Nel bene e nel male non si guarisce mai dalla propria infanzia.
Mi sembra lo abbia detto Zerocalcare.
Per fortuna non guarirò mai dal bisogno di accarezzare un cane, dal respirare aria frizzante dietro la sciarpa stretta sul viso, dal desiderio di camminare nel bosco nei primi giorni di febbraio ascoltando foglie ed erba ghiacciate scricchiolare sotto i piedi e aspettando di vedere bianchi bucaneve che spuntano.
Non guarirò mai dalla piacevolezza di leggere un libro accarezzata dal sole d'inverno dietro una finestra, dal piacere nell'osservare e ascoltare un fuoco di legna scoppiettante, dalla piacevolezza di camminare e di andare in bicicletta.
Non guarirò mai dalla letizia di vedere una tavola preparata per tanti commensali e dal trambusto di essere tante Persone in una stanza.
Non guarirò dal bisogno di studiare e imparare per comprendere il mondo e le relazioni, per trovare una scusa o un motivo ai comportamenti.
Non guarirò dal desiderio di chiacchierare, ascoltare una storia e abbracciare le Persone.
Non guarirò mai dalla mia infanzia, nel bene e nelle mancanze che normalmente ci sono state, perché ogni fatto, ogni azione ha costruito e determinato il mio desidero di migliorare, di essere diversa da qualcuno, di ripetere uguale.
Sono figlia di una famiglia numerosa che ha condiviso cibo, spazio e vita con fratelli, animali, freddo, tempo ad aspettare.
Aspettare di andare in bagno, aspettare che arrivi la corriera, aspettare che l'acqua si scaldi sul fornello per lavarsi il viso o i capelli, aspettare di fare la spesa perché il frigo era vuoto, aspettare che tutti siano pronti per partire.
Aspettare, avere pazienza, condividere, affermarsi, trovare il proprio spazio, imporsi.
La propria infanzia struttura la base su cui costruiremo la nostra idea di vita, cercheremo relazioni, guarderemo il mondo.
Non posso guarire dalla mia infanzia, essa è nella mia pelle e nelle mie ossa, è me. Da lì posso partire per capire chi sono e per decidere di cambiare ciò che non trovo giusto per il mio presente, ora non sono più una bambina.
Siamo la somma del nostro essere ieri, oggi e ciò che desideriamo essere domani.
Elettra
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