La schiavitù moderna è un capolavoro di efficienza. Nessun padrone ti frusta, sei tu stesso a tenere il ritmo. “Devo lavorare per pagare l’affitto!”, dici, come se fosse una scoperta geniale. La tua libertà si misura in giorni di ferie, ma tranquillo, puoi scegliere tra Ibiza e un weekend al centro commerciale.
I nuovi padroni non urlano ordini: li trovi nelle pubblicità. “Comprare è vivere!”, ti sussurrano mentre sventolano l’ultimo smartphone. Peccato che il tuo stipendio non basti, ma niente paura! Ecco la carta di credito che ti trasforma da semplice povero a povero con stile.
Non sei più una persona, sei un dato. L’algoritmo sa tutto di te: cosa compri, cosa mangi, chi ami e chi odi. Ti conosce meglio di tua madre, ma almeno lei non ti bombardava di pubblicità personalizzate mentre cercavi di dormire. Ogni click è una scelta, dicono, ma tutte portano a un carrello pieno e un conto vuoto.
E poi c’è il lavoro. Ah, il lavoro, quella nobile occupazione che un tempo era sinonimo di dignità. Ora sei un numero, uno che deve “raggiungere obiettivi ambiziosi” con un sorriso stampato in faccia. Non importa se sei un corriere che corre per pochi spiccioli o un manager con una cravatta che ti strangola: alla fine della giornata, entrambi siete troppo stanchi per chiedervi “Ma perché lo faccio?”.
La schiavitù moderna è inclusiva: colletti bianchi, blu, sporchi o strappati, c’è posto per tutti! Se sei giovane, ti dicono che “devi fare esperienza” – cioè lavorare gratis. Se sei anziano, devi essere grato di avere ancora un lavoro, anche se ti stanno spremendo come un limone che nessuno vuole bere.
Anche il tempo libero è una trappola. Sei stressato? Compra una palestra! Sei triste? Compra un corso di yoga! Hai bisogno di “staccare”? Vai in vacanza, ma non dimenticare di fotografare tutto, altrimenti è come se non ci fossi mai stato. La tua felicità è un prodotto da mostrare su Instagram, ma attento: se non ricevi abbastanza like, sei comunque un fallito.
E la politica? Loro sì che sono i veri artisti. Ti convincono che sei libero perché puoi votare. Voti, e scopri che chiunque vinca, le tue bollette aumentano. “È colpa dell’inflazione,” dicono, ma nessuno spiega perché l’inflazione ha la forma di una supposta mentre loro guadagnano sempre di più.
La schiavitù moderna è geniale perché ti fa credere che sia tutto colpa tua. “Se non sei felice, è perché non ti impegni abbastanza. Se sei povero, è perché non lavori abbastanza. Se sei triste, è perché non compri abbastanza.” E così continui a correre, a comprare, a produrre. Ma non ti preoccupare, prima o poi ce la farai. Forse non in questa vita, ma sicuramente nella prossima.
Nel frattempo, però, ricordati di pagare l’abbonamento a Netflix. Non sia mai che la tua schiavitù diventi noiosa.
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