domenica 4 novembre 2012

4 novembre 1918 - per non dimenticare


  Finché il soffio dividerà le pagine della storia, 

il vostro ricordo non traghetterà mai verso la sponda dell'oblio, 

 i vostri Nomi scolpiti nel marmo,

il sinistro destino scolpito nei nostri cuori, 

che le vostre gesta non si sciolgano come lacrime nella pioggia, 

ma siano fiamma di speranza per una vita degna di essere vissuta.

Piero Lorenzi

 

Alessi Domenico

Bonifaci Giacomo

Cerato Luigi

Fontana Giobatta

Lucca Domenico

Lucca Giuseppe

Lucca Francesco

Lucca Primo

Lorenzi Giuseppe

Pesavento Giuseppe

Pierotto Felice

Pretto Giovanni

Righele Antonio

Slaviero Giuseppe

Slaviero Giuseppe

Slaviero Pietro

Spagnolo Antonio

Stefani Cesare

Stefani Giovanni

Toldo Antonio

Toldo Domenico

Toldo Elia

Toldo Giovanni

Toldo Giuseppe    




  


§§§

L'Italia entra in guerra

(fonte wikipedia)


Dal  Forte Verena 
è partito il primo colpo di cannone della Grande Guerra da parte italiana 


« Cittadini e soldati, siate un esercito solo! Ogni viltà è tradimento, ogni discordia è tradimento, ogni recriminazione è tradimento. »
(Vittorio Emanuele III)
L'Italia dichiarò guerra all'Austria-Ungheria la sera del 23 maggio 1915 e alle ore 4 del 24 maggio 1915 dal Forte Verena, sull'Altopiano di Asiago, partì il primo colpo di cannone verso le fortezze austriache situate sulla Piana di Vezzena. Il primo colpo di fucile da parte italiana viene attribuito ai finanzieri Pietro dell'Acqua e Costantino Carta alle ore 22 del 23 maggio 1915 presso l'abitato di Visinale (oggi in provincia di Udine). Quindici mesi più tardi l'Italia dichiarerà guerra anche alla Germania.
Il comando delle forze armate italiane fu affidato al generale Luigi Cadorna. Il nuovo fronte aperto dall'Italia ebbe come teatro l'arco alpino dallo Stelvio al mare Adriatico e lo sforzo principale tendente allo sfondamento del fronte fu attuato nella regione della valli isontine, in direzione di Lubiana. Anche qui, dopo un'iniziale avanzata italiana, gli austro-ungarici ricevettero l'ordine di trincerarsi e resistere. Si arrivò così a una guerra di trincea simile a quella che si stava svolgendo sul fronte occidentale: l'unica differenza consisteva nel fatto che, mentre sul fronte occidentale le trincee erano scavate nel fango, sul fronte italiano erano scavate nelle rocce e nei ghiacciai delle Alpi, fino e oltre i 3000 metri di altitudine.

Tanti caduti, pochi risultati

Nei primi mesi di guerra l'Italia sferrò quattro offensive contro gli austro-ungarici a est, le prime quattro offensive sull'Isonzo, che non portarono nessun risultato degno di nota, si arrivò così all'inizio del 1916. Mentre in febbraio gli austro-ungarici ammassarono truppe in Trentino, l'11 marzo, per otto giorni, si svolse la Quinta battaglia dell'Isonzo, anch'essa non portò ad alcun risultato, né apportarono significativi cambiamenti al fronte le successive battaglie tra giugno e novembre 1916.
La ripresa delle operazioni arrivò nel maggio dell'anno successivo. Dal 12 maggio al 28 maggio 1917 si svolse la decima battaglia dell'Isonzo. Dal 10 giugno al 25 giugno si svolse invece la battaglia del monte Ortigara voluta da Cadorna per riconquistare alcuni territori del Trentino rimasti in mano austro-ungarica. Il 18 agosto ebbe inizio la più imponente delle offensive italiane, l'undicesima battaglia dell'Isonzo: anche questa non porterà significativi cambiamenti e verrà pagata a caro prezzo, sia come perdite sia come conseguenze.

