(o Voragine delle Banchette)
Questa località si trova sull'altopiano dei sette Comuni quasi alla fine della mulattiera Pedescala-Rotzo, propriamente detta “Strada delle Banchette” che corrisponde al sentiero C.A.I. n. 621, ma dai locali è detta “Strada Vecia”, una delle più antiche vie di comunicazione fra la pianura Vicentina e l’Altopiano. Dopo una rilevante sporgenza rocciosa a forma di panca si trova un buco profondo e su questo foro del terreno aleggiano storie assai inquietanti e misteriose.
La voragine si manifesta con un pozzo principale verticale di 28 metri che porta in uno stanzone con diametro alla base di oltre 10 metri e varie diramazioni ostruite, all'interno del quale si sono formate delle meravigliose bianche concrezioni calcaree e vive una nutrita e varia colonia di pipistrelli.
Salendo dopo il profondo baratro delle "Banchette" proprio sul tornante, trovasi una serie di fortificazioni militari risalenti alla Grande Guerra con trincee e gallerie ancora ben visibili e proseguendo si arriva a dei prati pianeggianti, tale località viene chiamata "Longa Làita" o "Campi Tombassi" forse dal nome dell'antico proprietario, montando poi sulla alla SP78. Da anni su questo percorso le Pro Loco di Pedescala e quella di Rotzo organizzano la marcia “PEDESCALANDO-ROTZO”.
(Notizie e foto del Gruppo Speleologico Settecomuni)
Questo angolo di Altopiano merita di essere conosciuto per la sua suggestione e per le storie vere ed immaginarie che racchiude. Il toponimo "panca" potrebbe derivare dall’antico idioma cimbro “Pankh” e “Banchette” dal termine longobardo “Banka”. Le antiche leggende narrano che su questo lungo sedile stavano a lavorare la lana ed a formare i loro magici gomitoli, le piccole fate delle nostre montagne chiamate “Selègen Bàiblen” o “Beate Donnette”. Poco oltre la panca, semi nascosta, si trova la "Kerkle" nome “Cimbro” che tradotto in italiano vuol dire Chiesetta ed indica una piccola grotta dove, secondo le leggende, domiciliavano le "Sèlegen Bàiblen". Si narra inoltre di streghe, maghi, orchi e “salbanelli", di feroci animali, di agguati ed orrendi delitti avvenuti nei secoli addietro che la gente del luogo ancor oggi, arrivata in quel luogo allunga il passo.
Delmo Stenghele
Sempre grande Delmo
RispondiElimina