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Visualizzazione dei post da marzo, 2018

Tradizioni pasquali in Europa

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GdV

Non sono più tra noi

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Domani

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Riluce ormai una stella, questa sera e l’aria quasi tiepida sussurra che già arrivata è ormai, la primavera... qualche stella si accende, e una campana coi suoi rintocchi  eleva una preghiera che si diffonde in un eco dolce e arcana ... Come vorrei che fossi qui stasera, amica mia, che sei tanto lontana, eppur così vicina e così vera! Eppure ben non so, chi mai tu sia, eppure ben non so, come ti chiami: forse è uno scherzo della fantasia, o il sogno anticipato di un domani… Magari dovrei dire una preghiera nell’attesa di stringer le tue mani, perchè pregare, sai, fa compagnia mentre la sera scende su questi anni, e potrebbe sbocciare una poesia nell’attesa che arrivi quel domani. Domani... è un dono,  quale che esso sia, fatto di gioia mista a nostalgia, rivolto ad orizzonti ancor lontani oppure... vicinissimi. E domani mi specchierò in una goccia di rugiada, nell’aurora che avanza e porta il sole, mi specchierò a...

Venerdì Santo

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Un tempo non molto lontano, il venerdì santo era un giorno di quasi totale silenzio e rinunce.  Tutto veniva vissuto in maniera sommessa. Le campane erano mute ed in sostituzione solamente "snara e snaròn" a chiamare a raccolta i fedeli per la cerimonia serale con processione (per la gioia dei chierichetti). La televisione (due canali) trasmetteva solo musica classica. La prima cosa da fare la mattina era recarsi in chiesa ad adorare il Santo Sepolcro. Digiuno ed astinenza dalle carni. In casa mia, piatto classico: "bìgoli col ton" che poi era astinenza dalle carni e non digiuno. I nonni erano dispensati per l'età, così pure i malati e i bambini. La sera per noi bambini era una festa. Solitamente la preparazione dei lumini era appannaggio esclusivamente nostro. Li ricordo di carta a colori vivaci, inserivamo della sabbia che aveva la funzione di tenere in piedi la candela che non era sempre facile, bastava un po' d'aria perchè s'incl...

Scacciapensieri

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La commovente poesia dedicata a Fabrizio Frizzi durante il suo funerale

Amicizia - Jorge Luis Borges   Non posso darti soluzioni per tutti i problema della vita Non ho risposte per i tuoi dubbi o timori, Però posso ascoltarli e dividerli con te. Non posso cambiare né il tuo passato né il tuo futuro, Però quando serve starò vicino a te. Non posso evitarti di precipitare, Solamente posso offrirti la mia mano perché ti sostenga e non cadi. La tua allegria, il tuo successo e il tuo trionfo non sono i miei, Però gioisco sinceramente quando ti vedo felice. Non giudico le decisioni che prendi nella vita, Mi limito ad appoggiarti a stimolarti e aiutarti se me lo chiedi. Non posso tracciare limiti dentro i quali devi muoverti, Però posso offrirti lo spazio necessario per crescere. Non posso evitare la tua sofferenza, quando qualche pena ti tocca il cuore, Però posso piangere con te e raccogliere i pezzi per rimetterlo a nuovo. Non posso dirti né cosa sei né cosa devi essere, Solamente posso volerti come sei ed essere tua amica. In questo gi...

L'ultima neve di primavera si diverte a creare cappelli...

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(Antonella Toldo)

Timido scricciolo

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(del boschetto di Alago)

Gita fuori porta anche per loro?

(video segnalato da Alago)

Pedescala col Piovan

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Pedescala Kamen Stoan, il porto di Rotzo allo sbocco dell'Asstal, la Val dell'Assa che confluisce nell'Astico.  Il villaggio è dominato dall'alto dal Bostel, antico insediamento retico con a destra le Cenge. La foto è presa dalla Costa del Vento sull'antica strada Barcarola Tonezza  durante un'escursione ESU sulle tracce delle antiche transumanze. Giorgio Spiller

Il pettirosso guardiano

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(del giardino di Alago)

La natura...se ci soffermassimo di piú a contemplarla...

Bandiere NO A31

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Sono in arrivo le bandiere NOA31, da esporre alle finestre, ai balconi, e da sventolare in vallata il 12 aprile!!! Sostieni la Comunità, prenota la tua bandiera a 8 euro con un messaggio alla pagina fb di SALVIAMO LA VAL D'ASTICO!

Gigio

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Nel vederlo pedalare sulla sua bicicletta rossa fiammante da l'idea di un vecchio atletico e pimpante, ma appena scende dal mezzo di locomozione che gli funge anche da bastone, Gigio è come un giovane fuscello che barcolla al minimo soffio di vento. In realtà non è neanche vecchio, semplicemente la vita l'ha sospinto ai margini e la solitudine e il vino hanno fatto il resto. Mi piace andare in quel bar, perchè so che lì lo trovo: è la sua casa allargata, il suo essere divano direttamente affacciato al mondo, è inspiegabilmente ai più, la bellezza di quel luogo! Oggi mi ha voluto offrire il cappuccino e così mi sono seduta vicino a lui per scambiare qualche parola: coltiva un punto di vista positivo sulla vita e dalla sua bocca non è mai uscito un giudizio o una critica sugli altri. A volte mi spiazza quando legge nei miei occhi un velo di tristezza che vorrei non notasse... allora gli dico: "Gigio, dovevi fare il psicologo quella volta!" e lui co...

Ciao Fabrizio, fá buon viaggio...

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Persona straordinaria, fra le poche che del mondo televisivo apprezzavo e stimavo. Eri il mio appuntamento serale.  Mi mancherai. 

