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Visualizzazione dei post da aprile, 2020

E anche il Monte Cengio ha la sua storia (triste) e la sua bellezza - foto di repertorio di Flores Munari

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Impensabile... incredibile…

Vivere una giornata tanto importante in un modo così vuoto. Oggi il ricordo diventa silenzio, solo silenzio… Per tante persone, tornare ai propri paesi per il 30 aprile, è sempre stata una priorità, invece quest’anno… Ricordare, commemorare, pregare, lasciando solo spazio alla voce del silenzio, che porta con sé tante voci… Oggi, l’omaggio più grande, a chi ha subito quel terribile eccidio, ai superstiti la comprensione e la preghiera. Senza discorsi o saluti, senza esternare nulla in pubblico… Nel silenzio del proprio cuore, ognuno può ricordare, pregare e sperare, lasciando spazio ai pensieri più veri e profondi. Lucia Marangoni Pedescala, 30 aprile 2020

Piero Pettinà m'invia questa foto di repertorio della Piazza deserta di Forni... oggi più che mai attuale...

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Fiori della Singéla fotografati da Riccardo

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Lettera al Corriere della Sera

Caro direttore, per ora si contano circa 200.000 vittime di coronavirus. Poniamo che a fine estate possano essere, diciamo, 350.000. Poniamo che non fosse stato preso alcun provvedimento di isolamento, o lockdown come preferisce dire chi non conosce l’italiano, e che di conseguenza le vittime si fossero decuplicate, raggiungendo i tre milioni e mezzo. Si tratterebbe comunque dello 0,05% della popolazione umana, stimata intorno ai 7 miliardi (le attuali 200.000 vittime rappresentano lo 0,0028 dell’umanità). Ora mi chiedo e le chiedo se di fronte al «flagello» del coronavirus abbia avuto senso distruggere dal 20 al 30% dell’economia mondiale e precipitarci in una crisi che non sappiamo quando e con che conseguenze umane si risolverà. Di coronavirus si può morire, di fame si muore con certezza. Antonino Ulissi Caro signor Ulissi, Devo dirle che ho sentito spesso questo ragionamento nelle ultime settimane. Accompagnato dai raffronti con il numero di morti provocati da a...

La dea Ansia

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di   Alessandro D’Avenia | 27 aprile 2020 «Ansia» è stato il nome scelto da una bambina di quinta primaria, quando una collega ha chiesto alla classe di inventare una divinità, dopo aver spiegato loro che gli antichi divinizzavano ciò che ha potere sulla vita: Destino, Invidia, Bellezza... La decenne ha così giustificato la scelta: «Mia madre mi dice sempre che, se non mi impegno, non troverò lavoro». Gli dei contemporanei non sono meno crudeli ed esigenti di quelli antichi. I sempre più diffusi disturbi alimentari e di apprendimento sono in parte ribellioni alla vita come «concorso» basato sulla «prestazione», anziché «percorso» centrato sulla «presenza». Abbiamo rinunciato alla lettura vocazionale della vita, che è pur evidente in ogni elemento del creato, mai statico ma sempre proteso verso un compimento che lo ispira e lo guida come scopo. Dire ch...

SNOOPY e angolino relax

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"Oscar" Il film vicentino che sbarca a Hollywood

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30 aprile 2020

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Si avvicina il 30 aprile, giorno di ricordo, di tristezza, di preghiera per Pedescala, Forni, Settecà e i suoi abitanti. Quest’anno la giornata sarà ancora più triste e mesta, vista l’impossibilità di poter ricordare pubblicamente, ma come ha detto il sindaco Claudio Sartori in un comunicato, la liturgia a suffragio delle vittime e la deposizione della corona nei luoghi di memoria, sarà fatta in modo semplice e con la partecipazione indispensabile. Quel giorno non passerà di certo senza che ci sia un ricordo, un fiore, una preghiera, un lume per chi ha subito quell’atroce eccidio. È la giornata dedicata al ricordo da portare avanti, perché nulla sia dimenticato, ma che rimanga la memoria da tenere viva, per noi tutti e specialmente per le generazioni che verranno. Vorrei provare a lanciare un’idea perché ci sia un segno visibile del nostro ricordo e della nostra preghiera. Un lume in ogni finestra accompagnato dal pensiero e da una supplica per un fatto tremendo ...

