Che strana la pioggia d'aprile
che cade da ore sul giorno ormai alla sua fine.
La sento sbattere dolce sui vetri, le luci soffuse e confuse al di là della strada, la corsa di chi in fretta si rifugia tra le mura di casa e chiude la porta sul mondo.
E lascia i pensieri all'ingresso,
togliendo ogni peso...
e si arrende all'effimera leggerezza
di un the caldo, una minestra, un dolcetto
mangiato di gusto per il gusto di sentirsi protetto dalle piccole cose, dal vizio di vivere senza darlo a vedere. Ti pare poco?
Francesca Stassi
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