche gratuite, alle prese in giro e alle adulazioni, in mezzo al frastuono che non mi permette di ragionare lucidamente, di ascoltare bene quello per cui vale la pena prestare attenzione.
Silenzio.
E poi girare di nuovo la manopola, molto lentamente, cercando la musica giusta, senza interferenze, senza interruzioni, quella che si allinea naturalmente al mio battito, quella che accompagna e non sovrasta, quella che somiglia un po' a me.
Laura Messina

Malga Posellaro



Avviso di sicurezza - Malga Campo Posellaro, Rotzo


Attenzione a passeggiatori, escursionisti e ciclisti: è fortemente sconsigliata la circolazione di mezzi, biciclette e persone a piedi con e senza animali in Maga Posellaro.

Questa malga è monticata con vacche nutrici di razza Chianina, vacche che hanno i vitelli da proteggere.  Qualsiasi mezzo o persona, e principalmente animale, possono provocare gli animali che reagiranno per proteggere i loro vitelli.

Le vacche vedono nei cani, simili ai lupi, i loro predatori. PER DIFENDERSI POSSONO COMPORTARSI IN MODO AGGRESSIVO come non ci aspettiamo!

Onde evitare incidenti, che possono essere anche gravi, indichiamo il divieto di circolazione in Malga Posellaro.


🚫🚷EVITARE DI AVVICINARSI E GIRARE AL MENO A 30 metri DALLE VACCHE E DAI VITELLI.


🐶❌ È SCONSIGLIATO TRANSITARE IN MALGA CON I CANI.

lunedì 27 giugno 2022

Una sosta… rigenerante!

Giugno era arrivato e aveva portato le calde giornate d’inizio estate; il cielo azzurro si posava sul verde delle montagne, gli uccelli regalavano le loro melodie, la sera era una musica di grilli e le piccole lucciole con il loro lumicino, rischiaravano gli steli d’erba nella notte buia. 

Era spuntato un nuovo mattino e in località “Masi”, dopo il ponte di Pedescala, il fieno era pronto da falciare. Nonno Mènego, di buon mattino, aveva falciato il prato con la sua “false” sempre ben affilata con la “pria” che teneva nel “coàro” fatto con un corno di “vaca” attaccato alla cintura e attendeva che il sole facesse il suo lavoro: seccare il fieno per nutrire le sue mucche l’inverno successivo. 

Durante la giornata lo aveva “voltato”, fatto “antòn” e poi fatto “marèlo”: era necessario lavorare i lunghi steli con la forca o con il “restèlo” per avere un risultato eccellente. Mènego portava sempre con sé il nipote Giovannino perché era contento di stare con lui, raccontargli storie di un tempo e insegnargli i lavori  manuali. 

Il piccolo lo faceva sorridere perché provava a saltare i “marèli”, ma non ci riusciva e li disfava tutti… il vecchio con pazienza li rimetteva a posto facendo solo finta di arrabbiarsi: voleva troppo bene al nipotino anche se era un po’ monello! Le lunghe file di “marèli”, tutti ben allineati e diritti, erano l’orgoglio di Mènego; lui li ammirava contento del lavoro, ma sapeva che l’indomani li avrebbe “trati fòra”, poi dopo averlo girato e fatto “antòn”, il fieno sarebbe stato pronto da portare nella “tèsa”, avvolto da “nissolòni” sapientemente legati e poi trasportati a casa con un carretto. 

Ma  per quella sera, l’uomo aveva finito il suo lavoro, mise la forca sulla spalla e si incamminò verso il paese con Giovannino per mano. Passato il greto del torrente Assa ora asciutto, sentì più forte il rumore dell’Astego e con passi lenti e cadenzati, attraversò il prato. 

Arrivato quasi sul bordo del torrente, lasciò la mano del nipotino perché salisse sul “brìscolo” che aveva costruito per i bambini che passavano di lì e che potevano dondolarsi cullati dallo scrosciare dell’acqua sottostante. 

Si tolse il cappello, si asciugò la fronte ed il collo con il grande fazzoletto che aveva in tasca e si sedette ai piedi di un albero, appoggiando sul tronco la sua curva schiena. 

Giovannino gridava di gioia dondolandosi, mentre la brezza della sera, accarezzava le foglie. Il rumore dell’acqua, il verde del bosco, l’azzurro del cielo: tutto intorno sembrava una cartolina! Mènego aveva bisogno di una piccola sosta prima di tornare a casa; tirò fuori un sigaro e lo accese gustandosi il profumo e il sapore, assaporò quei momenti come un dono prezioso, chiuse gli occhi e…. 

Si appisolò, ma rimase sempre all’erta osservando il dondolio del “brìscolo” accompagnato dal cigolare del ramo su cui era attaccato. 

Pensò al suo lavoro, a Giovannino e al desiderio di stare con lui più che poteva per trasmettergli storie, proverbi e tutto il suo sapere ricevuto a sua volta dal nonno. 

Quello era il luogo ideale per ristorarsi, ascoltare, raccontare e il vecchio pensò che ogni giorno, dopo il lavoro dei campi, si sarebbe fermato lì a riposare, ma anche a tramandare con parole e gesti, tutto quello che sapeva e aveva tanto da raccontare! Era certo che il bambino avrebbe imparato in fretta e una volta adulto, avrebbe fatto la stessa cosa con i suoi figli e nipoti, generazione dopo generazione: questo era il sogno del vecchio che sperava in cuor suo di non essere mai dimenticato….

Se vi fermate al ponte di Pedescala e vedete Mènego e Giovannino, avvicinatevi con discrezione e ascoltate… fra il rumore dell’acqua e il fruscio delle foglie, potrete sentire le storie meravigliose che il nonno sta raccontando al nipotino! 

Lucia Marangoni Damari

Pedescala 20/06/2022









Sempre sopra il boschetto di Alago: Pojana con "carbonasso"

 


Gli orizzonti della Poesia

 


Amo le vecchie cose

travolte dalla vita,
usurate dai passi, dai sorrisi,
dall'uso continuo delle mani
che hanno lasciato impronte
di sale, di miele
e il retrogusto di un qualcosa
che cambia nel respiro
di chi in quel momento ne respira l'aria.
Amo le presenze passate per le pareti,
i quadri sbiaditi, le mensole scrostate,
le ciotole scheggiate, i vetri rotti.
Vorrei rubarne le sensazioni
e chiedere loro: siete state mai felici?
Francesca Stassi

Potenza del nome

[Gianni Spagnolo © 25A20] A ben pensarci, siamo circondati da molte cose che non conosciamo. Per meglio dire, le vediamo, magari anche frequ...