giovedì 29 settembre 2016

Casotto: la corriera per Trento

Vorrei ringraziare Florio di aver postato la foto storica che riguarda

"l'Inaugurazione della prima corriera a Casotto - 1920 circa".
Si tratta della trattoria al ponte dei Braidi, quando il confine italiano-austroungarico era stato rimosso.
La persona più anziana è Pasqua Sartori (*1844 +1922) della quale si intravede la testa in una delle finestre.
Sul balcone c'è Benigno Sartori, figlio di Luca (*1846 +1929) e di Pasqua, accanto c'è la moglie Oliva Fontana.
Più in basso si trovano molti altri parenti Braidi, fra questi mio padre Angelo, i suoi fratelli Giovanni, Domenico, Candido e Aventino, poi c'è Olga Sartori (Sforza)(*1905 +2001) che ha abitato Casotto d'estate fino alla su morte con sua sorella Elsa (*1910 +2011)
Infine c'è Placida (che aveva un ristorante verso le Buse) con sua sorellina Candida.
Aggiungo la stessa immagine ma con i nomi delle persone che ho potuto identificare. Forse a Casotto qualcuno sa identificarne qualcun altra.
Quelli da me identificati erano tutti dei Sartori Braidi.
(Ing. Enrico Sartori Parigi)
(da Florio Sartori)

domenica 25 settembre 2016

La Chiesa di S. Pietro

In 4 puntate, la domenica, 
pubblico questo opuscoletto del 1976 
ricevuto da Riccardo Stefani che ringrazio.






giovedì 22 settembre 2016

(segnalata da Patrizia)

Pedemontana Veneta. Imprenditori preoccupati. Cattelan di Ascom Thiene “Va completata”

La Pedemontana Veneta genera serenità in Zaia, rabbia nei cittadini espropriati che di soldi non ne vedono nemmeno l’ombra e per l’imprenditoria dell’altovicentino è fonte di preoccupazione. A dar voce alle aziende locali del loro stato d’animo è Emanuele Cattelan presidente di Ascom Thiene.
La Sis sta rinegoziando il contratto per ottenere il via libera di Cassa e Depositi, come l’avete accolta?
Non positivamente: non si cambiano pesantemente le carte in tavola a lavori iniziati. Stando al nuovo piano economico finanziario (PEF) di Sis dovremmo pagare tutti un pedaggio per transitare sulla superstrada, quando in fase progettuale veniva garantito il pedaggio gratis per i residenti per un certo numero di km a est e a ovest dal proprio comune di residenza.
Quindi col pagamento del pedaggio aumenteranno i costi per le aziende?
A conti fatti no, anzi. Ad oggi il traffico commerciale si versa principalmente nelle ‘vecchie’ strade provinciali, con un maggiore costo per le aziende Una scelta forzata dovuta alla perdita di tempo quando i loro mezzi transitano per le strade del cantiere in corso d’opera: uno slalom vero e proprio, spesso e volentieri intasata dai mezzi d’opera del cantiere stesso. Mentre col nuovo corridoio che collega Treviso a Vicenza, passando anche per Thiene, si velocizzerebbe il trasporto e il costo del pedaggio risulterebbe pari se non inferiore a quello che ad oggi le aziende spendono in gasolio e tempo perso.
Cosa vi preoccupa di più in Ascom: la revisione degli accordi o lo stop del cantiere?
Ad oggi è preoccupante che l’opera non venga completata, lasciandoci con un territorio sfruttato e devastato. Sarebbe inutile ora fermarsi, lasciando la viabilità nel caos più totale. Per la revisione del nuovo PEF è chiaro che il rimescolamento delle condizioni economiche ci lascia insoddisfatti, soprattutto per chi come gli imprenditori della nostra categoria sono abituati a mantenere fede agli accordi iniziali che si stipulano con un cliente.
Un cantiere che ritenevate terreno fertile per il commercio o un’opera più dai sapori politici?
Intendiamoci al nostro territorio necessitava un collegamento commerciale, in special modo l’economia di Thiene risultava tagliata fuori dal grosso flusso commerciale. Con la Pedemontana Veneta, a opera conclusa, sarebbero indubbi i vantaggi economici dei quali il nostro territorio potrebbe beneficiare. Thiene e l’alto vicentino potrebbero diventare un polo intermodale per lo scambio delle merci, accrescendo il business che ci ruota attorno e che ora punta soprattutto su Vicenza e Padova servite dall’attuale autostrada. E’ chiaro che essendo l’opera più rilevante eseguita in Veneto, ed attualmente l’infrastruttura più importante a livello nazionale, smuova gli interessi della politica, ma a noi come categoria preme l’interesse degli imprenditori e della collettività in parallelo con quelli del territorio, ad oggi fortemente segnato dal cantiere.
Ascom di Thiene crede sui vantaggi che la nuova superstrada, seppur a pagamento, potrebbe portare una volta terminati i lavori. Per il momento i vari cantiere disseminati nel tracciato del progetto vanno a rilento, in Regione hanno messo d’accordo Zaia e Moretti che puntano sul proseguimento dei lavori, sebbene ora la parola spetti a Cassa Depositi e Prestiti che dovrà valutare il nuovo PEF presentato da Sis per il rilascio delle garanzie finanziarie dirette e indirette. Nel frattempo per chi non ha la fortuna di lavorare in ufficio di Palazzo Balbi a Venezia, casa della giunta di Zaia, si trova ogni giorno per andare al lavoro a salire sulla giostra di strade del cantiere, avendo l’accortezza di anticipare la sveglia mattutina per recuperare il tempo perso incolonnato nel traffico.
Altovicentinonline

