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Visualizzazione dei post da febbraio, 2018

Piccoli e sempre divisi

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Non sono piú tra noi

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L'angolo della poesia

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La pioggia non sceglie di cadere, una nuvola si scioglie in lacrime e decide per lei. La neve vorrebbe rimanere nel piumone celeste, ma, ogni tanto, si scuce una fessura e fa un salto nel buio delle cose. Così le stelle costrette a brillare anche se tristi, o la luna, a raccogliere confidenze quando vorrebbe confidarsi. E la sera a desiderare qualcosa di diverso che non sia solo il buio, ed io, a cercarmi in tutto questo. Francesca Stassi

Fora febráro a Forni

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Il Grande Nord

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Ho spesso richiamato la mia predilezione per le montagne, i boschi, la neve, il ghiaccio, i laghi, i contesti incontaminati e le atmosfere gotiche. Ho divorato i racconti di Jack London e la grande narrativa di esplorazione, di conquista dei poli e dei passaggi a Nord-Ovest, di Capo Horn e così via; per tacere della più disimpegnata e improbabile fumettistica western. Lì preferivo il Capitano Mark dei Grandi Laghi all’assolata Arizona di Tex, i Piedi Neri del Montana agli Apache della Sierra, i trapper della Hudson Bay Company ai cow boy del New Mexico. Va da sé che io sia cresciuto nel mito del Grande Nord e abbia una certa idiosincrasia per tutto ciò che è troppo caldo e abbacinato.   Per stare in Europa mi affascinava quindi la Scandinavia, dove immaginavo si condensassero le caratteristiche topiche delle mie atmosfere d’elezione. Appena ne ho avuto la possibilità mi sono dunque lanciato nell’esplorazione di questi paesi. Ho cominciato cautamente dall’a...

Non sono piú tra noi

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Esemplare di urogallo si mette in mostra sul Grappa

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CLICCATE QUI PER VIDEO Incredibile “incontro ravvicinato” sul monte Grappa per due escursionisti, che nel mezzo di una ciaspolata sulla neve si sono imbattuti in uno splendido esemplare di gallo cedrone (l’urogallo celebrato anche da Mario Rigoni Stern nei suoi libri) , che si è avvicinato e fatto ammirare in tutta la sua bellezza. Mariagrazia Bonollo fb

Twist

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(segnalato da Odette)

La strada delle Nore

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Stamattina avevo in preventivo di fare "i Salti", ma il pericolo dettato dalla neve notturna era troppo alto, per cui ho virato a nord, nella strada delle Nore.  Il Burian notturno mi ha cambiato i piani.  Alle 8,30 il Paese era ancora addormentato, dalla casa di Riccardo Stefani ai Baise, nemmeno il calco di una scarpa o della ruota di un'auto. Con questo paesaggio l’atmosfera è surreale, il silenzio é ancora più silenzioso e nemmeno gli animali si fanno vedere. A parte “un s-ciapo de finchi e qualche perùssola” , niente, solo il silenzio del bosco.  Siamo arrivati, io e Fox, solo fino al piazzale in fondo alla strada, poi dietrofront.  Alla prossima, sperando nei “Salti”.  Ale Toldo African.

Quando si dice istinto di mamma...

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Vorrò ben vedere quanti saranno i gradi... perchè queste "esagerazioni" oramai iniziano anche a stancare...

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BURIAN (e non Buran) deriva direttamente dal greco Borea (in greco antico: Βορέας, Boreas), che è un personaggio della mitologia greca, la personificazione del Vento del Nord, figlio del titano Astreo e di Eos. Viene raffigurato come un uomo barbuto alato, con due volti e con la chioma fluente e nella mitologia romana equivale ad Aquilone. Inutili i tentativi di far passare dal Russo ciò che nasce prima di tutto nella culla della civiltà greca, con tutto il rispetto della civiltà e lingua russe.

Consiglio Comunale

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Parco Abruzzo: un albero, 365 giorni

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1 albero, 365 giorni / 1 tree, 365 days from Parco Abruzzo on Vimeo .   video segnalato da Odette

Schella Marzo a Rotzo

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(Proloco Rotzo)

Sappiamo tutti che, pur chiamandolo bucaneve, in realtà è l'elleboro. Magnifici anche avvolti dalla neve!

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Riccardo Stefani

Alpaca, lama e due camosci sullo sfondo a Montepiano dalla Fanny. Questo è il Paradiso!

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Non sono più tra noi

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L’Astico

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L’Astico è il nostro fiume di casa, o per meglio dire il torrente, dato che ha regime stagionale e incostante. Il suo corso ha accompagnato la mia vita; sempre lambendola però, mai incidendola. Lambisce San Pietro dove sono nato, lambisce Piovene dove ho risieduto e lambisce anche Sarcedo, dove abito e dove va di lì a poco a morire. Una presenza discosta dunque, ma discreta e costante. D’altra parte, il mio rapporto con l’Astico non è mai stato particolarmente avvolgente. Lo attraversai una prima volta verso i cinque anni, a piedi sul Ponte Polaco e mi fece una certa impressione. Uscivo guardingo dal mio habitat e sconfinavo nell’arcano territorio dei Scorlaforéte . Loro sì che erano pratici di quel corso d’acqua, abitandone la riva destra: pessatari, marsonari, segàti, ecc., occupazioni un po’ strane, come peraltro lo era quella gente. Il mio mondo bambino aveva infatti confini molto precisi, racchiuso com’era fra la Val dell’Orco , quella delle Jare , le Joe...