Splendida foto di Laghi

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(Monica Sella)

Non è meraviglioso il risveglio della natura?

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Il riccio che si presenta nel giardino di Agostino, Susanna che incontra il camoscio nel bosco, le mucche fotografate da Fancesca che si spingono fin sotto il paese per brucare l'erba fresca, i rigoli d'acqua più gonfi e i primi fiori del bosco fotografati da Daniela. Da ieri vien buio anche più tardi, sicchè tutto aiuta per caricarci d'energia.

La pagina della domenica

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LA RIFLESSIONE Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce. Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle “i” piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all’errore e ai sentimenti. Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l’incertezza per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita, di fuggire ai consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio, chi non si lascia aiutare chi passa i giorni a lamentarsi del...

Danza Irlandese

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MANUEL CAROTTA: Pastore a 19 anni

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(GdV - 23.3.18)

L'angolo della poesia

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“Due”   Una fantastica poesia d’amore  di Erri De Luca Quando saremo due  saremo veglia e sonno, affonderemo nella stessa polpa come il dente di latte e il suo secondo, saremo due come sono le acque, le dolci e le salate, come i cieli, del giorno e della notte, due come sono i piedi, gli occhi, i reni, come i tempi del battito, i colpi del respiro. Quando saremo due non avremo metà Saremo un due che non si può dividere con niente. Quando saremo due, nessuno sarà uno, uno sarà l’uguale di nessuno e l’unità consisterà nel due. Quando saremo due cambierà nome pure l’universo diventerà diverso.

La "musseta"

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Ancora oggi, chi avesse la ventura di passare qui in valle di Seren, nel feltrino, potrebbe essere incuriosito da qualche slitta di legno come questa, fabbricata in maniera artigianale con tecniche antichissime, usata per i più svariati compiti, come portare il fieno, o anche la legna. Fino ad una quarantina di anni fa, esisteva anche una versione “maxi” caricata magari all’inverosimile di legna o pietre, fino ad otto quintali alla volta, mossa da robusti cavalli di razza alpina. Oggi sono sopravissute quelle più piccole, trainate o spinte a mano. Il mio confinante si è gentilmente prestato da “modello”, e mi ha anche fornito qualche notizia: la slitta si chiama “mussa” (asina per chi non parla veneto) o “musso” (pl. Musse e mussoi), è fabbricata, nelle parti più grosse che fungono da telaio con legno di betulla (perché elastico e pieghevole, oltre che leggero ma robusto), mentre i bastoncini che fanno da base per il carico sono in legno di frassino (veneto-bellunese ...

A31

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L’Altopiano ed il ‘Verena’ a Linea Verde per ‘rivivere’ la Grande Guerra’. Anticipazioni e video

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La troupe di Linea Verde, condotta da Patrizio Roversi, è arrivata sull’altopiano di Asiago.  Si è spinta sulla storica cima del monte Verena e fa ‘rivivere’ la Grande Guerra. Il programma di casa Rai, sta girando in questi giorni delle puntate seguendo gli itinerari della prima guerra mondiale, che videro l’altopiano di Asiago in prima linea durante il conflitto. Nell’anno di chiusura del centenario della Grande Guerra, Linea Verde arriva in questo ‘teatro naturale’, che ancora ne porta i segni delle battaglie. Concentrando la propria attenzione su questo territorio, sulla agricoltura di allora che risentì del conflitto: ‘tutti’ sul fronte, con l’abbandono dei campi. La puntata andrà in onda domenica 22 aprile, nel frattempo un piccolo spezzone girato ‘in diretta’ da Asiago.it il portale dell’Altopiano di Asiago 7 Comuni. di Redazione AltovicentinOnline

Dedicata a tutti Voi! - Anche se ultimamente c'è il dilemma se inizia il 20 o il 21, io rimango fedele al 21 ;-)

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Ed ecco sul tronco si rompono le gemme: un verde più nuovo dell'erba che il cuore riposa: il tronco pareva già morto, piegato sul botro. E tutto mi sa di miracolo; e sono quell'acqua di nube che oggi rispecchia nei fossi più azzurro il suo pezzo di cielo, quel verde che spacca la scorza che pure stanotte non c'era. Salvatore Quasimodo 

Bepi de Marzi: Signore delle cime

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21 marzo giornata internazionale della poesia

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Ci sono giorni in cui non ti aspetti nulla e pensi che è un giorno come tanti… invece arriva qualcosa che ti fa capire quanto affetto, quanto amore hai intorno… Uno sguardo, una pacca sulla spalla, una telefonata, un messaggio e tutto cambia,  tutto si colora di nuove tinte.. Ti senti avvolta da tenerezza, da calore, da amicizia con la A maiuscola; senti che sei importante, ti senti “pensata”, comprendi che in tanti ti portano nel cuore, mentre li trovi custoditi nel tuo… Anche se una lacrima scende sul tuo viso, è solo gioia di sentire  quanto sia meraviglioso amare e sentirsi amata! Grazie a chi, con piccoli gesti, fa sentire importanti presenze. Lucia Domenica 4 febbraio 2018 L'Astego Scende a valle con allegro vociare, tra oscuri anfratti, gorghi e pietre chiare, corre, rallenta, riparte veloce, l'accompagna il v...

L'angolo della Poesia

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I rami infreddoliti si abbracciano confusi l'inverno li delude non se ne vuole andare. Eppure non ha scampo e poi non gli conviene restare troppo a lungo dove nessuno gli vuol bene. Mi fanno tenerezza gli alberi, le foglie i fiori appena nati i parchi ancora vuoti. Mi sento come un ramo con tanto freddo dentro mi sento come un fiore in un prato abbandonato una foglia triste che cade nella stagione sbagliata. Francesca Stassi