mercoledì 21 settembre 2016

Un po' di nostalgia... ci mettiamo anche un po' di speranza che ritorni???

Puntuale come un orologio svizzero 
è arrivato anche l'autunno, 
stagione che io adoro. 
Adoro i suoi prodotti, i suoi colori, 
la temperatura che finalmente si abbassa, 
le sue piogge che mi rilassano 
e che mi danno lo sprint
 per fare tutte le cose 
che la calura estiva mi fa accantonare. 
Sto riassettando dei cassetti 
e ho trovato questi fogli 
proprio oggi primo giorno d'autunno. 
Con un po' di nostalgia 
li desidero condividere con voi.
 



Autunno



Nelle albe chiare


pallido è il cielo,


trema sul mare


un roseo velo.




Dopo il raccolto


la terra amica


segnato ha il volto
 

dalla fatica.




La sera è mite
,

il giorno è spento,


foglie ingiallite,


gonfie di vento.




Brillan le stelle,


la luna è piena,


mille fiammelle,


notte serena.




Tutto riposa,


l'aria è leggera,


sogna la rosa,


la primavera.

(by Germano Spagnolo)





Magie dell'autunno




martedì 20 settembre 2016

lunedì 19 settembre 2016

Dalla Seconda

Da oggi presso "la Seconda" puoi pagare qualsiasi bollettino postale, premarcato o compilato da te, lo sapevi? Tutti i giorni, dalle 7 alle 13 e dalle 15.30 alle 19.30, domenica mattina compresa. Senza correre per trovare l'ufficio postale aperto, senza pensare ai suoi giorni di apertura. La Seconda vi aspetta.
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domenica 18 settembre 2016

Vino del mio Paese








L'estate si scioglie lentamente


nel mite autunno sorridente

e sul pendìo roccioso il vigneto


l'uva matura mostra lieto.




Su rive scoscese tra pallide viole,


con pioggia, grandine e torrido sole,


l'umile vite è cresciuta a stento,


battuta e piegata dal vento.




E' tempo di vendemmia, o gente!


Andiamo tra i filari allegramente,


in ampie ceste i grappoli poniamo


e un inno alla vita cantiamo.




Non è dolce al palato il nostro vino.


E' duro, aspro, ribelle, assassino.


Mostra i muscoli, rosso di rabbia,


inquieto come un animale in gabbia.




Non è vino da cene di signori


in sale splendenti di luci e fiori.


E' un vino che si beve all'osteria


col brigante di turno in compagnia. 
 

venerdì 16 settembre 2016

Scenario ipotetico o voluto?

Dossier choc delle Nazioni Unite: serviranno a sostenere l’economia. Fino al 2050 l’Italia dovrà ospitarne 120 milioni.


Nel 2050 un terzo della popolazione italiana sarà composta da immigrati. Stranieri sbarcati nel Belpaese per lavorare e figli e nipoti dei migranti che in questi giorni il Mediterraneo sta rovesciando sulle nostre coste. Nello studio «Replacement Migration: is it a solution to declining and ageing populations?», redatto dal Dipartimento degli Affari sociali ed economici dell’Onu vengono analizzati i movimenti migratori a partire dal 1995 e, attraverso modelli matematici, vengono prospettati diversi scenari che disegnano per l’Italia la “necessità” di far entrare tra i 35.088.000 e i 119.684.000 di immigrati per “rimpiazzare” i lavoratori italiani. Visto che tra 36 anni gli over 65 saranno il 35% della popolazione e presupposto che il tasso di natalità per donna resti fermo a 1,2 bambini (negli Anni Cinquanta la media era 2,3).

