- Stanno a casa da soli
- Di solito parlano poco
- vivono un periodo di sviluppo molto importante e fragile.
Sono gli adolescenti costretti in casa dalla pandemia.
È stato bruciato dalla restrizione, dalla DAD, dalle limitazioni, il periodo della spensieratezza, della libertà, delle nuove esperienze, del batticuore, e delle liti salutari con i genitori per cercare la propria identità.
Gli adolescenti sono invisibili nel loro bisogno di evolvere, crescere, cercare e provare chi sono e chi vogliono essere .
Gli adolescenti sono stati dimenticati, in questa emergenza, da adulti, spesso in difficoltà loro stessi, a causa dei problemi economici o dalle paure sulla malattia.
Nessuno parla della loro sofferenza e non hanno voce.
Non sono in tv, né alla radio, né nei giornali.
Portano un grande dolore, quello della perdita di futuro, di sicurezze, di regole da rompere e contestare.
Nel ripensare alla ripartenza, dobbiamo, come adulti, dare spazio e voce ai nostri figli più grandi, che sono stati senza voce.
La loro sofferenza è devastante perché colpisce il loro sviluppo.
È come quando trapiantiamo nell'orto le piantine troppo presto, se prendono un colpo di freddo, non si riprendono più.
Non riescono più a crescere, a fiorire e produrre. Restano piccole, insufficienti, bloccate.
Dobbiamo dare loro voce, visibilità, tempo.
Dobbiamo averli nel cuore, in testa e nei progetti di oggi.
Non basta pensare che possono stare a casa da soli e quindi sono autonomi, perché hanno bisogno di sport, per costruire le ossa, di socialità per costruire la propria identità, hanno bisogno di poter sognare.
In questo vuoto di attenzione e voce, stanno perdendo le ali per volare.
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