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Visualizzazione dei post da giugno, 2021

Come divenimmo "polentoni"...

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Colpa de l'uffizio delle biave. Di Milo Boz  Fu certamente anche grazie all’OFFICIO delle BIAVE, una Magistratura veneta, che nel XVI secolo, come misura per prevenire carestie dovute a cattivi raccolti, incoraggiò la coltivazione del granturco, in alternativa al grano, abbinandolo anche al riso. Il granturco, introdotto nel 1550, forniva un raccolto più abbondante di quello che era stato possibile ottenere prima e si diffuse in tutto il Veneto nel giro di tre generazioni per diventare infine il prodotto principale della dieta dei contadini. Anche il riso fu introdotto nel XVI secolo e contribuì in maniera significativa ad aumentare le scorte alimentari. Secondo Pierre Chaunu, il riso fornisce 7,35 milioni di calorie per ettaro, contro 1,51 milioni di calorie del grano. Queste cifre, anche se approssimative, rendono l’idea dell’importanza del riso nell’incremento delle scorte di cibo. Le calorie fornite dal granturco sono intermedie, ma in pratica, determinano la vera differenza la...

El cimbro sconto gazòget bor in oarn: Plao

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【 Gianni Spagnolo © 21F29 】 Qui ci occuperemo delle parole del nostro dialetto che derivano verosimilmente dal Cimbro. Sono vocaboli dell'antica lingua rimasti nella nostra parlata corrente e che sono sopravvissuti divenendone parte.  A volte adattandosi foneticamente, altre assumendo addirittura un significato diverso per allegoria. La parola di oggi è: Plao Usato quasi esclusivamente in collegamento al vestiario: vestìo da plao.  Cioè in modo informale, dimesso, oppure non consono alle circostanze. Potrebbe forse derivare dal C7C: plòas, nel senso di liscio, schietto, senza fronzoli. É voce raccolta prevalentemente in famiglia e mai fuori dalla nostra zona. Non mi pare infatti registrata nel dialetto vicentino.  Invito quindi il nostro esperto-omeopatico-cimbrico Enrico Sartori ad intervenire per darci la sua opinione. - Frase:  A no vegno mia al funerale, ca son vestìo da plao.   / Non vengo al funerale perché sono vestito in modo inappropriato.

Cuestion de pasta!

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SNOOPY

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Ma allora... leggete!

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Sono certa, che il lavoro di chi gestisce questo Blog, sia da elogiare: non è semplice avere sempre qualcosa di nuovo da pubblicare, che sia di largo gradimento e renda  costantemente interessante tutto quello che viene proposto.  Dopo la decisione di pubblicare soltanto i commenti “decenti”, gli stessi sono calati vertiginosamente, dando l’impressione che a leggere o a guardare, siano rimasti veramente in pochi. Partendo dal presupposto che, se una persona scrive o pubblica qualcosa lo fa per il piacere di farlo e non per ricevere elogi, mi sono resa conto che i lettori di Bronsescoverte sono tanti. Anche se non ci sono commenti, i visitatori, quotidianamente si soffermano su ciò che viene presentato. Un giorno mi trovavo con mio marito e i miei nipoti in un parco giochi del nostro territorio, quando mi si avvicina una coppia distinta e mi chiede se sono io Lucia Marangoni che scrive nel Blog. Questi signori, molto gentili, mi hanno raccontato che sono in valle nella casa dei...

E a proposito di bufale... meditiamo...

 

SNOOPY

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Andare alla fontana

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Ogni anno, quando l’orto comincia a dare i suoi frutti, mi piace andare alla fontana a lavare la verdura. Quando immergo le mani nell’acqua fresca, nell'ambiente meraviglioso che ho intorno, penso sempre alle donne di un tempo, a quanta fatica hanno fatto per attingere l’acqua  per i bisogni della famiglia e per gli animali. Nell’epoca in cui nelle case non c’era l’acqua corrente e sopra il “seciàro” erano attaccati i “sèci” con il mestolo per bere l’acqua, nessuno avrebbe immaginato che con un semplice gesto della mano, l’acqua sgorgasse fresca e continua, dentro le case! Ai nostri tempi, non si fa caso quando si apre il rubinetto per una qualsiasi necessità, perché siamo nati in un’era dove abbiamo trovato tutte le comodità. Credo che un tempo, l’acqua si adoperasse con parsimonia, solo per lo stretto necessario, perché andare a prenderla alle fontane costava fatica.  Mentre lavo la verdura, penso a quanta storia è passata vicino a quella fontana e a tutte le fontane del nos...