Se c’è chi chiede se per far fronte ad un declino economico e sociale inevitabile non sarebbe meglio promuovere politiche a favore delle famiglie per supportare chi vuole far figli, dall’altra le Nazioni Unite stanno studiando come “sostituire” ai lavoratori italiani, francesi, inglesi, tedeschi, spagnoli quelli provenienti dal Terzo Mondo per non far crollare l’economia e il sistema pensionistico. Nel 2050, secondo il dossier, saremo in 41.197.000, solo 194mila in più di quanti eravano 64 anni fa. Il livello demografico più alto dal dopoguerra l’Italia l’ha toccato nel 1995, con 57.338.000 residenti registrati. Da allora una lenta e progressiva discesa, accompagnata dal calo della natalità e dal costante invecchiamento della popolazione. Fenomeno che condividiamo con quasi tutti i paesi europei. Ad esempio la Francia, che nel 1901 vedeva nascere per ogni matrimonio 7,8 figli. Mezzo secolo dopo era già scesa a 2,7 per poi attestarsi a 1.7. In Germania per ogni coppia ci sono 1,30 bambini e in Gran Bretagna 1,78. Nell’Unione Europea la media è di 1,5 nascite per ogni donna. Troppo poco per mantenere gli attuali livelli di sviluppo. Meno nascite, alla lunga, significano meno lavoratori attivi che, quindi, non ce la faranno a sostenere con i contributi il peso delle pensioni. Come evitare che la «macchina» s’inceppi? Che milioni di anziani si ritrovino senza indennità? Come mantenere stabili le entrate per i tributi da tradurre in welfare, soldi da spendere per sanità, trasporti e servizi pubblici? Le soluzioni potrebbero essere molte. Le Nazioni Unite intravedono come via principale quello di «rimpiazzare» (come riportato nel titolo del dossier) l’Europa e l’Occidente che invecchia con una massiccia iniezione di immigrati da Asia, Africa e Oceania. Lo studio prende in considerazione quelli in età lavorativa, tra i 15 e i 64 anni, che dopo lo sbarco molto probabilmente si stabiliranno dalle Alpi alla Sicilia. Vivranno con noi, si sposeranno, faranno figli e nipoti. Così che, anno dopo anno, l’Italia degli italiani si trasformerà in un «melting pot», un’insieme di razze, culture, religioni dove tra quarant’anni a stento saremo ancora maggioranza.

Ventiseimilioni di immigrati e i loro discendenti risiederanno a Roma, Milano, Napoli e nei mille Comuni della Penisola nel 2050. Ora sono 4,4 milioni contro i 7,8 presenti in Germania. Il primo ministro inglese David Cameron ha annunciato misure restrittive per gli stranieri in materia di accesso ai sussidi di disoccupazione e alle liste d’attesa per le case popolari. Londra nello scenario più «spinto» dovrà farsi carico di altri 59 milioni di migranti nei prossimi 36 anni, per sostituire i lavoratori che andranno in pensione e quelli che moriranno. Dovranno sostituire pure i connazionali che verranno seppelliti all’ombra dell’Union Jack, che di fatto sono nati nel Regno Unito e lì resteranno. Così accadrà in Italia e nei 27 Stati dell’Ue. «In Francia, Germania e Gran Bretagna - scrive il Dipartimento degli Affari sociali ed economici dell’Onu - il numero di immigrati necessari per mantenere costante sia la popolazione totale che la popolazione in età lavorativa varia irregolarmente nel tempo a causa di strutture di età specifiche . Questi numeri sono paragonabili al numero di immigrati ricevuto nel corso degli ultimi dieci anni. In Germania e in Italia, invece, lo scenario porterebbe tra il 30 e il 40 per cento la popolazione popolazione immigrata nel 2050, che è molto più alta di quella attuale». L’immigrazione, come testimoniano i dati della Guardia Costiera e della Marina Militare che hanno soccorso 150mila stranieri con l’Operazione Mare Nostrum, non segue modelli stabili di crescita ma esponenziali. Di tutti gli sbarchi segnalati negli ultimi vent’anni nel Mediterraneo il 45% è avvenuto nel 2014. E il 48% di chi non ce l’ha fatta, è morto tra le onde quest’anno. Chi è riuscito ad entrare in Italia, dopo mesi, anni di clandestinità pare riesca a trovare lavoro più facilmente degli italiani. Il 60,1% degli stranieri presenti nel Belpaese risulta occupato contro il 59,5% di lombardi, veneti, romagnoli, pugliesi e piemontesi. L’arrivo di nuovi migranti da Tunisia, Egitto, Siria, Cina, Afghanistan, Pakistan, Nigeria, Somalia, Marocco propugnato dalle Nazioni Unite potrebbe essere interpretato da più di qualcuno come uno schiaffo a quel 40,5% di italiani, nella stragrande maggioranza giovani, che non ha lavoro. Milioni di «invisibili» di cui non viene fatta menzione nel dossier. Come se la disoccupazione non esistesse.

