Pseudo-archeologia paesana





【Gianni Spagnolo © 25H21】

Capita raramente di scoprire qualche vecchia vestigia del paese, essendo ormai ben rare le occasioni di rimaneggiamento dell'impianto abitativo.

Gli attuali lavori in corso sulla piazza offrono tuttavia qualche piccolo scorcio su quella che era la sua situazione giusto un secolo fa. la rimozione dell'asfalto e del sottofondo della piazza, ha infatti portato alla luce, per chi li vuol vedere, alcuni segni indicatori delle dimensioni e dell'assetto precedente di questi luoghi.

Ecco dunque affiorare, in primo piano, i due cordoli laterali in marmo biancone che delimitavano il saliso di accesso alla scalinata della chiesa, anch'esso ben visibile. Da li si dipartivano i gradoni in pietra che davano accesso al vecchio tempio, che occupava tutto quel promontorio roccioso fino all'altezza del campanile, posizionato in corrispondenza della sua abside. 

Chiesa decisamente più piccolina dell'attuale e sul cui retro si sviluppava un borghetto di case in erto pendio che vennero demolite per far posto all'attuale edificio. La costruzione odierna poggia infatti per neanche la metà anteriore della sua lunghezza sulla roccia sommitale del colle, mentre la sua parte absidale venne fondata a sbalzo sul pendio, riempito delle macerie della vecchia chiesa e dei detriti della roccia basale della piazza, spianata per l'occasione. Tutta l'architettura visibile tra l'Arco dei Cimbri ed il vecchio Parco delle Rimembranze (in penosa rovina) evidenzia proprio questa impostazione.

La Maria Contessina talvolta ci raccontava, da testimone, di quel giorno in cui demolirono la grande roccia sporgente su cui poggiava la chiesa antica, frantumandola con le mine. Fu un evento epocale per il paese tutto, perché ne modificava irreparabilmente l'aspetto, che aveva sempre visto nella pieve rialzata sul colle il suo millenario emblema. 

Se pensiamo poi, che fino alla metà del Milleottocento c'era un grumo di case al posto delle fontane della piazza e che la grade casa dei Toldo Nicola [Mp. 2040] era molto avanzata rispetto all'attuale profilo, capiamo perché il centro nevralgico del paese, non si trovasse in prossimità della chiesa, circondata com'era da straseji e abitazioni pizzicate fra la sua roccia basale e la erte rive, ma bensì nell'Areta [Via Santa Barbara], dove passava la strada principale e c'era uno slargo nel quale si svolgeva la vita pubblica. 

L'Areta aveva allora anche uno sbocco sull'odierna Via Carlo Alberto attraverso il Portego dei Paregin (antico soprannome degli Spagnolo di san Pietro), che passava attraverso l'attuale casa degli Spagnolo [Mp. 2002] e sbucava sulla strada sopraelevata che si raccordava parallelamente alla presente salita che porta alla corte della Gusta Lussa [Mp. 2024]. Passaggio modellato sul sojo, che dava anche accesso al Portego dele Scole [Mp. 1988], che scavalcava via Carlo Alberto. Questo impianto venne modificato dal riassetto urbanistico del paese a fine Milleottocento e dalla ricostruzione post-bellica. Allora venne allargata quest'ultima via, abbattendo le vecchie abitazioni dei Gianesini Garbati [Mp. 2005-4402], riducendo il sojo a filo fondamenta delle case e facendone l'arteria principale del paese. 

Il Portego dele Scole era una struttura a due piani, con ballatoi sul suo lato meridionale. Ospitò le scuole comunali, prima della edificazione del più moderno edificio accanto alle Vasche (1886), verosimilmente al primo piano, mentre i vani superiori erano abitati dalla famiglia del sarto Lorenzi-Canela

Un parallelo portale doveva esistere, in tempi più remoti, anche sull'Areta, sopra il portico dei Godi [Mp. 4595], fra la casa di questi e la propaggine meridionale delle grande e articolata abitazione degli Spagnolo [Mp. 2002]. Ne sono ancora visibili i fori d'inserimento delle travi sull'antica muratura di sinistra, non ristrutturata. Ciò farebbe pensare che in antico il nucleo abitato centrale fosse assai arroccato sulla cresta del sojo, in modo da essere facilmente difendibile, chiudendone, del caso, gli accessi. Il paese, infatti, almeno fino alla fine del XVI secolo, finiva lì; le case più a valle sono state edificate successivamente.



Commenti

Post popolari in questo blog

Quel tragico novembre 1970