Quand’ero ragazzetto, nel periodo di mezza estate, l’altipiano brulicava di accampamenti di militari. Era tempo di campi estivi e lunghe tradotte di camion si inerpicavano lungo il Costo, trasportando migliaia di giovani di leva per le esercitazioni militari. In quel periodo non c’era alcuna possibilità di scarpinate per i rarissimi escursionisti estivi: il Monte Zebio, il Colombara, il Colombarone, lo Zingarella e le altre cime nobili, famose in seguito alla Grande Guerra, tra le quali l’Ortigara, il Cima XII e il Portule, dovevano sottostare alle servitù militari, divenendo i luoghi sui quali erano collocati i bersagli delle artiglierie in esercitazione. Oltre alle trombe, che con il loro suono scandivano l’attività dei militari, si sentivano i tuoni minacciosi di cannoni e mortai. Per noi ragazzetti l’attività preferita era la raccolta delle piastrine di polvere da sparo, di forma quadra, la cosiddetta “balistite”, residuo della Grande Guerra, che era disseminata dappertutto, pure negli orti coltivati. Ognuno di noi aveva il suo sacchettino di balistite, che, in seguito, utilizzavamo per i nostri semplici giochi pirotecnici. Mi ricordo che, quando giocavamo nei boschi, non era raro trovare delle bombe di quaranta anni prima inesplose, le raccoglievamo con circospezione e le sistemavamo sul ciglio della strada mulattiera, per poi essere prese in consegna dai militari preposti al loro disinnesco. Esperienze infantili, da farmi incaponire la pelle al solo ricordo.
P.S. Caro Tino, di atti vergognosi se ne rammentano tanti. Primo tra tutti: tradire gli alleati è scatenare contro di loro un’inutile guerra, costata innumerevoli morti e immani sofferenze e distruzioni. Il Trentino lo avremmo ottenuto comunque dall’Impero in cambio della nostra neutralità.
Dite la verità su quello che è successo sull'Ortigara! Vergogna delle vergogne!
RispondiEliminaQuand’ero ragazzetto, nel periodo di mezza estate, l’altipiano brulicava di accampamenti di militari.
RispondiEliminaEra tempo di campi estivi e lunghe tradotte di camion si inerpicavano lungo il Costo, trasportando migliaia di giovani di leva per le esercitazioni militari.
In quel periodo non c’era alcuna possibilità di scarpinate per i rarissimi escursionisti estivi: il Monte Zebio, il Colombara, il Colombarone, lo Zingarella e le altre cime nobili, famose in seguito alla Grande Guerra, tra le quali l’Ortigara, il Cima XII e il Portule, dovevano sottostare alle servitù militari, divenendo i luoghi sui quali erano collocati i bersagli delle artiglierie in esercitazione.
Oltre alle trombe, che con il loro suono scandivano l’attività dei militari, si sentivano i tuoni minacciosi di cannoni e mortai.
Per noi ragazzetti l’attività preferita era la raccolta delle piastrine di polvere da sparo, di forma quadra, la cosiddetta “balistite”, residuo della Grande Guerra, che era disseminata dappertutto, pure negli orti coltivati. Ognuno di noi aveva il suo sacchettino di balistite, che, in seguito, utilizzavamo per i nostri semplici giochi pirotecnici.
Mi ricordo che, quando giocavamo nei boschi, non era raro trovare delle bombe di quaranta anni prima inesplose, le raccoglievamo con circospezione e le sistemavamo sul ciglio della strada mulattiera, per poi essere prese in consegna dai militari preposti al loro disinnesco.
Esperienze infantili, da farmi incaponire la pelle al solo ricordo.
P.S.
Caro Tino,
di atti vergognosi se ne rammentano tanti. Primo tra tutti: tradire gli alleati è scatenare contro di loro un’inutile guerra, costata innumerevoli morti e immani sofferenze e distruzioni. Il Trentino lo avremmo ottenuto comunque dall’Impero in cambio della nostra neutralità.