Apprezziamo la sensibilità d'oltre oceano dimostrata da San Pedro Encantado... (segnalato da Mario Pesavento)

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Girano in rete da ieri, le ho trovate simpatiche e le condivido.... ;-) So che da ridere c'è ben poco, ma l'ironia, a cui si prestano certe situazioni, aiuta a smussare gli spigoli...

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Cari amici, vi informo che è stata appena rilasciata un’APP rivoluzionaria per la Fase 2 Non parlo ovviamente di IMMUNI, ma di un’app ben più potente e sicura: NEURONI . Sviluppata da Madre Natura, Neuroni è un’app gratuita che non sfrutta la tecnologia Bluetooth, bensì la ben più collaudata tecnologia Sinapsi. Si tratta di una tecnologia per nulla invasiva della privacy e che rende l’app comunque utile anche quando il 60% della popolazione non ne fa uso. Le due app (una non esclude l’altra) funzionano in modi differenti. Facciamo un esempio: La app Immuni vi dice se il tizio che era con voi in ascensore vi ha infettato. La app Neuroni: per fare due piani potete prendere le scale, ultimamente non è che avete fatto tutta questa attività fisica. La app Immuni vi dice se la signora con cui avete litigato al supermercato per l’ultima confezione di lievito vi ha infettato. La app Neuroni vi suggerisce invece, di non litigare per una confezione di lievito e di non infilarv...

Storiella di Stalin e la gallina

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In una delle sue solite riunioni, Stalin chiese che gli venisse portata una gallina. La prese e la strinse forte con una mano mentre con l’altra iniziò a spennarla. La gallina urlava dal dolore e tentava di scappare in ogni modo senza riuscirci, la presa era troppo forte per lei. Stalin riuscì a toglierle tutte le piume senza grandi problemi e una volta terminato disse ai suoi aiutanti: "Adesso guardate cosa accadrà”. Mise la gallina per terra e si allontanò da lei, andò a prendere del grano mentre i suoi collaboratori la osservavano meravigliati mentre, dolorante e sanguinante, correva da lui che tirava delle manciate di grano per terra facendo il giro della stanza. Ad ogni passo di lui ne corrispondevano altrettanti della gallina che non si allontanava. A questo punto Stalin si rivolse ai suoi aiutanti, sorpresi di ciò che stavano osservando e disse loro:  "Così facilmente si governano gli stupidi". Avete visto come la gallina mi inseguiva non...

Riflessioni di un Driver

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Ciao Pinuccia

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... mi passano davanti come in un film, immagini che ci hanno viste insieme nei tre anni delle medie. Sempre solare e sorridente, con la tua semplicità, sapevi farti voler bene. Poi la vita ci ha divise, ognuna per la sua strada, ma ci siamo ritrovate dopo tanti anni e con la stessa semplicità di allora, ci siamo raccontate… Le feste dei coscritti del 1959 in compagnia, fino a quando la malattia ti ha colpito allontanandoti da tutto. Sono passata a trovarti all’ospedale lo scorso anno, ti ho fatta anche ridere, ma nei tuoi occhi ho letto tanta paura. Ho pregato che andasse tutto bene, invece... Ci hai lasciato in un periodo difficile e complicato, dove ci viene tolta la possibilità di un ultimo saluto, di una preghiera insieme, di un abbraccio ai tuoi Cari che devono andare avanti con un grande vuoto, con un’enorme mancanza. Cara Pinuccia, resterai per sempre nel mio cuore, con i tuoi occ...

