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Visualizzazione dei post da gennaio, 2013

M° Carlo e i suoi alunni

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Contrà sperdute

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“Contrà nel bosco"  primavera 2011   Gera matina presto, co son rivà un strodo un fià erto, quà me gà portà, intorno a mi solo bosco, primule e viole che spunta anca’ndò che no riva el sole. Coi sassi a seco xè fate le masiere coverte dal mus-cio, bele , drite, fiere... xè restà i sassi de qualche costrussion fursi na casa, na baita, un casòn! Na volta sto posto el gera abità tre, quatro case, na bela contrà, distante dala Vale e dal paese quà se campava, sensa pretese… Me imagino el sole che scalda i muri de gente che lavora, se sente i rumuri… “Bondì Paron!” “Saludo Parona”! se va al posso, cusì qua funsiona! El posso lo trovo, l’è poco lontan... quanta l’acqua tirà sù co le man… a quanti  cristiani la sen ghè xè passà desso l'è scuro, sporco, desmentegà… Cascà i coverti, se vede el cielo, in cusina, piante col gnaro de un usélo… solo el stampo de porte e balcùni qua, da tanto non vien pì nissùni… Me sento ...

Un po' di nostalgia

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Erano tempi che la parola "tastiera" era sconosciuta... erano tempi dei compiti "in bella calligrafia", delle dita sporche d'inchiostro, di una vita vissuta senza fretta... erano tempi che per dire: "ti voglio bene" ci si impegnava a scriverlo per esteso e nemmeno ci sognavamo un gelido...............TVB Carla Spagnolo

Filastrocche: I mesi dell'anno

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GENNAIO mette ai monti la parrucca… FEBBRAIO grandi e piccoli imbaccucca… MARZO libera il sol dalla prigionia… APRIL dei bei colori orna la via… MAGGIO vive tra musica d’uccelli… GIUGNO ama i frutti appesi ai ramoscelli… LUGLIO falcia le messi al solleone… AGOSTO alzando le ripone… SETTEMBRE i dolci grappoli a robinia… OTTOBRE di vendemmia riempie la tina… NOVEMBRE ammucchia aride di foglie a terra… e  DICEMBRE ammazza l’anno e lo sotterra… e ancora... I mesi dell'anno sono 12 fratelli quali brutti e quali belli... Con GENNAIO si apre l'anno ed auguri tutti fanno... Il FEBBRAIO è piccolino, ma è il più gaio e birichino... MARZO invece è capriccioso ora quieto, ora burrascoso... Poi c'è APRIL col bel sole, l'aria mite e le viole... Ecco MAGGIO tutto fiori con profumi e bei colori... Bionde messi GIUGNO dona e di spighe s'incorona... Oh...

Il giorno della memoria

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Lasciamo parlare il silenzio

Il Capitello di San Marco

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(San Marco - Via delle Végre – Antica contrà di Capovilla) È dedicato a San Marco Evangelista, una intitolazione piuttosto originale per un capitello, anche se si tratta del Santo Patrono di   Venezia e per estensione del territorio sul quale la Serenissima esercitò il suo secolare dominio. Non conosciamo la sua storia, ma per la collocazione e per l’intitolazione è probabile che sia il più antico del paese. È situato sull’angolo della casa dei Toldo, sulla biforcazione della via delle Végre che sale al paese verso le Are. Questa era un tempo la strada maestra che montava   dal piano dei prati presso il Sasso de Godi conducendo in contrà Capovilla. L’attuale strada della Capèla era di là da venire e questa edicola era dunque la prima che s’incontrava entrando in paese da mezzogiorno e dovette quindi essere particolare la motivazione che ne portò l’intitolazione a San Marco. La comunità di San Pietro, come tutti i 7 Comuni, si dedicò alla Repubblica di Venez...

Il bracconiere

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“Ma stetu fermo si o no, sacramentòn de un’ostia, che te me fe scapare tuti i uséi”.  Sbottava così mio padre all’interno del “ casòto ” senza togliere lo sguardo dal “pòso”. Teneva tra le braccia la doppietta, un vecchio calibro 16 a cani esterni che sembrava un cimelio uscito da un museo, la mascella era nervosamente tesa nello sforzo di concentrazione e i denti  “i sgrensàva tuti” . Pronto allo sparo “ tirava i òci tuto badanà”   sullo spazio davanti al capanno attraverso un “ finestrólo ” ricavato sul davanti del   “frascàro ” con cui aveva costruito il capanno mimetizzato. Faceva spostamenti a semicerchio con l’occhio già  sul mirino per essere pronto e rapido nell’azione. Aveva pulito bene dalle erbacce il piano davanti alla posta per poter raccogliere facilmente le piccole prede che fossero cadute sotto i suoi colpi e aveva legato ad un albero un ramo secco  abbastanza grande ed evidente che era appunto il  poso  perché gli uccelli ...

L'orso de Tinàsso

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     Se con la nostra fantasia tornassimo per un momento nel mezzo del 1800 e il nostro sguardo, dai  Valergi  volasse sù in  Tinasso , dei pennacchi di fumo azzurro sicuramente desterebbero la nostra curiosità: sono le carbonaie che  stanno pipando. Grossi pezzi di faggio messi a piramide con forma circolare, il tutto ricoperto di terra, un fuoco al centro, il quale, dopo molto tempo, trasformava il legno in carbone. Il tutto era creato e seguito con paziente maestria dai nostri paesani  carbonai, vita dura e semplice che permetteva di vivere onestamente. Il prodotto finale era di buona qualità e venduto al mercato di Thiene, fruttava un compenso che gratificava la dura stagione in montagna. Sul finire di un autunno quasi estivo il carbone accumulato era molto e due amici per la pelle Martin e Rocco  erano soddisfatti del lavoro compiuto.  Tutti e due erano di S.Pietro, esperti carbonai, che da Aprile a Novembre costruivano...