Prepariamoci per la barchetta di S. Pietro

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La sera del 28 prendiamo una caraffa o un altro contenitore di vetro trasparente e riempiamolo per 3/4 di acqua, poi versiamo delicatamente nella caraffa l'albume di uno o due uova. Portiamo quindi il nostro contenitore in giardino, sul prato, sul balcone o comunque all'aperto. All'alba del 29 giugno andiamo a ritirarlo. La notte di S. Pietro, la rugiada del mattino o chissà cos'altro... avranno fatto la "MAGIA": nell'acqua si sarà formata "la barchetta di S. Pietro", il suo veliero. I nostri Nonni, in base alla forma della barca e delle vele, ricavavano utili informazioni sul clima dell'estate appena iniziata e sul futuro raccolto. I bambini rimanevano incantati per questa magia. MANTENIAMO VIVE LE NOSTRE TRADIZIONI! 

La Cooperativa di Pedescala

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PEDESCALA - Rarissima foto dei 18 soci fondatori della "Cooperativa", con il parroco pro tempore Don Piero Costa (1900-1907) ed estratto notarile redatto dal notaio Francesco Pagliosa di Velo d'Astico, datato settembre 1907 con di seguito i nomi: Pretto Giò Batta di Antonio - Marangoni Leonardo di Antonio - Stenghele Antonio di Francesco - Giacomelli Giovanni fu Leonardo (Rasolo) - Dal Pozzo Michele fu Valentino - Gerosa Giuseppe fu Tommaso - Marangoni Giò Batta fu Antonio - Gerosa Antonio fu Tommaso - Giacomelli Bortolo fu Rocco - Dal Pozzo Giovanni fu Valentino - Marangoni Antonio fu Agostino (Tonai) - Giacomelli Nicolò fu Giovanni - Stenghele Giovanni di Francesco - Pretto Giò Batta fu Nicolò Antonio - Giacomelli Giovanni fu Giovanni detto Mola - Dal Pozzo Pietro fu Giovanni - Giacomelli Antonio di Antonio - Pretto Antonio di Antonio. Delmo Stenghele

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Tradizioni di San Giovanni

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L'acqua de melissia, la rugiada de san Giovanni, l'erba de San Giovanni, el giglio de San Giovanni e la notte de San Giovanni. Le notti che precedono e seguono la data di san Giovanni Battista, il 24 giugno, erano ritenute magiche e avevano poteri occulti efficacissimi. Ecco perché, nella notte di San Giovanni, in pianura si raccoglieva la camomilla selvatica (detta erba di San Giovanni) e in montagna l'iperico (anch'esso erba di San Giovanni). Era una notte questa, in cui si poteva fare “l'acqua de milissia”. Le erbe, fresche di primavera, da unire nella magica “pozione” erano molte e variavano anche a seconda dei luoghi di raccolta: melissa, genziana, camomilla, alloro, menta rotundifolia, salvia, rosmarino, timo, valeriana e qualche fiore di giallo iperico, pochi fiori, perché con la loro linfa, rosso porpora, avrebbero potuto rendere oscura “l'acqua de melissia”. Ma, in ogni paese, c'era la “fèmena dell'acqua de melissia”. In molti paesi delle nostre...

La pagina della domenica

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  27 giugno 2021 Mc 5,21-43 XIII Domenica nell’anno di Luciano Manicardi In quel tempo   essendo Gesù passato di nuovo in barca all'altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare.   E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi   e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva».   Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. E subito Gesù, essendosi reso ...

Quando la casa dei Nonni si chiude

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“Uno dei momenti più tristi della nostra vita è quando la porta della casa dei Nonni si chiude per sempre. Una volta chiusa quella porta, non ci saranno più i pomeriggi felici con zii, cugini, nipoti, genitori fratelli e sorelle. Ve lo ricordate? Non era necessario andare al ristorante la domenica. Si andava a casa dei nonni. A Natale la nonna bucava l’ozono con le sue fritture mentre il nonno si dedicava all’arrosto facendo puntualmente bruciare la canna fumaria. La tavola era lunghissima e veniva apparecchiata nella stanza più grande. Adesso la casa è chiusa ed è rimasta soltanto la polvere.  Un cartello: vendesi. Nessuno la vuole quella casa. È vecchia. Va ristrutturata. Costa troppo. Che ne sapete di quanto vale la casa dei Nonni? La casa dei Nonni non ha un valore. E così passano gli anni. Non ci sono più regali da scartare. Frittate da mangiare. Verdure da pulire. Quando la casa dei nonni si chiude ci ritroviamo adulti senza capire quando abbiamo smesso di essere bambini. Cer...

2 risate

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