Da Caporetto alla fine della guerra



Visti gli esiti dell'ultima offensiva italiana, austro-ungarici e tedeschi decisero di contrattaccare. Il 24 ottobre gli austro-ungarici e i tedeschi sfondarono il fronte dell'Isonzo a nord convergendo su Caporetto e accerchiarono la 2ª Armata italiana, da lì gli austriaci avanzarono per 150 km in direzione sud-ovest raggiungendo Udine in soli quattro giorni. La Disfatta di Caporetto provocò il crollo del fronte italiano sull'Isonzo con la conseguente ritirata delle armate schierate dall'Adriatico fino alla Valsugana, oltre alle perdite umane e di materiale La ritirata venne prima effettuata portando l'esercito lungo il Tagliamento, e in seguito fino al Piave, l'11 novembre 1917, quando tutto il Veneto sembrava potesse andare perduto.
In seguito Cadorna, invitato a far parte della Conferenza interalleata a Versailles, venne sostituito, per volere del nuovo presidente del consiglio Vittorio Emanuele Orlando, dal generale Armando Diaz, l'8 novembre 1917, dopo che la ritirata si stabilizzò definitivamente sulla linea del monte Grappa e del Piave.
Gli austro-ungarici e i tedeschi chiusero il 1917 con le offensive sul Piave, sull'Altipiano di Asiago e sul monte Grappa; la ritirata sul fronte del Grappa-Piave però consentì all'esercito italiano, ora in mano a Diaz, di concentrare le sue forze su di un fronte più breve e soprattutto, con un mutato atteggiamento tattico, più orgoglioso e determinato. Gli austro-ungarici fermarono gli attacchi in attesa della primavera del 1918, preparando un'offensiva che li avrebbe dovuti portare a penetrare nella pianura veneta. La fine della guerra contro la Russia fece sì che la maggior  parte dell'esercito impiegato sul fronte orientale potesse spostarsi a ovest.
L'offensiva austro-ungarica arrivò il 15 giugno: l'esercito dell'Impero attaccò con 66 divisioni nella cosiddetta battaglia del solstizio, che vide gli italiani resistere all'assalto e infliggere al nemico pesantissime perdite. Gli austro-ungarici, per i quali la battaglia del solstizio era l'ultima possibilità per dare una svolta al conflitto e ribaltarne le sorti, persero le loro speranze e con i popoli dell'impero asburgico sull'orlo della rivoluzione. L'Italia anticipò a ottobre l'offensiva prevista per il 1919, impedendo la prosecuzione dell'offensiva.
Da Vittorio Veneto il 23 ottobre partì l'offensiva, con condizioni climatiche pessime. Gli italiani avanzarono rapidamente in Veneto, Friuli e Cadore e il 29 ottobre l'Austria-Ungheria si arrese. Il 3 novembre, a Villa Giusti, presso Padova l'esercito dell'Impero firmò l'armistizio; i soldati italiani entrarono a Trento mentre i bersaglieri sbarcarono a Trieste, chiamati dal locale comitato di salute pubblica, che però aveva richiesto lo sbarco di truppe dell'Intesa.


4 novembre 1918, ore 12
La guerra contro l'Austria-Ungheria che, sotto l'alta guida di S. M. il Re Duce Supremo, l'Esercito italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi,  


è vinta. 

I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo, risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza . Diaz


Perdite 

Uno dei punti che caratterizzò questo bagno di sangue, fu il gran numero di giovani che vi parteciparono, tra i quali, in Italia,   

i "ragazzi del '99" 

richiamati alle armi 

a soli 17 anni. 




L'idea positiva della Guerra che si era inizialmente diffusa tra la gente venne ben presto abbandonata.


Di seguito un elenco delle forze mobilitate, dei caduti, feriti, dispersi, prigionieri, suddivisi per nazione.

NazioneMobilitatiMortiFeritiDispersi o prigionieriTotale
Imperi Centrali




Impero austro-ungarico7.800.0001.200.0003.620.0002.220.00014.840.000
Impero Germanico11.000.0001.773.7004.216.0581.152.80034.105.858
Impero ottomano2.850.000325.000400.000250.0003.825.000
Bulgaria1.200.00087.500152.39027.0291.466.919
Intesa




Belgio267.00013.71644.68634.659360.061
Impero britannico*8.904.467908.3712.090.312191.65212.096.802
Francia**8.410.0001.357.8004.266.000537.00014.570.000
Grecia230.0005.00021.0001.000257.000
Regno d'Italia5.615.000650.000947.000600.0007.812.000
Giappone800.0003009073801.210
Montenegro50.0003.00010.0007.00070.000
Portogallo100.0007.22213.75112.318133.291
Romania750.000335.706120.00080.0001.285.706
Impero russo (fino al 1917)12.000.0001.700.0004.950.0002.500.00021.150.000
Serbia707.34345.000133.148152.9581.038.449
Stati Uniti4.355.000126.000234.3004.5004.719.800.
Totale65.018.8108.678.01321.187.7157.687.798102.572.336


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