C’è un’azienda di Schio dietro all’impianto realizzato al
Gran Sasso che ha permesso al Cnr di fare una nuova, rivoluzionaria,
scoperta scientifica al Gran Sasso.
Alca Tecnology, che dal 1999 costruisce impianti e componenti per il
settore industriale e la ricerca scientifica, ha infatti realizzato una
parte dell’avveniristico impianto di ricerca e sperimentazione nel Gran
Sasso, il quale ha permesso agli scienziati di individuare movimenti
sotto due chilometri di roccia. Un numero di eventi anomalo dentro allo
strumento che cerca la materia oscura.
I fisici di Xenon1T, cacciatore di materia oscura, nel corso di un
seminario hanno annunciato di avere osservato uno strano eccesso di
eventi ancora tutti da spiegare. Potrebbe trattarsi semplicemente di
fluttuazione statistica o di una contaminazione del rilevatore, ma
l’ipotesi è che si possa essere di fronte all’individuazione di nuove
proprietà di neutrini o all’esistenza di nuove particelle
chiamate assioni solari.
Elena Aprile, capo del progetto Xenon, ha dichiarato che l’eccesso osservato potrebbe essere dovuto a una minuscola presenza di trizio,
un isotopo dell’idrogeno. Ma potrebbe anche essere un segnale di
qualcosa di molto più eccitante che ci porterebbe oltre il Modello
standard, come l’esistenza di nuove particelle, per esempio gli assioni
solari. Oppure, altra ipotesi interessante, potrebbe coinvolgere nuove
proprietà dei neutrini.
Immediato è scattato l’entusiasmo non nel mondo scientifico, ma anche a Schio, dove ha sede Alca Tecnology.
L’esperimento Xenon1T
L’esperimento Xenon1T è un grosso barile riempito di xenon liquido,
con all’interno uno strumento che cerca di osservare in modo diretto
l’interazione di eventuali particelle di materia oscura con la materia
ordinaria. È il più grande rilevatore di xenon liquido che esista al
mondo, un gas nobile che non si lega e rimane e nasce per cercare la
materia oscura. Lo xenon liquido è più denso, maggiore massa dà maggiori
possibilità che le particelle interagiscano. Quando una particella
interagisce con gli atomi di xenon, produce due segnali: uno luminoso
(fotoni) e libera alcuni elettroni, che vengono ‘accompagnati’ verso
l’alto dal campo magnetico dello strumento e trasformati in un altro
segnale luminoso, più forte. In base alla sensibilità, gli scienziati si
aspettavano 232 interazioni, invece ne hanno osservati 52 in più.
Secondo
i fisici, l’ipotesi che spiega meglio i dati, presentati dai
ricercatori dei Laboratori nazionali del Gran Sasso, è quella di una
particella teorizzata e mai osservata: l’assione solare. Ma c’è un’altra
ipotesi, forse altrettanto suggestiva, al vaglio, e riguarda una
proprietà del neutrino: “Il neutrino ha una proprietà intrinseca, il
momento magnetico – ha spiegato Marco Selvi, responsabile nazionale Infn
dell’esperimento – se fosse legato a quello che osserviamo,
significherebbe che questa proprietà, legata allo ‘spin’, è molto più
grande rispetto a quella predetta dal ‘modello standard’. Potrebbe
essere il segnale di una nuova fisica”.
Anna Bianchini-altovicentinonline
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