L’obiettivo che sembra preoccupare gli statisti che nel Palazzo di Vetro a New York disegnano scenari appare esclusivamente quello di far raggiungere all’Europa, sempre nel 2050, il rapporto di due lavoratori per ogni pensionato. Come modello vengono indicati gli Usa dove il rapporto è 2,8 occupati per ogni cittadino «a riposo». Nell’Ue la media è di 1,45. «L’immigrazione di rimpiazzo è tra le possibili politiche di risposta da considerare», insiste l’Onu, «per mantenere adeguati livelli di crescita». Schede zeppe di dati, analisi, grafici, tabelle. C’è di tutto nel dossier. Nemmeno una parola però, neppure un cenno, agli italiani e agli europei che ora sono senza lavoro e ci resteranno con l’arrivo di milioni di stranieri. Come se la crisi non esistesse. L’immigrazione di massa è destinata a rivoluzionare la realtà sociale, a (s)travolgere l’Europa che conosciamo, ma anche di questo non c’è traccia. Solo numeri e aride statistiche. Basta che i conti tornino.

Alessandra Zavatta
iltempo.it

mercoledì 14 settembre 2016

Lodevoli iniziative

Luciano Pesavento desidera complimentarsi e ringraziare 
 IVAN & WALTER PRETTO (jona) 
per il bel lavoro di pulizia che stanno portando avanti 
dietro alle fontanelle dei Checa e relativa valle, 
compresa la stradina che prosegue 
fino al campo sportivo.

L'Italia scopre il business dei "cammini" naturalistici e spirituali

Il 2016 è stato proclamato "Anno nazionale dei cammini" dal ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo: d'altra parte si tratta di un patrimonio di 6.600 km di strade su cui muoversi alla ricerca di se stessi, di un po' di pace o per il semplice piacere di farlo.

L'Italia riscopre il piacere di camminare. E scopre che fa bene: alla salute e al turismo lungo la Penisola. Anche per questo il 2016 è stato proclamato "Anno nazionale dei cammini" dal ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo. D'altra parte l'Italia ha un patrimonio di 6.600 km di cammini naturalistici, religiosi, culturali e spirituali - spesso poco noti - su cui muoversi alla ricerca di se stessi, di un po' di pace o per il semplice piacere di farlo. Dal Nord al Sud Italia, passando per il cammino di San Benedetto ai luoghi di San Francesco, dalla via Francigena all'Appia antica. Sempre all'insegna del viaggiare lento, per conoscere altre persone e altri luoghi da una prospettiva diversa da quella di un finestrino dell'automobile in corso su strade e autostrade.

I cammini sono un'opportunità per rivalutare alcune zone del territorio italiano, perché frequentati da un turismo lento che può valorizzare anche i luoghi meno noti del Paese. Sono migliaia le persone che ogni anno camminano su sentieri e tratturi noti e meno noti (10 mila sui cammini francescani, 7 mila sulla via Francigena per fare un paio di esempi).

L'Italia ha le carte in regola per ambire ad essere la meta di un turismo sostenibile, non solo concentrato nelle capitali dell'arte, ma che attraversa e vive tutta la bellezza italiana. Puntare su questo tipo di turismo, in crescita negli ultimi anni, contribuisce a far conoscere e valorizzare l'Italia come museo all'aperto. Il turismo, il modo di fare turismo, sta cambiando volto, in modo radicale, e il turista è sempre più un viaggiatore del tempo e degli spazi.

Oltre ai cammini, che sono il cuore dell'Anno nazionale, ci sono tante altre opportunità per "imparare" l'Italia: ciclabili, linee ferroviarie storiche, percorsi equestri... In un momento in cui il turismo internazionale è in forte crescita e le città d'arte sono stremate dai viaggi mordi e fuggi, il turismo sostenibile è una strategia di sviluppo, la vocazione di un sistema Paese che non ha eguali al mondo.
la repubblica
segnalato da Odette

martedì 13 settembre 2016

Piazze d'Italia



Piazze d'Italia aperte al sole e ai venti,


di bianchi marmi e fiori risplendenti,


icone di storia, arte e cultura


ancora vive tra le antiche mura.