L’epidemia è un evento formativo. Quando scomparirà, si presenteranno nuove possibilità - di David Grossman

Questo è uno degli articoli più intensi che abbia letto sulle conseguenze umane e sociali della pandemia che stiamo vivendo. Se avete un quarto d'ora vi consiglio di leggerlo e meditarlo. Alberto Leoni Proponiamo di seguito la riflessione di David Grossman, pubblicata su Haaretz. Quando finirà la pandemia di coronavirus, alcuni non vorranno più tornare alla propria vita precedente, scrive David Grossman. È più grande di noi, questa epidemia. È più forte di qualsiasi nemico in carne e ossa che abbiamo mai incontrato, più potente di qualsiasi super eroe che abbiamo immaginato o visto in un film. Di tanto in tanto si fa strada nel nostro cuore un pensiero straziante, che forse stavolta, nella lotta a questa epidemia, perderemo, perderemo davvero. Una sconfitta mondiale. Come ai tempi dell’ “influenza spagnola”. È un pensiero che scartiamo subito, perché come è possibile perdere? Dopotutto, siamo l’umanità del 21° secolo! Siamo avanzati, informatizzati, dotati di innumerevo...

Se non hai fretta

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Se non hai  tanta fretta potresti renderti conto di molte più cose. Se sei un uomo scopriresti che la donna che porti dentro  sogna  di poter mettersi a piangere e se sei una donna che l’uomo che porti dentro  sogna  di poter rendere conto della tua fragilità sprecata. Scopriresti che quasi tutto quello che rimproveri agli altri è un rimprovero che hai evitato di farti. Se ti dessi il tempo di contemplare il tappeto del paesaggio che hai tessuto con la tua vita potresti scoprire molti sentieri che hai saltato ai quali non potrai tornare. E forse grazie alla tua scoperta smetteresti di far correre il giorno per raggiungere velocemente la notte. Smetteresti di scavalcare l’inverno per arrivare in fretta all’estate e con questo sapere allungheresti in modo considerevole la tua vita. Maria Wine

Umberto Galimberti, riflessioni ai tempi del coronavirus sul senso del futuro

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Di Umberto Galimberti  - 16 aprile 2020 Dove credeva di essere arrivato, l'essere umano? Perché, costretto a fermarsi, non sa più chi è? E cosa pensa di fare davanti alla negatività della vita? Ecco il pensiero, spiazzante e urticante, del filosofo Umberto Galimberti. Umberto Galimberti, filosofo, sociologo, antropologo culturale, psicanalista e accademico: allievo di Emanuele Severino e Karl Jaspers, di cui traduce le opere, è un assoluto divulgatore. 78 anni il 2 maggio, cresciuto con altri nove tra fratelli e sorelle, sta lavorando a un nuovo libro (rigorosamente con la macchina per scrivere). Per GQ ha scritto questa riflessione. «Il cambiamento imposto dal corona virus sembra una sofferenza difficile da sopportare, anche se l’umanità ha superato di molto peggio. Succede perché ci troviamo nella condizione in cui tutta la nostra modernità, la tutela tecnologica, la globalizzazione, il mercato, insomma tutto ciò di cui andiamo vantandoci, ciò che in sintes...

Giorni sprecati

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Una strana sensazione rispetto ai primi giorni della quarantena.  Si continua a morire, ma nell'aria non c'è nulla di tragico.  Molte persone sentono una sorta di delusione: anche questa volta non cambierà niente. E tornare nel mondo fa quasi paura. Non siamo attesi da nessun fervore collettivo, ma da diffidenza.  Ognuno può portare la malattia agli altri, non si sente la vigilia di una grande svolta epocale. La verità è che c'è una minoranza di persone che credono al mondo, credono ancora alla luce dei corpi. Per troppi, il corpo ormai è diventato un semplice mezzo di trasporto. E' il mezzo per andare al lavoro, per andare dal parrucchiere, per andare al bar, per andare al mare. Alla fine il corpo è il mezzo di trasporto del telefonino, è la carrozza in cui trasportiamo il giocattolo degli adulti e dei bambini. Non so se facciamo ancora in tempo a ravvivare la situazione. Siamo dentro una tragedia abortita, attutita. Da una parte il dolore dei p...

Picchio verde (dal boschetto di Alago)

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Un vizio che non uccide

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In questo periodo d'ozio forzato per molti, s e è vero che l'ozio è il padre dei vizi,  almeno coltiviamo un vizio che ci arricchisce invece di danneggiarci. 

La pagina della domenica

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IL VANGELO DELLA DOMENICA In quello stesso giorno, il primo della settimana, due dei discepoli erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liber...