Arsiero: L’ultimo nato a Peralto apre un agriturismo:
‘Voglio salvare la mia contrada dall’abbandono’
Erano in 170 ed adesso sono in 4. Gli abitanti di contrà
Peralto ad Arsiero hanno inesorabilmente abbandonato le loro case a
partire dagli anni ’60, fino a lasciare oggi la bellissima contrada con
l’aspetto di una landa desolata e, di fatto, disabitata.
Quattro abitanti in un borgo di 50 case farebbe nascere la
disperazione a chiunque, ma c’è chi crede nella ripresa della zona,
fiore all’occhiello delle bellezze paesaggistiche arsieresi, che si
raggiunge facilmente dalla provinciale 81, in direzione Riofreddo.
Marina e Renato ci hanno pensato parecchio, e dopo anni di trafile
burocratiche hanno deciso, come si dice, di buttare il cuore al di là
dell’ostacolo, ben sapendo che i tempi non sono i migliori. Ma forse non
lo saranno mai ed i sogni, si sa, non possono mai essere realizzati se
lasciati dentro al cassetto, ed hanno deciso di aprire un agriturismo
proprio in contrada, all’interno di un antico caseificio. Il locale,
proprio nella via centrale, è stato battezzato ‘Al vecio casèlo’ ed
inaugurato da poco più di una settimana.
Un filo conduttore lega passato e presente di questi due pionieri
della rinascita dei borghi disabitati, poiché Renato Busato, 58 anni,
impiegato commerciale in pensione, è stato l’ultimo nato a Peralto, il
29 gennaio del 1959, proprio in quel ‘casèlo’ che adesso è diventato un
locale rustico, accogliente, pieno di fiori e con una bellissima vista
sui boschi arsieresi della valle del Riofreddo.
‘Ricordo bene – ha detto con una nota di amarezza nella voce Renato –
come negli anni gli abitanti di Peralto sono tutti emigrati all’estero,
per lo più in Australia ed in Francia, e non sono più tornati. Adesso
le case sono di proprietà degli eredi, che magari vivono anche loro
all’estero, e non hanno interesse a ristrutturarle e tantomeno a
viverci. In estate passano molti turisti, specie ciclisti, che da anni
ci chiedono di aprire un piccolo ristoro. Abbiamo iniziato a pensarci
così. E poi perché la contrà in inverno è davvero moto triste. Mi
assillava da sempre il pensiero: che cosa posso fare di concreto per il
posto in cui sono nato?’.
Ma l’angelo del focolare è senza dubbio la moglie Marina Caprin, 55
anni, originaria di Fusine di Posina. ‘Per me è il sogno della vita che
si realizza – ha detto con un grande sorriso – perché cucinare è la mia
passione, ed ho sempre lavorato nel settore agricolo e alimentare. Le
mie due figlie sono grandi, e per me è già un successo essere arrivata
qua. Tutto quello che arriverà in futuro sarà un regalo’.
Marina e Renato hanno le idee chiare su quello che è l’offerta
gastronomica a chi vorrà fermarsi anche in velocità, incuriosito magari
dalle fioriture variopinte. ‘I nostri piatti – ha spiegato Renato – sono
proprio quelli della tradizione di questa zona, quelli che mangiavano i
miei nonni. Per questo ho voluto tornare a coltivare le piante
commestibili autoctone, che non si trovano più, lavorando di innesti e
selezionando le sementi’.
Le specialità? ‘Ce ne sono moltissime – risponde Marina – tutte
ovviamente di stagione. Per esempio i ‘gnochi col guciàro’, el
‘macafàme’ fatto come una volta, che richiede preparazione e temi di
cottura lunghissimi, le mitiche ‘frìtole co’ la maresìna’, un’erba
aromatica dei campi circostanti che nessuno conosce ormai più, il
risotto coi ‘bruscandoli’ o le ortiche. Con la frutta facciamo poi tutta
una serie di succhi naturali’.
L’apertura del locale, che conta 25 posti a sedere all’interno e 20
nel terrazzo esterno, è prevista venerdì, sabato e domenica. Ma per
tutti quelli che volessero passare anche durante la settimana la porta è
sempre aperta per uno spuntino veloce o per un caffè fatto
rigorosamente con la moca.
Per info www.alveciocaselo.it – info@alveciocaselo.it – 0445/714122 o 345/4591586
Marta Boriero-altovicentinonline
Mi fa proprio piacere!!! Andrò quanto prima,bravi!!!
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