Piazza San Marco di Venezia è il cuore


della Serenissima grande onore,


Milano si vanta di Piazza Duomo,


soffio divino e opera dell'uomo.




Firenze: Piazza della Signorìa


sembra un sogno, un canto, una poesia.


Di Roma i gioielli della corona


son Piazza di Spagna e Piazza Navona.




Ogni città ha una piazza accogliente,


dove di giorno s'incontra la gente.


T'avvolge il cinguettìo delle fontane


l'aroma del caffè, l'odor del pane.




Ma al mio paese la piazza è deserta.


Non c'è un bar o una bottega aperta,


è finito il tempo dell'osteria,


che tristezza, povera piazza mia!


domenica 11 settembre 2016

Persone che meritano di essere coosciute

“Mai, in nessun caso, il computer potrà sostituire il cervello umano”. E se lo dice Federico Faggin, c’è da crederci.
Perchè lui è lo scienziato italiano, che dopo la laurea in fisica si è trasferito in California, patria di hardware e software, e che ieri è stato premiato con il maggior riconoscimento che la Regione possa dare: il Leone del Veneto. L’inventore del microprocessore e del touchpad, ieri pomeriggio a Vicenza, nella suggestiva cornice del Teatro Olimpico, ha ritirato il riconoscimento di fronte ad autorità e istituzioni. Non è il primo premio per lo scienziato di Isola Vicentina, che nel 2010 aveva ricevuto la ‘Medaglia nazionale per la tecnologia e l’innovazione’ dal presidente degli Stati Uniti, Barak Obama.
Dopo la laurea in fisica all’università di padova, Faggin si era infatti trasferito nella silicon valley, cuore del computer. Lì, ha realizzato il primo microprocessore e da quel momento in poi, la sua carriera di uomo di scienza ha inanellato un successo dietro l’altro, regalando con la sua professionalità e il suo cuore italiani, importanti trionfi a stelle e strisce.

Nato a Vicenza, ma originario di Isola Vicentina, Faggin torna ‘a casa’ lunedì 12 settembre. Lo scienziato vicentino che ha rivoluzionato il mondo della tecnologia torna nel suo paese natio proprio a parlare della differenza tra il cervello umano e la tecnologia. ‘Robot più intelligenti dell’uomo? Verità o fantascienza?’, è il tema dell’incontro, che si preannuncia già un successo.
Sarà un evento più unico che raro quello che si terrà alle 18,30 nel Salone Nobile di Villa Cerchiari a Isola Vicentina, se si pensa che Faggin può essere considerato un cervello in fuga di prima generazione: nato a Vicenza nel 1941 a 27 anni si trasferì in California con in mano un contratto di ricercatore e divenendo l’uomo di spicco della Intel, inventando il microchip Intel 4004 e la sua evoluzione a 8 bit l’Intel 8008 progenitore di tutta la famiglia degli x86.
Quarantanni fa il vicentino Faggin con le sue intuizioni diede il via alla rivoluzione tecnologica, aprendo la strada all’informatica conosciuta e utilizzata oggi. Una carriera spesso in lotta per il riconoscimento delle proprie creazioni, una volta abbandonata l’Intel fondò una sua società, la Zilog, divenuta tra le più famose al mondo nella produzione di CPU (microprocessorei). Tanti gli attestati a lui consegnati, su tutti nel 2010 la medaglia nazionale per la tecnologia e l’innovazione del microprocessore ricevuta dalle mani di Barack Obama presidente degli Stati Uniti d’America.
Un tema della serata che metterà a confronto le due intelligenze: quella dell’uomo e quella della macchina. Di quel pc che Faggin ha dotato di cuore ma che, paradossalmente, non lo ritiene in grado di provare sensazioni essendo privo di consapevolezza, sensazioni che per il vicentino Faggin non sono sintetizzabili nel silicio e in righe di codice.
“Da concittadino sono davvero emozionato di poterlo conoscere per la prima volta – commenta Francesco Enrico Gonzo sindaco di Isola V.na – Ma soprattutto come sindaco del comune che gli ha dato le origini e che lo ha onorato nel 2002 con il Premio Communitas Insularum”. Una grande opportunità di poter incontrare Faggin non solo per la cittadinanza di Isola V.na ma per tutti. “Un’occasione per giovani studenti, laureati e imprenditori di conoscere da vicino l’inventore del microprocessore – conclude Gonzo”.

Paola Viero Altovicentinonline

Preoccupanti realtà odierne


Potenza del nome

[Gianni Spagnolo © 25A20] A ben pensarci, siamo circondati da molte cose che non conosciamo. Per meglio dire, le vediamo, magari anche frequ...